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sabato 29 novembre 2025

Editoriale Mese di Novembre 2025

 


Mese estremamente proattivo questo che si va a concludere. Il primo dato positivo è la edizione del CESVAM Report 2021 2025, in gran parte pubblicato come post su questi QUADERNI  ed in uscita sia su carta che su pdf . Un documento che attesta la attività del CESVAM che deve essere inteso come base per un ulteriore affinamento di tutti gli aspetti CESVAM; cercando di privilegiare la qualità sulla quantità. Occorre soprattutto cercare di essere attenti ad essere coerenti con i principi informatori del nostro Centro, più volte enunciati e descritti.

Altro punto positivo sono le nuove iscrizioni ai Master, con una affluenza ed una qualità degni di nota. Anche qui occorre essere ferrei nel mantenere gli standard adottati fino ad ora. L'Ultima sessione di laurea, a metà novembre, ha confermato la bontà dell'approccio, tanto che tutti i laureati hanno mostrato l'intenzione di collaborare con il CESVAM.

Su questo abbrivio, le opportunità da cogliere sono molteplici. La stragrande maggioranza dei componenti del CESVAM proviene da ambienti lontani dal nostro  ed hanno  conosciuto  nei suoi termini sia l'Istituto che le sue finalità istituzionali, dando vita ad una collaborazione fattiva che in certi casi supera il lustro ed oltre. Su questo approccio vale la pena di insistere.

Ovviamente ci sono le cose di segno contrario. Se ne indica una sola: il Canale YOU TUBE dell'Istituto, attivato nell'ambito del Progetto 2022/3 la Divulgazione. Su oltre 4000 soci del Nastro Azzurro, dei 83 iscritti al Canale, solo la metà  ha la qualifica di socio. Ma è una cosa accettabile, in quanto la dimestichezza con le nuove tecnologie non è una caratteristica delle persone di una certa età.  L'importante che sia aperto e gestito con cadenza settimanale. 

All'orizzonte ci sono le solite nubi: tutte cose note  a cui già si è provveduto con le adeguate contromisure ed i relativi piani alternativi. Chiudo constatando che il motto del CESVAM, "l'aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza".  anche in questo mese è stato messo in pratica. Un grazie a tutti.

(massimo coltrinari)   

venerdì 28 novembre 2025

Copertina Mese di Novembre 2025










QUADERNI ON LINE









Anno LXXXVI, Supplemento on line, XI, 2025, n. 117
(2746)

                                                                               NOVEMBRE 2025

valoremilitare.blogspot.com 
www.cesvam.org 

canale you tube: istituto nastro azzurro - cesvam
 

 

giovedì 27 novembre 2025

Storia delle Ferrovie Eritree ER

 ARCHIVIO


MARIO PIETRANGELI



Il ruolo del Genio Militare, del Genio Ferrovieri degli Alpini e dei Bersaglieri 

La costruzione della linea ferroviaria Massaua-Asmara, la principale ferrovia eritrea, avvenne in diverse fasi:

  • 1887-1911: La costruzione iniziò nel 1887 e si concluse nel 1911 con l'arrivo ad Asmara.

  • 1914-1922: Successivamente, la linea fu prolungata con il tratto Asmara-Biscia.

  • 1994-2003: Dopo un lungo periodo di disuso, la linea è stata in piccola parte riattivata

La Ferrovia Eritrea, in particolare la celebre tratta Massaua ( principale porto eritreo e seconda città Eritrea) -A smara (è la capitale Eritrea nota 1), rappresenta uno dei più straordinari capolavori di ingegneria ferroviaria del mondo, costruita in un ambiente estremamente ostile e con un dislivello notevole. 

La sua realizzazione fu un'impresa epica che vide un contributo fondamentale e determinante da parte dell'esercito italiano, in particolare del Genio Militare e del Genio Ferrovieri ( progettazione e coordinamenti montaggio linea), ma anche di altri reparti come Alpini e Bersaglieri La linea fu realizzata anche con tanta  manovalanza  locale

 Il Ruolo del Genio Ferrovieri 

 Il Genio Ferrovieri fu l'artefice principale di questa opera ciclopica. I loro compiti non si limitavano alla sola posa dei binari, ma abbracciavano l'intera pianificazione e costruzione della linea in un territorio montuoso e impervio. Il ruolo di questa specialità dell'Arma del Genio fu cruciale per: Progettazione e Direzione dei Lavori: Ingegneri e tecnici del Genio progettarono il tracciato, studiando soluzioni ardite per superare il notevole dislivello (da 0 a 2.394 metri s.l.m.) in soli 118 chilometri. 
L'impresa richiese la realizzazione di ben 30 gallerie e 65 ponti e viadotti, tra cui il famoso viadotto di Moncullo, oggi raffigurato sulle banconote eritree. 

 Costruzione e Manutenzione: 

Furono i militari del Genio Ferrovieri insieme agli Alpini, Bersaglieri e a tanti operai locali a occuparsi direttamente della costruzione delle opere infrastrutturali, dalla preparazione della massicciata alla posa delle traversine e delle rotaie, ma anche delle stazioni, delle rimesse e di tutte le strutture connesse. 

