Cerca nel blog

venerdì 5 dicembre 2025

CESVAM REPORT 2021 2025 - I precedenti Report 2014 -2018 - 2019 -2021

 ARCHIVIO

I CESVAM REPORT PRECEDENTI

CESVAM REPORT 2014 – 2018

CESVAM REPORT 2019 -2021

 





I CESVAM REPORT PRECEDENTI

CESVAM REPORT 2014 – 2018

CESVAM REPORT 2019 -2021

 


giovedì 4 dicembre 2025

I Carabinieri nella Guerra di Liberazione

 DIBATTITI


Fiesole


Manuel Vignola

Nel quadro degli eccidi in Toscana dal 1943 al 1945 di cui daremo ampio conto nel volume successivo a questo un posto particolare spetta ad un episodio che assume aspetti estremamente significativi: la fucilazione da parte tedesca di tre carabinieri della locale Stazione nell'agosto del 1944. Questo episodio è sintomatico del dramma, un dramma nel dramma, che hanno vissuto i Carabinieri in questo periodo non certo facile della vita sociale e della storia del nostro paese.

 

La situazione generale era di estrema difficoltà da tutti i punti di vista: dal punto di vista dell'ordinamento militare, dal punto di vista della situazione politica, dal punto di vista della situazione personale e dal punto di vista delle relazioni interpersonali.

 

Tutto il portato della tradizione dell’Arma, era una stella polare per ogni Carabiniere, ma riuscire a mantenere la rotta desiderata era di estrema difficoltà per le situazioni contingenti. La prima che andiamo ad analizzare è quella detta dal comportamento della Germania in Italia e del suo esercito all’indomani della firma dell’Armistizio. Senza entrare in merito alla questione armistiziale, a premessa occorre dire che sarebbe stato molto più opportuno per i tedeschi cercare di convincere l’alleato a schierare le otto divisioni che stanziavano inutilizzate al di là delle Alpi, e almeno qualcuna di esse schierarla in Sicilia. Certamente una forte presenza tedesca nell’Isola a fronteggiare uno sbarco alleato sarebbe stata determinate, Se poi si considera che le forze italiane con l’aiuto di poche unità paracadutiste ed aerotrasportate germaniche fatte affluire all’ultimo momento erano a un passo a rigettare le forze sbarcate nella costa meridionale tra Agrigento e Gela e che la Battaglia di Primo Sole dimostra quanto si era vicini ad un passo dalla vittoria. La campagna di Sicilia dimostra che gli alleati, potevano essere respinti con una presenza tedesca superiore. Questa mancanza di visione strategica da parte di Berlino mentre la Gran Bretagna era via via “occupata” da centinaia di migliaia di soldati statunitensi, è all’orine di come poi le poche forze non inviate costringe la Germania ad inviarne un numero di gran lunga maggiore. Il grande desiderio di arrivare ad un negoziato, mai confessato, ma realmente perseguito fin dal 1942, con gli Alleati per arrivare ad una pace favorevole, non si realizzò anche per le considerazioni di cui sopra. Forse anche per questo mancato obiettivo strategico l’atteggiamento della Germania nei confronti dell’Italia è improntato a rancore, disprezzo, ed ogni sorta di giudizio negativo, di cui fecero le spese per primi i loro alleati in Italia, i fascisti.

L’esercito tedesco, ed in generale il popolo tedesco, era animato da furore teutonico contro quello che consideravano un tradimento vero e proprio: l’uscita dalla guerra dell'Italia, un’uscita perpetuata con l’inganno ed il raggiro. Dopo aver più volte, all'indomani della caduta del fascismo il 25 luglio 1943, da parte del governo Badoglio e del vertice politico militare succeduto al a Mussolini ed al Partito Nazionale fascista, affermato la volontà di continuare la guerra a fianco della Germania, in apparente segreto intavolava trattative segrete con gli alleati.

