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Il blog è espressione del Centro Studi sul Valore Militare - Ce.S.Va.M.- istituito il 25 settembre 2014 dal Consiglio Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare.Lo scopo del CEsVAM è quello di promuovere studi sul Valore Militare.E' anche la continuazione on line della Rivista "Quaderni" del Nastro Azzurro. Il Blog è curato dal Direttore del CEsVAN, Gen. Dott. Massimo Coltrinari (direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
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venerdì 30 giugno 2023
giovedì 29 giugno 2023
mercoledì 28 giugno 2023
Copertina - Giugno 2023
martedì 27 giugno 2023
Albo d'Oro dei Caduti della provincia di Genova
ARCHIVIO
Grazie alla disponibilità e cortesia del Dott. Sergio Benedetto Sabetta, che dopo aver partecipato al Master di 1* Livello in Storia Militare Contemporanea ha collaborato e collabora con assiduità alle attività di ricerca e pubblicazione del CESVAM- Centro Studi sul Valore Militare Italiano, è pervenuta la copia digitalizzata dei Caduti della Grande Guerra della provincia di Genova. Il Volume, che sarà custodita presso la ENEROTECA, porta il titolo
IV GUERRA DI INDIPENSENZA - MCMXV -MCMXVIII - ALBO D'ORO DEI CADUTI E DISPERSI GENOVESI
A cura della Associazione Nazionale fra Madri e Vedove dei Caduti e Dispersi in guerra
agosto 1923
Il Teso riporta:
Il Nome ed il Cognome, il grado, il reparto di appartenenza e la data di morte, del Caduto
IL CESVAM ringrazia sentitamente il Dott. Sabetta per la sua cortese sensibilità
lunedì 26 giugno 2023
La diffusione di QUADERNI ON LINE
NOTIZIE CESVAM
Contrariamente ad ogni aspettativa, si sta constatando che QUADERNI IN LINE ospitato da www.valoremilitare.blogspot.com ha una diffusione sempre più in crescita, Articolato come noto sulla struttura di QUADERNI la versione a stampa della rivista, QUADERNI ON LINE riporta nelle varie rubriche i temi sia di carattere storico che di carattere geografico, ovvero il Mondo da cui veniamo ed il Mondo in cui viviamo. I contenuti dei post, consì come i contenuti degli articoli sulla rivista a Stampa sono tratti dalla attività di ricerca e di studio che sorregge la collaborazione in paterschip con i Master. I frequentatori dei Master e i ricercatori/associati del CESVAM danno un contributo sempre più consistente alla qualità degli interventi. Forse questo potrebbe essere uno dei motivi per cui i contatti che si hanno sono in crescendo.
IL concetto di Valore Militare come fattore immateriale della Strategia, che è alla base della linea editoriale sia di QUADERNI ON LINE che di QUADERNI potrebbe essere un fattore di attrazione per chi si avvicina alle materie di cui trattiamo.
In questo mese, giugno 2023, il numero di contatti alla data odierna è stato di 5531, con un accesso ieri di oltre 500 contatti. Si continua a monitorare questo aspetto, tenendo presente che www.valorermilitare,blogspot.com è anche il riferimento dei blog geografici e storici che ulteriormente completano l'informazione e la ricerca
(massimo Coltrinari
domenica 25 giugno 2023
Strumenti per comprendere uno dei periodi più controversi della storia recente
DIBATTITI
Dizionario
Minimo della Guerra di Liberazione
Osvaldo
Biribicchi
Il Dizionario
minimo della Guerra di Liberazione, progetto sostenuto dal Ministro della
Difesa, fortemente voluto dal Presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro
fra Combattenti decorati al Valor Militare del 1927, Generale Carlo Maria
Magnani, si inserisce nel quadro delle molteplici attività culturali ed
editoriali portate avanti dal direttore del Centro Studi sul Valor Militare Generale
Massimo Coltrinari, è rivolto agli studenti delle Scuole Superiori di Secondo
Grado, al fine di fornire agli studenti spunti di riflessione e documenti per
approfondire gli avvenimenti che vanno dalla crisi armistiziale del 1943 alla Liberazione,
il 25 aprile 1945, e quindi alla conclusone della guerra. Preso atto che non è
possibile parlare di Guerra di Liberazione senza una conoscenza essenziale
degli eventi principali che hanno preceduto e seguito l’annuncio dell’Armistizio
dell’8 settembre, nel porre mano a questo lavoro ci siamo riproposti, almeno
nelle intenzioni, di non fare solo una raccolta asettica di dati ma stimolare
riflessioni critiche. La
struttura editoriale dell’opera è costituita, per ogni anno preso in esame, da
un compendio e da un glossario; infine è
stato inserito un volume dedicato ai Percorsi di ricerca. Lo studio è stato articolato in sei Fronti: del Sud; del
Nord; dell’Internamento; della Resistenza all’Estero; della Prigionia ed,
infine, del Fronte nemico al fine di fornire un quadro sommario di ciò che
avvenne all’indomani dell’Armistizio. A partire dall’8 settembre 1943 l’Italia
si divide in due: quella del Sud, liberata dagli Alleati con gli sbarchi in
