Il blog è espressione del Centro Studi sul Valore Militare - Ce.S.Va.M.- istituito il 25 settembre 2014 dal Consiglio Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare.Lo scopo del CEsVAM è quello di promuovere studi sul Valore Militare.E' anche la continuazione on line della Rivista "Quaderni" del Nastro Azzurro. Il Blog è curato dal Direttore del CEsVAN, Gen. Dott. Massimo Coltrinari (direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
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martedì 28 febbraio 2017
Copertina Febbraio 2017
QUADERNI ON LINE
La guerra partigiana in Albania
ANNO LXXVIII, Supplemento on line, II, 2017, N. 17
Febbraio 2017
www.valoremilitare.blogspot.com
lunedì 27 febbraio 2017
Editoriale di Febbraio 2017
EDITORIALE
Riprendono con il mese di marzo fli "Incontri con l'Autore" che erano stati avviati l'anno scorso. E' un momento in cui tutti coloro che a vario titolo vengono a contatto con il CESVAM si riuniscono per un punto di situazione e per riavvivare la fiamma, come dicono i Francesi. E' anche il momento per comunicare a tutti lo stato dei Progetti in esecuzione, sopratutto quelli che sono in fase conclusiva. Oltre a questo è un momento per fare nuove proseliti, sia in temi di contributi alle ricerche sia come presentazione di lavori svolti anche fuori dal CESVAM.
Nel mese di Marzo, precisamente il 23 prossimo, che è anche la data di Fondazione dell'Istituto del Nastro Azzurro si parlerà e si presenterà il libro di Paolo Chirieletti, "Nepi In Armi" 1915-1918. Prima Guerra Mondiale, Caduti, Decorati e Combattenti della Città di Nepi.
In accordo con l'Autore e con il Comitato che lo ha sostenuto in questa opera, sarà anche allestita che rimarrà in essere fino al 5 aprile 2017 una mostra documentaria basata sui disegni di Francesco Farnesi che corredano il volume.
Il CESVAM, quindi, vuole dimostrare che, mattone dopo mattone, sta crescendo sia sul versante delle ricerche, sia quello della documentazione sia quello delle iniziative culturale.
Massimo Coltrinari
Direttore del CESVAM
Riprendono con il mese di marzo fli "Incontri con l'Autore" che erano stati avviati l'anno scorso. E' un momento in cui tutti coloro che a vario titolo vengono a contatto con il CESVAM si riuniscono per un punto di situazione e per riavvivare la fiamma, come dicono i Francesi. E' anche il momento per comunicare a tutti lo stato dei Progetti in esecuzione, sopratutto quelli che sono in fase conclusiva. Oltre a questo è un momento per fare nuove proseliti, sia in temi di contributi alle ricerche sia come presentazione di lavori svolti anche fuori dal CESVAM.
Nel mese di Marzo, precisamente il 23 prossimo, che è anche la data di Fondazione dell'Istituto del Nastro Azzurro si parlerà e si presenterà il libro di Paolo Chirieletti, "Nepi In Armi" 1915-1918. Prima Guerra Mondiale, Caduti, Decorati e Combattenti della Città di Nepi.
In accordo con l'Autore e con il Comitato che lo ha sostenuto in questa opera, sarà anche allestita che rimarrà in essere fino al 5 aprile 2017 una mostra documentaria basata sui disegni di Francesco Farnesi che corredano il volume.
Il CESVAM, quindi, vuole dimostrare che, mattone dopo mattone, sta crescendo sia sul versante delle ricerche, sia quello della documentazione sia quello delle iniziative culturale.
Massimo Coltrinari
Direttore del CESVAM
domenica 26 febbraio 2017
1866. 150° anniversario della III Guerra di Indipendenza. 21 Luglio 1866
APPROFONDIMENTI
La Battaglia di Bezzecca
Massimo Coltrinari
Garibaldi era riuscito a
costringere il KUHN in un vicolo cieco, non fornendogli altra via di uscita che
quella d'affidarsi alle sorti d'una battaglia risolutiva. Infatti, due erano le
alternative che ora il KUHN avrebbe potuto seguire:
–
operare un
travaso della sua riserva strategica in Val di Ledro, per contrastare il passo
al Corpo dei Volontari e coprire Riva e Rovereto;
–
oppure
concentrare tutte le proprie forze sotto Trento, per lo scontro decisivo.
