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sabato 8 dicembre 2018

Un elenco glorioso

APPROFONDIMENTI
 Nel dicembre del 1918 l'Esercito Italiano iniziò la smobilitazione
Il numero delle Armate aveva raggiunto nel novembre 1918 il massimo della sua espansione.
Ad ognuna di queste Armate fu dato un nome
a ricordo e memoria delle gesta compiute.



tratto da "Comando Supremo. Pubblicazione. novembre 1919".
a cura di Paola Tomasini.




La gagliarda 1a Armata. — Il XXIX Corpo d’Armata, per l’energica e pronta azione esplicata nello svolgimento della manovra di Trento, ed in particolar modo la 32a Divisione di Fanteria - Brigata Acqui (17°-18°) e Volturno (217°-218°), 9° e 32° Reggimenti Artiglieria da campagna, 416a Batteria Bombarde, 2° battaglione Zappatori del Genio e 133a Compagnia telegrafisti - il IV Gruppo Alpino (Battaglioni Monte Arvenis, Monte Pavione, Feltre e X Gruppo Artiglieria da montagna) ed il XXIX Riparto d’ assalto, che, in fiera lotta a corpo a corpo, annientò il presidio nemico a Serravalle, ed aprì la via di Rovereto e di Trento.
La Brigata Liguria del V Corpo d’Armata, che superò eroicamente le formidabili difese del Pozzacchio ed aprì la strada della Vallarsa.
Il X Corpo d’ Armata, che con la 6° Divisione - Brigata Valtellina (65° - 66°) Brigata Chieti (123°- 124°), 16° Reggimento Artiglieria da campagna, 108a Batteria Bombarde, 66° Battaglione del Genio, 106a Compagnia Telegrafisti - primo iniziò in Val d’Astico l’avanzata generale su Trento.
L’invitta 3a Armata. — Le truppe della 3a Armata furono pari alle loro nobili tradizioni. Vanno ricordate: la 23a Divisione - VI Brigata Bersaglieri (8°-13°), VII Brigata Bersaglieri (2°-3°), 40° Reggimento Artiglieria da campagna, 238a Batteria Bombarde, 5° battaglione zappatori, 123a Compagnia Telegrafisti -; la 54a Divisione - Brigata Granatieri (1°-2°) e Brigata Novara (153°-154°), 6° Reggimento Artiglieria da campagna, 258a Batteria Bombarde, 77° Battaglione Zappatori, 154a Compagnia Telegrafisti -; il Reggimento Marina; il XXVI Battaglione d’ assalto, per l’ ardimento e lo slancio dimostrato -; il reggimento Cavalleggeri Aquila (27°); la 25a  Divisione con la Brigata Avellino (231°-232°), il 47° Reggimento Fanteria (Brigata Ferrara), il XXVIII° Battaglione d’ assalto, la 26a compagnia pontieri e il 90° Battaglione genio ‘Zappatori; la 53a Divisione col 221° Reggimento Fanteria (Brigata Jonio), l’ 8° compagnia pontieri, il 58° Battaglione Zappatori.
La tenace 4a Armata. — La Brigata Pesaro (239°-240°), il XVIII e il XXIII Riparto —d’assalto del VI Corpo d’ Armata per le alte prove di valore date nelle cruente azioni del Monte Pertica.
La 21a Divisione - Brigata Siena (31°-32°) e Brigata Forlì (43°-44°), 28° Reggimento Artiglieria da campagna, 367a Batteria Bombarde, 34° battaglione zappatori, 121a Compagnia Telegrafisti -; il 91° Reggimento Fanteria (Brigata Basilicata), il III Battaglione del 58° Fanteria (Brigata Abruzzi), il IX Riparto d’assalto del IX Corpo d’Armata, per i sacrifici eroicamente compiuti nel settore Asolone-Col della Berretta e per la celere marcia d’ inseguimento.
Fra le truppe del XXX Corpo d’ Armata, la Brigata Aosta (5°-6°) che conquistò il Valderoa, la Brigata Bologna (39a-40a) che conquistò il Col del Cuc e rapidamente marciò verso Feltre, unitamente al II Battaglione del 96° Fanteria (Brigata Udine) e ai Battaglioni Alpini Exilles e Pieve di Cadore (primi entrati a Feltre), Val Toce, Levanna e Monte Antelao.