Sicilia, a Salerno ed Anzio, e quella
del Nord in cui si insediò la Repubblica Sociale Italiana decisa a continuare
la guerra, ormai persa, al fianco dei tedeschi. In realtà, tra l’Italia e gli
Alleati furono firmati due armistizi: il primo, detto armistizio corto, contenente solo clausole militari, fu firmato
segretamente a Cassibile in provincia di Siracusa il 3 settembre 1943 ed annunciato
cinque giorni dopo prima dal Generale Eisenhower e, poche ore dopo, da
Badoglio. Il secondo, detto armistizio
lungo o anche armistizio di Malta, fu firmato il 29 settembre e precisava
gli obblighi della resa senza condizioni già contenuti genericamente
nell’armistizio corto. La semplice conoscenza di questi elementi stimola
riflessioni profonde su quei cinque giorni tra il 3 e l’8 settembre in cui i
soldati italiani continuarono a combattere e morire al fianco dei tedeschi
contro gli angloamericani e la mattina del 9 settembre si ritrovarono
all’improvviso alleati con coloro che sino al giorno prima erano stati nemici. Il
problema nasce dal fatto che il governo militare Badoglio, in sostanza, aveva
siglato l’armistizio con gli Alleati senza aver prima ricusato il Patto d’Acciaio siglato il 22 maggio
1939 tra Italia e Germania. Le forze armate tedesche presenti sul territorio
italiano divennero pertanto automaticamente forze di occupazione. Dopo l’8
settembre tutta la popolazione italiana senza distinzione di credo politico e
condizione sociale pagò un prezzo altissimo. Nei territori della Repubblica
Sociale, in particolare, iniziò una durissima guerra partigiana contro i nazi-fascisti
che a loro volta reagirono con feroci rappresaglie nei confronti dei civili i
quali, come se non bastasse, subivano anche i violenti bombardamenti terroristici
aerei diurni e notturni degli Alleati che avanzando verso Nord colpivano sia obiettivi
militari che inevitabilmente città e paesi. Nel Dizionario si prende in esame
anche l’arco di tempo (quarantacinque giorni) compreso tra la seduta del Gran
Consiglio del Fascismo tenutasi tra il 24 ed il 25 luglio 1943, nel corso della
quale Mussolini fu esautorato, e la proclamazione dell’armistizio. Un periodo
confuso: Vittorio Emanuele III nel pomeriggio del 25 luglio fece arrestare
Mussolini, assunse il comando delle Forze Armate ed affidò il governo al
Maresciallo Badoglio. In quel momento, con 31 divisioni dell’Esercito fuori dal
territorio nazionale, il governo avviò con fare incerto contatti segreti con
gli Alleati per uscire dalla guerra pur continuando formalmente a professare la
propria lealtà all’alleato germanico. L’8 settembre fu dunque una data
spartiacque tra un periodo ormai concluso ed un dopo, ovvero l’inizio della
Guerra di Liberazione chiamata dagli Alleati Campagna d’Italia. Una guerra combattuta da tutto il popolo
italiano su cinque Fronti (e qui mi ricollego alla struttura del dizionario): Primo Fronte, dell’Italia
libera, a Sud, liberata dagli Alleati i quali consentirono al Governo del Re
d’Italia, riconosciuto sia dagli Alleati che dall’Unione Sovietica, di
esercitare seppure con pesanti limitazioni le proprie prerogative. Nell’Italia
libera furono gettate le basi delle nuove Forze Armate. L’Esercito contribuì
alla Guerra di Liberazione inizialmente con il I Raggruppamento Motorizzato che
combatté a Monte Lungo (8 dicembre 1943) successivamente con il Corpo Italiano
di Liberazione (C.I.L.) che si distinse
a Filottrano, nelle Marche (8 luglio 1944) ed infine con i Gruppi di
Combattimento che parteciparono all’offensiva finale contribuendo a liberare
gran parte delle città del nord Italia. La
Regia Aeronautica riordinò
le proprie unità, ricostruì le basi nei territori liberi e recuperò il
materiale abbandonato in Africa settentrionale. Dopo la dichiarazione di guerra
alla Germania costituì l’Unità Aerea, alle dipendenze del Comando delle Forze
Aeree Alleate, responsabile dell’impiego, dell’addestramento, della disciplina
e del funzionamento dei servizi amministrativi e tecnici di tre Raggruppamenti
di specialità: Caccia, Bombardamento – Trasporti e Idrovolanti. Il comando
Alleato la impiegò nei Balcani, inserendola negli organici della Balkan Air Force. L’Unità Aerea operò,
senza soluzione di continuità, fino al mese di maggio del 1945. La Marina, da
parte sua, affrontò e gestì una situazione difficilissima. Solo in Puglia, ove
intanto aveva insediato il proprio Comando, poche unità all’ancora nei porti di
Taranto e Brindisi rimasero sotto il controllo italiano. Il 14 settembre 1943
mentre due torpediniere salpavano da Brindisi per portare aiuti a Corfù
arrivavano provenienti da Venezia e dall’Istria gli allievi della Regia
Accademia Navale. Pochi giorni dopo, il 23 settembre 1943, fu siglato l’Accordo
di Cooperazione Navale tra il Comandante in Capo delle flotte alleate nel
Mediterraneo, Ammiraglio Cunningham, ed il Capo di Stato Maggiore della Marina.
