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Il blog è espressione del Centro Studi sul Valore Militare - Ce.S.Va.M.- istituito il 25 settembre 2014 dal Consiglio Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare.Lo scopo del CEsVAM è quello di promuovere studi sul Valore Militare.E' anche la continuazione on line della Rivista "Quaderni" del Nastro Azzurro. Il Blog è curato dal Direttore del CEsVAN, Gen. Dott. Massimo Coltrinari (direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
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domenica 30 novembre 2025
sabato 29 novembre 2025
Editoriale Mese di Novembre 2025
Altro punto positivo sono le nuove iscrizioni ai Master, con una affluenza ed una qualità degni di nota. Anche qui occorre essere ferrei nel mantenere gli standard adottati fino ad ora. L'Ultima sessione di laurea, a metà novembre, ha confermato la bontà dell'approccio, tanto che tutti i laureati hanno mostrato l'intenzione di collaborare con il CESVAM.
Su questo abbrivio, le opportunità da cogliere sono molteplici. La stragrande maggioranza dei componenti del CESVAM proviene da ambienti lontani dal nostro ed hanno conosciuto nei suoi termini sia l'Istituto che le sue finalità istituzionali, dando vita ad una collaborazione fattiva che in certi casi supera il lustro ed oltre. Su questo approccio vale la pena di insistere.
Ovviamente ci sono le cose di segno contrario. Se ne indica una sola: il Canale YOU TUBE dell'Istituto, attivato nell'ambito del Progetto 2022/3 la Divulgazione. Su oltre 4000 soci del Nastro Azzurro, dei 83 iscritti al Canale, solo la metà ha la qualifica di socio. Ma è una cosa accettabile, in quanto la dimestichezza con le nuove tecnologie non è una caratteristica delle persone di una certa età. L'importante che sia aperto e gestito con cadenza settimanale.
All'orizzonte ci sono le solite nubi: tutte cose note a cui già si è provveduto con le adeguate contromisure ed i relativi piani alternativi. Chiudo constatando che il motto del CESVAM, "l'aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza". anche in questo mese è stato messo in pratica. Un grazie a tutti.
(massimo coltrinari)
venerdì 28 novembre 2025
Copertina Mese di Novembre 2025
NOVEMBRE 2025
giovedì 27 novembre 2025
Storia delle Ferrovie Eritree ER
ARCHIVIO
MARIO PIETRANGELI
La costruzione della linea ferroviaria Massaua-Asmara, la principale ferrovia eritrea, avvenne in diverse fasi:
1887-1911: La costruzione iniziò nel 1887 e si concluse nel 1911 con l'arrivo ad Asmara.
1914-1922: Successivamente, la linea fu prolungata con il tratto Asmara-Biscia.
1994-2003: Dopo un lungo periodo di disuso, la linea è stata in piccola parte riattivata
mercoledì 26 novembre 2025
CESVAM REPORT 2021 2025 - IL MOTTO DEL CESVAM COME LINEA PROGRAMMATICA
ARCHIVIO
Il Motto rappresenta la
sintesi delle consistenza e profilo di ogni organizzazione. Nelle sue
caratteristiche deve avere quella della sinteticità e del profondo significato.
Il CESVAM ha inteso
adottare il seguente motto
“L’aver
inteso, senza lo ritener, non fa scienza”
Come noto, il passo è
in Dante, Paradiso, V., Versi 41-42, non nelle esatta sequenza come qui
presentata ed adottata, che ha assunto una sua valenza ulteriore in quanto
citato il passo da Machiavelli, nell’esilio all’Albergaccio, presso San
Cascano, momento chiave e qualificante
della vita del grande fiorentino. Sono i momenti della nascita del “Principe”,
opera fondamento della Scienza Politica moderna, che trova il suo annuncio nella ancor più
nota “Lettera a Francesco Vettori” del 10 dicembre 1513.
Pessimismo e fortuna,
lontananza dalla politica,
l”’ingaglioffamento” il colloquio
con i classici ed la “ verità effettuale
della cosa” sono i passaggi chiave della Lettera all’Ambasciatore ed amico che
è può essere adottato anche come programma che vale la pena di seguire.
L’alternanza di
“ingaglioffarsi” e di indossare i “panni curiali” sono i cardini di un
atteggiamento che dovrebbe permettere ad ogni componente del CESVAM di attuare
in modo pratico il motto sopra indicato.
