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domenica 22 dicembre 2024

Gli eccidi fascisti e nazisti in Campania Settembre - ottobre 1943 Ragioni e motivazioni

 




La dichiarazione di armistizio non sorprese i Comandi tedeschi in Italia. Il Piano “Asche” era stato predisposto da tempo e prevedeva le adeguate contromisure tedesche in caso di fuoriuscita dell’Italia dalla guerra. A dimostrazione che la violenza verso la popolazione civile era una scelta operativa dei Comandi tedeschi fu il loro comportamento previsto come mezzo per garantirsi sicurezza e soddisfare per le esigenze logistiche, ovvero vivere sulle risorse locali. Liberatesi dai vincoli di essere alleate le truppe tedesche passarono ogni limite e nell’area campana prima retrovia del fronte, si comportarono come già si erano comportati in Polonia ed in Russia. Violenze anche gratuite, saccheggi, razzie di animali, requisizioni forzate, mancanza di rispetto per tutto quello che era italiano in nome di un “tradimento” che era più che altro nella loro fantasia, ma che giustificava ai loro occhi ogni comportamento, sono il substrato in cui fioriscono gli eccidi e le stragi, che si mescolano con scontri con antifascisti e soldati del Regio Esercito che ancora non si può chiamare resistenza vera e propria. Soprattutto quello che fu il filo conduttore, e lo sarà per tutta la durata della guerra, le razzie indiscriminate di manodopera da impegare per esigenze militari, prima, per inviarla in Germania, poi. La popolazione a questo stato di cose reagisce, in varie forme e modi, ma con il loro comportamento i tedeschi coinvolgono i civili nella guerra. La ribellione è anche sostenuta dalla speranza dell’arrivo prossimo degli Alleati, che fin da questi primi giorni sono visti come “liberatori”, ovvero coloro che pongono fine al costante pericolo tedesco, che “liberano” ognuno da questa costante pericolo di vita. Nelle grandi città questo è vero, ma nelle campagne e nei piccoli centri l’attesa dell’arrivo dei “liberatori” è anche l’occasione per eliminare ogni autorità espressione del passato regime, del fascismo, che si attuava attraverso possidenti e signorotti locali, che interpretavano a tutto loro vantaggio.[1] In tutta la campagna si assiste a rivolte municipali in cui non vi è presenza se non sullo sfondo del CNL ne tantomeno di esponenti della Repubblica Sociale Italiana, come solo sarà nei mesi a venire. E’ quasi una insorgenza di stampo settecentesco, di contadini che si vogliono liberare dei loro pesi, che si innesta nel problema delle epurazioni e della nascita dei nuovi partiti che al momento sono poco conosciuti ma che si definiscono “antifascisti” per definire  nuovi equilibri di potere  e di lotta ai privilegi. Un fenomeno che si svilupperà ulteriormente nei mesi successivi, che investirà via via le regioni investite dal passaggio del fronte, e che rimarrà in evidenza anche dopo la fine  dei combattimenti e della guerra come lotta per il possesso della terra, lotta al latifondo e che  sarà uno dei grandi temi dell’Italia Repubblica con la soluzione della annosa questione agraria, di origine risorgimentale.

Massimo coltrinari

[1] Silone è espressione di questa situazione. Vds.Fntamara ecc.

sabato 21 dicembre 2024

Testimonianze tedesche. Luglio 1944. Battaglia di Ancona . Fasi iniziali.

 APPROFONDIMENTI



Già prima che si sia fatto completamente giorno avvertiamo un incessante frastuono prodotto da carri armati. Presto vediamo il regalo: da Loreto scendono senza sosta carri armati di tutti i tipi più diversi, per lo più Sherman, e nel settore e nel settore del nostro battaglione ne contiamo 50-60. Per quanto la nostra artiglieria sia intervenuta diligentemente, l’avanzata non può venire disturbata in modo decisivo. Verso mezzogiorno il nemico si trova a circa due chilometri dalle nostre linee, pronto ad attaccare, e si spinge lentamente vinco alle nostre posizioni, protetto da un fuoco di sbarramento sempre più intenso delle armi pesanti. Purtroppo a noi mancano armi controcarri pesanti a lunga gittata. Come avevamo previsto, l’attacco principale è diretto contro la nostra 5a compagnia. In questo settore, verso le 16 (del 1 luglio 1944 n.d.a) il nemico riesce in un primo tempo a superare il Musone con tre carri armati e poi a conseguire una penetrazione di poca importanza. Allo scopo di alleggerire il suo plotone, che era fortemente minacciato, il sottotenente Landmann attacca un carro armato con un lanciarazzi controcarro che, però, manca il bersaglio. Così rimasto allo scoperto davanti al carro, viene gravemente ferito. Poco dopo anche il comandante della compagnia, sottotenente Scholl, rimane gravemente ferito da un colpo in pieno abbattutosi sul posto comando di compagnia. I carri armati tentato poi di travolgere la nostra linea accerchiandola su due lati e la manovra riesce però soltanto sul lato sinistro dove il plotone, che rappresenta appunto il lato sinistro dello schieramento della 5a compagnia, viene completamente annientato, mentre sulla destra, sul terrapieno della ferrovia, possiamo tenere la posizione. Ma ben presto la situazione si fa critica, Mel frastuono del combattimento deduco che ai carri armati nemici doveva essere riuscito a raggiungere la quota 45, che domina la zona. I reparti della 8a compagnia, impegnati in quel settore, si difendono valorosamente al comando del sottotenente Kuhn, ma vengono annientati e lo stesso comandante, ferito, viene fatto prigioniero. In queste condizioni, dal battaglione mi giunge l’ordine di dare personalmente il punto di situazione, di raccogliere gli uomini dei reparti sbandati ed eventualmente, con l’impiego delle mie riserve, di eliminare l’infiltrazione o per lo meno di bloccarla, Sotto un pesante fuoco di artiglieria inframezzato ripetutamente dal bagliore dei colpi sparati dai mezzi corazzati, ci affanniamo a raggiungere il terrapieno della ferrovia, ma non riusciamo a superarlo. Se solleviamo la testa, veniamo subito fatti segno al fuoco nemico, Distinguo due Sherman a quota 45 che, illusoriamente, effettuano un controattacco allo scoperto. Non appena incomincia ad imbrunire chiamo vicino a me un altro gruppo di uomini. Con due gruppi e due squadre armate di lanciarazzi controcarro, appartenenti alla 14a compagnia, al comando del sottotenente Jaensch spingiamo avanti, rastrelliamo uomini della 5a compagnia che erano sparsi per i campi e chiudiamo alla meno peggio la falla che si era prodotta nelle nostre linee. Purtroppo il tentativo di distruggere con una squadra di assalto i due carri armati a quota 45 fallisce per la prontezza degli equipaggi. Il sergente Lange della 14a compagnia, che per la distruzione di parecchi mezzi corazzati verrà successivamente citato nel Bollettino dell’Onore dell’Esercito, cadde colpito al petto e due altri uomini rimangono feriti.