La seconda alternativa sarebbe
stata sicuramente preferita dal KUHN, in quanto gli avrebbe permesso di agire a
forze riunite appoggiandosi alle fortificazioni di Trento, dopo aver
allontanato notevolmente Garibaldi dalla propria base d'operazione. Ma questa
soluzione gli era preclusa dall'avanzata delle forze regolari del MEDICI che
risalivano la Val Sugana e che si sarebbero congiunte con il Corpo dei
Volontari a Trento, rinserrandolo in una temibile morsa. Perciò, l'unica
possibilità di manovrare per le linee interne contro i due corpi avversari e
batterli separatamente era quella di affrontare Garibaldi in Val di Ledro e
successivamente volgersi contro il MEDICI.
Anche questa soluzione, però,
presentava degli aspetti preoccupanti; infatti il KUHN doveva operare
celermente e l'aspra barra montana, interposta fra Lardaro e Pieve di
Ledro-Bezzecca, attraversata solo da due sentieri rupestri, non gli avrebbe
consentito il trasferimento di tutta la riserva strategica in tempo utile per
intercettare Garibaldi. In più, il KUHN si era formato l'errata convinzione che
il contingente dei Volontari, operante in corrispondenza delle Giudicarie,
fosse stato nettamente battuto, per cui il Generale austriaco, pressato dall'urgenza
del momento e partendo da un falso presupposto, decise di:
–
dividere le
proprie forze in due aliquote di pari consistenza;l'una avrebbe spazzato quelle
che egli riteneva delle deboli forze residue poste a sbarramento del Chiese,
quando l'altra avesse battuto i volontari a Bezzecca e ne avesse iniziato
l'inseguimento lungo la Val d'Ampola. Così Garibaldi si sarebbe trovato
rinchiuso senza alcuna via d'uscita, all'altezza di Storo;
–
riunire le
proprie forze, non appena battuto Garibaldi, per agire a massa contro il
MEDICI, sotto le mura di Trento. Il KUHN infatti, aveva giustamente valutato
che questi sarebbe stato trattenuto, sino al 26 o 27 luglio, dalle forze
austriache che manovravano in ritirata in Val Sugana.
Per alleggerire le proprie
unità e rendere più spedito il movimento, il KUHN fu anche costretto a privarle
delle artiglierie da campagna, sostituendole con batterie di racchette, sorta
di lanciarazzi multipli dell'epoca, più leggeri da trasportarsi, ma molto più
imprecisi e di minor potenza delle comuni bocche da fuoco.
A Bezzecca, comunque, erano
presenti 8 pezzi da campagna ( quelli delle forze precedentemente operanti in
Val d'Ampola), 4 pezzi da montagna e 8 racchette, provenienti dal settore delle
Giudicarie, e circa 4.500 uomini. Garibaldi oppose loro forze pressoché pari,
sia perchè dovette scaglionare in profondità un buon numero di reparti per
fronteggiare eventuali azioni nemiche che si delineassero contemporaneamente in
più punti dalla displuviale, sia perchè l'angustia della Val di Ledro non
consentiva un maggior concentramento di forze.
Inoltre il Generale intendeva,
una volta battuti gli austriaci, avviare subito forze fresche attraverso la
Sella di Lesumo e Campi per Riva, aggirando le difese del forte di Ponale,
posto a sbarramento della via più diretta per il Garda. In agguato, per
controllare la situazione, restavano le forze dislocate sulla spalla sinistra
dell'Ampola.
La sera del 20 luglio, gli
Austriaci avevano già raggiunto la displuviale in corrispondenza della testata
della Val di Conzei (a nord di Bezzecca) e la mattina successiva si spiegarono
su tre colonne di cui:
–
le due principali
scesero lungo le pendici opposte delle Val di Conzei, convergendo sugli sbocchi
della stessa valle;
–
la terza, molto
meno robusta, puntò su Molina per integrare le difese del forte di Ponale ed
impedire ai volontari la ritirata sul M. Notta.
In secondo scaglione, seguendo
la colonna principale di destra, marciava la riserva con anche il compito di
proteggere il fianco esposto del dispositivo d'attacco.
Il KUHN aveva affidato
l'azione su Bezzecca al Gen. MONTLUISANT, Comandante della riserva strategica.
Questi intendeva:
–
in un primo
tempo, assicurarsi gli sbocchi della Val Conzei;
–
successivamente,
investire sulla fronte l'abitato di Bezzecca con la propria ala sinistra,
mentre l'ala destra avrebbe operato un rapido movimento avvolgente della
posizione.
Determinato il crollo della
difesa garibaldina, egli era certo che le unità di Volontari, anche se non
direttamente impegnate nell'azione, non avrebbero retto ad una poderosa
avanzata di tutte le sue forze e sarebbero rimaste travolte, ripiegando
disordinatamente su Storo, per cozzare contro le truppe del KUHN. Inoltre
preoccupandosi forse eccessivamente di lasciarsi aperta una via di ritirata,
fermò la propria riserva a mezza via, ordinandole di assicurare a tutti i costi
il controllo della displuviale in corrispondenza della Val di Conzei.