La ricerca, lo studio,
l’impegno, non ha alcun senso e tutto in breve verrebbe dimenticato, se non
viene fissato nella memoria, nello scritto, nell’elaborato. Facendo questo si
fa “scienza” si costruisce e si fa “sapere”, che è la finalità ultima del
CESVAM, che è in finale rimane e deve essere sempre un Centro Studi. In questa
sequenza, che è il programma adottato si racchiudono i comportamenti di
relazione in un affinamento per step successivi che rappresentano le regole di
partecipazione al CESVAM.
martedì 25 novembre 2025
Potere ed Etica in epoca contemporanea
DIBATTITI
Sergio B. Sabetta
Il potere,
come è stato definito, non è altro che il “controllo”, questo ancor più in
ambiti politico, ma può essere anche definito quale capacità di guidare una
“trasformazione”, da tenersi quindi distinto dal potere teologico fondato sulla
creazione.
Nel tempo vi
è stata una sua evoluzione, originariamente fino alla rivoluzione francese esso
consisteva nel controllo della realtà intesa quale possesso naturale di un
bene, prevalentemente terreni, ma già nel XIX secolo con la Rivoluzione
Industriale il potere cominciò a consistere nel possesso della tecnologia per
la produzione (Marx).
Un ulteriore
passaggio avvenne nel XX secolo dove il centro del potere si trasferì sul
possesso, non tanto dei mezzi di produzione quanto dei mezzi di informazione
che incidevano sui mezzi di produzione e sui beni, attualmente l’informazione
ha trasferito il potere principalmente nel permettere il controllo delle
risposte alle domande.
L’ultimo più
recente passaggio è il controllo dell’incertezza, ossia quali domande potere
fare e quali negare, attraverso tale griglia controllare la realtà, vi è
pertanto il rischio di un oligopolio nascosto ovvero di una ristrettissima e
non manifesta oligarchia, essendo venuta meno
la capacità competitiva tra aziende con la suddivisione preventiva del
potere tra oligarchi, così che il digitale è sfuggito al controllo sociale
della politica.
La
rivoluzione digitale si fonda sull’informazione quale manipolazione dei dati,
ossia delle informazioni, questa si fonda anche nel progettare, ossia nello
scomporre e ricomporre i dati stessi, ne deriva il rischio analogico della
realtà di sparire dietro al digitale, infatti sempre crescenti modelli digitali
si pongono in alternativa all’analogico rischiando di semplificare
eccessivamente la realtà, perdendo in tal modo una serie di dati con il
conseguente blocco dell’insieme in una eccessiva distanza dalla vita del reale.
Tuttavia il
digitale per funzionare deve necessariamente passare attraverso le strutture
analogiche (cavi, terre rare, chips), ne consegue che il digitale necessita di
una sede materiale e in essa si esercita il controllo politico sulla sovranità
digitale, ecco l’utilità dei piccoli Stati isolati nei mari, in un fallimento
del mercato in presenza degli oligopoli.
La potenza
ha necessità di affiancare al controllo il mito quale racconto, così da fondare
e legittimare la forza (capacità mitopoietica), ma questa deve essere resa
collettiva e rinsaldata attraverso la recita collettiva del rito che ricorda il
“mito fondativo”, il quale nella contemporaneità si è incarnato nel mito
infondato dell’economicismo che può vivere solo se inserito nella potenza
altrui.
La potenza
presuppone comunque un’etica, la quale non è che una possibilità di scelta tra
forme di essere, ma anche la non scelta è una scelta, la morale risulta
pertanto il perché di una scelta.
Se in
Occidente l’etica dalla filosofia antica al Medioevo è fondata sull’io, come
ripresa da Kant per il quale il bene è relativo al singolo, in Oriente secondo
l’insegnamento confuciano è la collettività che prevale.
In età
contemporanea all’etica della gente o soggetto si affianca l’etica del
ricevente ossia dell’oggetto, si passa dai doveri ai diritti ponendo al centro
la relazione tra doveri e diritti, tra soggetto e oggetto, fino
all’affermazione dei diritti della natura.
Tuttavia
questo di per sé non evita la crisi della democrazia, ridotta a populismo, con
la mancanza del Consenso, del venire meno della Cooperazione e della
Competizione schiacciata dalla suddivisione del potere tra oligarchi (teoria
delle tre C), dove la sovranità separata dalla governance viene surretiziamente
riunita nel sovrapporre procedure e diritti.
Già
osservava Heidegger che la tecnica non è che un pensiero calcolante in cui
tutto viene ridotto all’utile, all’economicismo, in mancanza di un possibile
pensiero alternativo con cui bilanciare la tecnica, da cui il prevalere della
tecnica sulla natura dove l’essere umano finisce per esserne incluso diventandone
un semplice elemento.
