APPROFONDIMENTI
Prima di tre parti, la ricerca contribuisce alla impostazione ed aggiornamento
dell'Archivio Digitale
attuale dell'Istituto del Nastro Azzurro.
LE DECORAZIONI INDIVIDUALI CONCESSE AL IX REPARTO
D’ASSALTO
(A.L. Pirocchi)3
Formalità di concessione
La procedura per l’assegnazione delle decorazioni4 nella I
Guerra Mondiale prevedeva diversi iter, tutti ugualmente validi, e tutti
comunque dovevano ricevere la sanzione di un provvedimento amministrativo
formale (Regio Decreto o Decreto Luogotenenziale), che conferiva sostanza
giuridica all’atto e ne faceva scaturire, una volta registrato alla Corte dei
Conti, eventuali provvidenze o valenze di carriera o pensionistiche. La
necessità di questa formalizzazione risiedeva nel fatto che la ricompensa
promanava dalla figura del Sovrano5, e pertanto si sostanziava in un
decreto emesso direttamente dall’autorità regale.
La decorazione poteva essere conferita direttamente “sul campo” dal
Comandante d’Armata (o eccezionalmente dal Comandante di Corpo d’Armata),
previa segnalazione da parte dei diretti comandanti, per azioni eclatanti o
quando si avvertiva la necessità di sollevare il morale o premiare il
comportamento collettivo6.
L’iter normale prevedeva invece la richiesta formale da parte del superiore
diretto, ovvero dal comandante del reparto o dal comandante tattico
dell’operazione, con conferma da parte dell’organo superiore, mediante la
costituzione di apposite commissioni, che potevano essere centralizzate o meno.
Infine, caso più raro ma non del tutto eccezionale, la decorazione poteva
essere concessa moto proprio dal
Sovrano, come nel caso, per il IX Reparto, della Medaglia d’Oro dell’Ardito
Ciro Scianna e della Medaglia d’Argento al gagliardetto del Reparto.
Un caso a parte rivestono i reclami, questi nella totalità quasi certamente
nel dopoguerra, da parte degli interessati, di norma per avere il
riconoscimento di un grado superiore di decorazione (perché magari per la
stessa azione erano state concesse decorazioni di diverso valore) o più
raramente per reclamarne una, ovvero da parte dei superiori, che intendevano
porre rimedio a ingiustizie o dimenticanze occorse nella concitazione del
periodo di guerra.
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(3)
Già ricercatore presso il Centro Militare di Studi Strategici, l’Università
Cattolica e l’ISPI di Milano, autore, tra gli altri, del volume Ialian Arditi. Elite Assault Troops 1917-20 (Warrior 87). Osprey Publishing,
Oxford 2004.
(4)
Disciplinata dal Regio Decreto 1072 del 1° Luglio 1915.
(5)
La medesima prerogativa, non a caso detta regia, è stata ripresa dal testo
costituzionale repubblicano per quanto riguarda la figura del Presidente della
Repubblica.
(6)
È il caso delle ricompense concesse dal Comandante della 4a armata, Gen.
Giardino, all’indomani della vittoriosa resistenza durante la c.d. Battaglia
del Solstizio (OdG 165 del 30 giugno 1918 - AUSSME Allegati Diario Storico IX
C.d’A. B-1 115/S 26a).
Si deve essere trattato
di diverse migliaia di casi, se addirittura si sono dovute emanare norme
limitative per evitare i controricorsi e limitare le possibilità di sollevare
obiezioni7.
Non sono rari peraltro casi di commutazioni (nel caso del IX Reparto 1
argento in oro e 5 bronzi in argento), dovute a riesame o reclamo, oppure (non
è il nostro caso) di cancellazione per errore di persona, doppio conferimento,
rettifica.
Una volta completato l’iter strettamente burocratico dell’assegnazione, la
decorazione veniva conferita all’interessato (ovvero ai suoi eredi), di norma
dal comandante del reparto o da autorità superiori, spesso nel corso di
cerimonie pubbliche a cui assisteva l’intera unità.
Per l’emanazione del decreto e per la sua pubblicazione sul Bollettino
Ufficiale si doveva attendere un lasso di tempo impossibile da quantificare,
che poteva andare da qualche mese a qualche anno.
In effetti, la mancanza della sanzione sovrana dal punto di vista giuridico
avrebbe dovuto inficiare l’effettività della decorazione, perché non produceva
gli effetti giuridici previsti, ma si tratta di una limitazione del tutto
teorica, perché, a quanto consta, il conferimento non è mai stato revocato.
Di certo il decorato si
fregiava delle insegne del valore, come chiaramente confermato dalle fotografie
d'epoca, dove infatti appaiono medaglie o nastrini ben prima delle loro
eventuali trascrizioni.
Viceversa la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale del Ministro della Guerra
nulla ha a che fare con l’effettività della decorazione, configurandosi come
una mera comunicazione pubblica, in cui il fattore propagandistico o morale non
assumeva un ruolo secondario,
Non mancano infatti i casi in cui la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale
non sia mai avvenuta, e il Regio Decreto è stato in ogni caso concesso ad anni
di distanza: siamo in presenza di ovvie dimenticanze, sanate probabilmente su domanda
dei decorati o degli eredi per ottenere i benefici previsti. Nella nostra
ricerca ci si è imbattuti in almeno tre casi di decorazione “sul campo”, che
quindi non hanno seguito un iter burocratico e gerarchico completo, che sono
stati poi conformati dopo quasi dieci anni, senza poi essere stati pubblicati
nel Bollettino.
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