 Gestione Logistica: 

Oltre alla costruzione, il Genio si occupava anche della gestione e della manutenzione della linea una volta operativa. La ferrovia aveva un'importanza strategica fondamentale per il trasporto di merci, rifornimenti militari e civili, collegando il porto di Massaua con l'altopiano di Asmara. 
 Il loro lavoro fu un "trionfo dell'ingegneria italiana", dimostrando una competenza tecnica e una dedizione eccezionali, che resero possibile un'impresa altrimenti impensabile. 

 Il Contributo degli Alpini e dei Bersaglieri

 La costruzione della ferrovia non fu un'impresa affrontata unicamente dal Genio Ferrovieri. Sebbene il loro ruolo fosse tecnico e direttivo, la manodopera e il supporto logistico furono assicurati da altri reparti dell'esercito e da lavoratori locali. In questo contesto,  i Bersaglieri e gli Alpini furono direttamente coinvolti nella costruzione come il Genio, il loro ruolo è legato alle esigenze militari che portarono alla realizzazione della linea. 

La ferrovia Massaua-Saati, 

il primo tratto, fu infatti costruita per ragioni puramente militari in seguito alla battaglia di Dogali

. Quanto agli Alpini e Bersaglieri, il loro ruolo si rivelò prezioso, specialmente a partire dagli anni '30, quando  iniziarono ad essere inviati anche nelle colonie africane. 

Soprattutto L'esperienza degli Alpini nella costruzione di opere in alta montagna (strade, teleferiche, fortificazioni) li rendeva ideali per affrontare il difficile territorio eritreo. Non è un caso che la strada che da Massaua sale verso Asmara sia spesso descritta come una "strada alpina" per la sua pendenza e i numerosi tornanti. 

Alpini e Bersaglieri, sebbene non con il ruolo specialistico del Genio, offrirono supporto, protezione e manodopera in un ambiente difficile e, a volte, ostile, contribuendo a garantire il completamento dell'opera.

 In sintesi, la ferrovia Eritrea è un simbolo tangibile della collaborazione e delle capacità ingegneristiche dell'esercito italiano. 

Il Genio Ferrovieri ne fu il cervello e il braccio tecnico, mentre altri corpi, come Alpini e Bersaglieri, diedero un contributo fondamentale alla sua realizzazione in un contesto che richiedeva non solo abilità tecniche, ma anche resistenza, coraggio e adattabilità a un ambiente ostile 

Il presente e il futuro 

Negli anni 2002, 2003 e 2005 lo Stato Maggiore della Difesa - SMD- di Roma dispose di  effettuare dei sopralluoghi tecnici sulla linea Eritrea 🇪🇷 da parte del genio ferrovieri che poi realizzo’  un progetto di ripristino che non fu attuato per l’opposizione del duro regime dittatoriale eritreo 

 Ad oggi, il regime esercita e vigila saldamente il controllo del Paese. Nessuna opposizione è ovviamente autorizzata e nessun movimento di protesta ha mai mostrato di poter nascere. Il popolo eritreo, infatti, si distingue per un'innata disciplina e per l'assoluta obbedienza al regime.



Esiste solo una linea ferroviaria. Quella costruita dagli Italiani




Nota 1: 

Asmara

 è la capitale dell'Eritrea ( 2300 s.l.m), paese del Corno d'Africa. È nota per i suoi edifici coloniali italiani, come la Chiesa della Beata Vergine del Rosario. L'architettura eclettica della città spazia dai cinema di art déco, alla stazione di servizio futuristica Fiat Tagliero a forma di aereo. Il palazzo del grande ex governatore risale al XIX secolo. Nelle vicinanze, il Teatro Asmara, teatro dell'opera ricercato, fu costruito nei primi anni del 1900 con una combinazione di stili differenti.

Massaua 

 È il principale porto dell'Eritrea ed è generalmente considerata come la seconda città per importanza del paese dopo la capitale Asmara

mercoledì 26 novembre 2025

CESVAM REPORT 2021 2025 - IL MOTTO DEL CESVAM COME LINEA PROGRAMMATICA

 ARCHIVIO

Il Motto rappresenta la sintesi delle consistenza e profilo di ogni organizzazione. Nelle sue caratteristiche deve avere quella della sinteticità e del profondo significato.

Il CESVAM ha inteso adottare il seguente motto

“L’aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza”

Come noto, il passo è in Dante, Paradiso, V., Versi 41-42, non nelle esatta sequenza come qui presentata ed adottata, che ha assunto una sua valenza ulteriore in quanto citato il passo da Machiavelli, nell’esilio all’Albergaccio, presso San Cascano,  momento chiave e qualificante della vita del grande fiorentino. Sono i momenti della nascita del “Principe”, opera fondamento della Scienza Politica moderna,  che trova il suo annuncio nella ancor più nota “Lettera a Francesco Vettori” del 10 dicembre 1513.

Pessimismo e fortuna, lontananza dalla politica,  l”’ingaglioffamento”  il colloquio con i classici ed  la “ verità effettuale della cosa” sono i passaggi chiave della Lettera all’Ambasciatore ed amico che è può essere adottato anche come programma che vale la pena di seguire.

L’alternanza di “ingaglioffarsi” e di indossare i “panni curiali” sono i cardini di un atteggiamento che dovrebbe permettere ad ogni componente del CESVAM di attuare in modo pratico il motto sopra indicato.

