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Contributo "Alumni" del
Master di 1° Liv. di StorIa Militare Contemporanea
“….Non mi potrei lamentare, sapete
bene che l'aria francese è una cosa che mi piace poco e combatterei molto più
volentieri se fossi magari nelle prime trincee del Piave, e se una volta ero
animato da entusiasmo, perché il desiderio di essere il primo ad entrare a
Trieste mi rendeva invulnerabile, ora, quello di poter entrare a Udine tra il
primo dei primi mi stuzzica in tal modo che quasi quasi, vado in qualche
battaglione di arditi, vado in uno di quei battaglioni che anche la morte
ostenta quando li vede avanzare, prende paura, però state tranquilli…”
7° reggimento genio telegrafisti,
1° luglio 1918, Francia
La
Tesi di Master di I Livello in Storia Militare Contemporanea dal titolo Evoluzione
Del Servizio Telegrafico nel Primo Conflitto Mondiale e l’istituzione del 7°
Reggimento Genio Telegrafisti, nasce dalla volontà di onorare il prezioso
contributo e sacrificio dato dagli uomini del 3° e del 7° Reggimento Genio
Telegrafisti durante la Grande Guerra. Con questo elaborato cercherò di
ripercorrere nel miglior modo possibile l’evoluzione della specialità,
evidenziandone l’importanza e ricordando, inoltre, alcuni episodi di valore che
contribuirono a portare il nostro esercito alla Vittoria, così come ricordato
nelle parole della Medaglia d’Oro al Valor militare che venne concessa il 5
giugno 1920:“Tenace, infaticabile, e modesta, scavando la dura trincea, o
gittando per ogni ponte una superba sfida al nemico, riannodando sotto
l'uragano del ferro e del fuoco i tenui fili onde passa l'intelligenza
regolatrice della battaglia, lanciandosi all'assalto in epica gara coi Fanti,
prodigò sacrifici ed eroismi per la grandezza della Patria (Campagna di Guerra
1915 - 1918)”.
Il primo conflitto mondiale vide
una rapida evoluzione del servizio telegrafico. Nella mobilitazione
dell’Esercito Italiano nel 1915, il 3° Reggimento Genio Telegrafisti (Unico
Reggimento dedicato al servizio telegrafico) poteva contare 24 compagnie
assegnate come segue:
-
una
compagnia telegrafisti (7 ͣ) alle dirette dipendenze del Comando Supremo;
-
quattro
compagnie telegrafisti (16 ͣ, 21 ͣ, 22 ͣ e 24 ͣ), una per ogni Armata;
-
sedici
compagnie telegrafisti, una per ogni comando di Corpo d'Armata;
-
tre
compagnie telegrafisti (1 ͣ, 2 ͣ e 3 ͣ) avevano invece i propri plotoni
dislocati nelle diverse fortezze di frontiera e nella piazzaforte di Venezia ed
erano definite compagnie di Piazza.
A queste compagnie si aggiungevano
4 sezioni telegrafisti associate alle Divisioni di Cavalleria, 9 sezioni radiotelegrafisti
(R.T.), di cui una al Comando Supremo, 4 di Armata e 4 per Divisioni di
Cavalleria.
Il servizio telefonico era in
stretta relazione con quello svolto dalle compagnie telegrafisti, pertanto, a
ciascuna delle 35 divisioni di Fanteria venne assegnata una sezione telefonica
che faceva parte integrante della compagnia zappatori della divisione stessa
per un totale di 35 sezioni telefoniche.
I compiti
delle compagnie telegrafisti continuarono a crescere e mutare nel corso delle
operazioni, tant’è che si rese necessario già nel 1916 dotare ogni Corpo d’Armata
di una seconda compagnia telegrafisti.
Si susseguirono quindi diversi incrementi di compagnie fino al mese di
gennaio 1918, quando, con un ordinamento definitivo, vennero tramutate le
sezioni telefoniche divisionali in vere e proprie compagnie telegrafisti con
parco ridotto.