Il documento siglato prevedeva, tra l’altro, che tutte le unità navali
potessero rientrare nelle basi nazionali, ad eccezione delle corazzate. Il
contributo alla Guerra di Liberazione da parte delle Forze Armate dell’Italia
libera fu dato anche dagli oltre 200 mila uomini impiegati nelle Divisioni
Ausiliarie per attività di carattere logistico, spesso a ridosso della prima
linea, non meno importanti ed indispensabili di quelle combattenti; Secondo Fronte, dell’Italia
occupata dai tedeschi. Qui il fronte fu clandestino e la lotta politica
condotta dal Corpo Volontari della Libertà, composto dai rappresentanti di
tutti i partiti antifascisti, riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale
(CLN) costituito a Roma il 9 settembre 1943. Successivamente furono formati CLN locali nelle varie città del nord Italia per
dare impulso e direzione politica alla Resistenza. Fu il grande movimento
partigiano del nord Italia all’interno della Repubblica Sociale Italiana; Terzo Fronte, della
Resistenza dei militari italiani all’estero, un fronte questo non conosciuto,
dimenticato. È la lotta contro i tedeschi dei soldati italiani inseritesi nelle
formazioni partigiane locali in Jugoslavia, Grecia ed Albania; Quarto Fronte, della Resistenza
degli Internati Militari Italiani, oltre 600 mila uomini che pur andando
incontro consapevolmente a privazioni ed umiliazioni si rifiutarono decisamente
di aderire alla Repubblica Sociale Italiana; Quinto Fronte, della Prigionia
Militare Italiana. I prigionieri italiani in mano alleata all’annuncio
dell’armistizio dovettero, come tutti, fare delle scelte. La stragrande
maggioranza decise di cooperare con gli ex-nemici; quelli in mano agli
angloamericani furono organizzati in Italian Service Units (ISU), compagnie di
150 uomini addetti a particolari lavori di carattere logistico. Negli Stati
Uniti ed in Gran Bretagna furono impiegati negli arsenali o nelle basi militari;
in Australia, invece, furono impiegati per costruire strade, linee ferroviarie
oppure in grandi fattorie, comunque in lavori non strettamente legati ad
attività belliche. Nel Dizionario,
inoltre, non si dimentica di evidenziare il ruolo particolare avuto dalla
Puglia, Regione d’Italia che per sei mesi, dal 10 settembre 1943 data di arrivo
del Re all’11 febbraio 1944 data in cui la corte si trasferì a Salerno in
attesa della liberazione di Roma avvenuta il 4 giugno 1944 (ben 134 giorni dopo
lo sbarco di Anzio), costituì il fulcro del Regno del Sud con Brindisi come
capitale. È da Brindisi infatti, che il governo Badoglio, il 13 ottobre 1943,
trentacinque giorni dopo l’annuncio dell’Armistizio dichiara guerra alla
Germania. A partire da questa data, l’Italia assume la posizione di “cobelligerante”
ovvero non è più considerata nemica degli angloamericani ma neanche alleata nel
senso stretto del termine. Uno spazio non secondario, infine, viene
riservato al ruolo delle donne negli avvenimenti bellici dal settembre 1943
all’aprile 1945, a quelle donne che hanno partecipato attivamente alla Guerra
di Liberazione ricoprendo vari ruoli sia logistici che combattenti ed alle
donne della Repubblica Sociale Italiana impiegate nel Servizio Ausiliario
Femminile con compiti logistici. Possiamo affermare, quindi, che ognuno
partecipò alla Guerra di Liberazione nei modi e nelle forme più disparati. Se
non si comprendesse questo sarebbe
difficile parlare di un argomento così complesso e delicato. Per questo motivo
ci siamo avviati alla stesura del Dizionario con l’intento di dare un supporto
didattico allo studio ed alla conoscenza di un periodo storico complesso ma
fondamentale per comprendere l’origine delle nostre odierne Istituzioni ed in
ultima analisi della nostra Democrazia.
sabato 24 giugno 2023
Maria Luisa Suprani Querzoli: La verità sul generale Capello
SEGNALAZIONI LIBRARIE
venerdì 23 giugno 2023
Parresia, ovvero "Dire il Vero"
DIBATTITI
PARRESIA, OVVERO “DIRE
IL VERO”
Nell’attuale fase storica dove dalla globalizzazione informe dei principi
e valori schiacciati sull’unico valore economico si è passati ad una
conflittualità globale nella ricerca di una nuova suddivisione di aree di
influenza e rideterminazione di scale di potere a valori, nasce la necessità
della cura del sé quale conoscenza dell’Io premessa per una ricerca di
autonomia dalla globalizzazione desertificante (Habermas).
La libertà
di ricerca o di pensiero è nel mondo occidentale di fatto direzionata dalla
logica di mercato, se non nella ricerca, a posteriore nella sua divulgazione da
parte dei media secondo tesi di parte, ma anche i progetti culturali e il
finanziamento che ne consegue vengono ad influire, in molti casi anche secondo
criteri ideologici.