La ricerca, lo studio, l’impegno, non ha alcun senso e tutto in breve verrebbe dimenticato, se non viene fissato nella memoria, nello scritto, nell’elaborato. Facendo questo si fa “scienza” si costruisce e si fa “sapere”, che è la finalità ultima del CESVAM, che è in finale rimane e deve essere sempre un Centro Studi. In questa sequenza, che è il programma adottato si racchiudono i comportamenti di relazione in un affinamento per step successivi che rappresentano le regole di partecipazione al CESVAM.


martedì 25 novembre 2025

Potere ed Etica in epoca contemporanea

 DIBATTITI


Sergio B. Sabetta

 

            Il potere, come è stato definito, non è altro che il “controllo”, questo ancor più in ambiti politico, ma può essere anche definito quale capacità di guidare una “trasformazione”, da tenersi quindi distinto dal potere teologico fondato sulla creazione.

            Nel tempo vi è stata una sua evoluzione, originariamente fino alla rivoluzione francese esso consisteva nel controllo della realtà intesa quale possesso naturale di un bene, prevalentemente terreni, ma già nel XIX secolo con la Rivoluzione Industriale il potere cominciò a consistere nel possesso della tecnologia per la produzione (Marx).

            Un ulteriore passaggio avvenne nel XX secolo dove il centro del potere si trasferì sul possesso, non tanto dei mezzi di produzione quanto dei mezzi di informazione che incidevano sui mezzi di produzione e sui beni, attualmente l’informazione ha trasferito il potere principalmente nel permettere il controllo delle risposte alle domande.

            L’ultimo più recente passaggio è il controllo dell’incertezza, ossia quali domande potere fare e quali negare, attraverso tale griglia controllare la realtà, vi è pertanto il rischio di un oligopolio nascosto ovvero di una ristrettissima e non manifesta oligarchia, essendo venuta meno  la capacità competitiva tra aziende con la suddivisione preventiva del potere tra oligarchi, così che il digitale è sfuggito al controllo sociale della politica.

            La rivoluzione digitale si fonda sull’informazione quale manipolazione dei dati, ossia delle informazioni, questa si fonda anche nel progettare, ossia nello scomporre e ricomporre i dati stessi, ne deriva il rischio analogico della realtà di sparire dietro al digitale, infatti sempre crescenti modelli digitali si pongono in alternativa all’analogico rischiando di semplificare eccessivamente la realtà, perdendo in tal modo una serie di dati con il conseguente blocco dell’insieme in una eccessiva distanza dalla vita del reale.

            Tuttavia il digitale per funzionare deve necessariamente passare attraverso le strutture analogiche (cavi, terre rare, chips), ne consegue che il digitale necessita di una sede materiale e in essa si esercita il controllo politico sulla sovranità digitale, ecco l’utilità dei piccoli Stati isolati nei mari, in un fallimento del mercato in presenza degli oligopoli.

            La potenza ha necessità di affiancare al controllo il mito quale racconto, così da fondare e legittimare la forza (capacità mitopoietica), ma questa deve essere resa collettiva e rinsaldata attraverso la recita collettiva del rito che ricorda il “mito fondativo”, il quale nella contemporaneità si è incarnato nel mito infondato dell’economicismo che può vivere solo se inserito nella potenza altrui.

            La potenza presuppone comunque un’etica, la quale non è che una possibilità di scelta tra forme di essere, ma anche la non scelta è una scelta, la morale risulta pertanto il perché di una scelta.

            Se in Occidente l’etica dalla filosofia antica al Medioevo è fondata sull’io, come ripresa da Kant per il quale il bene è relativo al singolo, in Oriente secondo l’insegnamento confuciano è la collettività che prevale.

            In età contemporanea all’etica della gente o soggetto si affianca l’etica del ricevente ossia dell’oggetto, si passa dai doveri ai diritti ponendo al centro la relazione tra doveri e diritti, tra soggetto e oggetto, fino all’affermazione dei diritti della natura.

            Tuttavia questo di per sé non evita la crisi della democrazia, ridotta a populismo, con la mancanza del Consenso, del venire meno della Cooperazione e della Competizione schiacciata dalla suddivisione del potere tra oligarchi (teoria delle tre C), dove la sovranità separata dalla governance viene surretiziamente riunita nel sovrapporre procedure e diritti.

            Già osservava Heidegger che la tecnica non è che un pensiero calcolante in cui tutto viene ridotto all’utile, all’economicismo, in mancanza di un possibile pensiero alternativo con cui bilanciare la tecnica, da cui il prevalere della tecnica sulla natura dove l’essere umano finisce per esserne incluso diventandone un semplice elemento.

            La verità si riduce all’efficacia, che diventa accumulo nello sfruttamento della natura, dove la tecnica quale elemento più alto della razionalità attraverso il calcolo non soddisfa più il bisogno reale ma lo scambio, così da sostituire la ratio al logos.