La prode 6a Armata. — Le truppe italiane dei Corpi d’Armata XII, XIII e XX, unitamente a quelle alleate della 48a divisione britannica ed alla 24a francese, gareggiarono di slancio e di celerità nel rapido inseguimento; particolarmente si distinsero i tre reggimenti di fanteria della 24a Divisione Francese (50°-108°-126°), la 143a e la 145a brigata britannica, le brigate Pinerolo (13°-14°) e Lecce (265°-266°) ed il 24° Reggimento Artiglieria da campagna della 14a divisione; la Brigata Ancona (69°-70°), il I battaglione ed il plotone d’ assalto del 234° fanteria (Brigata Lario), il 25° Reggimento Fanteria (Brigata Bergamo), il LII ed il LXX Riparto d’ assalto.
La costante 7a Armata. — Le truppe Alpine della 5a e della 75a divisione del III Corpo, i battaglioni Tolmezzo e Monte Rosa (che celeremente marciarono su Bolzano, bloccando la 49a divisione a. u.), i Battaglioni Cuneo, Saluzzo, i bersaglieri della III Brigata (17°- 139°) del XIV Corpo d’ Armata, e le Artiglierie dell’Armata meritano speciale menzione per la celere travolgente avanzata da essi compiuta.
La valorosissima 8a Armata. — Vanno segnalati alla gratitudine nazionale tutti i Comandi e tutte le grandi Unità della 8a Armata.
L’VIII Corpo d’Armata, che, col concorso del Corpo d’Armata d’ assalto, conquistò Vittorio Veneto e forzò la stretta di Fadalto;
il XXII, che per primo passò il Piave, resistette eroicamente colle sue truppe isolate oltre il fiume ai più violenti contrattacchi e cooperò con slancio alla liberazione della conca bellunese;
il XXVII che, superate con grande valore le difficoltà del passaggio del Piave, si spinse vigorosamente nella valle del Cordevole, vincendo aspre resistenze.
Particolarmente sono da notare:
dell’VIII Corpo d’Armata:
la brigata Tevere (215°-216°); il 112° Reggimento fanteria (brigata Piacenza); il V e il XXV Riparto d’ assalto; il III e XI battaglione bersaglieri ciclisti; il 52° reggimento artiglieria da campagna e il XXIII Gruppo artiglieria da montagna; il II gruppo squadroni del Reggimento Lancieri di Firenze (9°) ed il 6° squadrone dei Cavalleggeri di Piacenza (18°); il 73° e il 92° battaglione zappatori del genio; la 140a Compagnia Telegrafisti;
del XXII corpo d’armata:
la 1a divisione d’ assalto (I Raggruppamento d’ assalto, III battaglione bersaglieri ciclisti, 5° squadrone Cavalleggeri di Piacenza, IX gruppo artiglieria da montagna, 91° battaglione zappatori, 122° compagnia telegrafisti).
Le brigate Pisa (29°-30°) e Mantova (113°-114°) della 57a divisione; Piemonte (3°-4°) e Porto Maurizio (253°-254°) della 60a divisione.
Il LXXII Riparto d’ assalto; tutta l’artiglieria da campagna e da montagna del Corpo
d’ Armata; la 32a compagnia telegrafisti, che, sotto il tiro nemico e contro la violenza del fiume, lavorò 24 ore per tentare di collegare telefonicamente le due opposte rive del Piave finchè riuscì nell’ intento;
del XXVII Corpo d’Armata:
le brigate Cuneo (7°-8°), Reggio (45°-46°) e Campania (135°-136°).
La fida 9a Armata. — La 9a Armata, costituente la riserva, che per ragioni di schiera- mento non aveva potuto trovar posto sulla prima linea, concorse sempre efficacemente al- l’azione inviando alle Armate avanzate i suoi valorosi reparti; splendidamente addestrati.
