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mercoledì 4 luglio 2018

I Bersaglieri nella Grande Guerra


DIBATTITI
Parte del contributo all'intervento nel Convegno
"I Bersaglieri nella Grande Guerra"
Macerata, 16 giugno 2018*



Massimo Coltrinari


Sotto l’aspetto ordinativo, secondo la relazione ufficiale sulla Grande Guerra[1] i Bersaglieri, specialità dell’Arma di fanteria, all’atto della entrata in guerra nel 1915 erano riuniti in 13 reggimenti numerati dal n. 1° al n. 12°, a cui si aggiungeva il 10° Reggimento bis che sostituiva in patria il pari numero dislocato in Albania sin dal dicembre 1914 e che, nel dicembre 1916 prese la denominazione di 16°.

I Battaglioni a piedi erano complessivamente 55, di cui 14 autonomi; di questi solo 21 erano provvisti di sezione mitragliatrici. Ogni battaglione aveva 3 compagnie di 250 uomini ciascuna. Oltre ai suddetti 55 battaglioni, ogni reggimento escluso il 10° bis aveva un battaglione ciclisti di corrispondente numero, su tre compagnie di 150 uomini ed una sezione mitragliatrici.
Il reggimenti 6°, 9°, 11° e 12° appartenevano alla divisione speciale bersaglieri, e nel febbraio 1916, all’atto della costituzione della I e della II brigata bersaglieri, furono ad esse assegnati; il 6° ed  il 12° alla I Brigata e l’11° alla II.

L’8 giugno 1915 per sostituire il I° reggimento dislocato in colonia, venne costituito il 13° reggimento provvisorio su 3 battaglioni di nuova formazione, e l’11 marzo 1916 il 14° reggimento su due battaglioni di nuova formazione ed uno autonomo, già esistente. Entrambi partirono nella seconda decade di marzo per la zona di guerra.

Nl dicembre del 1915 il Comando Supremo allo scopo di evitare possibili confusioni ed in analogia con quanto era stato fatto per altre unità e servizi, stabiliva che, a partire dal 1 gennaio 1916 fosse abolita la numerazione doppia presa da alcuni reggimenti che sostituivano corrispondenti unità in Libia, Albania, e nell’Egeo. Il suddetto comando determinava, inoltre, che le compagnie dei reggimenti dovessero numerarsi progressivamente dalla 1a alla 9a ed in tale ordine assegnate ai tre battaglioni ; nulla fu variato per i battaglioni ciclisti.

Il 10 gennaio 1916, in previsione del prossimo completamenti dei reggimenti da effettuarsi con le compagnie costituite presso i depositi, secondo quanto era stato ordinato per i battaglioni di fanteria che ancora avevano tre compagnie, il Coando Supremo determinava che tutti i battaglioni bersaglieri ( ad eccezione dei due dislocati oltre mare, che erano il 1° ed il 10°; oltre ai sei battaglioni appartenenti ai due predetti reggimenti, anche gli altri nove battaglioni dislocati in Libia ed a Rodi, rimasero su tre compagnie) si formassero su 12 compagnie lasciando fino all’arrivo della 4a compagnia , 8a, e 12°, scoperti tali numeri.

Il 24 febbraio veniva fatto rimpatriare il 1° reggimento dislocato in Libia, il 3 marzo veniva disciolto ed i battaglioni che lo componevano divennero autonomi.

All’inizio della primavera si portavano le sezioni mitragliatrici ad una per ciascun battaglioni a piedi, si riunivano gli zappatori  in un reparto  autonomo di 88 uomini, si raddoppiavano il numero dei portaferiti e veniva, infine, ridotta anche per le compagnie bersaglieri la forza a 225 uomini e distribuita una sezione di pistole-mitragliatrici.

Poiché fino alla fine dell’anno non vennero altre variazioni, la situazione era la seguente:
-         48 battaglioni a piedi su 4 compagnie di 225 uomini ed una sezione mitragliatrici, dei quali 45 riuniti nel 15 reggimenti e 3 autonomi.
-         15 battaglioni autonomi su 3 compagnie di 250 uomini ed una di sezione mitragliatrici
-         12 battaglioni ciclisti su tre compagnie di 150 uomini ed una sezione mitragliatrici

Quindi all’all’atto della campagna a tutto il 1916si ebbe  un aumento di due reggimenti, otto battaglioni e 72 compagnie delle quali 48 per la quarta e 24 per i battaglioni per i battaglioni di nuova formazione.


[1] Ministero della Guerra, Comando del Corpo di Stato Maggiore, Ufficio Storico, L’Esercito Italiano nella Grande Guerra 1915-1918, Le Operazioni del 1916, Gli Avvenimenti Invernali, Narrazione, Volume III, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, Libreria, 1931, pag. 10 e segg



* Nell'occasione è stata allestito un punto di distribuzione del Periodico del Nastro Azzurro e dei Quaderni del Nastro Azzurro


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