Dopo aver ceduto al sottotenente Jaensch il comando del settore tenuto dalla 5a compagnia, dal mio posto di comando faccio rapporto sulla situazione al comando di battaglione. Apprendo con sollievo che già nel corso una compagnia del reggimento di difesa costiera rinforzerà i resti della 5a compagnia e così le mie squadre saranno di nuovo disponibili. Effettivamente, prima dell’alba (del 2 luglio 1944 n.d.a.) torna Jaensch con le nostre squadre.

 

“Nella notte tra il 2 ed il 3 luglio (1944  N.d..A.) i polacchi attaccano con limitare forze corazzate e di fanteria il settore tenuto dalla seconda compagnia del nostro 992.mo reggimento granatieri proprio sulla linea di contatto con il settore del 993° reggimento granatieri (esattamente con il I Battaglione del 993° reggimento, riuscendo a spingersi sino alla periferia su di Castelfidardo e facendo anche dei prigionieri. E’ chiaro che si è trattato di una puntata ricognitiva dato che il nemico ha impegnato forze relativamente esigue. Forse i polacchi hanno anche avuto l’intenzione di occupare la città con un colpo di mano”. Immediatamente il I Battaglione  del 992° Reggimento ha preso gli opportuni provvedimenti e così alla 2° compagnia  del 992° Reggimento rinforzata da un gruppo di assalto guidato dal sottotenente Tiedmann e da un plotone della compagnia mitragliatrici, condotto dal maresciallo Schwetzhe, riesce a rintracciare il nemico oltre la primitiva linea di combattimento. Però da quel momento, il fronte resta in continuo movimento

venerdì 20 dicembre 2024

La Guerra di Liberazione. Una guerra su Cinque Fronti. Il III Fronte Gli Internati combattenti sfruttati e traditi

 APPROFONDIMENTI


La scelta di non aderire alle proposte di collaborazione al nazifascismo da parte degli Internati Militari Italiani fu una sorpresa sia per i tedeschi che per Mussolini.  Sia i tedeschi, come mano d’opera volontaria, sia Mussolini, come soldati delle forze Armate repubblicane, molto avevano contato su questa massa di giovani che nella sostanza era stata educata dal fascismo, nelle fila della Gioventù Italiana del Littorio. Il loro massiccio rifiuto fu la certificazione del fallimento del fascismo come regime, e per la Repubblica Sociale, una ennesima dimostrazione di debolezza agli occhi dei tedeschi. A tutto questo si cercò di porre rimedio con una operazione di vertice, ovvero trasformando lo status di Internato Militare in quello di “lavoratore civile”, accordo tra Hitler e Mussolini del 20 luglio 1944, firmato in circostanze drammatiche proprio nel giorno dell’attentato di von Stauffenberg alla Tana del Lupo. Nella sostanza poco cambiava: gli Internati, a prescindere da come era il loro status continuarono ad essere trattati dai tedeschi come schiavi, mentre quelli che avevano aderito avevano condizioni poco migliori dei non aderenti, ma sempre lavoratori coatti. Questo ennesimo tentativo di mascherare la non adesione sottolinea il significato di una decisione che rappresenta una delle scelte più difficili della Guerra di Liberazione. Cercare di minimizzare, o mascherare questa scelta è stata la caratteristica di questo fronte nel 1944, a cui si risposte da parte degli Internati Militari, in un contesto di disperata solitudine, con coerenza e determinazione a continuare nelle scelte iniziali.


giovedì 19 dicembre 2024

Difesa della Propria identità

 DIBATTITI


 Nel 2025 il CESVAM - Centro Studi sul Valore Militare si deve impegnare a difesa della  identità dell'Istituto del Nastro Azzurro. Il Valore Militare è di tutti gli Italiani, nessuno può utilizzarlo per i propri fini di parte, di qualsiasi colore sia, ricordando a tutti che l'Italia, ha una Costituzione e che il 2 giugno 1946 il Popolo Italiano, dopo una guerra in cui eserciti stranieri hanno messo a ferro e fuoco ogni lembo del nostro territorio, per scelte non certo del popolo stesso, ha scelto la sua forma Istituzionale. 

Le infiltrazioni che stiamo vedendo nelle Federazioni e negli atteggiamenti di soci che esaltano una parte portano solo discredito all'Istituto e ne intaccano il prestigio. 

