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Il blog è espressione del Centro Studi sul Valore Militare - Ce.S.Va.M.- istituito il 25 settembre 2014 dal Consiglio Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valore Militare.Lo scopo del CEsVAM è quello di promuovere studi sul Valore Militare.E' anche la continuazione on line della Rivista "Quaderni" del Nastro Azzurro. Il Blog è curato dal Direttore del CEsVAN, Gen. Dott. Massimo Coltrinari (direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
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martedì 30 aprile 2024
lunedì 29 aprile 2024
Editoriale Aprile 2024 La Comunicazione Interna
La domanda che ci si pone in questo mese di aprile è la seguente: la comunicazione interna del CESVAM è efficace?.
Il problema non è solo del CESVAM ma generale dell'Istituto. E' costante nelle espressioni del Presidente Nazionale, e degli Addetti, la constatazione mista a delusione che le Circolari che vengono mandate ai Presidenti ed ai Soci sono sistematicamente ignorate. L'impressione è che sul versante "Soci" e sul versante "Presidenti" la comunicazione sia inefficace. Il CESVAM non fa eccezione.
Nelle vecchie furerie degli anni cinquanta, vero cuore pulsante dell'Esercito di Guarnigione, vigeva l'assioma: metti la dizione "circolare da estendere fino ai minori livelli" e nessuno ne legge il contenuto; metti il timbro "segreto. da non divulgare" e tutti si affannavano a leggerne il contenuto, anche se si trattava della consistenza del magazzino di reparto in termini di mutande e calzini.
Il CESVAM non metterà mai il timbro "Segreto", ma constata questa situazione. La comunicazione interna non ha risposta.
Quattro campagne di Informazione e Divulgazione nel versante Presidenti e Soci, fallimentari; Inviti ad avere e richiedere le pubblicazioni CESVAM, inviate a titolo gratuito, salvo due felici eccezioni, stesso risultato. Indifferenza su tutto ciò che è prodotto. Richiesta di invio gratuito della Rivista QUADERNI, zero. Per gli abbonamenti (10 euro anno) siamo a tre abbonamenti in cinque anni Abbiamo constatato che molti Presidenti e moltissimi Soci non ne conoscono nemmeno l'esistenza. Sito Nastro Azzurro: aggiornato ogni die tre giorni: nessuna risposta a quanto pubblicato.
L'Istituto ha coniato Medaglie per il Centenario della Prima Guerra Mondiale, per il Milite Ignoto, e per Il Centenario che ogni Federazione, ogni Presidente ed ogni Socio dovrebbero sentire l'onore di acquistare per se ed eventualmente per farne dono e quindi divulgazione, essendo una tradizione centenaria dell'Istituto, giacciono nel Magazzino, ignorate.
Il dubbio è che davanti a questi muri, la comunicazione sia errata.
Di contro, sul versante esterno di coloro che sono interessati alle tematiche CESVAM la comunicazione funziona che è una meraviglia. Basti constatare che il blog www.valoremilitare.blogspot.com nel mese di aprile alla data odierna ha avuto nel mese 4694 contatti (oltre 150 contatti giornalieri). La Rivista QUADERNI ha un indirizzario "esterno" per oltre 80% degli invii e si pensa di aumentare la tiratura.
In genere il CESVAM ha eccellenti contatti con una gamma di persone ed istituti veramente interessati alle sue tematiche. (sei indirizzi email attivi) Da ultimo il Canale You Tube di Giovanni Cecini con la presentazione del Volume di Maria Luisa Suprani Quersoli ha avuto un successo degno di nota con oltre 2000 contatti ed una vasta eco.
La domanda posta rimane: che cosa sbagliamo nella comunicazione interna? perchè i Presidenti ed i Soci ci ignorano? Si fa di ogni erba un fascio e siamo coinvolti in altre questioni? Oppure trattiamo argomenti che non interessano? (Vedendo le pagine finali del Periodico dell'Istituto sembra di si). Non accettando certi profili, che certamente non sono in linea con le aspettative di Presidenti e Soci , il CESVAM è fuori campo?
Il dibattito è aperto. Suggerimenti e consigli sono accettati, ovviamente nello stile e nel tratto del CESVAM, gli altri saranno drasticamente ignorati. Ovviamente da questo dibattito sono esentati i componenti CESVAM di cui sappiamo ampiamente le risposte e le motivazioni di tale situazione.