Già i Greci
individuarono due tipi di verità, innanzitutto il Logos, ossia la verità nel pubblico, e successivamente attraverso
l’insegnamento di Socrate il Bios, la
verità nel privato ovvero la conoscenza del “sé”.
Tuttavia,
come in tutto l’agire umano, vi è una possibile doppia lettura, la parresia o
libertà di parola può in democrazia essere pervertita in una forma di
“demagogia”, se non “insolenza”.
Nel mondo
greco l’accesso alla verità risiede nel possesso delle qualità morali e nel
dovere comunicare la verità, nell’età moderna in Cartesio vi è il dubbio e la
verità risiede nella sua evidenza, dove opinione e verità coincidono.
La verità
non risiede per il “parresiastes” nel
discorso lungo e retorico, bensì nel
dialogo aperto, questo tuttavia comporta nel dire la verità un rischio o
pericolo nell’irritare l’interlocutore, la parresia è quindi legata al coraggio
nell’essere esercitata dal “basso” verso
“l’alto”, ovvero del potere di “uno” o della “maggioranza”, essendo la
“parresia democratica” differente dalla “parresia monarchica”, dove vi è un
dovere da parte del consigliere del sovrano di dire la verità.
1
Per Platone il pericolo della
parresia risiede non tanto nella presa di potere da parte di un demagogo, bensì
nella mancanza di uno stile di vita comune, ossia di alcuni valori di vita
fondamentali da condividere, che creano unità.
Se la
libertà di dire (logos) corrisponde
alla libertà di fare (bios), questa
per Demostene non è solo un diritto o privilegio ma risulta nei fatti essere
una attitudine personale, che in Aristotele diviene una qualità etico-morale.
La parresia,
quale verità, si pone anche nel rapporto tra logos (discorso) e nomos
(legge), in cui Platone individua la parresia politica nel rapporto “logos, verità, nomos”, mentre la
parresia etica risiede nel rapporto “logos,
verità, bios”, òa parresia deve quindi superare il puro concetto per
diventare una pratica.
Mentre
Plutarco pone il problema dell’autoinganno, Socrate quello della conoscenza di
se stessi, entrambi legati alla risolutezza nei propositi, passando dal dire la
verità agli altri al dire la verità a se stessi, temi tra loro legati.
“Noi siamo gli adulatori di noi stessi” (89,
M.Foucault), per questo abbiamo bisogno
del “parresiastes”, ma chi può
essere questi se non colui che è in un
rapporto armonico tra le parole (logoi)
e le sue azioni (erga), solo in
questa possibilità di resoconto vi è la conferma del ruolo di esaminatore (basanos) della vita altrui, superando la
distanza tra discorso e pensiero propria dei sofisti.
Nascono due
interrogativi, come stabilire se un’affermazione è vera, qual è l’importanza di
dire la verità e di conoscere la verità, sia per l’individuo che per la
società.
Diogene dice
ad Alessandro “ So che sei stato offeso e
so anche che sei libero. Tu hai sia la capacità che la legittimazione giuridica
per uccidermi. Ma sarai abbastanza coraggioso da ascoltare dalla mia bocca la
verità, o sei così codardo da dovermi uccidere?”. “Ebbene, puoi uccidermi, ma
se lo fai nessun altro ti dirà la verità”. (85, M. Foucault)
2
BIBLIOGRAFIA
· AA.VV., Vero o falso. L’uso politico
della storia, a cura di Marina Caffiero e M. Micaela Procaccia, Donzelli Ed.
2008;
· Foucault M., Discorso e verità nella
Grecia antica, Donzelli Ed. 2005;
· Hadot P., Esercizi spirituali e
filosofia antica, Einaudi 1988;
· Jaeger W., Paideia. La formazione
dell’uomo greco, La Nuova Italia, 1978.
giovedì 22 giugno 2023
Il dramma dell'Olocausto. Le idee che lo generarono sono ancora presenti nella nostra società
mercoledì 21 giugno 2023
Il deposito e la ricostruzione della memoria
DIBATTITI
Sergio Benedetto Sabetta
La memoria
elettronica se rappresenta una vera e propria rivoluzione, dove si affiancano
spettacolarizzazione e precisione illimitata nel registrare i fatti, non è che
un elemento della costruzione di una memoria storica, alla durata “illimitata”
e facilmente evocativa della prima si contrappone la particolare instabilità e
malleabilità della memoria umana, ma la memoria sociale è qualcosa di più di
una semplice registrazione, è la capacità di una condivisione identitaria
costruita nel tempo attraverso la lettura di particolari fatti che diventano
eventi fondanti (J. Le Goff).
Bergson parla di “immagine” come memoria
profonda che viene a staccarsi dalla memoria superficiale propria della
semplice abitudine, parole, gesti e rituali trasformano i singoli eventi nei
tempi lunghi propri di una memoria collettiva, in cui si inseriscono i “mercanti
della memoria” che ulteriormente la trasformano in un oggetto di consumo
consolatorio, nella “bella epoque” del proprio vissuto, così che la memoria
collettiva venga ad opporsi alla memoria storica, come la memoria affettiva
alla memoria intellettuale (Pierre Nora).