La famosa “calda estate del 1943” aperta dall’incontro di Feltre il 20 luglio 1943, tra Hitler e Mussolini, incontro che dimostra la considerazione che i nazisti avevano per il fascismo italiano e per le esigenze italiane nel luglio del 1943. Praticamente non fu ascoltata nessuna delle richieste che Mussolini avanzò al suo alleato tedesco. Hitler, che a livello personale mostrò sempre una ammirazione per Mussolini, che considerava quasi un suo Maestro, a Feltre non concesse nulla. Mussolini non riuscì nemmeno a profferir parola, ovvero a chiedere lo sganciamento dell’Italia dall’Alleanza da attuarsi in comune di comune accordo.

Il fallimento di Feltre fu la sua condanna. Se Hitler era favorevolmente ben disposto verso Mussolini tutto il vertice nazista era al contrario contro sia esponenti fascisti italiani sia contro L'Italia in genere, I Germania le considerazioni negative e le accuse erano tante, la più importante delle quali era quella che il 25 luglio 43 nessun fascista difese non solo Mussolini caduto in mano ai suoi avversari ma tutto il fascismo sia come voi movimento politico che come regime. Nessuna opposizione armata, nessun combattimento, in pratica una resa senza condizioni. Queste accuse all'indomani della proclamazione della Repubblica Sociale Italiana, divennero le linee guida e la base dei rapporti che si avranno dal settembre del 43 fino al 45 tra i tedeschi e gli italiani. Un rapporto di sudditanza del neofascismo che si ebbe in tutti gli aspetti della vita politica e della conduzione della guerra. In questo contesto il comportamento dei tedeschi nei confronti dei loro alleati fascisti fu sempre altezzoso, di disprezzo, con a base sempre il tornaconto germanico.

Vedremo di seguito i criteri che l’Esercito tedesco adotto in Italia nella conduzione della guerra, all’origine delle violenze e delle stragi che costellano tutto il periodo della loro presenza in Italia.

 

I Carabinieri si trovarono quindi ad operare con un elemento tedesco ostile agli italiani a qualunque parte essi appartenessero compresi i neonati fascisti repubblichini 

 

Su piano interno i neonati fascisti repubblichina erano, per loro natura, ostili ai Carabinieri in quanto era nota la loro fedeltà al Corona e a Casa Savoia in particolare; questo era un dato oggettivo frutto della conoscenza e della tradizione che l'Arma aveva in Italia-

 Per chi voleva scardinare le fondamento dello Stato e fondarne uno totalmente nuovo, da Regno a Repubblica, certamente non poteva prendere in considerazione i Carabinieri, come loro alleati

Pertanto i rapporti tra i Carabinieri rimasti nel territorio della Repubblica Sociale Italiana erano improntati a diffidenza e circospezione. Il neofascismo poi, era dominato dagli estremisti del partito, moti emarginati nel ventennio, che adesso trovavano l’occasione di ritornare in auge.

Il segretario generale del Partito Fascista Repubblicano, Pavolini, nel ventennio nella cerca privilegiata del ministro degli Esteri Ciano e di sua moglie Edda Mussolini, si rilevò un acerrimo nemico di Ciano e vide con piacere, anche per assecondare i tedeschi, la sua condanna a morte per tradimento ì. L’estremismo era la connotazione del neofascismo repubblichino.

 

Il processo di Verona, intentato ai cosiddetti “traditori” ne è l’esempio chiaro: fu un unanime processo vendicativo e di rivalsa verso la componente moderata e di regime del fascismo da parte della componente estremista, di cui Mussolini stesso era prigioniero, tanto che non fece nulla per salvare suo genero, Ciano, il padre dei suoi nipoti.