            Se nell’economia vi è ancora il riflesso della passione, a un livello superiore la tecnica riduce tutto ad efficienza e calcolo, in un pensiero unico dove l’essere umano sposta la propria identità esclusivamente sul ruolo. 


lunedì 24 novembre 2025

CESVAM REPORT 2021 - 2025 - IV DI COPERTINA DEL PERIODICO NAZIONALE "IL NASTRO AZZURRO"

 ARCHIVIO





NN NUMERO Sì ED UNO NO NELLA IV DI COPERTINA IL PERIODICO NAZIONALE
 "iL NASTRO aZZURRO" RIPORTA LE PUBBLICAZIONI DEL CESVAM

domenica 23 novembre 2025

CESVAM REPORT 2021 2025 - "IL NASTRO AZZURRO" Periodico Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro

 ARCHIVIO

IL PERIODICO

 

IL  NASTRO AZZURRO

Periodico Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro

 fra Combattenti decorati al Valor Militare

 

 

 

“Le precedente Report si scriveva : Il Periodico, che attualmente esce bimestralmente, rappresenta la tradizione dell’Istituto del Nastro Azzurro come pubblicazione ed in quanto tale non è nelle competenze del CESVAM.

Il Periodo è espressione di tutti i soci, nelle loro variegate forme di partecipazione ed è lo specchio ed immagine dell’Istituto. L’Editoriale del Presidente rappresenta il riferimento della politica dell’Istituto ai fini della attuazione dei dettami statutari.

Rappresenta la espressione più genuina dell’associazionismo combattentistico e d’arma che l’Istituto ha come sua componente e, quindi, sotto questo aspetto è rivolto verso il mondo associativo militare in tutte le sue forme.

E’ la vetrina delle attività della presenza sul territorio di tutte le attività che le Federazioni, le Sezioni ed i Gruppi svolgono, manifestando con la loro presenza anche fisica l’attaccamento ai valori patri ed alla tradizione.

L’assoluta sinergia tra le attività del CESVAM ed il Periodico “Il Nastro Azzurro” è uno dei fattori di forza e di successo dell’Istituto. La mancanza assoluta di competizione e tantomeno di rivalità o confronto sono un esempio di armonia tra componenti diverse, di concordia e fraternità di intenti che supera in ogni momento quelle forse dissolventi che variegatamente sono emerse in passato ma che oramai sono state assorbite con atteggiamenti intelligenti e superiori


Il CESVAM vi partecipa con il Direttore protempore inserito in seno al Comitato di Redazione e con quattro pagine di informazioni, che rappresentano uno dei modi di contribuire alle attività dell’Istituto del Nastro Azzurro nel settore associativo combattentistico.

 I contenuti delle pagine sono variegati, con interventi di carattere storico e geopolitico dei componenti del CESVAM, nella misura richiesta dalla Direzione Editoriale, e con interventi sulle attività del CESVAM.

Il CESVAM contribuirà in modo concreto e massiccio affinchè il Periodo “Il Nastro Azzurro” possa continuare questa sua funzione, specialmente in quella supplettiva della edizione del Calendario Associativo, di lunga tradizione e impatto fra i soci di notevole spessore.”

 

 Nel quadriennio 2021 -2025 occorre registrare due importanti novità La prima è diventata stabile da parte del CESVAM la collaborazione al Periodico con la  copertina delle prima 4-6 pagine del Periodico. Le prime due ospitano sempre l’INFOCESVAM nella sua edizione integrale, oltre ad artic0li e note riguardando la attività di editoria e pubblicazione. La seconda riguarda l’alternanza nei numeri pari (2,4,6) della pubblicazione in IV di Copertina del periodo della edizione di una pubblicazione del CESVAM. Questo è iniziato nel 2022 ed ancora oggi continua. Il pratica si è creata una ulteriore possibilità di divulgazione delle attività CESVAM


 


sabato 22 novembre 2025

l'iTALIA NELLA SCENA MONDIALE

 DIBATTITI


Sergio Benedetto Sabetta

 

Premessa

 

In questi anni al volgere del nuovo millennio si è ripetuto in termini similari quello che accadde a cavallo tra i XIX e il XX secolo, a cui ad una fase di euforia seguì la disgregazione violenta degli equilibri politici.

            A fine ‘800 una notevole esaltazione aveva fermato le società industrializzate europee, positivismo e tecnica promettevano una crescita infinita con un coinvolgimento mondiale, l’Europa ne sarebbe stata guida e principale beneficiaria attraverso i suoi immensi imperi coloniali.

            Tuttavia già a partire dai primi anni del ‘900 si aprirono le prime crepe, conflitti che apparivano lontani e limitati quali la guerra del 1905 Russo-Giapponese, le guerre balcaniche, la crisi di Agadir e la guerra Italo-Turca per la Libia, a cui si affiancarono opposti blocchi di potenze europee.

            Una crescente conflittualità prese piede, alla quale seguì l’esaltazione della forza quale strumento diplomatico di coesione e risoluzione dei conflitti.  

            Tutto fino al precipitare nella catastrofe della Grande Guerra, dove la stabile centralità dell’Europa si dissolse insieme a quattro Imperi, con un conseguente vuoto di potere e iniziò ad essere riempito oltre Oceano e la conseguente creazione di una continua instabilità, depressione a cui si affiancò l’abitudine alla violenza quale metodo fino al crollo della 2° Guerra mondiale e al definitivo ridimensionamento dell’Europa.

            Analogamente in questi anni vi è stato un progressivo diffondersi della sfiducia su una inesorabile crescita del benessere e della pace nel mondo a direzione USA, attraverso la sola globalizzazione economica della quale gli USA erano gestori ultimi.

            Una serie di conflitti nel mondo di cui era difficile la soluzione hanno indotto gli USA ad uscirne, indebolendo ulteriormente la fiducia nel modello globale.