La verità si
riduce all’efficacia, che diventa accumulo nello sfruttamento della natura,
dove la tecnica quale elemento più alto della razionalità attraverso il calcolo
non soddisfa più il bisogno reale ma lo scambio, così da sostituire la ratio al
logos.
Se
nell’economia vi è ancora il riflesso della passione, a un livello superiore la
tecnica riduce tutto ad efficienza e calcolo, in un pensiero unico dove
l’essere umano sposta la propria identità esclusivamente sul ruolo.
lunedì 24 novembre 2025
CESVAM REPORT 2021 - 2025 - IV DI COPERTINA DEL PERIODICO NAZIONALE "IL NASTRO AZZURRO"
ARCHIVIO
domenica 23 novembre 2025
CESVAM REPORT 2021 2025 - "IL NASTRO AZZURRO" Periodico Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro
ARCHIVIO
IL PERIODICO
IL NASTRO AZZURRO
Periodico Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro
“Le precedente Report si
scriveva : Il Periodico, che attualmente esce bimestralmente, rappresenta la
tradizione dell’Istituto del Nastro Azzurro come pubblicazione ed in quanto
tale non è nelle competenze del CESVAM.
Il Periodo è espressione di
tutti i soci, nelle loro variegate forme di partecipazione ed è lo specchio ed
immagine dell’Istituto. L’Editoriale del Presidente rappresenta il riferimento
della politica dell’Istituto ai fini della attuazione dei dettami statutari.
Rappresenta la espressione
più genuina dell’associazionismo combattentistico e d’arma che l’Istituto ha
come sua componente e, quindi, sotto questo aspetto è rivolto verso il mondo
associativo militare in tutte le sue forme.
E’ la vetrina delle attività
della presenza sul territorio di tutte le attività che le Federazioni, le
Sezioni ed i Gruppi svolgono, manifestando con la loro presenza anche fisica
l’attaccamento ai valori patri ed alla tradizione.
L’assoluta sinergia tra le attività del CESVAM ed il Periodico “Il Nastro Azzurro” è uno dei fattori di forza e di successo dell’Istituto. La mancanza assoluta di competizione e tantomeno di rivalità o confronto sono un esempio di armonia tra componenti diverse, di concordia e fraternità di intenti che supera in ogni momento quelle forse dissolventi che variegatamente sono emerse in passato ma che oramai sono state assorbite con atteggiamenti intelligenti e superiori
Il CESVAM vi partecipa con il
Direttore protempore inserito in seno al Comitato di Redazione e con quattro
pagine di informazioni, che rappresentano uno dei modi di contribuire alle
attività dell’Istituto del Nastro Azzurro nel settore associativo
combattentistico.
I contenuti delle pagine sono variegati, con
interventi di carattere storico e geopolitico dei componenti del CESVAM, nella
misura richiesta dalla Direzione Editoriale, e con interventi sulle attività
del CESVAM.
Il CESVAM contribuirà in modo
concreto e massiccio affinchè il Periodo “Il Nastro Azzurro” possa continuare
questa sua funzione, specialmente in quella supplettiva della edizione del
Calendario Associativo, di lunga tradizione e impatto fra i soci di notevole
spessore.”
Nel quadriennio 2021 -2025 occorre registrare due importanti novità La prima è diventata stabile da parte del CESVAM la collaborazione al Periodico con la copertina delle prima 4-6 pagine del Periodico. Le prime due ospitano sempre l’INFOCESVAM nella sua edizione integrale, oltre ad artic0li e note riguardando la attività di editoria e pubblicazione. La seconda riguarda l’alternanza nei numeri pari (2,4,6) della pubblicazione in IV di Copertina del periodo della edizione di una pubblicazione del CESVAM. Questo è iniziato nel 2022 ed ancora oggi continua. Il pratica si è creata una ulteriore possibilità di divulgazione delle attività CESVAM
sabato 22 novembre 2025
l'iTALIA NELLA SCENA MONDIALE
DIBATTITI
Sergio Benedetto Sabetta
Premessa
In questi anni al volgere del nuovo millennio si è ripetuto
in termini similari quello che accadde a cavallo tra i XIX e il XX secolo, a
cui ad una fase di euforia seguì la disgregazione violenta degli equilibri
politici.
A fine ‘800
una notevole esaltazione aveva fermato le società industrializzate europee,
positivismo e tecnica promettevano una crescita infinita con un coinvolgimento
mondiale, l’Europa ne sarebbe stata guida e principale beneficiaria attraverso
i suoi immensi imperi coloniali.