Che poi la nostra Repubblica rispetti tutte le idee, e dia a tutti la libertà di esprime il proprio pensiero, è un ulteriore ragione che dimostra che questa forma di Stato non esclude nessuno, ma va difesa contro  chi lo  vuole negare.

IL CESVAM nel 2025 si impegnerà nelle forme previste dallo Statuto affinchè chiarezza e lealtà si possano affermare. 



1.      

mercoledì 18 dicembre 2024

SAVE THE DATE. 16 gennaio 2025 ore 15.- Recanati. Consegna dell'Emblema Araldico

 


La Federazione Regionale delle Marche dell’Istituto del Nastro Azzurro promuove il conferimento dell'Emblema Araldico, su proposta della Federazione Provinciale di Macerata, alla Sig.ra Giovanna Ceccaroni, figlia della MOVM Mario Alessandro Ceccaroni caduto sul fronte greco-albanese il 16 gennaio 1941. con la collaborazione del Municipio di Recanati. e della Federazione Provinciale di Ancona, su una idea progettuale del CESVAM- Centro Studi sul Valore Militare.

Info: federazione.marche@istitutonastroazzurro.org

martedì 17 dicembre 2024

La Guerra di Liberazione una Guerra su Cinque Fronti. II Fronte I Ribelli L'Unita come regola base

 APPROFONDIMENTI


Il 1944 per il II fronte, il movimento ribellistico nasceva dalle ceneri dei disastri dei mesi precedenti. Si era compreso che la rivolta armata non poteva essere condotta con i criteri della guerra classica. Occorreva adottare nuove tattiche, per evitare di essere sempre soccombenti di fronte ad un nemico agguerrito e più forte, con un armamento più potente ed adeguato.  Inoltre occorreva provvedere ad una logistica partigiana più accorta, meno labile, dipendente dal caso e dalla improvvisazione. Basilare la ristrutturazione del settore informativo, con contrasto efficace alle spie, ai delatori, agli opportunisti e ai doppiogiochisti.  Dal punto di vista militare le bande si organizzarono in modo tale da evitare lo scontro diretto, la difesa ancorata e soprattutto di attaccare in massa il nemico. Inizia una progressione di qualità militare che porterà le formazioni ribellistiche ad essere sempre più agguerrite. Oggi si direbbe la strategia del debole verso il forte, in cui non solo la guerriglia ma anche gli atti singoli, detti di terrorismo, furono adottati. Sulle montagne prese quindi sempre più forme dirette di guerriglia, mentre nelle città, i GAP e le SAP adottarono le tecniche terroristiche, con attentati e colpi di mano diretti a personalità e simboli della Repubblica Sociale italiana e dei tedeschi. Fu una progressione di miglioramento costante, mese dopo mese.  La reazione delle forze avversarie fu sostanzialmente inefficace e improduttiva, tutto basato sulla rappresaglia e sulla violenza incontrollata verso la popolazione, che sostanzialmente conquistare la quale era il vero obiettivo del movimento ribellistico che fu realizzato sul finire del 1944.

 Per i responsabili della Resistenza, risolto il problema militare, rimaneva quello principale, ovvero mantenere unite le forze che avevano deciso di ribellarsi.  I tedeschi fecero ogni sforzo per dividere le varie componenti del movimento ribellistico, soprattutto quelle di democrazia liberale, monarchica, cattolica e in genere, centrista. Ogni sforzo fu sventato e l’unità del fronte ribellistico fu mantenuta integra. Paradossalmente il vero colpo mortale al movimento fu portato, a metà novembre, da chi meno lo si aspettava: gli Alleati. Il proclama di Alexander del 20 novembre che invitava i ribelli a smobilitare e a tornarsene a casa per l’inverno fu in sostanza interpretato da amici e nemici come un invito ad abbandonare la lotta armata. Fu un momento molto difficile, che diede vigore agli avversari e metteva in discussione tutta l’architettura della Resistenza. Il 1944 fu un anno di crescita, di successi, di speranza che tutto si concludesse entro l’inverno ma che si concluse con una momentanea botta d’arresto, soprattutto politica e morale.

 


lunedì 16 dicembre 2024

lA RICOSTRUZIONE E LO STUDIO DI UN AVVENIMENTO STORICO

 DIBATTITI



 


 

LA RICOSTRUZIONE E LO STUDIO DI UN AVVENIMENTO MILITARE

Note del “Massimo” storico

             

Il volume si prefigge di fornire a studenti e ricercatori, uno strumento utile al fine di ricostruire e studiare, il più correttamente possibile, un evento storico-militare (del passato) proponendo un metodo di analisi consequenziale. Un volume che vuole essere uno strumento, più da consultare che da leggere.

 

F.to 17x24, Pagg, 320, Cartine, Illustrazioni, Casa Editrice Nuova Cultura, Roma, Gennaio 2009, Settembre 2015

ISBN 78886134267511, Euro 18,50

domenica 15 dicembre 2024

Eccidio di Fiesole 12 agosto 1944.

DIBATTITI

Progetto 2024/2 

a Cura di Manuel Vignola

La storia dei Tre Carabinieri attraverso i verbali di interrogatorio dei protagonisti a cura di Jonathan K. Nelson e Camilla Torracchi.

 1 1. Amico Giuseppe, vicebrigadiere e comandante della caserma dei Carabinieri di Fiesole, processo verbale di interrogatorio tenuto presso l’ufficio della Tenenza Suburbana dei Carabinieri di Firenze il 22 marzo 1945, ore 15. 

2. Bartolini Domenico, fabbro a Fiesole, processo verbale di interrogatorio tenuto presso l’ufficio della Stazione dei Carabinieri di Fiesole il 27 settembre 1944, ore 10. 