Le grandi
mitologie collettive, già formatesi nell’Ottocento, nella modernità della
comunicazione di massa si evolvono verso la creazione di una serie di memorie
collettive sotto pressione di una storia immediata e simultanea, vi è quindi la
necessità di collegare queste memorie collettive alla storia scientifica,
storie individuali che rifluiscono nel collettivo e quindi nel sociale,
superando la manipolazione che sempre il valore economico e politico della
memoria ha comportato.
Leroi-Gourhan sottolinea l’importanza
che ha la tradizione per la specie umana nel condizionarne la condotta, la
sopravvivenza etnica avviene attraverso la routine ed il progresso deve agire
in equilibrio con essa se si vuole che
l’innovazione non sia etnicamente disgregante, in quanto nell’identità
individuale o collettiva la memoria ne è elemento essenziale tanto che la
formazione di una memoria sociale diventa l’elemento dominante dell’evoluzione
umana, essa pertanto diventa strumento di potenza, quindi di lotta e
manipolazione per la legittimazione del potere attraverso la memoria stessa.
Con il
cessare della memoria si ha la perdita della coscienza del proprio passato, la
comunità smarrisce se stessa, l’eterno presente non ha più un progetto
sostenibile nella comunità, essa diventa una creta malleabile secondo interessi
costruiti, la perdita delle tradizioni conduce pertanto alla cessazione della
coscienza di una autonoma esistenza (Mansuelli),
tanto che per tutta la storia romana nonostante i numerosi mutamenti
istituzionali, economici e sociali, dalla repubblica al principato, fino al
dominato, la “res pubblica” rimase
concettualmente tale contrapposta alla “res
privata” e l’imperatore doveva mantenere coscienza di tale distinzione se
voleva legittimare il proprio potere.
La forza del persistere di una memoria collettiva è al centro della riflessione di Pallottino , il quale rileva che le radici di quel forte regionalismo che si è manifestato in tutte le vicende storiche del territorio italiano, affondano nelle unità etnico-storiche preesistenti all’unificazione romana della penisola, tanto che le stesse regioni e città richiamano nella denominazione le varie vicissitudini storiche della penisola italiana.
L’informazione decade secondo un fenomeno “entropico” (Wiener) ma viene continuamente rigenerata, ricostruita, riadattata alle esigenze, incertezze del momento e in questa ricostruzione l’informazione contenuta nella memoria sociale diventa strumento di lotta, manipolazione e legittimazione del potere.
La teoria degli scarti conoscitivi (Knowledge gaps), propria dei moderni mezzi di comunicazione di massa, influisce anche nella moderna ricostruzione della memoria, dove mitologie si formano e si affermano più velocemente che nel passato rielaborando la memoria collettiva o addirittura sostituendola, il potere della memoria si è allargato dal rapporto Stato/élite ad organizzazioni private attraverso l’uso sempre più esteso dell’elettronica.
Nasce sempre più prepotente la necessità di una ricostruzione storica scientifica della memoria collettiva, anche attraverso la catalogazione della singola memoria orale, sovrastata dalle immagini, nella necessità di una veridicità, in questo lo stesso diritto è elemento e specchio di una ricostruzione della memoria sociale, esso nel normare è frutto della memoria e nei comportamenti sociali che provoca diventa elemento costitutivo di una futura memoria sociale, ma in esso vengono ad influire le ricostruzioni che la comunicazione crea, ecco l’importanza dei depositi della memoria, ma anche della necessità di una loro corretta diffusione garantita dall’autorevolezza della fonte.
Bibliografia
· Bergson H., Materia e memoria,
Laterza 1996;
· Leroi – Gourban A., Ambiente e
tecnica, Jaca – Book 1994;
· Le Goff J., Il tempo continuo della
Storia, Laterza 2014;
· Wiener N., Introduzione alla
cibernetica – L’uso umano degli esseri umani, Bollati – Beringhieri 2008.
martedì 20 giugno 2023
lunedì 19 giugno 2023
Antonio Trogu - Libano, paese senza pace
Il
Libano, dai fasti degli anni '70 e’ ora al collasso, Beirut era la Montecarlo araba,
casinò e jet set;
attualmente
il Paese si trova in una profonda crisi economica, sociale e religiosa.
Fino
agli '70, pur con alti e bassi, la convivenza tra i diversi gruppi religiosi è
stata pacifica, anzi è stata un esempio di multiculturalismo. Tra gli anni '50
e '60, inoltre, il Paese dei Cedri ha conosciuto il boom economico, con Beirut
centro di riferimento per gli scambi commerciali con l'Europa.
Con
l’indipendenza, ottenuta nel 1943, nacque il “Patto Nazionale” che ancora vige
in quel martoriato paese del Medio Oriente e che prevede che il Presidente sia
di fede cristiana maronita, che il Primo Ministro sia musulmano sunnita e che
il Presidente dell’Assemblea Nazionale sia musulmano sciita. Questo permette ai
diversi gruppi religiosi presenti nel Paese di avere il medesimo peso politico,
il governo libanese è quindi progettato per fornire una rappresentanza politica
a tutti i gruppi religiosi ed i principali sono tre: i cristiani maroniti, i
musulmani sunniti e i musulmani sciiti.
