CESVAM NOTIZIE
La relazione è stata presentata al Consiglio Nazionale del Nastro Azzurro il 25 maggio 2018.
Relazione morale
a consuntivo della
giornata del decorato tenutasi a
Roma nei giorni 13 14 e 15 aprile 2018
Giancarlo Ramaccia*
A consuntivo della giornata del decorato, svoltasi a Roma
nei giorni 13 14 e 15 aprile 2018, non possiamo esimerci dallo svolgere alcune
riflessioni sull’indirizzo morale, che è stato dato alle cerimonie e al
convegno che hanno contrassegnato quei giorni. Riflessioni che, ammettendo in
pieno l’esercizio del metodo critico, fondamento di ogni libertà, non può, da
subito, ignorare il successo dei diversi eventi, che hanno movimentato le tre
giornate, riconosciuteci da più parti e contrassegnate dalla lettera e
dall’interesse dimostrato dal Capo dello Stato, presidente Sergio Mattarella e
dalle autorità partecipanti, per la nostra iniziativa. Vorrei qui ricordare per
sommi capi l’omaggio e le allocuzioni che il segretario generale dell’istituto,
accompagnato da soci decorati al Valor Militare, ha tenuto presso alcuni
monumenti simboli del Valore Militare eretti nella città di Roma quali: il monumento
alla Breccia di Porta Pia, quello in Piazza dei Cinquecento che ricorda i
caduti di Dogali, i monumenti presenti in Santa Maria degli Angeli, ossia alla
tomba del Generale Armando Diaz, Duca della Vittoria, dell’ Ammiraglio Paolo
Thaon di Revel e del primo ministro Vittorio Emanuele Orlando ed ultimo
l’omaggio al monumento eretto a Porta San Paolo a ricordo delle gesta compiute
dal popolo romano. Ricordiamo inoltre la splendida cerimonia alle Fosse
Ardeatine del sabato 14 aprile che ha visto la presenza attiva dei vertici
dell’Istituto (Presidente, Vicepresidente, Segretario Generale, membri del
Consiglio Nazionale e presidenti delle federazioni e soci del Nastro Azzurro) e
il coinvolgimento di alcune scolaresche pervenute per l’occasione. Commemorazione
carica di significato. La mattina del 13 aprile nell’aula magna della Casa del
Mutilato si è svolto il convegno studi sul tema del “Valore Militare dall’Unità
alla Crisi Armistiziale 1861-1943” le cui relazioni, come nei precedenti
convegni, verranno editati e resi pubblici nei prossimi mesi a cura del Cesvam.
Ricordo che nel pomeriggio abbiamo dato spazio a tutti gli interventi
precedentemente richiesti dei soci partecipanti. Infine l’omaggio ai Martiri di
Forte Bravetta e quello al Gianicolo per ricordare la Repubblica Romana del
1849. Manifestazioni di ampio spettro ed indiscusso valore simbolico, morale,
culturale, per ribadire la centralità dell’Istituto del Nastro Azzurro
nell’ambito dell’associazionismo combattentistico e patriottico. Sforzo notevole
che ha visto impegnato il Cesvam e la Presidenza Nazionale.
La giornata del decorato, che aveva come tema il valore militare,
mi impone di ampliare il discorso al più generale “Valore della memoria storica”
ossia al modo e ai modi di trasmettere, alle nuove generazioni, quei valori
fondanti che sono il dovere e il diritto su cui si fonda una comunità nazionale
democraticamente regolata. Doveri Diritti che riguardano tutti noi, nessuno escluso
ed esente, e che vanno sempre coniugati insieme e guai a disgiungerli, perché
ci troveremo a vivere in società nichilistiche o tiranniche. Solo coniugando
insieme la coppia dovere/diritto possiamo vivere insieme in modo civile e
pacifico, nel pieno rispetto delle opinioni altrui, delle fedi religiose, delle
diverse variazioni politiche, del colore della pelle o della differente etnia,
trovando nella “tolleranza reciproca”, nella dialettica democratica che vive di
avversari, mai di nemici, la giusta sintesi per proseguire uniti nel percorso e
coesi nelle iniziative comunitarie da intraprendere. Questo comporta che le pregiudiziali
che spesso si interpongono quali, per esempio, guelfi/ghibellini,
monarchia/repubblica, cattolici/laici, fascismo/antifascismo ed altre ancora si
infrangono contro il coniugare insieme i principi del dovere e quelli del diritto
e quelli del dovere. Dimostrando come il tempo, la memoria, il progresso, quello
scientifico e materiale, dei popoli e una più ampia visione delle cose e del
mondo rendono futili, inutili e vecchie, alcune discussioni pregiudiziali, che
vanno lasciate nel “limbo” dei ricordi personali e familiari (la sfera propria,
unica e sola del privato) e non incidono minimamente nel contesto attuale
essendo sempre e soltanto falsa coscienza di sé. La nostra attuale società, con
il suo repentino progresso materiale, ha aumentato la velocità dei mutamenti e
delle trasformazioni sociali, rendendo vecchio, se non arcano, all’interno di
una generazione, oggetti e soggetti che ci sembravano rappresentare il nuovo e
il moderno. Viviamo in un’epoca, l’attuale, che con la globalizzazione e l’interconnessione
di uomini, cose, eventi, produce una continua rivoluzione sociale che produce
invecchiamento precoce, non solo, di cose e oggetti ma soprattutto di idee e
pensieri. Per questo motivo è fondamentale ancorare il nostro operare, e quello
dell’Istituto del Nastro Azzurro sulle solide fondamenta della dialettica del
dovere/diritto, base sicura su cui far crescere il valore, svincolato da
interpretazioni economicistiche, radicato nel suo “dover essere”, radice
filosofica che tutto nobilita.