3. Benincasa Mannucci Giulio, maggiore comandante interinale, rapporto sui Tre Carabinieri e proposta per il conferimento agli stessi della medaglia d’oro, e al carabiniere Naclerio Francesco della medaglia d’argento, 21 marzo 1945. 

4. Naclerio Francesco, carabiniere a piedi, processo verbale di interrogatorio tenuto presso l’ufficio della Stazione dei Carabinieri di Fiesole il 27 settembre 1944, ore 13.30. 

5. Naclerio Francesco, carabiniere a piedi, dichiarazione tenuta presso l’ufficio della Tenenza Suburbana dei Carabinieri di Firenze il 25 ottobre 1944. 

6. Naclerio Francesco, carabiniere a piedi, processo verbale di interrogatorio tenuto presso l’ufficio della Stazione dei Carabinieri di Fiesole il 18 febbraio 1945, ore 11. 

7. Naclerio Francesco, carabiniere a piedi, dichiarazione verbale, Napoli, 1° luglio 1976.

 8. Nieri Raffaello, ragioniere del Comune di Fiesole, processo verbale di interrogatorio tenuto presso l’ufficio della Stazione dei Carabinieri di Fiesole il 27 settembre 1944, ore 16. 

9. Oretti Luigi, segretario del Comune di Fiesole, processo verbale di interrogatorio tenuto presso l’ufficio della Stazione dei Carabinieri di Fiesole il 27 settembre 1944, ore 16. 

10. Torrini Edilia, domestica presso la caserma dei Carabinieri di Fiesole, processo verbale di interrogatorio tenuto presso l’ufficio della Stazione dei Carabinieri di Fiesole il 27 settembre 1944, ore 17. 

11. Turini Luigi, Monsignore e Cancelliere del Vescovo di Fiesole, processo verbale di interrogatorio tenuto presso l’ufficio della Stazione dei Carabinieri di Fiesole il 27 settembre 1944, ore 9


I  documenti sono stati reperiti e fotografati da Jonathan K. Nelson e trascritti da Camilla Torracchi. Tutti i documenti citati- eccetto il n. 5- sono disponibili a Roma, presso l’Ufficio Storico del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Siamo estremamente grati al Col. Alessandro Della Nebbia, Capo Ufficio Storico, e al Ten. Col. Flavio Carbone per la loro fondamentale assistenza

sabato 14 dicembre 2024

La Guerra di Liberazione . Una guerra su Cinque fronti Il I Fronte Una lunga lotta per esistere

 APPROFONDIMENTI


Il primo fronte deve combattere una sua propria battaglia per esistere. Dopo il ritiro dalle posizioni di Montelungo, sconfitti e con il morale bassissimo, la possibilità di avere truppe combattenti italiane stava per scemare. I Britannici insistevano per non concederle ed impiegare i soldati italiani solo nelle Divisioni Logistiche dette “Ausiliare”, mentre il solo sostegno statunitense poteva non bastare se le truppe ed i quadri mostravano le carenze disciplinari mostrate fino ad allora. Le diserzioni, ovvero l’assenza arbitraria e momentanea alle bandiere come si usava dire allora avevano caratterizzato la compagine combattente italiana. La rivolta di oltre 190 Allievi Ufficiali dei bersaglieri rimase significativa. Ci volle tutta la abilità del gen. Utili, e la sensibilità del gen. Messe per riuscire a controllare la situazione che stava degenerando in modo incontrollabile. La situazione migliorò nel mese di marzo con l’arrivo di unità integre dalla Sardegna. La felice azione di Monte Marrone fu la svolta che salvò la situazione: gli americani e quindi tutti gli altri alleati si convinsero che gli Italiani potevano ritornare utili nel prosieguo della guerra. Assegnati al settore adriatico, come divisone del Corpo d’Armata polacco, la bella prova di Filottrano a luglio, fece sì che gli Alleanti, compresi i britannici, anche per le esigenze ormai pressanti di “Anvil”, decisero non solo di accettare truppe combattenti italiane, ma anche di elevarne il numero da 25.000, e portarle a 40. /50.000 giugno luglio, e a settembre, a 250.000 con la creazione dei Gruppi di Combattimento. Intanto il numero delle unità logistiche, dette “Ausiliare” avevano raggiunto i 200.000 uomini.

La battaglia per l’esistenza come combattenti era stata vinta. Il Regio Esercito, e le altre Forze Armate partecipavano alla guerra, combattendo non solo come contributo alle esigenze logistiche. Per l’Italia si poteva sperare in un futuro migliore.


venerdì 13 dicembre 2024

Eccidi Nazisti e Fascisti in Toscana 1944

 DIBATTITI

 Progetto 2024/2

PROGETTO

I MARTIRI DI FIESOLE DEL 12 AGOSTO 1944 LA RESISTENZA. GLI ECCIDI IN TOSCANA E

LA MEMORIA NELL’80° ANNIVERSARIO

 

1. Oggetto del progetto

Ricostruire gli avvenimenti di un episodio significativo ( I Martiri di Fiesole) a premessa della ricostruzione didascalica, nel quadro della guerra di liberazione, degli eccidi che si sono avuti in Toscana nel corso della Guerra di liberazione ( settembre 1943 – agosto 1944 per la Toscana). Ricostruire la Memoria nell’80° degli avvenimenti.

 

2. Scopo:

Pubblicare un volume in cui tutte le ricerche effettuate trovino collocazione.

 

3. Criteri della ricerca e quindi della pubblicazione.

I Criteri che si possono adottare per svolgere la ricerca sono molteplici: si sono scelti i seguenti

a. Criterio territoriale.