            L’impoverimento della stessa classe media americana, oltre alle nuove ideologie californiane in opposizione al precedente modello fondato sull’assimilazione hanno indebolito la coesione della Nazione in termini di potenza, favorendo il ridimensionamento degli USA secondo una nuova teoria di Monroe.

            Questo può pertanto in una nuova più ampia conflittualità ridurre ulteriormente l’Occidente nel suo insieme, favorendo i nuovi centri di potere, Cina e India in primis.

L’Italia nel Mediterraneo

            Cento anni fa, in questi anni, avveniva la riconquista della Libia già sottratta all’impero turco con la guerra del 1911 insieme al Dodecanneso in parte persa per le rivolte delle tribù berbere durante la Grande Guerra, dove lo sforzo principale era diretto contro l’Austria-Ungheria.

            Attualmente vi è un nuovo riprendersi spazi economico-strategici da parte della Turchia, la quale nel volere riaffermare una propria area economico-imperiale di influenza dal Mar Nero al Caucaso, dal Mar Rosso al Mediterraneo interviene nelle aree critiche tanto finanziariamente che materialmente con uomini e mezzi.

            In questo suo dinamismo nel Mediterraneo si è insediata, oltre che nella parte orientale  del Mar Egeo in Siria ed Iraq, anche nei Balcani in particolare nell’Albania al di là dell’Adriatico, per non parlare della Tripolitania a cui recentemente si è aggiunta l’infiltrazione in Cirenaica dove erano già presenti russi ed egiziani.

            Sebbene alleati vi è una competizione economica e di risorse da tenere presente, basti pensare al gas e al petrolio.

            Sorge quindi la necessità di controllare le sponde del Mare Mediterraneo, ossia le vie marittime congiunzione tra gli oceani, si deve considerare che per i mari passano l’85% delle merci mondiali, d’altronde le sponde libiche tagliano il Mediterraneo a metà permettendone il controllo.

            In questo occorre preparare e possedere una forza militare credibile, non tanto per essere usata in conflitto aperto quanto per dare credibilità all’attività diplomatica e alle trattative che ne conseguono circostanza che ha indotto sia la Turchia che la Francia a tendere verso l’assimilazione piuttosto che l’integrazione al fine di rendere omogenea la popolazione in caso di conflitto, secondo una visione di potenza.

            Dobbiamo comunque sempre tenere presente che siamo entro la strategia americana, tanto che il Memorandum del 2019 sottoscritto dall’Italia relativo al piano cinese della Via della Seta ha provocato uno scontro con gli USA, in quest’ambito, in termini più limitati, manteniamo comunque una capacità di manovra tattica nel bacino del Mediterraneo ed entro l’UE,  di cui non dobbiamo mai dimenticare i vari interessi nazionali interni che l’agitano impedendone un’azione efficace unitaria.

            Questo comporta la necessità di pianificare una propria strategia nazionale da mantenere sostanzialmente costante nonostante le vicissitudini politiche interne, il problema è la nostra frammentarietà culturale che tende ad appoggiarsi per gruppi ai vari interessi stranieri al fine di prevalere nei conflitti interni, mentre per l’estero con una visione salvifica si demanda la difesa agli USA e gli interessi economici ad alleanze con i vari potentati.

            Abbiamo osservato che l’UE è un’idea economica più che politica, dove le varie entità spesso confliggono sul piano storico-strategico, anche per le manifeste divisioni tra le varie Europe, Nordica, Baltica, Mediterranea, Orientale e Balcanica.

            Pertanto ad una proiezione sul Mediterraneo in termini economici e difensivi deve affiancarsi una proiezione verso l’Europa al fine della creazione di una propria area di influenza necessaria sia in termini economici che politici nelle continue trattative a Bruxelles.

            Questo necessita di una chiara direzione, come nel caso dei francesi che hanno agito in termini aziendalistici pianificando l’acquisto di importanti aziende italiane, espandendo così, tra l’altro, la base politico-economica nelle trattative entro l’UE, in particolare con la Germania.

            Anche con la Germania vi è un rapporto di influenza essendo la pianura padana strettamente collegata economicamente alla Baviera attraverso il Brennero e l’Austria, circostanza che conduce a spaccare l’Italia all’altezza circa della vecchia Linea Gotica, memoria del 1944/45.

            Tuttavia avere una propria strategia  e la conseguente area di influenza conduce a cambiare la propria pedagogia, impegnandosi in un percorso faticoso e costoso finanziariamente, almeno all’inizio, non gradito da una popolazione anziana e da giovani generazioni prevalentemente disabituati alla fatica di un impegno quotidiano.

            Giovani che peraltro sono nella tecnica e come tali ne diventano elemento molto efficiente, ma anche privati della capacità di una propria analisi , in quanto un “elemento” e come tale affascinati da soluzioni ideologiche semplicistiche provenienti dagli USA.  

venerdì 21 novembre 2025

CESVAM REPORT 2021 -2025 - collaborazione con Enti Istituto Fondazioni e Musei. Il Confronto

 

COLLABORAZIONI CON ENTI, ISTITUTI,

 

FONDAZIONI, MUSEI.

 

 Il confronto.