L’estensione assunta dal servizio
telegrafico che comprendeva 133 compagnie a giugno 1918 divenne però
insostenibile per il solo 3° Reggimento Genio Telegrafisti, quindi, l’11 giugno
del 1918 il Ministro della Guerra ZUPPELLI con la Circolare n. 11820 per oggetto “Riparti e servizi
telegrafisti e radiotelegrafisti”,
dispose la costituzione di un ulteriore reggimento a far data dal 1° di luglio
1918, il 7° Reggimento Genio Telegrafisti.
Il Comando Generale del Genio del
Comando Supremo dispose che il 7° reggimento genio telegrafisti dal 1° luglio
1918 avrebbe avuto il Comando di Deposito a Piacenza e centri di mobilitazione
in Verona e Mantova, in precedenza sotto la giurisdizione del 3° reggimento
genio telegrafisti.
Lo stesso Comando Supremo, inoltre,
disposte il passaggio di 59 compagnie telegrafisti con una numerazione da 100
in poi[1] per non confonderle con
quelle dipendenti dal 3° Reggimento genio Telegrafisti.
Il periodo
compreso tra il 24 maggio 1915 e il 4 novembre 1918 vide passare il numero
delle compagnie telegrafisti da 24 a 134, ognuna di esse con una propria storia
a seconda della fronte in cui operarono. Il Maresciallo Giardino parlando della
Battaglia del Piave nel II Volume della sua opera “Rievocazioni e
riflessioni di guerra” scrisse che dopo la fine delle ostilità, i Comandi
segnalarono i grandissimi sforzi fatti dai telegrafisti delle compagnie per
assicurare i collegamenti, spesso sotto il fuoco nemico in zone molto battute.
L’Ispettore Capo del Servizio Telegrafico dispose subito dopo l’Armistizio che
tutte le compagnie telegrafisti dei due reggimenti compilassero una relazione
particolareggiata degli avvenimenti più salienti durante la campagna indicando
le perdite subite e le ricompense eventualmente concesse, ma a causa di un
graduale scioglimento delle compagnie e con il progressivo congedamento del
personale, non tutte le relazioni furono completate.[2]
Oggi,
grazie in particolar modo al prezioso progetto di digitalizzazione nell’Archivio
Informatico dell’Istituto del Nastro Azzurro ed attraverso l’analisi di molti
Diari di Guerra delle compagnie telegrafisti custoditi presso l’Istituto di
Cultura dell’Arma del Genio e presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore
dell’Esercito, potrò, nell’elaborato della Tesi di Laurea, onorare il ricordo
di molti telegrafisti e delle loro gesta eroiche.
Ricorderò alcune compagnie come ad
esempio la 122 ͣ compagnia telegrafisti che affiancò i fanti della 1 ͣ Divisione
d'Assalto alle dipendenze dell'VIII Corpo d'Armata nella Battaglia della
Vittoria, dimostrandosi “attivi, fedeli e sereni, sia con le punte estreme
di arditi che sui ponti traballanti e tempestati dall’artiglieria nemica”[3]. E tra tutte ricorderò anche la 148° compagnia
telegrafisti impiegata nelle Truppe ausiliarie in Francia alle dipendenze del
II Corpo d'Armata in cui durante l'atteso attacco nemico che si pronunciò dopo
un forte bombardamento nel settore difeso dalle divisioni italiane ed in cui si
opposero con eroica resistenza perse la vita il Caporale Guido Marzuttini decorato
della Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Proverò a ricordare ed onorare il
servizio ed in particolare il sacrificio reso dai telegrafisti nella Grande
Guerra.
[1] Ad eccezione della 71^ compagnia
[2] Vezio
Angelotti, I Telegrafisti nella Guerra 1915-1918, Istituto Storico di Cultura
dell’Arma del Genio, Roma, 1963, p 71-72.
[3] Parole tratte dal saluto del Maggiore
Generale Comandante della 1^ Divisione d’Assalto O. ZOPPI all’atto dello
scioglimento del Comando della Divisione, Gradisca, 10 gennaio 1920.
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