 

In questo contesto di rapporti non si può trascorrere un episodio fondamentale del periodo iniziale della vita della Repubblica Sociale Italiana: la deportazione dei Carabinieri da Roma il 7 ottobre 1943 voluta dal capo delle SS di Roma, Kappler è dai suoi per sgombrare il campo al fine di attuare il grande rastrellamento degli ebrei del 16 ottobre 1943 in cui furono deportati oltre 1000 ebrei romani di cui solo 14 ritornarono.

Con i Carabinieri a Roma questo non sarebbe successo. Infatti l'operazione fu condotta dalla PAI Polizia Africa italiana e da altre componenti la polizia della RSI. I tedeschi, impegnati a fondo sul fronte meridionale, non avevano le truppe per eseguire queste operazioni.

 

Altro episodio significativo che occorre citare è la fucilazione del Vice Brigatiere Salvo d’Acquisto. Assunto oggi a simbolo della situazione di come la popolazione era in balia dell’occupante tedesco, senza nessuna tutela e protezione. Per comportamenti non certo edificanti un gruppo di militari germanici provocarono una situazione in cui uno di loro perse la vita. Il comando tedesco ritenne questo responsabilità della popolazione civile e, pertanto, diede vita ad una rappresaglia rastrellando 22 civili. Accusati di aver provocato la morte del militare tedesco furono condannati a morte.

 

E il canovaccio della maggior parte degli eccidi che si hanno dal settembre 1943 alla fine della guerra: morte di uno o più militari germanici, accuse alla popolazione civile, rappresaglia, rastrellamento, condanna dei rastrellati senza processo, fucilazione

In quel 22 settembre del 1p43 la strage fu evitata per il sacrificio del Vice Brigadiere Salvatore D'Acquisto che si autoaccusò dell’accaduto. Il comando tedesco, pur consapevole della estraneità per evidenti motivi del Vice Brigatiere Salvo d’Acquisto ai fatti lo fucilarono lo stesso.

Salvatore d’Acquisto e la sua fucilazione sono il prototipo del comportamento dell’esercito tedesco, della assenza di qualsiasi presenza a difesa di inermi civili e del ruolo che anche individualmente i Carabinieri scelsero per essere fedeli a sé stessi. 

 

Era iniziata, la “guerra ai civili” da parte di Tedeschi e poi dei Fascisti repubblichini, in cui i Carabinieri, invisi sia agli uni che agli altri, scelsero di stare dalla parte dei “civili”. Il rastrellamento del 7 ottobre a Roma, Salvo D’Acquisto agli albori della guerra di liberazione, sono i prodomi di scelte che portarono poi a Fiesole nell’agosto 1944.

 

 

 

 

mercoledì 3 dicembre 2025

CESVAM REPORT 2021 2025 - lineamenti per il futuro

 ARCHIVIO

 

LINEAMENTI PER IL FUTURO

 

La via indicata:

 “l’aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza”

 


 

Nel Precedente Report 2014 – 2019 E  nel Report 2019 - 21 si scriveva:

Le prospettive che si presentano al CESVAM nel breve e nel medio termine sono incentrate su tre eventi fondamentali: il primo, l’anniversario della traslazione del Milite Ignoto che cade il 4 novembre 2021; il secondo il Congresso Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro, il terzo, che è conseguente al primo, la preparazione per le celebrazioni del centenario della fondazione del Nastro Azzurro, che cade nel 2023.” Il CESVAM ha seguito le linee maestre indicate.

 

Nel quadriennio 2021 – 2025 si è affermata in maniera netta la demarcazione tra le attività di carattere ricreativo-rievocativo-associativo dell’Istituto e le attività di ricerca e studi del CESVAM. In varie sedi si è dibattitto di questo aspetto, che ormai ha assunto una connotazione chiara. I livelli di ambizione nei rispettivi campi sono di qualità diverse e questo ha portato a constatare che tante iniziative CESVAN sono naufragate proprio per non aver capito la sostanziale differenza che esiste  di come di intende la partecipazione all’Istituto. Senza entrare nei particolari, occorre che il CESVAM prenda misure chiare nel momento in cui determinate significative vengono messe in atto. Se il CESVAM vuole sopravvivere deve essere se stesso.