Nel precedente rapporto si scriveva: “Il CESVAM deve attentamente valutare i suoi approcci con enti, istituti e fondazioni in quanto i campi di attività sono interessanti, attraenti, di accesso piacevole, ma il rischio che si corre è quello di non avere le forze e le energie sufficienti per tenere il passo a queste iniziative. Di contro esistono settori che sono completamente fermi o addirittura inesplorati (come ad esempio quelli dei Soci Collettivi) che necessitano almeno una presa di visione. A monte rimane sempre la discriminante che l’Istituto ha nella sua struttura: l’aspetto di Ente Morale e quello associativo. In questo frangente una analisi esplorativa ha potuto appurare che la questione dei soci Collettivi è al momento in una situazione di stallo.” A tutto oggi settembre 2021, la situazione è la stessa. La esigenza sanitaria ha impedito lo svilupparti si ogni relazione; quello che è stato mantenuto è solo in via informatica ed è poca cosa in quanto il vero scopo degli scampi la relazione interpersonale. Pertanto si spera che, risolta la questione sanitaria, si possa avviare nelle modalità dette la cooperazione con le organizzazioni in argomento.

 

Soci Collettivi dell’Istituto del Nastro Azzurro

Associazione Ex Allievi Nunziatella

Associazione Ex Allievi Accademia di Modena  

Museo del Nastro Azzurro

Associazione Seniores dello IASD

Club Ufficiali Marchigiani

Accademia di Oplologia e Militaria

Società Tarquiniense di Arte e Storia

Archeo Edizioni

Associazione un Ricordo per la Pace  Latina

Museo del Figurino Storico

Società Editrice Nuova Cultura. Sapienza Università Roma

 

Nel periodo  2021 2025 sono terminate tutte le collaborazioni co l’Accademia di Oplologia e Militaria per incompatibilità statuutarie e comportamentali. Con tutte le altre con alti e e bassi la collaborazione continua, anche se ad un livello molto basso, che avrebbe bisogno di impulsi

 

giovedì 20 novembre 2025

Messenzio Zanitti. Sabbia e Silenzio

DIBATTITI

Progetto 2026/2 

Testimonianze Missione di Pace



SABBIA E SILENZIO                                                      

[Gen. D. (ris) Antonello Messenio ZANITTI]

 

Nel 2003 portavo sul petto il grado di Tenente Colonnello e prestavo servizio presso la Divisione “Mantova”, di stanza a Vittorio Veneto. Erano anni in cui la parola pace sembrava sempre più fragile, e l’Italia, insieme ai suoi alleati, fu chiamata a un compito difficile. Fui assegnato alla Multinational Division South-East (MND-SE), Divisione a guida britannica impegnata in Iraq, a seguito della lotta contro il terrorismo scaturita dopo l’attacco alle Torri Gemelle nel 2001.

Il mio incarico era quello di Capo Branca Piani (Chief G5) della Divisione, responsabile della pianificazione operativa dell’area sud-est dell’Iraq. Dietro quella sigla, “G5”, si nascondeva un mondo di mappe, piani, decisioni, notti insonni e responsabilità che pesavano come il deserto dopo il tramonto.

 

Il Comandante

Il Comandante, il Maggior Generale Graeme Lamb, appartenente alle forze speciali britanniche, era un uomo che rimane impresso nella mente: tutto di un pezzo, capace di ispirare fiducia e competenza solo con lo sguardo. A lui fornivo quotidianamente le diverse opzioni operative per le unità dipendenti, al fine di assolvere i compiti assegnati. Un Comandante con la “C” maiuscola, che — cadesse il mondo — trovava sempre la forza e l’energia per ogni cosa. Non mancava giorno che fermasse lo staff per annunciare: «Let me think». Poi lo vedevamo, a torso nudo, sfrecciare con i suoi inseparabili pattini a rotelle tra gli elicotteri d’attacco fermi sulla pista di rullaggio. Un grande, nel senso più autentico del termine.

 

La partenza

Partii per l’Iraq pochi mesi dopo la nascita di mio figlio, Giacomo. Ricordo ancora il suo viso piccolo e sereno, e il profumo della casa quando chiusi la porta per l’ultima volta prima di partire.

Sapevo che sarei rimasto lontano a lungo — più di cinque mesi senza sosta — immerso in un tempo in cui ogni giorno aveva lo stesso colore della sabbia e dello sforzo.

 

L’impegno quotidiano

Il mio mandato fu segnato da due eventi che resteranno incisi nella memoria di chi c’era: l’attentato di Nassiriya e la cattura di Saddam Hussein.

Il primo ci colpì nel profondo. Il rumore dell’esplosione attraversò non solo il deserto, ma le anime di tutti noi. Quella giornata mise a nudo la vulnerabilità di chi indossa l’uniforme non per gloria, ma per servizio. Eppure, fu anche il momento in cui capimmo quanto fosse grande il valore della coesione, del silenzioso coraggio di chi non si arrende. Ricordo come fosse oggi quel giorno. La Brigata italiana impegnata a Nassiriya, alle dirette dipendenze della Divisione in cui operavo, fu colpita… certamente non affondata. Minuto dopo minuto le informazioni arrivavano sempre più tristi, sempre più pesanti: la lista dei caduti sembrava non volersi fermare. Quel giorno il Comandante della Divisione prese carta e penna e scrisse un messaggio da trasmettere a tutti: un messaggio di forza, di chi non flette agli eventi. Lo ricordo bene, intatto nella mia mente:

