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Le Fosse Ardeatine, momento cruciale
della storia recente d'Italia
CONTRIBUTI ALLA CONOSCENZA
DELLA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Massimo Coltrinari
Giovanni Frignani Tenente Colonnello dei Carabinieri
Medaglia d’Oro al Valor
Militare
Ordinò l’arresto di Benito
Mussolini eseguito dal Magg. De Carolis e dal cap. Raffaele Aversa, entrambi Martiri alle Fosse Ardeatine
Arresto il
24 gennaio 1944, fu portato alle Prigioni di via Tasso e quindi trucidato alle
Fosse Ardeatine
“Ufficiale dei CC.RR.
comandante di una compagnia della Capitale, opponeva dopo l’armistizio,
all’azione aperta ed alle mene subdole dell’oppressore tedesco e del fascismo risorgente,
il sistematico ostruzionismo proprio e dei dipendenti. Sfidava ancora i
nazifascisti sottraendo i suoi uomini ad ignominiosa cattura. Riannodatene le
file e raccolti numerosi sbandati dell’Arma, ne indirizzava le energie alla
lotta clandestina, cooperando con ardore, sprezzante di ogni rischio, a
forgiarne sempre più vasta e possente compagine. Arrestato dalla polizia
tedesca come organizzatore di bande armate, sopportava per due mesi, nelle
prigioni di via Tasso, sevizie e torture che non valsero a strappargli alcuna
rivelazione. Fiaccato nel corpo, indomito nello spirito sempre drizzato
fieramente contro i nemici della Patria cadeva sotto la mitraglia del plotone
di esecuzione alle Fosse Ardeatine.»
— Fronte militare
della Resistenza - Fosse Ardeatine, 8 settembre 1943 - 24 marzo 1944.[5]
Queste tre Medaglie d’Oro al Valor Militare sono
particolarmente significative in quanto ancora oggi presentano risvolti oscuri
nel quadro delle vicende della crisi armistiziale del 1943. Entrati a far parte
del Fronte Militare Clandestino, finirono fucilati alle Fosse Ardeatine come
tanti altri che potevano un domani essere testimoni scomodi di vicende che
ancora oggi meriterebbero ulteriori
approfondimenti
Questa la lettera, estremamente interessante è datata 7 settembre
1943
LEGIONE TERRITORIALE CARABINIERI REALI DI ROMA
GRUPPO INTERNO DI ROMA
Roma, li 7 settembre 1943.-
PROMEMORIA RISERVATO PERSONALE.-
-AL CONANDO GENSRALE ARMA CC.RR.-uff.sit. e serv.- ROMA
AL COMANDO DELLA 2a DIVISIONE CC.RR. "Podgora" ROMA
AL COMANDO DELLA IV°BRIGATA CC.RR. ROMA
AL COMANDO DELLA LEGIONE TERR.CC.RR.-uff.servizio ROMA
Negli ambienti militari ed in quelli del Ministero degli
Esteri si parla delle evoluzioni di politica estera che la Germania potrebbe
provocare per salvarsi da una totale disfatta.- Ad eccezione di coloro che
credono ancora nell'efficacia della tattica elastica e logoratrice adottata sul
fronte orientale e riservano pertanto il loro giudizio sulla situazione
militare tedesca ai risultati finali delle battaglie in atto, altri affermano
che presentemente nel Reich esisterebbero due correnti disposte a dare sul
piano politico altro corso alla guerra.-
Entrambe le correnti presuppongono insanabili divergenze tra
anglo-sassoni e sovietici.- Infatti, una rappresenterebbe il pensiero del
Grande Stato Maggiore, propenso a concludere una pace con gli anglo-sassoni per
formare poi un grande fronte unico europeo contro il pericolo bolscevico.-L'
altra invece farebbe capo ad esponenti nazisti, che, vista la impossibilità di
battere la Russia e di tener nel contempo fronte alle offese anglo-sassoni,
sarebbero proclivi ad un accordo con i sovietici per poi marciare insieme
contro gli anglo-sassoni.-
Negli stessi ambienti è inoltre seguita con molta attenzione