A questo punto è opportuno
dare una breve descrizione del campo di battaglia di Bezzecca. Il villaggio è
ubicato in Val di Ledro, di fronte allo sbocco della Val Conzei, ed è
profondamente incassato fra alti e poderosi contrafforti. Come tutte le
posizioni all'ingresso di valli anguste, presenta lo svantaggio di essere
dominata a tiro di fucile da balze strapiombanti, a loro volta sovrastate da
altre quote sicchè, per poterle tenere con sicurezza, è necessario, disperdere
molte forze, spingendo in alto e verso l'avanti robusti distaccamenti a
protezione della stretta. Non era certo questa l'intenzione di Garibaldi, il
quale ignorava da quale e da quante direzioni sarebbe venuto l'attacco
austriaco e che aveva intenzione, come di consueto, di battere l'avversario in
un combattimento manovrato. Distaccamenti fiancheggianti erano stati posti a
protezione delle diverse unità e quella di esse che fosse stata investita
dall'attacco nemico avrebbe dovuto sostenere l'urto il più lungo possibile, per
creare le migliori premesse per l'intervento delle altre, le quali avrebbero
affrontato gli Austriaci in campo aperto.
Nella zona di Bezzecca, erano
state presidiate due posizioni che apparivano assolutamente indispensabili alla
sua difesa, cioè le alture di Naè, a ovest, ed il Poggio di S.Bartolomeo, a est
dell'abitato, mentre si era provveduto a sbarrare la valle di Conzei in corrispondenza
dei rilievi sovrastanti i villaggi di Enguiso e di Locca. Nel caso di un
attacco, Garibaldi aveva concordato con il Gen. HAUG, Comandante della Brigata
che teneva il settore, un'azione su Lesumo attraverso la dorsale della Val
Conzei, per colpire sul tergo l'avversario fermato a Bezzecca.
All'alba del 21 luglio, le
avanguardie austriache urtavano contro le difese di Enguiso e Locca, ma i
grossi trovavano qualche difficoltà a spiegarsi, trattenuti dall'asprezza del
terreno. L'HAUG, rinforzando i presidi, riuscì ad arrestare gli Austriaci ed,
illudendosi di poter resistere agevolmente su tali linee, sollecitò Garibaldi a
compiere la mossa su Lesumo. Ma il Generale conosceva la debolezza intrinseca
della due posizioni e, prevedendone la caduta non appena fossero state
seriamente investite, rinforzò invece le difese di Bezzecca, inviandovi un
battaglione al comando del figlio Menotti Garibaldi e facendo schierare tre
batterie, due dietro l'abitato e una davanti a Bezzecca, per appoggiare
l'azione in Val Conzei e successivamente coprire il ripiegamento dei presidi di
Enguiso e Locca verso la linea di difesa principale, quando la situazione si
fosse fatta insostenibile. Ben presto l'ostinazione dell'HAUG nel voler
difendere gli accessi alla Val Conzei determinò una pericolosa crisi della
difesa.
Sopravanzate sul fianco le
posizioni, gli Austriaci scesero verso Bezzecca e inutili furono due furiosi
contrattacchi all'arma bianca delle forza poste a suo presidio, come inutili
risultarono i rinforzi inviati nel settore minacciato perchè non vennero
impiegati per prolungare l'ala della difesa ed intercettare gli attaccanti che
trafilavano sul fianco, ma per rinforzare i presidi e ripianarne le perdite. Al
fine, le posizioni di Locca ed Enguiso caddero e la batteria schierata davanti
a Bezzecca riuscì a coprire il ripiegamento dei superstiti sparando a
mitraglia, sotto una grandine di colpi.
Frattanto Garibaldi, che sino
allora era rimasto in posizione arretrata, dubitando che l'attacco dalla Val
Conzei non fosse l'azione principale, ma una diversione per distrarre forze dal
settore prescelto per lo sforzo decisivo, si portò a Bezzecca preoccupato perla
condotta del combattimento da parte dell'HAUG, il quale consumava le sue forze
gettandole a spizzico nel vortice della battaglia. Immediatamente individuò una
pericolosissima situazione: le alture di Naè erano state abbandonate, su ordine
dell'HAUG, per farne accorrere i difensori a Locca. Il Generale ordinò che la
posizione fosse subito rioccupata (e ciò fu fatto precedendo d'un soffio gli
Austriaci) ed ordinò anche che venisse rinforzato il settore di Poggio S.
Bartolomeo, la cui guarnigione, asserragliata nel recinto murato del cimitero
che ivi sorge, era duramente provata e sopportava il peso dell'attacco condotto
dall'intera ala sinistra austriaca.