Tuttavia già
a partire dai primi anni del ‘900 si aprirono le prime crepe, conflitti che
apparivano lontani e limitati quali la guerra del 1905 Russo-Giapponese, le
guerre balcaniche, la crisi di Agadir e la guerra Italo-Turca per la Libia, a
cui si affiancarono opposti blocchi di potenze europee.
Una
crescente conflittualità prese piede, alla quale seguì l’esaltazione della
forza quale strumento diplomatico di coesione e risoluzione dei conflitti.
Tutto fino al precipitare nella catastrofe della Grande Guerra, dove la
stabile centralità dell’Europa si dissolse insieme a quattro Imperi, con un
conseguente vuoto di potere e iniziò ad essere riempito oltre Oceano e la
conseguente creazione di una continua instabilità, depressione a cui si
affiancò l’abitudine alla violenza quale metodo fino al crollo della 2° Guerra
mondiale e al definitivo ridimensionamento dell’Europa.
Analogamente
in questi anni vi è stato un progressivo diffondersi della sfiducia su una
inesorabile crescita del benessere e della pace nel mondo a direzione USA,
attraverso la sola globalizzazione economica della quale gli USA erano gestori
ultimi.
Una serie di
conflitti nel mondo di cui era difficile la soluzione hanno indotto gli USA ad
uscirne, indebolendo ulteriormente la fiducia nel modello globale.
L’impoverimento
della stessa classe media americana, oltre alle nuove ideologie californiane in
opposizione al precedente modello fondato sull’assimilazione hanno indebolito
la coesione della Nazione in termini di potenza, favorendo il ridimensionamento
degli USA secondo una nuova teoria di Monroe.
Questo può
pertanto in una nuova più ampia conflittualità ridurre ulteriormente
l’Occidente nel suo insieme, favorendo i nuovi centri di potere, Cina e India
in primis.
L’Italia nel Mediterraneo
Cento anni
fa, in questi anni, avveniva la riconquista della Libia già sottratta
all’impero turco con la guerra del 1911 insieme al Dodecanneso in parte persa
per le rivolte delle tribù berbere durante la Grande Guerra, dove lo sforzo
principale era diretto contro l’Austria-Ungheria.
Attualmente
vi è un nuovo riprendersi spazi economico-strategici da parte della Turchia, la
quale nel volere riaffermare una propria area economico-imperiale di influenza
dal Mar Nero al Caucaso, dal Mar Rosso al Mediterraneo interviene nelle aree
critiche tanto finanziariamente che materialmente con uomini e mezzi.
In questo
suo dinamismo nel Mediterraneo si è insediata, oltre che nella parte orientale del Mar Egeo in Siria ed Iraq, anche nei
Balcani in particolare nell’Albania al di là dell’Adriatico, per non parlare
della Tripolitania a cui recentemente si è aggiunta l’infiltrazione in
Cirenaica dove erano già presenti russi ed egiziani.
Sebbene
alleati vi è una competizione economica e di risorse da tenere presente, basti
pensare al gas e al petrolio.
Sorge quindi
la necessità di controllare le sponde del Mare Mediterraneo, ossia le vie marittime
congiunzione tra gli oceani, si deve considerare che per i mari passano l’85%
delle merci mondiali, d’altronde le sponde libiche tagliano il Mediterraneo a
metà permettendone il controllo.
In questo
occorre preparare e possedere una forza militare credibile, non tanto per
essere usata in conflitto aperto quanto per dare credibilità all’attività
diplomatica e alle trattative che ne conseguono circostanza che ha indotto sia
la Turchia che la Francia a tendere verso l’assimilazione piuttosto che
l’integrazione al fine di rendere omogenea la popolazione in caso di conflitto,
secondo una visione di potenza.
Dobbiamo
comunque sempre tenere presente che siamo entro la strategia americana, tanto
che il Memorandum del 2019 sottoscritto dall’Italia relativo al piano cinese
della Via della Seta ha provocato uno scontro con gli USA, in quest’ambito, in
termini più limitati, manteniamo comunque una capacità di manovra tattica nel
bacino del Mediterraneo ed entro l’UE,
di cui non dobbiamo mai dimenticare i vari interessi nazionali interni
che l’agitano impedendone un’azione efficace unitaria.
Questo
comporta la necessità di pianificare una propria strategia nazionale da
mantenere sostanzialmente costante nonostante le vicissitudini politiche
interne, il problema è la nostra frammentarietà culturale che tende ad
appoggiarsi per gruppi ai vari interessi stranieri al fine di prevalere nei
conflitti interni, mentre per l’estero con una visione salvifica si demanda la
difesa agli USA e gli interessi economici ad alleanze con i vari potentati.