 

Nel 2025  si è adottato il motto “l’aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza” parafrasando  Dante Alighieri. Fermo restando la estrema attenzione nel valutare i soggetti fisici con cui si viene a collaborare, circoscrivendo ogni contatto con gli esponenti che intendono l’Istituto come una associazione non si sa se combattentistica o civile o d’arma, tutte le collaborazione devono essere improntate alla ricerca post universitaria pura, in cui lo sviluppo dei progetti e la cura dell’offerta formativa  dei master sono le linee dominanti. Chi non ha le qualità e le capacità per seguire questa linea non può essere parti attiva del CESVAM. Altro per il futuro non si può indicare, in quanto si constata che la crisi del mondo associativo militare è gravissima, la crisi di adesioni costante e sempre più grave, l’allargarsi di aspetti ideologici di uguale o di segno contrario sempre più diffusi, iniziative di basso livello di contenuti proposte con i nuovi mezzi di divulgazione da chi fa prevalere più la apparenza che la sostanza vivono non di luce propria prende sempre più piede. 

 

Le prospettive sono quindi a tutto tondo. Le tre fasi “L’aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza” .sono collegate indissolubilmente tra loro. Nessuna vive da sola. “Ne l’aver Inteso”, ne “lo ritener”, entrambe devono divenire “Scienza”.

 

Solo la correlata successione di queste tre fasi è CESVAM. Senza fare scienza, quindi,  il CESVAM non ha ragione d’essere.

 

 

 

 

 

 

 

 


martedì 2 dicembre 2025

Conflittualità ed Etica

 DIBATTITI

 

Frammentazione della coscienza

Sergio Benedetto Sabetta

 

            Dalla fine della Guerra Fredda si sono succeduti una serie continua di conflitti in un apparente periodo di pace che ci fanno porre delle domande.

            Negli esseri viventi vi è una coscienza nascosta quando si percepisce ma non si è consapevoli, in una dissociazione tra percezione e sensazione quale consapevolezza, solo nel momento in cui i due termini si riuniscono si ha la consapevolezza della distinzione tra il mio e l’altrui essere, in altri termini si ha la coscienza esplicita, ovvero una intelligenza cosciente.

            Il riconoscimento reciproco risulta più facile tra simili, ovvero tra coloro che possiedono gli stessi valori in una omogeneità culturale (Hegel), tuttavia la società omogenea può sfociare nell’estremismo di un nazionalismo esasperato di lingua, religione, razza, creando una distopia questo comunque non esclude anche in assenza di una omogeneità totale delle simmetrie locali mediante una associatività.

            Il male può essere naturale o morale, ossia umano, (etica), la tecnologia tuttavia ha fatto sì che molto del male naturale sia diventato umano, ovvero morale, dipendendo da una decisione ossia valutazione cosciente.

            Se in Socrate il male è conseguenza di una mancata conoscenza quale mancata educazione (Paideia), per Hobbes l’umanità è sì intelligente ma anche cattiva, per cui alla Paideia occorre aggiungere la legge (Nomos) intesa non solo in termini repressivi ma anche quale organizzazione di una società migliore, infatti un ulteriore elemento che favorisce la malvagità è la disorganizzazione proveniente dal Caos.

            Elemento portante dell’organizzazione, come della Paideia e del Nomos, è l’informazione che nel dare risposte alle domande supera l’insipienza derivante dall’incertezza, infatti l’ignoranza non è che la mancanza della domanda, pertanto l’insegnamento è quindi abituare a porsi domande, tanto domande giuste che  riflettere sulle eventuali domande mancate.

            Il porsi domande a vicenda diventa in questa ottica un arricchimento nascendo la conoscenza dalla domanda a cui la risposta fornisce il perché, da cui se ne deduce che l’informazione inquinata impedisce il giudizio sulla realtà deviando l’etica, essendo questa basata sull’informazione.

