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domenica 23 ottobre 2022

La Battaglia di Ravenna nell'ambito della "piannurizzazione" della guerra partigiana Marzo 1945

 DIBATTITI

La descrizione di Arrigo Boldrini

Arrigo Boldrini, Medaglia d'Oro al valor Militare


"Qui i partigiani, eseguendo una manovra “irradiante” di primo ordine per ardimento e capacità tattica (concentrazione a tergo dell’avversario e attacco su sette direttrici divergenti), raggiungono tutti gli obiettivi concordati col Comando dell’VIII armata: sono invece gli alleati che non sfruttano pienamente il successo e nuovamente si arrestano. E’ questo l'episodio più significativo di tutta la campagna d'Italia sotto l'aspetto della collaborazione fra partigiani e alleati, e perciò riteniamo opportuno ripotare un rapporto inedito di Boldrini: importante specie per le considerazioni finali sulla condotta di guerra degli angloamericani:

II Comando partigiano della divisione Ravenna aveva ripetutamente fatto presente al Comando dell'VIII armata che era possibile liberare Ravenna e spingersi oltre il fiume Sillaro ed il basso corso del Reno, e che “il nemico stava con un piede a terra e l'altro alzato pronto a ritirarsi sul Reno o sul Po”.

I tentennamenti alleati avevano spinto il Comando partigiano a prendere una serie di misure per estendere il proprio controllo politico-militare, per colpire più duramente i tedeschi onde far comprendere ai Comandi inglesi che la situazione nella zona era «esplosiva». Alcuni ufficiali del Comando del corpo d'armata canadese e il comandante della PPA colonnello Peniakof, si resero conto che liberare la zona di Ravenna era un'impresa facile e che il piano operativo presentato dal Comando partigiano non solo si poteva accettare ma doveva essere eseguito al più presto. Il piano operativo nelle sue linee fondamentali poneva questi obiettivi: una prima colonna alleata composta di alcuni reggimenti avrebbe dovuto liberare Ravenna per poi proseguire oltre Alfonsine, Ponte della Bastia, Argenta; una seconda colonna alleata, muovendosi da Faenza già liberata, si sarebbe dovuta spingere verso Russi, Bagnacavallo, Massa Lombarda. Contemporaneamente all’azione delle due colonne, 1200 partigiani avrebbero attaccato a nord di Ravenna i presidi tedeschi liberando Porto Corsini, Casal Bolsetti, Sant’Alberto, Savarna, mentre Alfonsine e Lavezzola sarebbero insorte. Più a nord altri mille partigiani circa si sarebbero concentrati fra Conselice e Lavezzola per tagliare la ritirata ai tedeschi e dare man forte ai cittadini di Massa Lombarda già pronti ad insorgere. Il piano, in linea di massima, venne accettato, salvo alcune modifiche più di carattere tecnico che tattico. L’offensiva alleata del 1° dicembre e l’azione dei partigiani portò alla liberazione    di Ravenna, Porto Corsini, Sant’Alberto, Casal Borsetti, ma sia la prima che la seconda colonna alleate non raggiunsero tutti gli obiettivi prestabiliti, per cui le formazioni partigiane rimasero quasi solo a sostenere il contrattacco che il Comando tedesco organizzò con reparti della divisione Goering, allorché si accorse che la manovra a tenaglia delle colonne alleate era sostanzialmente fallita. Le formazioni partigiani operanti a nord di Ravenna, impossibilitate a sostenere il contrattacco tedesco si ritirarono nella zona valliva di Sant’Alberto e Porto Corsini dove organizzarono la linea di resistenza. Le formazioni partigiane del Conselicese che dovevan tagliare la ritirata ai tedeschi arrivarono a sganciarsi per riprendere come prima l’azione di guerriglia. Perché l’offensiva si fermò? A questa domanda è difficile rispondere, ma io penso che sostanzialmente due fossero le cause e cioè perché gli alleati ebbero paura di un allargamento generale dell'azione partigiana popolare che avrebbe fatto perdere loro l'iniziativa e li avrebbe obbligati ad avanzare rapidamente, anche se ciò non era previsto nei loro piani politici militari. La seconda ragione è che i Comandi alleati avevano sempre dimostrato di non comprendere l’azione manovrata, convinti come erano che si potesse avanzare solo dopo aver tutto distrutto con il bombardamento aereo o di artiglieria. Fondamentalmente in quella occasione, come in altre, si ebbe chiara la visione che vi erano due concezioni del come si doveva condurre la guerra: quella partigiana-popolare che voleva accelerare la liberazione del paese e porre termine alla guerra con un’azione continua, incessante, decisiva; quella alleata che partiva dal presupposto che la liberazione doveva avvenire il meno possibile per opera del popolo italiano per ovvie ragioni politiche."
 R Battaglia, Storia della resistenza, Trono, Einaudi Editore, 1964, pag 455.

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