DIBATTITI
POVERA ITALIA NOSTRA
Buona Sera.
La promozione del Generale Rommel a Feld- Maresciallo all'indomani della caduta di Tobruk è molto significativa. Essa equivale ad una retrocessione in grado di Bastico, al quale si era tentato molto timidamente di attribuire almeno una parte dei successi conseguiti dal generale tedesco. Per accordare questa promozione, Hitler non ha certamente consultato Mussolini. Ha preferito notificargli bruscamente, colla leggerezza di un elefante che passeggia su dei panieri di uova, che la più importante base navale della Libia è stata riconquistata dalla strategia tedesca e dalle armi tedesche, che sono stati i tedeschi a strappare ai britannici la colonia italiana contesa.
Sono i tedeschi che comandano a Creta e che occupano le
posizioni strategiche più importanti in Grecia. Sono i tedeschi che dettano
legge a Tunisi e spalleggiano Laval vietando agli italiani di sbarcare a
Biserta. Le maggiori offensive aeree contro Malta sono state eseguite sotto il
comando di un maresciallo tedesco. I tedeschi hanno in mano le redini delle
attività belliche italiane nel Mediterraneo, proprio come dettano le linee
della politica italiana nel cosidetto Mare Nostrum.
Questa era la sostanza finora. Oggi anche l'ultima finzione è
caduta. Si era voluto dare ad intendere ai gonzi che il generale italiano,
Bastico, era una specie di socio di Rommel nel comando in Libia. Invece, egli
era un semplice generale di intendenza agli ordini del tedesco ormai
ufficialmente suo superiore, Maresciallo Rommel.
Iersera, dicevamo che la nostra sconfitta a Tobruk era una
sconfitta anche dell'Italia; e l'affermazione poteva sembrare paradossale. A 12
ore distanza, l’umiliazione infitta da Hitler all'amor proprio dell'esercito
italiano è venuta a confermare la melanconica realtà.
Povera Italia nostra! Permettete che la chiami nostra in
questo momento in cui nessun malevolo potrebbe dare a questo appellativo altra
interpretazione che non sia di solidarietà ed amicizia. L'Italia non è più
strangolata nel Mediterraneo tra Gibilterra e Suez. È strangolata nel Tirreno,
nel Canale di Sicilia e nello Ionio; fra il Capo Bon, Tobruk e Porto Suda.
Meglio è che gli italiani stornino gli occhi da questa guerra
amara e senza speranza. Mussolini offre loro, all'interno, uno spettacolo
sufficientemente vario ed interessante per attrarre la loro attenzione. L'altro
giorno il direttorio del partito inscenava il processo contro tutti i gerarchi
fascisti, colpevoli di associare il potere politico ai privilegi finanziari.
Accusati sono tutti i gerarchi, dai ministri ai presidi delle province. Ma in
questo strano processo chi giudica è il partito: vale a dire, che imputati e
giudici sono vincolati dalla stessa omertà e fanno parte della stessa
associazione a delinquere.
Dopo vent'anni di regime, di milizia, di GIL, di GUT, di
Dopolavoro, di scuole di mistica fascista, di cultura fascista e di politica
fascista, il partito annunzia di volere finalmente intraprendere l'educazione
del popolo italiano. E l'indomani della promulgazione dei codici, è necessario
ideare d'urgenza leggi speciali contro i falsificatori di carte annonarie,
contro i sabotatori di questa guerra del fascismo.
Con queste ed altre distrazioni in famiglia, non si sente lo
stridere della saracinesca che cade sulla porta di casa e ne fa una prigione.
Buona Sera.
(centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org)
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