L’audace 10a Armata. — Tutti i Corpi di questa Armata assolsero mirabilmente il loro compito e meritarono pertanto l'onore della citazione sul bollettino di guerra: il valoroso XIV Corpo d’Armata britannico (7a e 23a divisione) già gloriosamente partecipe alla battaglia svoltasi nello scorso giugno sull’ altipiano di Asiago, e l' XI Corpo d’ Armata Italiano con la sua 37a divisione e con la 23a divisione, che conquistarono le Grave di Papadopoli, sfondarono la «Kaiserstellung » sulla sinistra del Piave dilagando arditamente nella pianura; il XVIII Corpo d’Armata Italiano (33a e 56a divisione), che inviato dal Comando dell’8a Armata a rafforzare la 10a  Armata allo scopo di aprire gli sbocchi della Priula all’VIII Corpo d’ Armata, eseguì con mirabile impeto il mandato affidatogli.
La brigata Como (23°-24°) e l’XI Riparto d’ assalto si distinsero per il loro slancio. Il giovane e ardito 332° Americano affermò il suo valore gareggiando in bravura con le nostre fanterie.
La ferrea 12a Armata. — Vanno ricordate, per l’ardimento e il valore dimostrato nella gagliarda lotta vittoriosamente sostenuta, superando gravi difficoltà ed aspre resistenze, la 23a Divisione francese che coi suoi reggimenti 78°, 107°, 138°, conquistò le alture a nord ovest di Valdobbiadene ; la 70a divisione italiana con le brigate Re (1°-2°) e Trapani (149°-150°), che in sette giorni di aspri, cruenti combattimenti espugnarono sulla destra del Piave il sistema fortificatorio costruito a difesa della stretta di Quero, catturando numerosi prigionieri, molti cannoni e mitragliatrici e infliggendo al nemico perdite gravissime; la 52a divisione, e segnatamente i battaglioni Bassano, Verona, Stelvio, Tirano, Morbegno, M. Baldo, Sette Comuni del I Raggruppamento ; i battaglioni Vestone, Spluga, Valtellina del II Raggruppamento; la 742a compagnia mitragliatrici, che, fianco a fianco con la 23a divisione francese, varcarono il Piave, respinsero il nemico dalle fortissime posizioni di riva sinistra, espugnarono M. Cesen, difeso da ostinate retroguardie, ridiscesero al Piave a monte di Feltre, e, trovato il ponte di Busche distrutto, varcarono il fiume con passerelle improvvisate, continuando instancabili a incalzare il nemico.
Il vigile e fiero Corpo di cavalleria. — Tutte le truppe componenti il corpo di cavalleria meritano essere segnalate. Degni di particolare menzione sono i seguenti reparti:
II° brigata, coi suoi reggimenti Genova Cavalleria (4°) e Lancieri di Novara (5°);
i reggimenti: Savoia Cavalleria (3°), Lancieri Vittorio Emanuele (10°), Cavalleggeri di Sa-luzzo (12°), di Monferrato (13°) e Guide (19°); Lancieri di Mantova (25°) e di Vercelli (26°);
le batterie a cavallo, e segnatamente la 2a e la 4a batteria, il I° gruppo bersaglieri ciclisti (battaglioni IV, V e XII);
la 7a e l’8a squadriglia autoblindomitragliatrici;
la 1a, 2a e 3 a Sezione da ponte per cavalleria.

I fedeli e saldi Carabinieri Reali. — Impavidi, come sempre, al loro posto di dovere, nell’ infuriare della battaglia, forti delle loro eroiche tradizioni i carabinieri reali furono costante esempio di alto senso di abnegazione e, cogliendo con entusiasmo l’occasione di partecipare direttamente al combattimento, diedero prove di fulgido valore.

I gloriosi rappresentanti dei popoli oppressi. — Il reggimento Esploratori Czeco-slovacchi (39°), fin dal Marzo impiegato in prima linea a nuclei dalle varie armate italiane, combattè valorosamente anche in questa battaglia.
La Compagnia volontari romeni, aggregata alla 8a Armata, meritò encomio solenne per le magnifiche prove di bravura date, concorrendo alla rotta del comune nemico.


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