            In una struttura complessa la quantità di energia necessaria al fine dell’elaborazioni dei calcoli per la conoscenza cresce con la complessità (Teoria della complessità), in questo processo punto focale è l’astrazione del modello su cui applicare la domanda quale realtà, ossia trarre la funzione per paragonarla mediante parametri al modello prescelto.

            La risposta dipende dalla domanda per cui si avranno modelli diversi, da qui ne derivano tre rischi:

1)     Domande sbagliate, perdendo di vista l’oggetto della domanda;

2)     Domande irrilevanti ;

3)     Domande parziali.

Dobbiamo altresì considerare che l’intelligenza viene bloccata da una sovra informazione deviata, vi è comunque nell’intelligenza una responsabilità della conoscenza, tuttavia nella modernità l’autorità è performativa, indipendente dalla conoscenza ed è costituita da tre elementi: l’apparenza, la coerenza narrativa e la sicurezza nel manifestarsi al pubblico.

La sicurezza è di per sé magnetica,  si parla per slogan e frasi semplici, nell’attuale età di confusione la sicurezza è l’elemento fondamentale, ma la confusione determina una economia nell’attenzione fondata sulla frammentazione dell’impulso, privo di ragionamento.

Questo favorisce gli elementi che agiscono emotivamente e non con coscienza e cultura, strategicamente, colui che nell’agire senza incertezza sa apparire, quindi attira, rafforza il potere legittimandolo e senza metterlo in discussione, nell’occupare il potere, si mette all’altezza della massa. Afferma Nietzsche che la vita ricompensa il coraggio ma punisce il saggio, infatti essa premia l’azione che casualmente risolve, così che il sistema viene a premiare il coraggio indipendentemente dalla saggezza nel caos.

Se per Platone dobbiamo rivolgerci alle idee per superare le contraddizioni che sono in noi, Cartesio e Kant affermano sull’insegnamento platonico che noi non conosciamo la realtà, ma la semplice sua rappresentazione, pertanto dobbiamo porre domande alla Natura per ottenerne risposte, nasce la scienza moderna di Torricelli, Copernico, Galileo, Newton, da cui l’affermazione di Hegel che quello che è razionale è reale, come simmetricamente quello che è reale è razionale.

A questa rappresentazione della Natura si contrappone Schopenhauer il quale afferma agire la Natura per se stessa, forza irrazionale senza scopo, dove il corpo è bisogno e desiderio, figure della mancanza, ma dai desideri soddisfatti nascono altri desideri fonte di fatica e dolore, quindi si genera nella prospettiva del sé ma in realtà per la potenza della specie, i cui elementi corporei sono aggressività e sessualità ai quali si contrappone la compassione, l’arte e l’ascesi, ponendo l’essere fuori dal tempo e dal desiderio, contro la volontà della Natura.

Freud riconosce a Schopenhauer il merito di avere inventato la psicologia alla quale lui ha solo aggiunto i dati medici, dove nel dovere subentrare l’Io all’Es, in un passaggio dal piacere alla realtà mediante il lavoro, Freud ha trovato le regole per governare l’inconscio.

Nietzsche osserva che per vivere l’essere umano ha bisogno di un senso in contrapposizione alla morte che è l’implosione del senso, Prometeo ha donato la tecnica e quindi l’illusione, quella che Platone definisce la razionalità quale rimedio alla tragicità dove l’idea nel superare l’inganno dei sensi svela la realtà mediante l’astrazione.

In Nietzsche la ragione è un sistema fondato sul principio di non contraddizione, arte della designazione non equivoca, essa deve condurci fuori dall’imprevedibile, la ragione è quindi prevedibilità, ossia la causalità uscendo per tale via dall’angoscia dell’imprevedibile, tanto che anche la mitologia può essere vista come ricerca delle cause.