- ripartizione geografica per province di quanto rilevato

b. Criterio Quantitativo

- individuare quanti eccidi si sono commessi e che entità in termini di Vittime e Danni Materiali

c. Criterio temporale

- individuare e calendarizzare gli eccidi in base al tempo in cui sono avvenuti

d. Criterio rievocativo e di memoria

-individuare il livello di memoria attuale in essere

e. Criterio motivazionale

- individuare i perché l’eccidio è stato commesso e le motivazioni che l’Occupatore adotta per il suo comportamento ed azione

In base a questi criteri,  in cui si raccolgono tutte le notizie relative all’eccidio.

 


 

giovedì 12 dicembre 2024

La Carte degli Eccidi Nazisti e Fasciti in Italia. La Campania

 DIBATTIT

Progetto 2024/1 







Fonte:. Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia.

ATLANTE STORICO DELLA  RESISTENZA ITALIANA, 

 Bruno Mondadori Editore, 2018

Situazione tra settembre ed ottobre 1943.   in Campania

(continua)

mercoledì 11 dicembre 2024

la guerra di liberazione. Una guerra sui cinque fronti. il 1944 Le scelte di campo sono terminate

 APPROFONDIMENTI

Gli Italiani: La Guerra di Liberazione

Esiste una profonda differenza tra la Campagna d’Italia e la Guerra di Liberazione. La prima è combattuta da alleati contro i tedeschi nel quadro della seconda guerra mondiale. La seconda è il risultato della sconfitta del Regno d’Italia e del fascismo nella seconda guerra mondiale; gli Italiani, senza più nulla si trovarono di fronte a loro stessi con eserciti stranieri che si combattevano sul loro territorio. Ognuno fu chiamato ad una scelta, che diede vita ai fronti di quella che poi fu chiamata “guerra di liberazione”, liberazione da chi aveva combinato tanto sfacelo e tanto disastro. Nel 1944 i fronti della guerra ebbero loro caratteristiche ed evoluzioni, frutto delle scelte dell’anno precedente.

 

2a. Le scelte di campo sono terminate

Il trauma della crisi armistiziale del settembre 1943 produsse i suoi effetti per anche nel mese di ottobre, di novembre e di dicembre. Con la fine dell’anno era ormai chiaro a tutti che l’Italia era divisa in due, che eserciti stranieri si combattevano sul suolo nazionale e che vi era una parte di italiani che operavano a favore di una coalizione ed una parte che operava per l’altra. Nel mezzo la massa di coloro che cercavano solo di sopravvivere. Molti di loro adottarono una forma di attesa, per vedere chi avesse prevalso, altri si adattavano alle circostanze e cercavano di approfittarne per migliore la propria posizione, altri sopravvivevano e basta, nelle tantissime difficoltà che la situazione presentava. Erano giorni tristi, difficili e in qualcuno si fece strada che il peggio doveva ancora avvenire. Le popolazioni meridionali erano leggermente avvantaggiate, in quanto il regime alleato era più tollerante. Il mercato nero fioriva, i vincoli sociali si stavano allentando, e l’autorità statale era molto labile, ma nella sostanza si sopravviveva senza patemi d’animo e apprensioni. Nel centro e nel nord Italia la popolazione era presa tra l’azione tedesca di occupazione e repressione e l’azione dei repubblichini di Salò animati da una grande voglia di ricostruire un fascismo che tutti, in un modo o nell’altro, anche inconsciamente, ritenevano che avesse fallito. Era iniziata la caccia ai “traditori”, a qualcuno a cui dare la colpa di tanti disastri e punirlo; nel contempo cercare di agire in modo tale che l’idea fascista, pura e scintillante, potesse essere finalmente realizzata. Tutti erano chiamati a vivere “pericolosamente”, ma nella realtà erano estremisti più velleitari che reali, in quanto tutto dipendeva dai tedeschi e dall’andamento della guerra, che peraltro non si sarebbe decisa in Italia.


martedì 10 dicembre 2024

Il Quadro di Battaglia del Regio Esercito il 10 giugno 1940

 DIBATTITI


I

IL QUADRO DI BATTAGLIA DELL’ESERCITO ITALIANO – 10 GIUGNO 1940

Istituti, Armi, Corpi, Servizi

 

Elenca le unità ed i Corpi, con didascaliche indicazioni della loro storia dall’Unità al 1940, che componevano il Quadro di Battaglia del Regio Esercito al momento della dichiarazione di guerra attraverso la quale entrammo nella Seconda Guerra Mondiale. In modo indiretto il volume dimostra che era uno strumento degno di nota e consistente.

 

F.to 17x24, Pagg, 255, Illustrazioni, Casa Editrice Archeoares – Viterbo, Settembre 2022

ISBN 78889982269, Euro 10, (Progetto 2020/2)

 IL volume può essere chiesto a: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org


lunedì 9 dicembre 2024

Centro studi sul valore militare - Catalogo

NOTIZIE CESVAM

 Progetto 2023/2 Divulgazione  

        


            LE EDIZIONI A STAMPA 2014 - 2024

CATALOGO

(a cura di Massimo Coltrinari)

L’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare, nelle sue molteplici attività nel campo di diffondere dei valori statutari, si è impegnato, dal 2014, nella promozione culturale, finalizzata alla conoscenza storica, attraverso anche l’attività editoriale.

 

I volumi che sono stati pubblicati, oltre 50 titoli, che sono le risultanze delle attività di ricerca e studio attivate tramite progetti, riguardano i variegati aspetti della storia militare e, in generale, la storia contemporanea attraverso la particolare ottica del Valore Militare, sia espresso che non riconosciuto.