“Signori, dei coraggiosi italiani hanno perso la vita oggi facendo il loro lavoro. È tempo ora di fare il nostro. Non siate deflessi da questi tragici eventi; il nemico continuerà a fare ogni cosa in suo potere per uccidere noi, i nostri soldati, piloti, marinai e civili che contribuiscono al nostro impegno per capovolgere la situazione qui in Iraq – loro falliranno. Ho sempre sostenuto che avremmo affrontato oscuri e difficili giorni avanti a noi – oggi è uno di questi. Ai miei amici italiani, miei fratelli in armi, voi avete la mia più profonda comprensione. Voi camerati avete pagato l’ultimo prezzo; loro non hanno tradito noi – io non intendo tradire loro”. (Graeme Lamb, General Officer Commanding, Multi-National Division South-East, Iraq).

Il mio lavoro continuava, e sebbene la stanchezza si facesse sentire, ero orgoglioso di essere un ingranaggio di quella macchina che fa parte della Storia. In guarnigione eravamo relativamente al sicuro — una sicurezza che svaniva quando, settimanalmente, salivamo sugli elicotteri per raggiungere le Brigate dipendenti e affinare le pianificazioni operative. Erano voli tattici, a pochi metri dal suolo, facendo lo slalom tra le palme per evitare di essere ingaggiati da eventuali lanciarazzi RPG, con atterraggi rapidi — a volte troppo rapidi. Ricordo bene anche l’atterraggio su una portaerei americana, ormeggiata nel Golfo Persico. Lì, l’Ammiraglio comandante dell’unità volle ringraziare personalmente me — un semplice Tenente Colonnello — per quanto fatto e per quanto ancora da fare. Conservo ancora il “Coin” con l’emblema della portaerei che mi consegnò, passato di mano in mano come fosse il passaggio di un testimone. Un piccolo oggetto, ma carico di significato: un filo invisibile che lega tutti coloro che servono, perché il lavoro di uno si riflette inevitabilmente su quello degli altri che portano una divisa.

La cattura di Saddam Hussein portò invece un senso di svolta. Ricordo la notizia come un sussurro che si diffuse tra le tende e i centri operativi: la sensazione che qualcosa, forse, stesse davvero cambiando. Ma la guerra non conosce trionfi assoluti: ogni passo avanti aveva il peso di ciò che avevamo perso. Ancora una volta il Comandante scrisse:

“Le missioni sono ciò per cui viviamo e moriamo; l’Iraq non è stata un’eccezione. Qui voi avete fatto una reale differenza, a contatto con gente cui non è mai stato concesso un brandello di decenza, e avete contribuito a dare loro un’esistenza significativamente migliore. Ciò che facciamo in vita è il fondamento della nostra umanità. Noi poniamo noi stessi sulla via del pericolo, affrontando terrore e intimidazione, prendendo le difese di antichi ideali, della dedizione e del sacrificio. Noi restiamo in disparte dagli altri. Siamo una schiera di fratelli.

Non cerchiamo fama, ma la silenziosa solitudine di chi fa bene un lavoro difficile. Io sono immensamente orgoglioso di aver servito al vostro fianco. Continuate a operare come state facendo; mantenetevi al sicuro, ma se dovete marciare al suono delle armi, fatelo senza esitazione o timore di fallire. La vita mi ha insegnato che il coraggio non è un dono, ma la mera applicazione della forza di volontà. Siate forti. Molto è stato fatto e molto ancora è da fare. Il fallimento non è in considerazione, non è un’opzione”. (Major General Graeme Lamb, Commanding General, Multinational Division South-East, Iraq)

 

Il ritorno

Quando tornai a casa, dopo quei lunghi mesi, Giacomo era cresciuto. Lo trovai diverso, eppure familiare. Aveva imparato a sorridere senza conoscermi davvero, e io dovevo imparare a essere padre da capo. Portavo con me il silenzio del deserto, le voci dei camerati, e la consapevolezza che la distanza più grande non è quella tra i continenti, ma quella che si apre tra chi parte e ciò che lascia. Da allora, ogni volta che guardo una fotografia di quei giorni, rivedo non solo la missione, ma la fragile grandezza dell’essere umano quando serve qualcosa di più grande di sé.

 

 

 

 

 

Zanitti Antonello Messenio, 1964, Esercito Italiano, Divisione “Mantova”, Chief G5 nella Multinational Division South-East in IRAQ, ottobre 2003 – marzo 2004, Tenente Colonnello.

mercoledì 19 novembre 2025

CESVAM REPORT 2021 - 2025 GLI INCONTRI CON L'AUTORE

 ARCHIVIO

 

GLI INCONTRI CON L’AUTORE  

Conferenze.

 

La partecipazione dei membri del CESVAM a conferenze sia all’interno del Nastro Azzurro che all’esterno può rappresentare una attività di interesse per il CESVAM stesso. Il retaggio del passato non è brillante.

Mercoledi 4 novembre 1915 il Direttore del CESVAM tenne una conferenza all’Istituto del Nastro Azzurro sul tema della Prigionia di Guerra nel quadro della iniziativa della Federazione di Roma definita i “Mercoledì del Nastro Azzurro”, Questo ha dato avvio ad una collaborazione con la Federazione di Roma che per il CESVAM si intendeva come concorso alle attività della Federazione. Infatti il CESVAM alle Federazioni può solo dare un concorso alle attività delle medesime in relazione all’assunto che il CESVAM è un organismo a carattere nazionale, le Federazioni sono a livello locale. Se il CESVAM oltrepassa certi limiti oltrepassa certi limiti, diventa un organismo a carattere locale e viene meno alle sue identità.