Intanto le unità che si
ritiravano dalla Val Conzei, ripiegavano precipitosamente, incalzate da presso
dall'avversario, travolgendo anche i reparti inviati a loro rinforzo e ancora
in cammino verso le posizioni ormai perdute. Il precipitarsi in Bezzecca di un
così gran numero di Volontari provocò una enorme confusione ed una calca
indescrivibile, non perchè fra le file garibaldine si fosse diffuso il panico,
quanto per la strettezza del luogo ed il gran numero di difensori che già vi si
trovavano. Ogni comandante voleva schierare la propria unità per riprendere
l'azione contro l'attaccante, anche a costo d'ingombrare il campo di tiro dei
reparti già schierati a difesa; ogni Volontario che avesse perso contatto con
la propria compagnia si intrufolava dove capitava per aprire il fuoco. Fu
necessario far sgomberare rapidamente e con le brusche gli intrusi, lontano
dalla linea del fuoco ed essi defluirono alla rinfusa nella zona di Tiarno, ove
si ricomposero per rendersi utili nel prosieguo dell'azione. Fortunatamente gli
Austriaci non avevano insistito nell'investimento di Bezzecca, accanendosi
contro il Poggio di S.Bartolomeo e soprattutto contro le alture di Naè, in
esecuzione del piano tattico del MONTLUISANT, ed un deciso contrattacco,
ordinato da Garibaldi, riuscì a disimpegnare la batteria schierata davanti a
Bezzecca, permettendole di retrocedere a riparo dell'abitato. Intanto cadde la
posizione di S.Bartolomeo, mentre le alture di Naè erano teatro di furiosi
combattimenti, talvolta perdute, ma sempre rioccupate con sanguinosi
contrassalti dei Volontari. Garibaldi, temendo uno sfondamento sulle ali e
l'accerchiamento di Bezzecca e ritenendo ormai esauriti i compiti di fissaggio
frontale del nemico, ordinò il ripiegamento, facendo concentrare tutto il fuoco
di artiglieria disponibile davanti al villaggio a copertura del movimento
retrogrado. Diede, inoltre, ordine al figlio Menotti di rinforzare la difesa
sui rilievi di Naè e di mantenervisi a tutti i costi. Le alture di Naè,
infatti, continuavano ad essere la posizione chiave della battaglia: prima
avevano permesso di tenere Bezzecca, ora saranno il perno attorno a cui ruoterà
lo schieramento garibaldino per ripiegare ordinatamente in Val di Ledro,
successivamente copriranno il fianco per le azioni controffensive sviluppate,
in basso, verso Bezzecca e, per l'alto, contro Lesumo. Garibaldi,
individuandone immediatamente l'importanza, riuscì a conseguire la vittoria
utilizzandole come elemento determinate della sua manovra. Nella ritirata di
Bezzecca, si distinse particolarmente il figlio minore del Generale, Ricciotti
Garibaldi, che riuscì a recuperare, guidando pochi animosi, un pezzo
d'artiglieria ribaltato nel fango dai cavalli di traino e che stava per essere
catturato dai cacciatori austriaci.
Ne frattempo, Garibaldi aveva
fatto serrare sotto tutte le unità dislocate nell'Ampola, ordinata a quelle in
attesa sulla sua dorsale sinistra di portarsi a Lesumo e ad un contingente
minore di raggiungere la displuviale per proteggere loro il fianco da eventuali
provenienze dalle Giudicarie.
Appena questi movimenti furono a buon punto,
concentrò un intensissimo fuoco d'artiglieria su Bazzecca e ben presto il paese
fu in preda alle fiamme e gli Austriaci furono costretti ad uscirne. Colto il
momento favorevole, il Generale sferrò un risoluto attacco per trattenere
l'avversario in fondovalle ed impedire un suo disimpegno quando si fosse
accorto che la sua linea di ritirata stava per essere recisa in corrispondenza
di Lesumo.
Bezzecca venne riconquistata e
gli Austriaci ricacciati verso la Val Conzei, ma un altro deciso contrattacco
partiva dalle alture di Naè e costringeva l'avversario a ripiegare su Locca e
poi su Enguiso. Ma il distaccamento, inviato da Garibaldi a vegliare sulla displuviale,
era venuto a contatto con la riserva del Montluisant e questi, quando ne
ricevettero l'annunzio, stimò pericolosa ed insostenibile la propria posizione,
ritenendo che si trattasse di avanguardie di forze ben più consistenti. Ordinò
allora la ritirata generale sul M. Pichea, da dove poteva porsi in salvo su
Riva, sottraendosi così, più per un caso fortunato che per arte,
all'aggiramento predisposto con tanta cura da Garibaldi.