 

Questo percorso editoriale ha l’intento di valorizzare e stimolare la conoscenza del Valore Militare italiano, soprattutto verso le generazioni più giovani, come contributo e sostegno alla loro formazione di uomini e di cittadini nell’esempio e nel ricordo di chi ci ha preceduto.

 

E’ disponibile, DAL GENNAIO 2025  un Catalogo, dal titolo “ Le edizioni a stampa 2014 -2024” edito dal Centro Studi sul Valore Militare – CESVAM che si può chiedere a: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org. Per ogni altra informazione: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org.

domenica 8 dicembre 2024

La Seconda Guerra Mondiale 1944 La Battaglia di Rimini e l'arresto sulla Linea Gotica

 APPROFONDIMENTI


Quando il maresciallo Montgomery lasciò il comando della VIII Armata nel dicembre 1943 l’Armata era attesta ad Ortona, conquista con molta fatica. Siamo negli Abruzzi. Per tutta la primavera non vi sono guadagni di terreno notevoli e le posizioni sono mantenute in attesa che il fronte tirreno avesse delle novità sostanziali. Tutti speravano che l’azione su Anzio avesse avuto successo e quindi il crollo del fronte sud tedesco. L’unica soluzione per la Germania era ritirarsi sulla linea degli Appennini. Ma il fronte tedesco a febbraio, marzo ed aprile resse con una certa sorpresa; lo sbarco di Anzio si cristallizzò nei mesi di marzo ed aprile, diventando statico. La progressione delle truppe alleate sul fronte adriatico era affidata da giugno 1944 al II Corpo Polacco, reduce vittorioso della conquista di Cassino. Mentre sul tirreno, le forze vittoriose di Cassino si unirono a quelle uscite dalla testa di ponte di Anzio, e conquistarono Roma, sorpassandola e puntando verso nord. Giugno fu speso in questa marcia, non contrasta dalle forze tedesche, che proseguì nel mese di luglio, quando iniziò a farsi sentire il salasso di unità e di truppe, ritirate dal fronte italiano per impiegarle nell’invasione della Francia meridionale. Sulla litoranea tirrena, le truppe alleate puntavano a Livorno, la cui conquista del porto era essenziale, essendo il più vicino Napoli

Sul fronte adriatico la progressione del II Corpo Polacco lungo la strada Adriatica, con i tedeschi che potevano solo permettersi a momenti di arresto temporaneo seguiti da ripiegamenti o reazioni dinamiche locali. La costa a pettine delle Marche dove i corsi dei fiumi, con andamento ovest-est, erano tra sistemi collinosi di media altezza e ampiamente popolato. Ai primi di luglio i Polacchi erano arrivati ad investire gli antemurali di Ancona, la cui conquista del porto era il loro vero obbiettivo, per alleggerire il peso logistico ormai divenuto veramente pesante in quanto tutti i rifornimenti ed i materiali arrivavano dai porti pugliesi, Bari Brindisi e Taranto. I Polacchi attaccarono le posizioni tedesche ( prima battaglia per Ancona) con solo due divisioni e oltre 200 carri armati. La grande fiducia nelle forze corazzate fece commettere un errore di sottovalutazione delle difese tedesche. Dopo cinque giorni di combattimenti la progressione polacca era minima e le perdite notevoli, tra cui 49 carri armati, il 25% della forza. Sospesa l’offensiva, fu chiamo in linea il Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) disseminato lungo la linea montana tra l’Abruzzo e le Marche. In soli due giorni le unità elementari del C.I.L. furono portate in linea, ed il 6 luglio 1944 erano attestati a ridosso di Filottrano, punto nevralgico per la conquista di Ancona. I dieci gruppi di artiglieria e i cinque battaglioni di fanteria del C.I.L. il giorno successivo assunsero le posizioni di partenza e all’all’alba del 8 luglio attaccarono le posizioni tedesche di Filottrano, difese da tre carri medi e due battaglioni di fanteria. E’ la battaglia che consacra il C.I.L., la prima condotta con rapporti di forza accettabili (artiglieria/fanteria 2:1, i con il nemico il rapporto in termini di battaglioni di 5:2), la prima con esito vittorio dopo quattro anni di sconfitte. Il 9 mattina, dopo che nella notte i tedeschi si erano ritirati con pesanti perdite (un battaglione fu letteralmente distrutto), il tricolore svettava su Filottrano e si apriva lo scenario per la manovra canonica di attacco di corpo d’armata, a cui partecipò come terza divisone a pieno titolo il C.I.L. per la conquista di Ancona. Il 18 luglio 1944 l’azione fu lanciata e a sera i Polacchi avevano conquistato la città dorica ed il porto, mentre due giorni dopo, il 20 luglio, il C.I.L. conquistava Jesi, costringendo i tedeschi a ripiegare sul Cesano. Già il 23 luglio grazie ai lavori dei genieri alleanti, con unità anche italiane, la prima nave “Liberty” attraccò ed iniziò a sbarcare i materiali urgenti. Entro una settimana fu ripristinata la raffineria di Falconara Marittima, che permise alle truppe alleate di spedire più celermente, contando su rifornimenti di carburante sicuri.

Ad agosto fu raggiunta la linea del Metauro, e qui il C.I.L. fu ritirato dalla prima linea per essere riorganizzato. Dotato di equipaggiamenti e materiali britannici, diede vita ai Gruppi di Combattimento, che entrarono in linea a gennaio 1945.