Abbiamo
osservato che l’UE è un’idea economica più che politica, dove le varie entità
spesso confliggono sul piano storico-strategico, anche per le manifeste
divisioni tra le varie Europe, Nordica, Baltica, Mediterranea, Orientale e
Balcanica.
Pertanto ad
una proiezione sul Mediterraneo in termini economici e difensivi deve
affiancarsi una proiezione verso l’Europa al fine della creazione di una
propria area di influenza necessaria sia in termini economici che politici
nelle continue trattative a Bruxelles.
Questo
necessita di una chiara direzione, come nel caso dei francesi che hanno agito
in termini aziendalistici pianificando l’acquisto di importanti aziende
italiane, espandendo così, tra l’altro, la base politico-economica nelle
trattative entro l’UE, in particolare con la Germania.
Anche con la
Germania vi è un rapporto di influenza essendo la pianura padana strettamente
collegata economicamente alla Baviera attraverso il Brennero e l’Austria,
circostanza che conduce a spaccare l’Italia all’altezza circa della vecchia
Linea Gotica, memoria del 1944/45.
Tuttavia
avere una propria strategia e la
conseguente area di influenza conduce a cambiare la propria pedagogia,
impegnandosi in un percorso faticoso e costoso finanziariamente, almeno
all’inizio, non gradito da una popolazione anziana e da giovani generazioni
prevalentemente disabituati alla fatica di un impegno quotidiano.
Giovani che
peraltro sono nella tecnica e come tali ne diventano elemento molto efficiente,
ma anche privati della capacità di una propria analisi , in quanto un “elemento” e come tale affascinati da
soluzioni ideologiche semplicistiche provenienti dagli USA.
venerdì 21 novembre 2025
CESVAM REPORT 2021 -2025 - collaborazione con Enti Istituto Fondazioni e Musei. Il Confronto
COLLABORAZIONI
CON ENTI, ISTITUTI,
FONDAZIONI,
MUSEI.
Il confronto.
Nel
precedente rapporto si scriveva: “Il CESVAM deve attentamente valutare i suoi
approcci con enti, istituti e fondazioni in quanto i campi di attività sono
interessanti, attraenti, di accesso piacevole, ma il rischio che si corre è
quello di non avere le forze e le energie sufficienti per tenere il passo a
queste iniziative. Di contro esistono settori che sono completamente fermi o
addirittura inesplorati (come ad esempio quelli dei Soci Collettivi) che
necessitano almeno una presa di visione. A monte rimane sempre la discriminante
che l’Istituto ha nella sua struttura: l’aspetto di Ente Morale e quello
associativo. In questo frangente una analisi esplorativa ha potuto appurare che
la questione dei soci Collettivi è al momento in una situazione di stallo.” A
tutto oggi settembre 2021, la situazione è la stessa. La esigenza sanitaria ha
impedito lo svilupparti si ogni relazione; quello che è stato mantenuto è solo
in via informatica ed è poca cosa in quanto il vero scopo degli scampi la
relazione interpersonale. Pertanto si spera che, risolta la questione
sanitaria, si possa avviare nelle modalità dette la cooperazione con le
organizzazioni in argomento.
Soci
Collettivi dell’Istituto del Nastro Azzurro
Associazione
Ex Allievi Nunziatella
Associazione
Ex Allievi Accademia di Modena
Museo del
Nastro Azzurro
Associazione
Seniores dello IASD
Club
Ufficiali Marchigiani
Accademia di
Oplologia e Militaria
Società
Tarquiniense di Arte e Storia
Archeo
Edizioni
Associazione
un Ricordo per la Pace Latina
Museo del
Figurino Storico
Società
Editrice Nuova Cultura. Sapienza Università Roma
Nel
periodo 2021 2025 sono terminate tutte
le collaborazioni co l’Accademia di Oplologia e Militaria per incompatibilità
statuutarie e comportamentali. Con tutte le altre con alti e e bassi la
collaborazione continua, anche se ad un livello molto basso, che avrebbe
bisogno di impulsi
giovedì 20 novembre 2025
Messenzio Zanitti. Sabbia e Silenzio
DIBATTITI
Progetto 2026/2
Testimonianze Missione di Pace
SABBIA E SILENZIO
[Gen. D. (ris) Antonello Messenio ZANITTI]
Nel 2003 portavo sul petto il grado di Tenente
Colonnello e prestavo servizio presso la Divisione “Mantova”, di stanza a
Vittorio Veneto. Erano anni in cui la parola pace sembrava sempre più fragile,
e l’Italia, insieme ai suoi alleati, fu chiamata a un compito difficile. Fui
assegnato alla Multinational Division South-East (MND-SE), Divisione a guida
britannica impegnata in Iraq, a seguito della lotta contro il terrorismo
scaturita dopo l’attacco alle Torri Gemelle nel 2001.