A sera, infine, al Generale
giunse la buona nuova che anche nelle Giudicarie l'attacco austriaco era stato
respinto, non avendo voluto il KUHN spingere a fondo il proprio sforzo, quando
si era accorto dell'entità delle forze che lo fronteggiava.
venerdì 24 febbraio 2017
Mercoledi del Nastro Azzurro. 1 marzo 2017. ore 17
NOTIZIE CESVAM
IL CESVAM HA COLLABORATO CON LA FEDERAZIONE DI ROMA PER L'ORGANIZZAZIONE DEL MERCOLEDI DEL NASTRO AZZURRO DI MARZO
SI RIPORTA IL COMUNICATO STAMPA.
ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO
FRA COMBATTENTI DECORATI
AL V.M.
(Ente Morale R.D. 31 maggio
1928 n. 1308)
Piazza Galeno, 1 - 00162 ROMA
Federazione Provinciale di
Roma
Roma,
22
febbraio 2017
Comunicato Stampa
Mercoledì 1 marzo 2017
presso la Sala Convegni dell'Istituto
del Nastro Azzurro Piazza Galeno,1 – Roma
dalle ore 17,00 alle ore 19,00
si terrà il 6° incontro del 2° ciclo
de "I Mercoledì
del Nastro Azzurro"
verranno presentati i volumi
'Caschi Blu Italiani'
'ReportagEsercito'
a cura di 'Informazioni
della Difesa'
rivista
dello Stato Maggiore della Difesa
Interverranno:
Stefano Pighini, Tommaso Gramiccia,
Massimo Coltrinari, Mario Renna, Giuseppe Tarantino
Il Presidente Nazionale del Nastro
Azzurro Gen. Carlo Maria Magnani ha dato la sua adesione.
CONTATTI:centrostudicesvam@istituonastroazzurro.org
giovedì 23 febbraio 2017
Collana Storia in Laboratorio. I LIbri del Nastro Azzurro . Aggiornamento a Febbraio 2017
NOTIZIE CESVAM
A Febbraio 2017, l'attività di ricerca, studio, elaborazione e pubblicazione del Centro Studi ha permesso di elaborare per le due Collane in essere, il seguente piano di pubblicazione che si estrinseca nella indicazione dei volumi editi ed in preparazione.
Per ogni notizia o informazione eventuale, si prega di scrivere a:
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
Collana
Storia in Laboratorio
N.
1 EDOARDO GIORGI DI VISTARINO, ALESSANDRO CICOGNA MOZZONI
Umberto
Utili, un generale scomodo,
2008
N.
2 MASSIMO COLTRINARI
L’8
settembre in Albania
La
crisi armistiziale tra impotenza, errori ed eroismo. 8 settembre - 7
ottobre 1943,
2009
N.3,
N.1 MASSIMO COLTRINARI, LAURA COLTRINARI
La
ricostruzione e lo studio di un avvenimento storico militare,
2009
N.
4 MASSIMO COLTRINARI, PAOLO COLOMBO
La
Divisione “Perugia”
Dalla
tragedia all’oblio. Albania 8 settembre- 3 ottobre 1943,
2009
N.
5 MASSIMO COLTRINARI
Il
combattimento di Loreto, detto di Castelfidardo. 18 settembre 1860,
2009
N.
6 GIORGIO PRINZI, MASSIMO COLTRINARI
Salvare
il Salvabile
La
crisi armistiziale dell’8 settembre 1943: per gli Italiani, il
momento delle scelte,
2010
N.
7 PIERIVO FACCHINI
La
campagna di Tunisia. 1942‐1943,
2010
N.
8 MASSIMO COLTRINARI
L’investimento
e la presa di Ancona
La
conclusione della campagna di annessione delle Marche 20 settembre ‐
8 ottobre
1860,
2010
N.
9 NICOLA DELLA VOLPE
I
Militari nella Guerra Partigiana (1943‐1945)
N.
10 MASSIMO COLTRINARI
Il
Corpo Italiano di Liberazione e Ancona.
Il
tempo delle oche verdi e del lardo rosso. Il passaggio del fronte
giugno-luglio1944., 2014
N.
11 MASSIMO COLTRINARI
L’ultima
difesa pontifica di Ancona .7
– 29 settembre 1860
La
fine del potere temporale dei Papi nelle Marche. Tomo I. La
Piazzaforte, 2013
N.
12 MASSIMO COLTRINARI
L’ultima
difesa pontifica di Ancona .7
– 29 settembre 1860
La
fine del potere temporale dei Papi nelle Marche. Tomo II. Gli
Avvenimenti, 2013
N.
13 DIANA FOTIA
Terrorismo
per non addetti ai lavori
Il
circolo vizioso dell’aggressività.
2013
N.