l'evoluzione dei rapporti italo-tedeschi.- Questi sono in progressiva tensione
per le seguenti cause:
1°)- divergenze tra i rispettivi Stati Maggiori per la
condotta della guerra in Italia ed, attualmente, per le difficoltà opposte dai
tedeschi alla realizzazione delle condizioni necessarie per far riconoscere dal
nemico Roma città aperta;
2°)- oscure pretese avanzate dai tedeschi sulla nostra
flotta, appoggiate dal sintomatico schieramento di due divisioni germaniche
nelle vicinanze de La Spezia.- Sono in corso contromisure da parte nostra;
3°)- connivenze tra elementi nazisti e fascisti a danno del
Governo Badoglio, che hanno dato luogo ad un energico passo Guariglia presso il
governo tedesco ed a una dura e minacciosa
risposta. di Von Ribbentrop;
4°)- mancato accoglimento da parte nostra della recente
richiesta tedesca di trasferire subito in Germania 50 mila prigionieri di
guerra inglesi attualmente internati in Italia.- A tale richiesta S.E,
Guariglia ha opposto netto rifiuto anche pel fatto che tempo fa Churchill,
saputo che avevano trasferito in Germania- su richiesta tedesca - 2500
prigionieri inglesi, indirizzò tramite Legazione Svizzera a Roma un perentorio
telegramma a S.M. il Re Imperatore minacciante gravi rappresaglie qualora la
cosa si fosse ripetuta.- La questione, comunque, è ancora insoluta;
5°)- allontanamento dall’ Ambasciata Germanica a Roma del
principe Bismark e del generale Von Rintelen, unici elementi amici dell'Italia
rimastivi.- Significativa appare la sostituzione del principe di Bismark con un
consigliere di legazione, noto per la sua specializzazione in colpi di Stato:
Von Rintelen è stato invece sostituito dal generale Toussaint;
6°)- contegno sempre più arrogante e provocatorio delle
forze tedesche dislocate in Italia.-
Ciò premesso, negli ambienti dello Stato Maggiore si
comincia a pensare, sia pure con molta
cautela, all'eventualità di una rottura con i tedeschi e conseguente nostro
schieramento dall'opposta parte appena un "Casus belli” ne dia la
possibilità.- Al riguardo si soggiunge che Buozzi e Roveda, recatisi qualche
giorno fa da S.E. Piccardi per avere notizie sul noto complotto tra fascisti e
tedeschi, avrebbero avuto dal Ministro una risposta evasiva ma che in sostanza
non smentiva il fatto.- I predetti allora avrebbero fatto presente che in
eventualità del genere avrebbero ”scatenato la piazza", al che S.E.
Piccardi nulla avrebbe obbiettato.-
Torna qui utile riferire che il fermento tra la popolazione
contro i tedeschi è in aumento sia per i sentimenti di antipatia sempre covati
sia, ora, in particolare, perché si sta diffondendo la convinzione che i
tedeschi non vogliono sgombrare Roma esponendo così la città al rischio di
essere nuovamente bombardata.-
Negli ambienti
governativi, intanto, si parla, di elaborazione in atto di una nuova compagine
governativa, di concentrazione nazionale, presieduta dalla Eccellenza Vittorio
Emanuele ORLANDO, che dovrebbe assumere il potere non appena firmate
l'imminente armistizio.-
IL T. COLONNELLO COMANDANTE DEL GRUPPO
(Giovanni Frignani)
Come appare evidente, già a Roma ai primi di settembre era
voce comune che un armistizio era la cosa più probabile che accadesse nello
scenario italiano. Come lo sapevano tutti, lo sapevano anche i tedeschi. Da qui
la tesi della “sorpresa” e del segreto da mantenere posta a giustificazione
della non messa in allarme dei comandi italiani non può essere avanzata.
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