Il “dover essere” è il fondamento vero di ogni valore, il “dover
essere” nel momento delle scelte produce quella nobiltà d’animo che è il
momento più alto, ossia esemplare, che va tramandato alle nuove generazioni e
vivifica la memoria comune di una collettività, di una nazione, di uno stato.
Il “dovere essere”, quindi, è la pietra d’angolo del valore, di quella “valentia”,
di quella “capacità superiore” che non si piega ad alcuna logica politica
perché si proietta sempre su una dimensione meta-istituzionale. Per questo motivo
l’articolo 2 dello Statuto-Regolamento del Nastro Azzurro, con gli
aggiornamenti del XXIX Congresso Nazionale e attualmente in vigore, stabilisce
in modo chiaro ed inequivoco che: “l’Istituto è apolitico”.
È apolitico proprio perché il “dover essere” è sempre meta-istituzionale,
sempre “oltre” l’istituzione, per mantenere l’esemplarità e la coscienza della
sua missione istituzionale, oltre il momento oltre il tempo, oltre l’epoca,
esempio per tutti, nessuno escluso.
Vediamo, un attimo, di soffermarci sul termini apolitico,
termine mai molto amato per via di quel prefisso privativo, che toglie, che
esclude, ma che è anche nel linguaggio comune e figurato simbolo di principio,
d’inizio, di priorità, di termine che non omette e non tralascia alcun
particolare; visto che troppo spesso nei dibattiti si usa affermare che tutto è
politico, quasi sempre per negare il vero significato di politico, che s’ignora
o si disconosce per affermare, in modo improprio, la propria argomentazione.
“Politico” come parola ha due principali accezioni, ossia “arte
di governo” e “scienza del governo”. In quanto arte è promozione della vita
comune e quindi fattore attivo, indica un movimento di cose e di uomini; in
quanto scienza è sempre teorizzazione del suo oggetto, quindi classificazione,
schematizzazione, normalizzazione. Ciò che è nell’arte politica intervento del
singolo diviene nella scienza politica a norma collettiva. Arte e scienza nella
polis non sono disgiunte, per questo danno vita alla filosofia politica, alla
dialettica politica che è sempre confronto/scontro perché definisce la norma
morale e quella giuridica. L’A privativa di a-politico nega alla polis sia
l’arte che la scienza, nega lo “scontro/confronto” quindi nega la
classificazione, la normalizzazione, la standardizzazione che sono gli elementi
della divisione e della faziosità e riduce tutto “è puro” inizio. Rinvia tutto
al fine e alla missione prefissata escludendo tutto ciò che è fuori ed è
divisivo. L’A privativa rimuove la diversità ideologica, lo scontro di
interessi, la faziosità delle diverse concezioni del mondo. Promuove l’unità
sulla propria missione, la condivisione dei valori. Questo vuol dire un insieme
più grande e un più efficace contenitore
della sola apartiticità; essendo i partiti una delle tante forme organizzative
che può prendere la politica. Per questo motivo sempre all’articolo 2 dello
Statuto del Nastro Azzurro richiediamo ai nostri associati “la rigida osservanza dell’onore e del
dovere (…) il valore e le virtù militari (…) l’amore per la Patria e diffondere,
particolarmente nelle nuove generazioni, la coscienza dei doveri verso questa,
(…) trasmettere alle giovani generazioni la memoria storica nazionale e i
valori fondanti dello Stato”. Valori dello Stato che per noi si
concretizzano nella Costituzione della Repubblica Italiana, promulgata dal capo
provvisorio dello Stato on. Enrico de Nicola il 27 dicembre 1947 ed entrata in
vigore il primo gennaio 1948 e nei suoi principi fondamentali.
Questo aderire in modo completo e solidale alla Costituzione
Repubblicana da parte dell’Istituto del Nastro Azzurro e dei suoi soci
partecipanti è garanzia di assoluta libertà di idee per ogni associato e gli
permette di uniformarsi allo spirito democratico della Repubblica, relegando
alla sfera “privatissima” dei suoi associati ogni convinzione politica e
concentrandosi esclusivamente e totalmente sulle finalità proprie dell’Istituto
che sono: “nobilitare il regno del
valore e trasmettere gli impegni costituzionali dello Stato Repubblicano”.
Roma 16.05.18
* Professore. Membro del CESVAM
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