14 MASSIMO COLTRINARI
I
prigionieri italiani nella Seconda Guerra Mondiale in Unione
Sovietica
La
guerra Italiana all’URSS –
1941-1943.
Le operazioni. Vol. I, 2013
N.
15 MASSIMO COLTRINARI
I
prigionieri italiani nella Seconda Guerra Mondiale in Unione
Sovietica *
La
prigionia in mano all’URSS –
1941‐1943.Vol.
II
N.
16 MASSIMO COLTRINARI
I
prigionieri italiani nella Seconda Guerra Mondiale in Unione
Sovietica *
La
guerra Italiana all’URSS –
1941‐1943.
L’Occupazione. Vol. III
N.
17 MASSIMO COLTRINARI
I
prigionieri italiani nella Seconda Guerra Mondiale in Unione
Sovietica *
La
guerra italiana all’URSS –
1941‐143:
La Memoria. Vol. IV
N.
18 FRANCESCA ROMANA LENZI
L’Italia
in Alta Slesia. (1919‐1922),
Aspetti
Storici e militari nei documenti dell’Archivio storico dello Stato
Maggiore dell’esercito, 2011
N.
19 MASSIMO MORRONI
Il
Cielo. Istruzioni per l’uso 2011
N.
20 EDORARDO BORIA
Carte
come armi
Geopolitica,
cartografia,comunicazione, 2012
N.
21 MASSIMO COLTRINARI
Le
Marche e la prima guerra mondiale: il 1914
Le
Brigate di Fanteria con il nome Marchigiano:
“Marche”,
“Ancona”, “Macerata”, “Pesaro”, “Piceno”
2014
N.
22 MASSIMO COLTRINARI
Le
Marche e la prima guerra mondiale: il 1915
Sotto
attacco. Tanto indifese quanto interventiste. Volume I ,
2015
N.
23 MASSIMO COLTRINARI
Le
Marche e la prima guerra mondiale: il 1915*
I
primi sei mesi di guerra. Volume II
N.
24 MASSIMO COLTRINARI
Le
Marche e la prima guerra mondiale: il 1916 *
La
difesa costiera ed il fronte interno
N.
25 MASSIMO COLTRINARI
Le
Marche e la prima guerra mondiale: il 1917 *
Morendo
si sottrasse da morte il Santo Suolo. Volume I
N.
26 MASSIMO COLTRINARI
Le
Marche e la prima guerra mondiale: il 1917 *
Il
Combattente disarmato.
La
Prigionia attraverso il diario di un soldato marchigiano. Volume II
N.
27 MASSIMO COLTRINARI
Le
Marche e la prima guerra mondiale: il 1918 *
Il
Valore del soldato Marchigiano
N.28
MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA (a cura di)
Comprendere
la Grande Guerra
Dal
primo al secondo anno di guerra. 1915-1916
Atti
del Convegno in occasione della Giornata del Decorato
Salò
23- 24 aprile 2016
N.
29 MASSIMO COLTRINARI
!866.
Quattro Battaglie per il Veneto. Il Valore Italiano nella III Guerra
di Indipendenza*
N.30,
N.4 MASSIMO COLTRINARI GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1914 *
L’anno
fatale
Volume
I - Compendio
N.31,
N.5 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1914 *
L’anno
fatale
Vol..II
Dizionario
N.32,
N.6 MASSIMO COLTRINARI ,GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1915 *
L’anno
di passione
Volume
I – Compendio
N.33,
N.7 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1915 *
L’anno
di passione
Volume
II - Dizionario
N.34,
N.8 MASSIMO COLTRINARI,GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1916 *
L’anno
d’angoscia
Volume
I – Compendio
N.35,
N.9 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1916 *
L’anno
d’angoscia
Volume
II - Dizionario
N.36,
N.10 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1917 *
L’anno
terribile
Volume
I – Compendio
N.37,
N.11 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1917 *
L’anno
terribile
Volume
II - Dizionario
N.38
N.12 MASSIMO COLTRINARI,GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1918 *
L’anno
della gloria
Volume
I – Compendio
N.39
N.13 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1918 *
L’anno
della gloria
Volume
II - Dizionario
N.40,
N.14 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra. Indici*
L’Europa
in fiamme
N.
41 MASSIMO COLTRINARI
La
guerra di Liberazione: Una guerra su cinque fronti *
N.
42 MASSIMO COLTRINARI
Cialdini
era in Osimo *
Riflessioni
tecnico tattiche sugli eventi del settembre 1860 nelle Marche
N.43,
n 15 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA (a cura di)
Le
Missioni di Pace ed il Valore Militare
Atti
del Convegno in occasione della Giornata del Decorato 2017
Arezzo
29 aprile 2017*
*
In
preparazione. I Titoli sono provvisori
I Libri del Nastro Azzurro
Della collana Storia in
Laboratorio
N.
