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domenica 9 dicembre 2018

Dicembre 1918. Gli altri scacchieri


APPROFONDIMENTI
Seguito della nota precedente,
questa è una sintesi del Comando Supremo del dicembre 1918
sulla presenza di truppe italiane all'estero

LE TRUPPE ITALIANE 
SUGLI ALTRI CAMPI DELLA GUERRA MONDIALE


Mentre sul suolo d’ Italia, il nostro Esercito si preparava alla vittoria, su altri campi della guerra europea nostre valide truppe testimoniarono in aspre battaglie la loro bravura e l’intima comunanza di sentimenti e d'azione che ci unisce alle nazioni alleate.

FRANCIA.
Un Corpo d’Armata italiano, il II, che già dallo scorso aprile era stato inviato sulla fronte Francese, ebbe l'occasione di far rifulgere le sue alte qualità militari e il suo purissimo valore: schierato a cavallo dell’Ardre, ove il 15 luglio doveva sferrarsi la 5a offensiva tedesca, il II Corpo venne a trovarsi proprio nel punto che il nemico voleva sfondare per occupare Epernay e Reims. L'attacco si svolse furibondo: per due giornate, dal 15 al 17, i nostri sostennero un urto di violenza senza precedenti; alla terza giornata il valoroso corpo di armata italiano, non stanco da due giorni di combattimento senza posa, si slanciava al contrattacco, e, combattendo contro l’affluire ininterrotto di divisioni fresche nemiche, riusciva, col concorso di Corpi d’ Armata alleati, e frenare l’invasione avversaria. Al valoroso contegno degli italiani nella battaglia fu giusto compenso la gioia di poter inseguire il nemico; infatti reparti del II Corpo, ancora in grado di poter combattere, operarono infaticabilmente con la 2a Divisione coloniale francese dal 21 al 24 Luglio.
Quando gli alleati passarono alla controffensiva che doveva costringere l’esercito ger- manico alla ritirata, il II Corpo d’ armata italiano fu nuovamente chiamato al posto d’ onore e combattè il 10 Ottobre a fianco delle più eroiche divisioni francesi per la conquista dello Chemin des Dames. Il 14 ottobre, dopo aver in aspri combattimenti preso e oltrepassato Sissonne, iniziava per non più interromperlo, l'inseguimento del nemico; e, ristabilito il 4 novembre il contatto con quest’ultimo, prendeva nuovamente l’offensiva conquistando, dopo due giorni di lotta accanita, Rozoi sur Serre. L’ Armistizio colla Germania segnava per il II Corpo la fine delle operazioni sul fronte occidentale. Generoso sangue italiano fu versato eroicamente in terra di Francia per la vittoria comune.

ALBANIA.
Nel luglio scorso un’importanza notevole assunsero le operazioni militari in Albania. Varcata di sorpresa la Vojussa il 6 Luglio, e vinta l’accanita resistenza nemica in aspri combattimenti, le truppe italiane espugnarono le formidabili posizioni della Malakastra e si spinsero fino a Fieri e a Berat. Le operazioni, svoltesi intensamente durante tutto il mese di luglio, e continuate con carattere di piccole azioni locali, ripresero con nuova vivacità il 1° Ottobre. Si iniziò allora un’energica avanzata nel settore fra il mare e l’Osum. La marcia delle nostre brave truppe, ostacolata dal maltempo, condotta su di un terreno particolarmente difficile, proseguì ininterrotta: sinchè il 6 Ottobre, infranta la resistenza nemica, entrarono in Elbassan, dove furono raggiunte da colonne di truppe alleate provenienti dalla Macedonia.
Senza dar tregua al nemico, i nostri ripresero subito l'avanzata conquistando, il 12 Ottobre, Kavala, il 14 Durazzo e Tirana. Il 18 Ottobre gli austriaci premuti dai nostri, si ritirarono sul fiume Ismi e, incalzati dalla cavalleria che operava sull’ ala sinistra, ripiegarono il 23 sul Mathi. Le bande albanesi, alzata la bandiera italiana, cooperarono con noi molestando il nemico che tentava un’ultima resistenza. Tuttavia il mattino del 27 le avanguardie italiane entrarono in Alessio e, proseguendo la loro marcia, occuparono il 28 S. Giovanni di Medua dopo di aver sostenuto un combattimento vittorioso contro le ultime retroguardie avversarie, che avrebbero voluto far resistenza sulle forti posizioni del Tarabosc e di Brdiza, tentando la difesa di Scutari. Le nostre truppe ebbero ragione anche di questo estremo baluardo nemico, ed il 31 ottobre coll’occupazione di Scutari, e, col valido contributo della R. Marina che con una serie di ardite operazioni e di sbarchi aveva nel frattempo preso possesso della costa, portavano a compimento la liberazione dell'Albania, dando così bella prova di alto valore, di costante tenacia, di forti virtù militari.

MACEDONIA.
Le forze italiane che in Macedonia combattevano al fianco degli Alleati, hanno il vanto di aver difeso con fiera pertinacia, per due anni, le difficili posizioni nell’arco della Cerna e di aver brillantemente partecipato alla fortunata offensiva che condusse al crollo della fronte bulgara. Il Corpo di spedizione Italiano, dopo aver impegnato il nemico per impedirgli di spostare le sue truppe nel settore compreso fra la Cerna e il Vardar prescelto dagli alleati per l’ attacco principale, il 22 Settembre attaccò a fondo il nemico che tentava di ritirarsi ordinatamente, e dopo aver vinto la resistenza dei nuclei di copertura ed aver superato gravi difficoltà di terreno, conquistò 16 villaggi e si impadronì della forte posizione di Monte Bobiste, caposaldo della sistemazione difensiva nemica.                                                                                           Proseguendo instancabili attraverso l’aspro massiccio di Monte Baba, gli italiani compirono una marcia strategica di grande importanza per tagliare la ritirata delle truppe nemiche ripieganti dalla regione di Monastir. Occupato Krusevo il 26 Settembre, le nostre truppe spezzarono il giorno successivo la resistenza nemica sulle creste di Stramol e di Baba, ed in cooperazione con i francesi, si apprestavano ad espugnare le formidabili posizioni di Sop, quando il combattimento venne sospeso in seguito all’armistizio di Salonicco. Le truppe bulgare, per mancanza di ordini, stettero contro di noi in armi dal 30 Settembre al 3 Ottobre; avvenuta la resa che ci fruttò un numero ragguardevole di prigionieri e di armi, il generale bulgaro comandante il settore di Sop, fatto prigioniero dai nostri, espresse la sua viva ammirazione per l’audacia dimostrata dai fanti italiani nel lanciarsi all'attacco, pure essendo inferiori di numero e di mezzi, sotto violento fuoco di artiglieria e mitragliatrici.
A completare infine il breve quadro della nostra valorosa attività nei vari campi della guerra mondiale, va ricordato che un ardito contingente di truppe italiane partecipò anche alle operazioni che hanno condotto alla disfatta dell'esercito musulmano in Palestina ed alla liberazione di quelle terre, ove l’antico valore italiano già un tempo così eroicamente rifulse.

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