DIBATTITI
La descrizione di Arrigo Boldrini
Arrigo Boldrini, Medaglia d'Oro al valor Militare
"Qui
i partigiani, eseguendo una manovra “irradiante” di primo ordine per ardimento
e capacità tattica (concentrazione a tergo dell’avversario e attacco su sette
direttrici divergenti), raggiungono tutti gli obiettivi concordati col Comando
dell’VIII armata: sono invece gli alleati che non sfruttano pienamente il
successo e nuovamente si arrestano. E’ questo l'episodio più significativo di
tutta la campagna d'Italia sotto l'aspetto della collaborazione fra partigiani
e alleati, e perciò riteniamo opportuno ripotare un rapporto inedito di
Boldrini: importante specie per le considerazioni finali sulla condotta di
guerra degli angloamericani:
II
Comando partigiano della divisione Ravenna aveva ripetutamente fatto presente
al Comando dell'VIII armata che era possibile liberare Ravenna e spingersi
oltre il fiume Sillaro ed il basso corso del Reno, e che “il nemico stava con
un piede a terra e l'altro alzato pronto a ritirarsi sul Reno o sul Po”.
I
tentennamenti alleati avevano spinto il Comando partigiano a prendere una serie
di misure per estendere il proprio controllo politico-militare, per colpire più
duramente i tedeschi onde far comprendere ai Comandi inglesi che la situazione
nella zona era «esplosiva». Alcuni ufficiali del Comando del corpo d'armata canadese
e il comandante della PPA colonnello Peniakof, si resero conto che liberare la
zona di Ravenna era un'impresa facile e che il piano operativo presentato dal
Comando partigiano non solo si poteva accettare ma doveva essere eseguito al
più presto. Il piano operativo nelle sue linee fondamentali poneva questi
obiettivi: una prima colonna alleata composta di alcuni reggimenti avrebbe
dovuto liberare Ravenna per poi proseguire oltre Alfonsine, Ponte della Bastia,
Argenta; una seconda colonna alleata, muovendosi da Faenza già liberata, si
sarebbe dovuta spingere verso Russi, Bagnacavallo, Massa Lombarda.
Contemporaneamente all’azione delle due colonne, 1200 partigiani avrebbero
attaccato a nord di Ravenna i presidi tedeschi liberando Porto Corsini, Casal
Bolsetti, Sant’Alberto, Savarna, mentre Alfonsine e Lavezzola sarebbero
insorte. Più a nord altri mille partigiani circa si sarebbero concentrati fra
Conselice e Lavezzola per tagliare la ritirata ai tedeschi e dare man forte ai
cittadini di Massa Lombarda già pronti ad insorgere. Il piano, in linea di
massima, venne accettato, salvo alcune modifiche più di carattere tecnico che
tattico. L’offensiva alleata del 1° dicembre e l’azione dei partigiani portò
alla liberazione di Ravenna, Porto
Corsini, Sant’Alberto, Casal Borsetti, ma sia la prima che la seconda colonna
alleate non raggiunsero tutti gli obiettivi prestabiliti, per cui le formazioni
partigiane rimasero quasi solo a sostenere il contrattacco che il Comando tedesco
organizzò con reparti della divisione Goering, allorché si accorse che la
manovra a tenaglia delle colonne alleate era sostanzialmente fallita. Le
formazioni partigiani operanti a nord di Ravenna, impossibilitate a sostenere
il contrattacco tedesco si ritirarono nella zona valliva di Sant’Alberto e
Porto Corsini dove organizzarono la linea di resistenza. Le formazioni
partigiane del Conselicese che dovevan tagliare la ritirata ai tedeschi
arrivarono a sganciarsi per riprendere come prima l’azione di guerriglia. Perché
l’offensiva si fermò? A questa domanda è difficile rispondere, ma io penso che
sostanzialmente due fossero le cause e cioè perché gli alleati ebbero paura di
un allargamento generale dell'azione partigiana popolare che avrebbe fatto perdere
loro l'iniziativa e li avrebbe obbligati ad avanzare rapidamente, anche se ciò
non era previsto nei loro piani politici militari. La seconda ragione è che i
Comandi alleati avevano sempre dimostrato di non comprendere l’azione manovrata,
convinti come erano che si potesse avanzare solo dopo aver tutto distrutto con
il bombardamento aereo o di artiglieria. Fondamentalmente in quella occasione,
come in altre, si ebbe chiara la visione che vi erano due concezioni del come
si doveva condurre la guerra: quella partigiana-popolare che voleva accelerare la
liberazione del paese e porre termine alla guerra con un’azione continua,
incessante, decisiva; quella alleata che partiva dal presupposto che la
liberazione doveva avvenire il meno possibile per opera del popolo italiano per
ovvie ragioni politiche."
R Battaglia, Storia della resistenza, Trono, Einaudi Editore, 1964, pag 455.
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