Il
numero di seggi in parlamento è suddiviso proporzionalmente tra cristiani e
musulmani e, a sua volta, tra le diverse confessioni di ciascuna religione. Lo
stesso vale anche per i posti nel governo e quelli di vertice del settore
pubblico.
La
convivenza tra gruppi religiosi non e’sempre stata pacifica, la situazione in
Libano comincia infatti a precipitare a partire dagli anni ’60, con
le guerre Arabo-Israeliane e l’enorme afflusso di profughi
palestinesi che si riversano nel paese e, soprattutto negli anni ’70, con
la presenza attiva di “Settembre Nero”.
Settembre nero era una Organizzazione terroristica
palestinese nata nel 1970 e attiva fino al 1973, responsabile di dirottamenti
aerei e attentati, culminati con la strage di 11 atleti israeliani nel 1972 palle
olimpiadi di Monaco di Baviera. L’Organizzazione prende il nome
dall’offensiva (‘settembre nero’) del governo giordano scatenata nel settembre
1970 contro la guerriglia palestinese insediatasi nel regno dopo la Terza
guerra arabo-israeliana (1967). Re Ḥussain riuscì, con l’appoggio israeliano,
statunitense e britannico, a sradicare le basi della guerriglia mettendo fine
alla presenza organizzata dei Palestinesi in Giordania.
L’annientamento della resistenza palestinese in
Giordania ebbe come conseguenza la fuga delle organizzazioni palestinesi dalla
Giordania verso il Libano e questo contribuì alla destabilizzazione del Paese dei Cedri.
Antonio
Trogu trogant@libero.it
domenica 18 giugno 2023
Materiali per la Storia del Genio Telegrafisti
I PRIMI DECORATI AL VALOR MILITARE DEL 3° REGGIMENTO GENIO TELEGRAFISTI
di Monica Apostoli
I telegrafisti del 3° Reggimento
Genio Telegrafisti e i telefonisti delle sezioni telefoniche delle Divisioni
affrontarono fin dalla mobilitazione del 24 maggio 1915 le difficoltà di
collegamento sul campo di battaglia ma si dimostrarono sempre valorosi e impavidi
nello svolgimento del proprio dovere.
Nella I battaglia dell’Isonzo,
durante un contrattacco austriaco che iniziò il 5 luglio 1915 nel settore di
Castelnuovo del Carso, il soldato COSTANZI Alfredo, telefonista in un
trinceramento, si meritò per il servizio reso, una Medaglia di Bronzo al Valor
Militare.
Pochi giorni dopo, il 18 luglio 1915,
durante la II battaglia dell’Isonzo, quando con un tiro di preparazione
dell’artiglieria le nostre truppe riuscirono ad impossessarsi di alcuni
elementi della trincea, il Sottotenente BIANCHI Tranquillo della 10 ͣ compagnia
telegrafisti si trovava sulla linea di fuoco sotto l’attacco delle fanterie
nemiche con una sezione ottica. Caduto il comandante di plotone di fanteria, il
Sottotenente BIANCHI si sostituì al comando dei fanti e con essi, procedendo
all’assalto, riuscì a catturare molti prigionieri fra i quali sette ufficiali.
Per questo motivo, il Comandante dell’Armata gli concedette una Medaglia
d’Argento al Valor Militare. Lo stesso ufficiale aveva già ottenuto un encomio
solenne da parte del Comando dell’XI Corpo d’Armata per il valoroso
comportamento che ebbe a Sagrado nei giorni 25 e 26 giugno dello stesso anno.
MEDAGLIA DI
BRONZO AL VALOR MILITARE Soldato COSTANZI Alfredo, da Sigillo (Perugia):
“Quale
telefonista, rimase al suo posto, sotto il vivo fuoco del nemico, che si era
avanzato a brevissima distanza. – Castelnuovo, 5 luglio 1915.”
MEDAGLIA
D’ARGENTO AL VALOR MILITARE Sottotenente BIANCHI Tranquillo da Sormano (Como):
sabato 17 giugno 2023
Lorenzo Brunetti
NOTIZIE CESVAM
Il CESVAM - Centro Studi sul Valore Militare partecipa alla scomparsa della MAVM Lorenzo Brunetti, Consigliere Nazionale e Presidente della Federazione di Foggia
Il suo stile, la sua pacatezza, l'essere orgoglioso di vestire l'uniforme di sottufficiale, la pacatezza e la tolleranza hanno cementato una conoscenza ed una amicizia degna di nota. In lui si è realizzata la comune idea che tutte le azioni devono essere improntate al benessere collettivo ed al bene di tutti, senza particolarismi o interessi di Parte
UNA ACES, è stato sempre il suo motto, il filo rosso che ha portato a realizzazioni eccezionali come il suo intervento alla Protomoteca in Campidoglio in occasione della data centenaria della fondazione dell'Istituto, uno degli ultimi atti di una serie che hanno dato lustro all'Istituto.