1, N. 3 MASSIMO COLTRINARI, LAURA COLTRINARI
La
ricostruzione e lo studio di un avvenimento storico militare,
2016
N.
2, N.28 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA (a cura di)
Comprendere
la Grande Guerra
Dal
primo al secondo anno di guerra. 1915-1916
Atti
del Convegno in occasione della Giornata del Decorato
Salò
23- 24 aprile 2016
N.3,
N. 29 MASSIMO COLTRINARI
!866.
Quattro Battaglie per il Veneto. Il Valore Italiano nella III Guerra
di Indipendenza*
N.4,
n.30 MASSIMO COLTRINARI GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1914 *
L’anno
fatale
Volume
I - Compendio
N.5,
N.31 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1914 *
L’anno
fatale
Vol..II
Dizionario
N.6,
N.32, MASSIMO COLTRINARI ,GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1915 *
L’anno
di passione
Volume
I – Compendio
N.7,
N.33 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1915 *
L’anno
di passione
Volume
II - Dizionario
N.8,
N.34 MASSIMO COLTRINARI,GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1916 *
L’anno
d’angoscia
Volume
I – Compendio
N.9,
N.35, MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1916 *
L’anno
d’angoscia
Volume
II - Dizionario
N.10,
36 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1917 *
L’anno
terribile
Volume
I – Compendio
N.11,
n. 37 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1917 *
L’anno
terribile
Volume
II - Dizionario
N.12,
N.38 MASSIMO COLTRINARI,GIANCARLO RAMACCIA
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1918 *
L’anno
della gloria
Volume
I – Compendio
N.13,
n: 39 MASSIMO COLTRINARI
Dizionario
Minimo della Grande Guerra il 1918 *
L’anno
della gloria
Volume
II - Dizionario
N.14
N.40 MASSIMO COLTRINARI (a cura di)
Dizionario
Minimo della Grande Guerra. Indici*
L’Europa
in fiamme.
N.15,
n 41 MASSIMO COLTRINARI, GIANCARLO RAMACCIA (a cura di)
Le
Missioni di Pace ed il Valore Militare
Atti
del Convegno in occasione della Giornata del Decorato 2017
Arezzo
29 aprile 2017*
mercoledì 22 febbraio 2017
Ulteriori turbolenze nel Medio Oriente
GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE
martedì 21 febbraio 2017
La situazione in Siria in evoluzione
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Prima o poi un incidente doveva succedere. Il 9 febbraio, tre vittime turche e 11 feriti. I russi si sono subito scusati definendolo un “tragico errore” e hanno aperto un’inchiesta. La tensione è peraltro palpabile nei cieli siriani, a pochi chilometri dai confini con la Turchia.
Una corsa convulsa verso la riconquista di Al-Bab, occupata dal sedicente Stato islamico, l’Isis, dal 2014, tra forze concorrenti: l’esercito turco con i ribelli del Free Syrian Army, l’esercito di Assad con l’appoggio dell’aviazione russa e di Hezbollah, le forze curdo-siriane con l’appoggio dei raid americani. Al-Bab - ‘la Porta’- è l’ultimo avamposto dell’Isis sulla via di Raqqa, ‘capitale’ dell’autoproclamato Califfato affollata di civili (erano circa 100.000),ma anche di jihadisti in fuga da Mosul, ivi incluso lo stesso Al-Baghdadi. Tutti i concorrenti si propongono l’obiettivo di liberare Al Bab da Isis e jihadisti, ma le finalità di ognuno sono diverse. Per la Turchia, è cruciale evitare il ricongiungimento dei territori a ridosso dei propri confini da parte dei combattenti curdo-siriani che considera terroristi al pari dei curdi del Pkk. Sarebbe essenziale per contro farne una ‘area protetta’ ove possano convergere le masse di rifugiati ospitati in territorio turco, una sorta di ‘protettorato’ presidiato per conto di Ankara. Per Assad, è cruciale allargare il controllo sulle aree a nord di Aleppo, faticosamente riconquistata, al costo di macerie e incalcolabili sofferenze per la popolazione, dopo settimane di aspri combattimenti condotti con i propri alleati. Per i curdo-siriani, si tratta di contrastare le strategie di entrambi completando il controllo delle proprie aree di insediamento, in vista di futuri assetti di larga autonomia se non di indipendenza e di eventuale accorpamento con i curdi di oltre-confine. E per gli americani? Trump, cambio di scenario Da anni Washington sorregge le offensive delle compagini curdo-siriane considerandole la migliore carta contro Isis e Al Qaida, offrendo anche un limitato appoggio ai ribelli cosiddetti moderati. È ancora valida questa strategia nell’era Trump? La priorità dichiarata è sradicare il terrorismo