 

Per questo assunto la partecipazione alle attività della Federazione di Roma non poteva non avere un profilo autonomo che si doveva sovrapporre in modo formale ma non sostanziale. Da qui la nascita dei cosiddetti “Incontri con l’Autore” che sono delle conferenze volte alla presentazione di un volume in cui l’Autore non solo è presente ma ha un rilievo superiore alla semplice presentazione esponendo i criteri ed i motivi che hanno dato vita alla sua opera. Gli Incontri con l’Autore hanno poi preso un ulteriore aspetto: quello di presentare protagonisti di eventi e conoscere la propria attività.

 

L’elenco degli Incontri è il seguente

 

1.      I Incontro con l’Autore: Luigi Marsibilio

                                       Il Quadro di battaglia dell’Esercito Italiano

                                        Roma, Sede Nazionale Nastro Azzurro

2.      II Incontro con l’Autore: Giuseppe Tarantino

                                        Reportage Esercito

                                        Roma Sede Nazionale Nastro Azzurro

                                        1 marzo 2017

3.      III Incontro con l’Autore: Giovanni Cecini

                                        I Generali di Mussolini

                                        Roma Sede Nazionale Nastro Azzurro

                                        5 Aprile 2017

4.      IV Incontro con l’Autore: Giancarlo Ramaccia

                                        Boroevic, il Leone dell’Isonzo

                                        4 Maggio 2017

                                        Roma Sede Nazionale Nastro Azzurro

5.      V Incontro con l’Autore:  Gianluca Bonci

                                                       Le Spade dell’Islam

                                       7 giugno 2017

                                       Roma Sede Nazionale del Nastro Azzurro

 

Con la fine dell’anno accademico 2016 - 2017 il CESVAM valutò attentamente l’utilità di questa attività. In pratica si stava delineando una situazione in cui nella pratica il messaggio che arrivava all’esterno era distorto: il CESVAM era in pratica inteso come attività della Federazione di Roma, il cui Presidente Peghini non aveva alcuna responsabilità. In più si era presa una deriva che ci si allontanava di molto dai caratteri del CESVAM in tema di profilo accademico-scientifico, scivolando sempre verso la semplice comunicazione in un quadro che non era di ricerca e studio, ma sostanzialmente ricreativo ed associativo. Nella sostanza il CESVAM lavorava per la Federazione di Roma, venendo meno ai suoi caratteri e profili costitutivi. Con l’anno accademico 2017 -2018 Il CESVAM decise di interrompere l’organizzazione degli Incontro con l’Autore lasciando la Federazione di Roma libera ed autonoma di svolgere le proprie attività ed il CESVAM ritornare ai suoi livelli.

Emerge in questa situazione ancora una volta la confusione che regna in ambito Nastro Azzurro tra Istituto, Ente Morale e componente associativa. L’errore del CESVAM è stato quello di entrare nell’orbita associativa locale in toto, tralasciando sia l’aspetto istituzionale allineando la sua attività ad un organo periferico.

 

Nel novembre 2017 il Direttore del CESVAM tenne una conferenza presso la Federazione di Pistoia, chiamato dalla locale Federazione Provinciale. Con questa conferenza si pose fine per l’anno accademico 2017 – 2018 concentrando tutta l’attenzione del CESVAM alla organizzazione della Giornata del Decorato, del 2018, che si tenne a Roma nell’aprile 2018.

Su questo argomento si rinvia alla scheda dedicata ai convegni ed alle considerazioni lì espresse.

 

Per l’anno accademico 2018 - 2019, non furono previste conferenze ne si organizzarono Incontri con l’Autore.  In questa situazione di stallo, si inserì l’esigenza sanitaria che interruppe dal febbraio 2020 al maggio 2021 ogni attività, riprendendo con cautela nel mesi estivi del 2021, mesi non propriamente adatti a tenere conferenze a Roma.

Questa attività riprendere al momento in cui i volumi pubblicati. Risolta anche la questione sanitaria, il programma prevede la presentazione dei volumi di Alessia Biasiolo, Giovanni Cecini, Massimo Squillaci  i dizionari in essere.  Da novembre 2021 a maggio 2022 pertanto, con cadenza mensile era ipotizzabile la ripresa degli “Incontri”, con molte riserve in quanto incombe un ulteriore incognita legata alla disponibilità della Sala Grande della Presidenza. La epidemia di Covid 19 ha impedito la realizzazione di detto programma.

 Nel 2023 nel momento in cui si sono determinate le condizioni di normalità, si sono tenuti due o tre incontri, ma che non hanno dato i frutti sperati. Il CESVAM non ottiene, per queste iniziatve, in cambio quello che si propone: ovvero diffusione delle asue attività di ricerca. L’impressione è che sia sfruttato da parte di chi, non avendo la capacità di organizzare, sfrutta gli altri senza dare nulla. L’ipotesi sul tappeto è quella per il prossimo 2026 quella di riprendere questi incontri, sempre in funzione di un ritorno al CESVAM, cosa che è di difficile attuaz