La sua opera ed il suo ricordo si riverberà nelle nostre azioni future e Lui sarà sempre con Noi
Massimo Coltrinari
venerdì 16 giugno 2023
Bellum Justum
UNA FINESTRA SUL MONDO
Sergio Benedetto Sabetta
Gli avvenimenti di questi ultimi giorni
relativi alla guerra in Ucraina, con il mandato di cattura
internazionale per crimini di guerra emesso dalla Corte Internazionale dell’Aja, la reazione russa, con la raccolta a
sua volta di dati relativi ai presunti crimini di guerra ucraini e la visita di
Putin in Crimea e nei territori occupati, gli scontri negli USA, l’ulteriore
accentramento di poteri in Cina, impongono una riflessione sul concetto di
“bellum justum”, così come impostato nella seconda metà del ‘900.
Già Carl
Schmitt nel suo “concetto discriminatorio di guerra” poneva il problema del
superamento dello “Jus publicum europaeum” che aveva per oltre due secoli
governato i rapporti tra gli Stati europei dalla fine delle guerre di religione
nel ‘600, limitando la violenza nel riconoscimento reciproco, nonostante lo
stato di guerra.
L’introduzione
nel primo dopoguerra della dottrina etico-teologica della “guerra giusta”
risultava nei fatti un regresso, trasformando il nemico in un pirata destinato
ad essere annientato, magari dopo un processo in cui si dimostrava la sua
giusta causa e violenza, il “bellum justum” come “justa causa”, sanzionata da
una autorità superiore, che nella dottrina medievale poteva essere il Pontefice
romano quale autorità giuridica superiore della Chiesa cattolica.
L’universalismo della Chiesa
cattolica viene recuperato negli organismi internazionali, tra i due conflitti
mondiali dalla Società delle Nazioni, mentre nel secondo dopoguerra dall’ONU di
cui il Tribunale dell’Aja ne è il complemento operativo.
Questo schema per Schmitt è
funzionale al nuovo universalismo USA in cui la mancanza di riconoscimento del
nemico, che diventa per tale via “nemico pubblico”, ossia un “criminale” da perseguire,
ne diventa uno dei pilastri.
1
Naturalmente bisogna sempre
distinguere tra un giudizio giuridico ed un giudizio storico, nel primo caso
interviene il fattore della vittoria o della sconfitta che rende possibile ed
operativo il giudizio, che acquista inoltre una valenza anche propagandistica
nell’assimilare tutte le guerre ad una guerra civile.
Schmitt parla di una “teoria
sistemica della collocazione dei concetti”, osserva infatti che “quando una
certa questione viene trattata in un determinato punto del sistema del diritto
internazionale, sono state già anticipate conclusioni determinanti. […] la
forza persuasiva e la coerenza di una teoria giuridica internazionale, è
determinata non solo dal contenuto di un’idea isolata, bensì sostanzialmente dalla
collocazione di un concetto entro un sistema di concetti” (13, C. Schmitt, Il
concetto discriminatorio di guerra, Laterza 2008).
Anche Grozio, sebbene parli di guerre
giuste o ingiuste, riconosce essere la guerra qualcosa di diverso da un
giudizio giuridico dove vi è la sanzione e la definizione di pirateria, rapina
e omicidio, il definire secondo Lauterpacht il diritto internazionale come
privo di lacune e, quindi, in grado di risolvere i conflitti mediante
arbitrato, non può sostituire la guerra dove vengono a confluire interessi
economici, visioni geo-strategiche e fattori culturali, non potendo dare luogo
ad un common law internazionale gestito da una magistratura internazionale che
si imponga all’insieme degli Stati.
D’altronde il concetto di “bellum justum”
permette di intervenire nel conflitto, coprendo i propri interessi economici o
politici, sotto le insegne sacramentali di un’autorità superiore che legittimi
una nuova crociata laica, come più volte è avvenuto nelle guerre a cavallo del
millennio, inoltre si introduce un elemento di lotta assoluta, dove vi è teoricamente
l’impossibilità dell’accordo con la controparte dichiarata “criminale”.
Tuttavia anche ad un altro livello
una volta iniziata una guerra, ossia nelle modalità della stessa, vi è l’ambiguità
della valutazione dell’atto in funzione della vittoria, chi vince sarà
giudicato dalla Storia, chi perde da un tribunale, estremizzando lo scontro
nella difficoltà di un accordo, assumendo il giudizio l’ambiguità di un atto
comunicativo bellico, di cui vari esempi si possono riscontrare dalla fine
della guerra fredda ad oggi.
2
Bibliografia
·
A.
de Benoist, Terrorismo e “guerre giuste”. Sull’attualità di Carl Schmitt, Guida
2007;
·
P.P.
Portinaro, La crisi dello Jus publicum europaeum. Saggio su Carl Schmitt,
Edizione di Comunità, 1982;
·
G.
Preterossi, Carl Schimitt e la tradizione moderna, Laterza, 1996;
·
D.
Zolo, I signori della pace, Carocci 1998.
giovedì 15 giugno 2023
Rivistra QUADERNI, Anno LXXXIV, Supplemento XXIX, 2023, n. 2 28° della Rivista, Aprile - Giugno 2023, Nota Redazione
NOTIZIE CESVAM
E' in corso l'invio della Rivista QUADERNI, n.2 del 2023. Si riporta la Nota Redazione a firma del Direttore.