Senza alcuna partecipazione di truppe italiane, gli Alleati lanciano la operazione “Olive”, in cui impiegarono altre 100.000 soldati, voluta espressamente da Churchill il quale contava di sfondare e puntare celermente su Ravenna Venezia e raggiungere in breve tempo Trieste e la soglia di Gorizia per poi dilagare su Lubiana e Vienna con l’intento strategico di arrivare al centro dell’Europa e impedire ulteriori avanzate verso occidente dell’Armata Rossa. Era un disegno prettamente britannico, che vide gli statunitensi rimanerne estranei, tutti intenti a concentrare i loro sforzi nella Francia occidentale e considerare il fronte italiano ormai secondario.

Nei mesi di settembre ed ottobre la progressione britannica non raggiunse gli obbiettivi sperati. Kesserling adottò anche in questa circostanza tecniche di difesa molte elastiche, cercando di non irrigidirsi sulla difesa fissa, e cercando di non farsi distruggere sul posto. Una sorta di ampio frenaggio che diede i suoi. L’azione tedesca fu anche agevolata dalle condizioni meteorologiche molto negative, con forti piogge che ingrossarono i fiumi nell’area intono a Rimini. La battaglia di Rimini, che molti autori locali considerano, in gran parte a ragione, la più grande battaglia non solo del fronte italiano ma anche quello degli ultimi anni di guerra sul fronte alleato. Le perdite alleate furono fra Caduti, feriti, ammalati e pochi prigionieri ammontarono a circa 30.000 uomini. Il 25 ottobre la battaglia si concluse, con i Polacchi che pochi giorni prima erano entrati a Cesena. Non solo Vienna e Lubiana, ma anche Trieste, Venezia e Ravenna erano ancora lontane.

 L’arrivo dell’inverno costrinse gli Alleati a non lanciare più offensive. La Linea Gotica allestita e difesa dai tedeschi aveva resistito ed un altro anno di guerra si prospettava per il fronte italiano.


sabato 7 dicembre 2024

CESVAM. Collaborazioni con le Federazioni/ Federazione delle Marche

 NOTIZIE CESVAM




Si prende atto del Comunicato relativo alla costituzione della Federazione delle Marche, che si riporta integralmente:

COSTITUZIONE

 DELLA FEDERAZIONE REGIONALE DELLE MARCHE_

DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALORE MILITARE.

 

COMUNICATO

 

1.   In data 31 ottobre 2024 si è costituita la Federazione delle Marche delle provincie marchigiane per volontà dei Presidenti di Federazione Provinciali di Ancona, Macerata, Pesaro- Urbino ed Ascoli Piceno coadiuvati da Soci che hanno condiviso e individuato i motivi e la necessità di questa iniziativa.

2.   La necessità di creare sinergia tra tutte le forze vive ed operative dell’Istituto del Nastro Azzurro fra combattenti decorati al valore, d’ora in avanti, Istituto del Nastro Azzurro, delle Marche al fine di coordinare le iniziative e gli sforzi per la realizzazione dei fini statutari dell’Istituto stesso nell’ambito regionale.

3.   La Federazione costituenda avrà come Statuto e Regolamento  lo Statuto ed il Regolamento in vigore con le modifiche deliberate dal XXIX Congresso Nazionale (2014) negli articoli applicabili, in armonia ed in accordo con la Presidenza Nazionale, e su queste basi si esternano gli intenti costitutivi della Federazione in questa lettera, nel solco di quanto si è realizzato in Toscana con la creazione della Federazione Regionale della Toscana e sui contributi ed indicazioni dei Soci Proponenti e Fondatori

Le prerogative ed i poteri dei Presidenti delle Federazioni provinciali sono intatti, rispettati e non intaccati dalla presenza della Federazione Regionale delle Marche

4.   Si è considerato che è necessario avere un soggetto da parte dell’Istituto del Nastro Azzurro, che coordinare potenzi le iniziative delle Federazioni provinciali, che possa colloquiare con i Rappresentanti e le Autorità della Regione Marche sia militari che civili con credibilità, prestigio e competenza, per la realizzazione di iniziative a livello regionale, che possano avere ricadute positive anche a livello provinciale e locale.

5.   Si è anche considerato che è in atto dal 2022 un progetto per la creazione di un Albo d’Oro Nazionale dei Decorati italiani e stranieri, con ampia attività riguardante i Decorati delle provincie marchigiane, al fine di una creazione di un quadro generale dei Decorati delle Marche, recuperando tutto il portato di Storia e Tradizione che l’Istituto del Nastro Azzurro ha nella regione, che vanta una delle prime tre Federazioni fondate in Italia dell’Istituto del Nastro Azzurro, il 14 aprile 1924, quella di Ancona.

6.   l’Organigramma della Federazione prevede la Figura di un Presidente, di 4 Vice Presidenti (che sono i Presidenti della Federazione Provinciale di Ancona, Pesaro Urbino, Macerata ed Ancona o loro delegati) Da una Assemblea ( composta dai Presidenti delle Federazioni Provinciali delle Marche o loro delegati e dai soci proponenti) un Ufficio di Presidenza,  una Segreteria (Affidata alla Federazione di Ancona), la assenza totale di Soci (se non quelli su delega dei Presidenti Provinciali) (nella accezione che gli eventuali nuovi soci si possono iscrivere alle Federazioni Provinciali e non alla Federazione Regionale). Inoltre La Federazione di Ancona accoglie nel suo bilancio le eventuali entrate ed uscite della Federazione. L’organigramma sarà ulteriormente affinato all’indomani della elezione del Presidente della Federazione Regionale delle Marche, sentiti i Vice Presidenti della Federazione e l’Assemblea dei Soci Proponenti e fondatori.