Abbiamo visto che nella stabilità della prevedibilità si ha la sicurezza e il benessere, fuori dall’incalcolabile, ma in essa si ha anche l’identità frutto della certezza proveniente dalla società, ovvero dal rapporto relazionale, la scienza nata da Cartesio non è che una ulteriore precisazione del calcolabile derivante dal mondo delle idee di Platone al fine di definire la realtà.

La verità per Platone è la corrispondenza tra l’dea e l’oggetto, ad essa si contrappone Nietzsche per il quale è una costruzione al fine di potere vivere nel mondo e come tale una forma di salute,  ossia di vita, tuttavia essa è epocale e non eterna. Ragione e verità non coincidono, la ragione permette la costruzione di una serie di regole per una comunicazione non equivoca, così da permettere una connessione che ci eviti l’imprevedibilità.

L’informazione è costituita dai “dati”, intesi come differenze, dalla “sintassi”, differenze ordinate secondo regole, e “semantica”, significato, essa ha una sua tridimensionalità data dall’essere nel mondo, per qualcosa e su qualcosa, nell’attuale eclissi dell’analogico a favore del digitale si crea una nuova identità della persona che può essere manipolata fino ad una totale sovrapposizione che ne permette una manipolazione completa.

Attualmente alla vecchia I.A. simbolica, fondata su regole deterministiche di cui è possibile calcolare i passaggi, si è sovrapposta la nuova I.A. generativa che lavorando in termini statistici ha alte probabilità di errore con problemi di proprietà intellettuale e raccolta casuale di dati, anche falsi ed errati, tanto che a fronte di un 70% di risposte esatte vi sono circa un 30% di risposte errate, circostanza che tra l’altro ha ridotto notevolmente nell’attuale momento storico l’interesse delle imprese per la nuova I.A. generativa nonostante l’enorme flusso di investimenti (la fine di un’epoca, Franco Bernabè, Università di Trento, Wired Next Fest 2025), dobbiamo tuttavia considerare che l’essere umano ha pulsioni e non istinti come gli animali, quindi ha bisogno di educazione e di istituzioni valide.    


lunedì 1 dicembre 2025

Vita degli ebrei d'Europa. Al MEIS di Ferrara

 NOTIZIE CESVAM



in occasione della mostra "Viaggio in Italia. Alla scoperta del patrimonio culturale ebraico", il MEIS propone nel suo bookshop (via Piangipane 81, Ferrara) la serie di incontri gratuiti Scatti di storia”conferenze dedicate ai grandi maestri della fotografia che con il loro obiettivo hanno raccontato momenti cruciali della storia e i cambiamenti sociali italiani e internazionali.

 

Ci vediamo il 4 dicembre  alle 17.30 con l'appuntamento dedicato a Roman Vishniac, biologo e fotografo russo che immortalò con i suoi scatti unici la vita degli ebrei dell’Europa Orientale prima della Shoah. Tra il 1935 e il 1938, infatti Vishniac venne incaricato dalla sede europea del Jewish Joint Distribution Committee (JDC) di Parigi, la più grande organizzazione umanitaria ebraica al mondo, di fotografare le comunità ebraiche impoverite in tutta l'Europa orientale. Quello che ne emerge è una testimonianza preziosa: i volti di decine di uomini, donne e bambini la cui vita sarà spezzata qualche anno dopo dalla deportazione nazista.

 

A tracciare il profilo di Vishniac sarà Daniela Scala del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea con l’ausilio del documentario “Vishniac”, firmato dalla regista Laura Bialis e con la produzione esecutiva di Nancy Spielberg, sorella di Steven e sua partner in tantissimi film.

 


L'incontro è gratuito. La prenotazione è fortemente consigliata chiamando il numero 342 5476621 (attivo da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00) o scrivendo a eventi.meis@orologionetwork.it.