Nota redazionale:
Il primo numero
dell’anno del centenario si apre con una nota di Francesco Maria Atanasio
dedicata alla nostra presenza in Estremo Oriente a cavallo del XIX e XX secolo
con una analisi raffinata dei rapporti tra diplomazia e forze armate in età
umbertina. Giovanni Riccardo Baldelli pone all’attenzione la epopea della Divisione
“Perugia”, la Divisione italiana rimasta in armi in Albania fino al 3 ottobre
1943, a tre settimane dalla dichiarazione di armistizio ed ad una dalla resa
della Divisione “Acqui” a Cefalonia, con una particolare sottolieatura al
Valore Militare. Sergio Pirolozzi riflette
nella sua nota sulla figura di Giulio Douhet, l’italiano che ha
conquistato il cielo, che, però, non gode di grande popolarità nel suo paese.
Giorgio Madeddu affronta un tema quanto mai interessante in merito alla prima
medaglia d’oro concessa dal Re di Sardegna analizzando i fatti dei Ponti di Santa
Caterina del 17 gennaio 1973, mettendo una pietra d’angolo nella costruzione ed
implementazione dell’Albo d’Oro dei Decorati Italiani ed Esteri in corso di
realizzazione. Massimiliano Monti ci tratteggia la Organizzazione delle SS in
Germania facendoci riflettere su come
tanta efficienza ed abnegazione sia sta messa al servizio di idee difficilmente condivisibili. Due note
concludono questa parte: la prima di Valentina Trogu che ci pone alla
attenzione le vincende di Civitavecchia nella seconda guerra mondiale, città,
come tante altre in Italia, che sperimentò nel suo tessuto urbano le idee di
Douhet sull’impiego dei bombardieri in profondità, mentre il secondo, ancora di
GiorgioMadeddu, attira la nostra attenzione sullo stato attuale del Cimitero Militare
Italiano dell’Asinara (1916) il cui stato di abbandono non è certo un risvolto
degno di nota. L’articolo, che per la sua valenza offre la pagina di copertina,
sarà segnalato al Commissariato Onoranze Caduti in Guerra, non per avviare
l’ennesima sterile polemica, ma per sperare di avviare quelle azioni virtuose e
pacate che portino ad un ripristino accettabile di un luogo che è sempre lo
specchio del nostro vivere civile. E’ una questione di dignità.
La seconda parte
della rivista, il mondo in cui viviamo, si apre con una nota di Antonio Trogu,
che pone all’attenzione la sospensione da parte della Russia del Trattato New
Start. Un altro passo di Mosca fuori da relazioni internazionali accettabili.
Nicolò Paganelli ci offre l’analisi parametrale di uno Stato che è border line,
il Messico, Stato che scivola sempre più in mano alle degeneranti forze
dell’Antistato, che riescono a produrre solo miseria, disordine, conflitti e
tragedie. Infine continua il mio
contributo sui lineamenti generali della impostazione dell’analisi parametrale
dello Stato, corollario propedeutico allo studio proposto nel Master di
Politica Militare Comparata, allargato al di fuori del contesto accademico.
L’Editoriale ed il
Post Editoriale sono dedicati alla data anniversaria della fondazione
dell’Istituto, in cui le celebrazioni sono impregnate dallo spirito che si è
assorbito all’Accademia Militare, riassunto in quel motto “UNA ACES”,
coagulante essenziale per chi crede nei valori espressi nel nostro Statuto.
Presenti le rubriche consuete. Gli Indici della Rivista “QUADERNI
ON LINE” sono quelli del terzo trimeste
2022, mentre nelle Notizie CESVAM si da partecipi dei lineamenti di base
dell’Albo d’Oro dei Decorati Italiani e Stranieri, progetto iniziato nel
gennaio 2022, formalizzato nel settembre 2022, avviato nella sua esecuzione nel
dicembre dello stesso anno, ed entrato nella sua fase esecutiva dal gennaio
2023. Nel primo trimestre del 2023. Sono già stati inseriti oltre 5000
Decorati. Come noto questo progetto, dal 2023, è quello di riferimento di tutte
le attività del CESVAM – Centro Studi
sul Valore Militare. La Rivista si chiuse come dalla sua fondazione, con
l’iconografia militare dedicata alle nostre Brigate, che continuano ad essere
scelte nel periodo della Prima Guerra Mondiale.
(massimo coltrinari, direttore del CESVAM)
mercoledì 14 giugno 2023
martedì 13 giugno 2023
Albo d'Oro. Situazione
NOTIZIE CESVAM
Il Mese di Maggio ha visto il completamento della fase dedicata alla implementazione dei nomi per il Date Base. Si è tenuta una riunione a Roma presso la Presidenza Nazionale ai primi di giugno in cui il consigliere per la parte informatica Roberto Orioli ha istruiti due nostre collaboratrici all'uso dei seguentu punti.
1. Correzione dei dati errati (creazione delle psw per i destinatari)
2. Trasposizione della Versione Exelles pere provincia (aspetto statistico)
3. Uso articolato della procedura Google Lens.
La bozza della Provincia di Ancona è arrivata alla fase di stampa con una approssimazione di correzione del 40%,
Sono in corso studi per dorare ogni albo d'Oro di una apposita sezione statistica, che sia il riverbero delle domande da porre al Data Base.
(massimo Coltrinari)