Il mio incarico era quello di Capo Branca Piani (Chief
G5) della Divisione, responsabile della pianificazione operativa dell’area
sud-est dell’Iraq. Dietro quella sigla, “G5”, si nascondeva un mondo di mappe,
piani, decisioni, notti insonni e responsabilità che pesavano come il deserto
dopo il tramonto.
Il Comandante
Il Comandante, il Maggior Generale Graeme Lamb,
appartenente alle forze speciali britanniche, era un uomo che rimane impresso
nella mente: tutto di un pezzo, capace di ispirare fiducia e competenza solo
con lo sguardo. A lui fornivo quotidianamente le diverse opzioni operative per
le unità dipendenti, al fine di assolvere i compiti assegnati. Un Comandante con
la “C” maiuscola, che — cadesse il mondo — trovava sempre la forza e l’energia
per ogni cosa. Non mancava giorno che fermasse lo staff per annunciare: «Let me
think». Poi lo vedevamo, a torso nudo, sfrecciare con i suoi inseparabili
pattini a rotelle tra gli elicotteri d’attacco fermi sulla pista di rullaggio.
Un grande, nel senso più autentico del termine.
La partenza
Partii per l’Iraq pochi mesi dopo la nascita di mio
figlio, Giacomo. Ricordo ancora il suo viso piccolo e sereno, e il profumo
della casa quando chiusi la porta per l’ultima volta prima di partire.
Sapevo che sarei rimasto lontano a lungo — più di
cinque mesi senza sosta — immerso in un tempo in cui ogni giorno aveva lo
stesso colore della sabbia e dello sforzo.
L’impegno quotidiano
Il mio mandato fu segnato da due eventi che resteranno
incisi nella memoria di chi c’era: l’attentato di Nassiriya e la cattura di
Saddam Hussein.
Il primo ci colpì nel profondo. Il rumore
dell’esplosione attraversò non solo il deserto, ma le anime di tutti noi. Quella
giornata mise a nudo la vulnerabilità di chi indossa l’uniforme non per gloria,
ma per servizio. Eppure, fu anche il momento in cui capimmo quanto fosse grande
il valore della coesione, del silenzioso coraggio di chi non si arrende. Ricordo
come fosse oggi quel giorno. La Brigata italiana impegnata a Nassiriya, alle
dirette dipendenze della Divisione in cui operavo, fu colpita… certamente non
affondata. Minuto dopo minuto le informazioni arrivavano sempre più tristi,
sempre più pesanti: la lista dei caduti sembrava non volersi fermare. Quel
giorno il Comandante della Divisione prese carta e penna e scrisse un messaggio
da trasmettere a tutti: un messaggio di forza, di chi non flette agli eventi. Lo
ricordo bene, intatto nella mia mente:
“Signori, dei coraggiosi italiani hanno perso la vita
oggi facendo il loro lavoro. È tempo ora di fare il nostro. Non siate deflessi
da questi tragici eventi; il nemico continuerà a fare ogni cosa in suo potere
per uccidere noi, i nostri soldati, piloti, marinai e civili che contribuiscono
al nostro impegno per capovolgere la situazione qui in Iraq – loro falliranno. Ho
sempre sostenuto che avremmo affrontato oscuri e difficili giorni avanti a noi
– oggi è uno di questi. Ai miei amici italiani, miei fratelli in armi, voi
avete la mia più profonda comprensione. Voi camerati avete pagato l’ultimo
prezzo; loro non hanno tradito noi – io non intendo tradire loro”. (Graeme Lamb, General Officer
Commanding, Multi-National Division South-East, Iraq).
Il mio lavoro continuava, e sebbene la stanchezza si
facesse sentire, ero orgoglioso di essere un ingranaggio di quella macchina che
fa parte della Storia. In guarnigione eravamo relativamente al sicuro — una
sicurezza che svaniva quando, settimanalmente, salivamo sugli elicotteri per
raggiungere le Brigate dipendenti e affinare le pianificazioni operative. Erano
voli tattici, a pochi metri dal suolo, facendo lo slalom tra le palme per
evitare di essere ingaggiati da eventuali lanciarazzi RPG, con atterraggi
rapidi — a volte troppo rapidi. Ricordo bene anche l’atterraggio su una
portaerei americana, ormeggiata nel Golfo Persico. Lì, l’Ammiraglio comandante
dell’unità volle ringraziare personalmente me — un semplice Tenente Colonnello
— per quanto fatto e per quanto ancora da fare. Conservo ancora il “Coin” con
l’emblema della portaerei che mi consegnò, passato di mano in mano come fosse
il passaggio di un testimone. Un piccolo oggetto, ma carico di significato: un
filo invisibile che lega tutti coloro che servono, perché il lavoro di uno si
riflette inevitabilmente su quello degli altri che portano una divisa.