7.   Il Presidente della Federazione di Ancona, sentito in varie occasioni il Presidente Nazionale, i Presidenti delle Federazioni Provinciali Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro Urbino, e, ed i Soci Claudio Anconetani (Federazione di Macerata), Claudio Fiori, MAVM, socio Federazione di Ancona, Aldo Belvederesi, Socio Federazione di Ancona, Giovanni Riccardo Baldelli, Socio della Federazione di Ancona, Germano Vicarelli, Socio della Federazione di Ancona, Marco Contardi (Socio della Federazione di Macerata) che in questa lettera sono indicati come Soci Proponenti e Fondatori, avendo partecipato a vario titolo ai lavori preparatori, ha preso l’iniziativa di realizzare in concreto questi intenti.

8.   Il Presidente della Federazione di Ancona, sentiti per le vie brevi tutti i Soci Proponenti e Fondatori, ha convocato l’Assemblea dei Soci Proponenti e Fondatori per la Costituzione della Federazione Regionale delle Marche, per il giorno 31 ottobre 2024 alle ore 10,30  in Osimo Ancona), Via Guasino 12. Ore 10,30 con il seguente Ordine del Giorno:

1.   Costituzione della Federazione Regionale delle Marche.

2.   Elezione del Presidente della Federazione Regionale delle Marche

3.   Costituzione dell’Ufficio di Presidenza della Federazione Regionale delle Marche

4.   Costituzione della Segreteria della Federazione Regionale delle Marche

5.   Presa d’Atto dello Statuto e del Regolamento dell’Istituto Nazionale del Nastro Azzurro, nei articoli applicabili alla costituenda Federazione

6.   Varie ed eventuali

Periodi di validità: per il quadriennio 2024 -2028.

Dalla Assemblea dei Soci Fondatori e Proponenti è risultato essere eletto alla Carica di Presidente la MAVM Claudio Fiori.

L’apposito verbale è stato inviato alla Presidenza Nazionale. In data 8 novembre 2024 il Consiglio Nazionale dell’Istituto Presieduto dal Gen Carlo Maria Magnani, nella sua sessione, ha preso atto di tale costituzione nei termini indicati.

Indirizzo della Federazione: federazione.marche@istitutonastroazzurro.org

    Ancona 10 novembre 2024

 

 

 

venerdì 6 dicembre 2024

Collaborazione CESVAM. Federazioni. Toscana II Parte

 NOTIZIE CESVAM

ATTIVITA IN PROGRESS

CESVAM/FEDERAZIONE TOSCANA 2025

Lineamenti dicembre 2024

 

Situazione

Acting

1

PRESENZA NASTRO AZZURO

Consegna Libri della Collana Il Nastro Azzurro alle Biblioteche Comunali di Paesi contattati.

Previo colloquio con il Sindaco/ Assessore  memorandum di intesa in cui a fronte di un versamento di una cifra alla Federazione Toscana ( minimo 200/300 euro) si versano i volumi del Cesvam+ Invio 4 Numero Quaderni + Sei Numero periodico

Elenco dei Comuni

Contatto con Sindaci/Assessori

 

 

Progetto collegato con Libro Stragi in Toscana

 

 

Progetto Collegato con Raccolta Testimonianze Missione di Pace

Museo Montevarchi

 

Consegna Libri:

-          Direttamente

-          Invio da Roma

 

2

IL VALORE MILITARE IN TOSCANA

Albo d’Oro

Trovare una Persona che inserisca dati

Contratto Trimestrale. Modalità di lavoro smart working 9 ore settimanali/

O Inserimento Mille Nominativi.

 

 

Progetto in progress, dopo aver individuato la persona

3

ANNO 1945 -

Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione.  Chiedere a Roberta direttamente 5 serie (dal n. 2 al n. 8) con spedizione diretta  Spese Postala Carico Presidenza.

 

Per agevolare progetto campagna informativa master (5

4

RICERCHE ULTERIORI

I quaderni dell’ecomuseo cosentino

Gli Occhi della Ragione

Sviluppo delle ricerche ulteriori. al fine di una pubblicazione a carattere scientifico

Progetto collegato

A Propaganda Master

 Storia

Tesi di Laurea.

 

 

5

CAMPAGNA INFORMATIVA MASTER

Sviluppo di una campagna informativa sui Master ( Storia – Politica Militare – Terrorismo ed Anti terrorismo) al fine di individuare eventuali frequentatori

Ogni Iscrizione della Toscana quota di assegnazione in Euro (200/300) da parte del Cesvam alla Federazione.

 

Modalità

Cesvam invia

Brouchure dei master

Bandi di Iscrizione

 Materiale Vario

 

Consegnato Poster su Cosa è Il Nastro Azzurro

Segnalibri co i Volumi Pubblicati

 Modalità in progress

6

STORIA LOCALE

Individuare Storici Locali per sviluppare ricerche da trasformare in volumi da pubblicare finalizzati ad interesse locali

Eventuali finanziamenti locali ottenuti alla Federazione Toscana

Progetto collegato a

Campagna Informativa Master (N.5)

7

SINERGIA

Santa Anna di Stazzema. Sviluppo delle relazioni con il Museo e con le realtà locali

Progetto collegato a Campagna Informativa Master (5)

 

Ricerche Locali (6)

 

Consegna Libri Biblioteca Comunale (1)

8

MISSIONI DI PACE

Raccolta delle Testimonianze dei protagonisti delle Missioni di Pagine

 Museo delle Missioni di Pace di Montevarchi

Pubblicazione del II Volume

La Edizione del II Volume prevista per fine settembre 2025. Il contributo alle spese per cessione del volume andrebbe alla Federazione Toscana

Progetto collegato a campagna informativa Master (5)

 

Consegna Libri Biblioteca Comunale

 

Arezzo 27 novembre 2024

I Lineamenti saranno aggiornati via via che si passerà alla fase esecutiva

Email: centrostudicesvam#istitutonastroazzurro.org