DIBATTITI
Affacciandosi al suo Balcone in Piazza Venezia, Mussolini l'11 Dicembre 1941,annucia al popolo italiano che la Dichiarazione di Guerra è stata consegnata all'ambasciatore degli Stati Uniti. Erano le 12 di una giornata assolata e fredda. L'adunata era stata chiamata e tutta la organizzazione del partito si era mobilitate per il Grande Annuncio. Tutti si misero l'uniforme prescritta e parteciparono. Ma ormai gli entusiasmi erano passati. I retro pensieri di ognuno era quanto mai cupi. Eravamo in guerra con mezzo mondo. Avevamo sei mesi prima perso l'Impero, eravamo impegnati in Africa Settentrionale e gli Inglesi erano arrivati ad Agedabia, ma erano stati fermati grazie all'intervento di due divisioni tedesche. La campagna di Grecia aveva rilevato tantissime cose, non tutte positive. Eravamo in Russia con un contingente di 60.000 uomini. Ora eravamo in Guerra con gli Stati Uniti. La parola d'ordine era "Vincere", ma i dubbi erano tanti. In quel dicembre 1941 tutti erano in attesa di buone notizie. Questa della dichiarazione di guerra, ovvero nuovi nemici non era quella che ci si aspettava. La folla al termine del Grande Annuncio si disperse in fretta, silenziosa, ognuno preso dai suoi pensieri, rivolti rivolti al futuro, non tutti di segno positivi. Il 1942 sarebbe stato un anno di vittorie e di speranza nella Vittoria. Ma era solo una illusione.
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