La cattura di Saddam Hussein portò invece un senso di
svolta. Ricordo la notizia come un sussurro che si diffuse tra le tende e i
centri operativi: la sensazione che qualcosa, forse, stesse davvero cambiando. Ma
la guerra non conosce trionfi assoluti: ogni passo avanti aveva il peso di ciò
che avevamo perso. Ancora una volta il Comandante scrisse:
“Le missioni sono ciò per cui viviamo e moriamo;
l’Iraq non è stata un’eccezione. Qui voi avete fatto una reale differenza, a
contatto con gente cui non è mai stato concesso un brandello di decenza, e
avete contribuito a dare loro un’esistenza significativamente migliore. Ciò che
facciamo in vita è il fondamento della nostra umanità. Noi poniamo noi stessi
sulla via del pericolo, affrontando terrore e intimidazione, prendendo le
difese di antichi ideali, della dedizione e del sacrificio. Noi restiamo in
disparte dagli altri. Siamo una schiera di fratelli.
Non cerchiamo fama, ma la silenziosa solitudine di chi
fa bene un lavoro difficile. Io sono immensamente orgoglioso di aver servito al
vostro fianco. Continuate a operare come state facendo; mantenetevi al sicuro,
ma se dovete marciare al suono delle armi, fatelo senza esitazione o timore di
fallire. La vita mi ha insegnato che il coraggio non è un dono, ma la mera
applicazione della forza di volontà. Siate forti. Molto è stato fatto e molto
ancora è da fare. Il fallimento non è in considerazione, non è un’opzione”. (Major
General Graeme Lamb, Commanding General, Multinational Division South-East,
Iraq)
Il ritorno
Quando tornai a casa, dopo quei lunghi mesi, Giacomo
era cresciuto. Lo trovai diverso, eppure familiare. Aveva imparato a sorridere
senza conoscermi davvero, e io dovevo imparare a essere padre da capo. Portavo
con me il silenzio del deserto, le voci dei camerati, e la consapevolezza che
la distanza più grande non è quella tra i continenti, ma quella che si apre tra
chi parte e ciò che lascia. Da allora, ogni volta che guardo una fotografia di
quei giorni, rivedo non solo la missione, ma la fragile grandezza dell’essere
umano quando serve qualcosa di più grande di sé.
Zanitti Antonello Messenio, 1964, Esercito Italiano,
Divisione “Mantova”, Chief G5 nella Multinational Division South-East in IRAQ, ottobre
2003 – marzo 2004, Tenente Colonnello.
mercoledì 19 novembre 2025
CESVAM REPORT 2021 - 2025 GLI INCONTRI CON L'AUTORE
ARCHIVIO
GLI INCONTRI
CON L’AUTORE
Conferenze.
La
partecipazione dei membri del CESVAM a conferenze sia all’interno del Nastro
Azzurro che all’esterno può rappresentare una attività di interesse per il
CESVAM stesso. Il retaggio del passato non è brillante.
Mercoledi 4
novembre 1915 il Direttore del CESVAM tenne una conferenza all’Istituto del
Nastro Azzurro sul tema della Prigionia di Guerra nel quadro della iniziativa
della Federazione di Roma definita i “Mercoledì del Nastro Azzurro”, Questo ha
dato avvio ad una collaborazione con la Federazione di Roma che per il CESVAM
si intendeva come concorso alle attività della Federazione. Infatti il CESVAM
alle Federazioni può solo dare un concorso alle attività delle medesime in
relazione all’assunto che il CESVAM è un organismo a carattere nazionale, le
Federazioni sono a livello locale. Se il CESVAM oltrepassa certi limiti
oltrepassa certi limiti, diventa un organismo a carattere locale e viene meno
alle sue identità.
Per questo
assunto la partecipazione alle attività della Federazione di Roma non poteva
non avere un profilo autonomo che si doveva sovrapporre in modo formale ma non
sostanziale. Da qui la nascita dei cosiddetti “Incontri con l’Autore” che sono
delle conferenze volte alla presentazione di un volume in cui l’Autore non solo
è presente ma ha un rilievo superiore alla semplice presentazione esponendo i
criteri ed i motivi che hanno dato vita alla sua opera. Gli Incontri con
l’Autore hanno poi preso un ulteriore aspetto: quello di presentare
protagonisti di eventi e conoscere la propria attività.