e le sue potenzialità di attacco in territorio americano. Ma, a prescindere dall’inopinato decreto che, contro ogni buon senso, ha accorpato terrorismo ed islam, Trump si trova a confrontare uno scenario rapidamente cambiato rispetto ai tempi di Obama. Aleppo è ora sotto il controllo di Damasco, la Russia sta tentando di coordinare le sue iniziative militari con la Turchia, nel contesto dell’intervenuto riavvicinamento, e domina la scena sia militarmente che, dopo le intese di Astana, politicamente. L’Iran ha rafforzato la sua presenza nel territorio. Per contro, la Turchia appare esausta, impegnata com’è sul fronte interno nel duplice fronte anti-gulenista e anti-Pkk, e anche il rapporto con l’Iraq di Al-Abadi sta subendo incrinature. L’operazione Scudo dell’Eufrate non ha il successo sperato. Trump, modulando il giudizio della prima ora circa l’obsolescenza della Nato, ha rassicurato Erdogan sull’importanza dell’Alleanza per il comune obiettivo di abbattere il terrorismo, e inviato Mike Pompeo ad Ankara in vista della grande sfida di Raqqa (e non solo). Ma, come conciliare le assicurazioni date ad Ankara sulla creazione di una ‘zona protetta’ nel nord siriano con il sostegno militare ai curdo-siriani? E come gestire i russi, ben intenzionati a favorire il controllo di Assad nel retroterra delle basi aereonavali di Latakia e Umaymin? E come ‘collaborare’ con Mosca evitando il risentimento degli oppositori moderati che hanno potuto contare per anni sul pur debole appoggio americano? E, soprattutto, quello dei tradizionali alleati del Golfo, che dalle retrovie hanno a lungo foraggiato compagini arabe anche radicali per contrastare l’influenza iraniana in area? E che fare dell’Iran, ora che l’intesa nucleare sta vacillando? Al-Bab e Raqqa si rivelano un test per la tenuta del triangolo Usa-Russia-Turchia, dal quale in larga parte dipende il futuro della pacificazione in Siria, e per lo stesso ruolo dell’Iran in area. Ripresa dei negoziati a Ginevra Fra qualche giorno, il 20 febbraio, De Mistura riunirà le parti in causa per la ripresa dei colloqui a Ginevra. A fine gennaio ad Astana, Mosca ha segnato un colpo, non tanto per il rinnovato cessate-il-fuoco garantito questa volta dalla triade Mosca-Ankara-Teheran (sappiamo che i combattimenti continuano, così come gli assedi che secondo il ‘programma di riconciliazione’ di Assad cesseranno solo se i combattenti usciranno disarmati da città e villaggi), quanto per la Dichiarazione finale - non sottoscritta dai belligeranti interni, ma subito sancita dalla risoluzione del CdS 2336 approvata all’unanimità - che prefigura un piano di lavoro per il futuro della Siria. In linea, del resto, con il piano del giugno 2012 di Kofi Annan. Viene infatti sancito l’impegno alla sovranità, indipendenza, integrità territoriale della Siria come Stato non-confessionale, multietnico, multi-religioso, e a un processo negoziale cui opposizione e governo ugualmente partecipino. Non è scontato. Troppe mappe di smembramento sono apparse in questi mesi. E resta il nodo relativo al destino di Assad che l’opposizione vorrebbe subito rimosso e deferito a un tribunale per crimini di guerra. A Ginevra, Mosca giocherà ora la sua carta più cruciale per tenere insieme la Siria e assicurare una transizione che non escluda Assad a priori. Basata su ‘zone di sicurezza’ che equivarrebbero a ‘sfere di influenza’. Ai russi la cosiddetta ‘Siria utile’, il retroterra mediterraneo; a turchi e americani il centro-nord fino all’Iraq, assicurando ai curdi autonomia e riconoscimento dell’identità culturale. Una sorta di Sykes-Picotin edizione siriana. E per quanto riguarda Assad, valga per tutte l’ultima uscita di Boris Johnson che rivela una inedita flessibilità sulla sua partecipazione a future elezioni. L’Iran resta il capitolo più problematico. Né Turchia né Russia sono probabilmente disposti a confrontare Trump, che ha già posto il Paese ‘on notice’ dopo gli ultimi test missilistici, per sostenerne il ruolo in area. E per contro non ci si può aspettare da Teheran un semplice arretramento che vanifichi una strategia antica di millenni (la direttrice mediterranea). La sessione di Ginevra porterà forse qualche chiarimento, ma non sarà certo quella decisiva. Laura Mirachian, Ambasciatore, già Rappresentante permanente presso l’Onu, Ginevra. |
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