L’elenco
degli Incontri è il seguente
1.
I Incontro con
l’Autore: Luigi Marsibilio
Il Quadro di battaglia dell’Esercito
Italiano
Roma, Sede Nazionale Nastro Azzurro
2.
II Incontro con
l’Autore: Giuseppe Tarantino
Reportage Esercito
Roma
Sede Nazionale Nastro Azzurro
1 marzo
2017
3.
III Incontro con
l’Autore: Giovanni Cecini
I
Generali di Mussolini
Roma
Sede Nazionale Nastro Azzurro
5
Aprile 2017
4.
IV Incontro con
l’Autore: Giancarlo Ramaccia
Boroevic, il Leone dell’Isonzo
4 Maggio 2017
Roma
Sede Nazionale Nastro Azzurro
5.
V Incontro con
l’Autore: Gianluca Bonci
Le Spade dell’Islam
7 giugno
2017
Roma
Sede Nazionale del Nastro Azzurro
Con la fine dell’anno
accademico 2016 - 2017 il CESVAM valutò attentamente l’utilità di questa
attività. In pratica si stava delineando una situazione in cui nella pratica il
messaggio che arrivava all’esterno era distorto: il CESVAM era in pratica
inteso come attività della Federazione di Roma, il cui Presidente Peghini non
aveva alcuna responsabilità. In più si era presa una deriva che ci si
allontanava di molto dai caratteri del CESVAM in tema di profilo
accademico-scientifico, scivolando sempre verso la semplice comunicazione in un
quadro che non era di ricerca e studio, ma sostanzialmente ricreativo ed
associativo. Nella sostanza il CESVAM lavorava per la Federazione di Roma,
venendo meno ai suoi caratteri e profili costitutivi. Con l’anno accademico
2017 -2018 Il CESVAM decise di interrompere l’organizzazione degli Incontro con
l’Autore lasciando la Federazione di Roma libera ed autonoma di svolgere le
proprie attività ed il CESVAM ritornare ai suoi livelli.
Emerge in questa situazione
ancora una volta la confusione che regna in ambito Nastro Azzurro tra Istituto,
Ente Morale e componente associativa. L’errore del CESVAM è stato quello di
entrare nell’orbita associativa locale in toto, tralasciando sia l’aspetto
istituzionale allineando la sua attività ad un organo periferico.
Nel novembre 2017 il Direttore
del CESVAM tenne una conferenza presso la Federazione di Pistoia, chiamato
dalla locale Federazione Provinciale. Con questa conferenza si pose fine per
l’anno accademico 2017 – 2018 concentrando tutta l’attenzione del CESVAM alla
organizzazione della Giornata del Decorato, del 2018, che si tenne a Roma
nell’aprile 2018.
Su questo argomento si rinvia
alla scheda dedicata ai convegni ed alle considerazioni lì espresse.
Per l’anno accademico 2018 - 2019,
non furono previste conferenze ne si organizzarono Incontri con l’Autore. In questa situazione di stallo, si inserì
l’esigenza sanitaria che interruppe dal febbraio 2020 al maggio 2021 ogni
attività, riprendendo con cautela nel mesi estivi del 2021, mesi non
propriamente adatti a tenere conferenze a Roma.
Questa attività riprendere al
momento in cui i volumi pubblicati. Risolta anche la questione sanitaria, il
programma prevede la presentazione dei volumi di Alessia Biasiolo, Giovanni
Cecini, Massimo Squillaci i dizionari in
essere. Da novembre 2021 a maggio 2022
pertanto, con cadenza mensile era ipotizzabile la ripresa degli “Incontri”, con
molte riserve in quanto incombe un ulteriore incognita legata alla
disponibilità della Sala Grande della Presidenza. La epidemia di Covid 19 ha
impedito la realizzazione di detto programma.
Nel 2023 nel momento in cui si sono
determinate le condizioni di normalità, si sono tenuti due o tre incontri, ma
che non hanno dato i frutti sperati. Il CESVAM non ottiene, per queste
iniziatve, in cambio quello che si propone: ovvero diffusione delle asue
attività di ricerca. L’impressione è che sia sfruttato da parte di chi, non
avendo la capacità di organizzare, sfrutta gli altri senza dare nulla.
L’ipotesi sul tappeto è quella per il prossimo 2026 quella di riprendere questi
incontri, sempre in funzione di un ritorno al CESVAM, cosa che è di difficile
attuaz