Nel prossimo editoriale la risposta avuta a questo invito.
Massimo Coltrinari, direttore del CESVAM
domenica 28 aprile 2024
Copertina Aprile 2024
Anno LXXXV, Supplemento on line, IV, 2024, n. 98
venerdì 26 aprile 2024
1944. Conferenza il 3 maggio 2024 ore 16, 30 Testimonianze sulla Guerra di Liberazione 80° anniversario 1944 -2024
L’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti decorati al Valore Militare tramite il CESVAM Centro Studi sul Valore Militare
VENERDI 3
MAGGIO 2024 ORE 16,30 a Piazza
Galeno 1 - Viale Regina Margherita Sala Grande della Presidenza Nazionale parlerà un protagonista di allora su:
TESTIMONIANZE SULLA GUERRA DI LIBERAZIONE
di VINCENZO D’ANTRASSI
Nell’occasione dell’80°mo
anniversario (1944), sarà illustrato un volume del Dizionario minimo della
Guerra di Liberazione: 1944 Dalla Speranza alla delusione (Compendio e Glossario)
Interverranno gli
autori : Osvaldo Biribicchi, Massimo Coltrinari.
Info. Segreteria
Generale cell. 3517968406
giovedì 25 aprile 2024
25 aprile. Festa della Liberazione
In questa giornata
il pensiero corre a tutti coloro che si sacrificarono e diedero la loro vita e combatterono l'oppressore
in nome dei valori
della Libertà, della Giustizia, della Democrazia
per dare ai propri figli e ai propri nipoti una Italia migliore.
Il nostro primo dovere è quello di non dimenticarli
e non li dimentichiamo mai
mercoledì 24 aprile 2024
Federazione di Prato Albo d'Oro
ARCHIVIO
Storia dell'Istituto del Nastro Azzurro
La Federazione Provinciale di PRATO dell’ ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO fra COMBATTENTI DECORATI
AL VALOR MILITARE
ha finalmente il Suo
ALBO D’ORO dei
DECORATI AL VALOR MILITARE.
Il Dott. LORENZO CACIOLLI – Vice Presidente della
Federazione Provinciale di Prato dell’ ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO, ha
estrapolato i nominativi nati in Provincia di PRATO ed ha dato alle stampe questo
atteso ALBO D’ORO, completandolo con la
descrizione delle varie Onorificenze;
con la storicità della Fondazione dell’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO e la
inaugurazione della Sezione
e della Federazione di PRATO; con una analisi dei vari dati statistici
riguardanti i Decorati nell’attuale Provincia di Prato; con la descrizione delle varie guerre che si
sono succedute nel tempo e durante le quali sono avvenuti gli atti di
eroismo; per terminare con i luoghi
della Memoria ubicati in tutti i Comuni della Provincia, con relative foto e
descrizioni.
Il prezioso ALBO D’ORO, stampato con il contributo del
COMUNE DI PRATO (M.A.V.M.), ha avuto tre presentazioni ufficiali: la mattina del 21 Marzo 2024 presso il ROTARY di PRATO; nel pomeriggio del 21 Marzo al CONSIGLIO
COMUNALE DI PRATO; il 26 Marzo 2024
a tutte le Istituzioni, Associazioni d’Arma, Autorità Militari,
Religiose e Civili, agli Studenti di 2 Classi del Convitto Nazionale Cicognini
di Prato, ai Cittadini intervenuti,
durante la Cerimonia di Chiusura del Centenario di Fondazione dell’
ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO, svoltasi con il Patrocinio del Comune di Prato nel
Salone Consiliare.
Un doveroso
ringraziamento al COMUNE DI PRATO insignito di MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR
MILITARE, per il Patrocinio
e il Contributo per la stampa dell’ALBO D’ORO.
martedì 23 aprile 2024
Dal Diritto privato al Diritto Internazionale. I Trattati
DIBATTITI
I TRATTATI
SEMIOLOGIA E
SEMANTICA
Prof. Sergio Benedetto Sabetta
Vi è unico filo conduttore nell’interpretazione delle norme giuridiche, sia nel diritto privato che nel diritto internazionale, una riflessione che si può estendere alle clausole dei trattati, ancor più nell’attuale momento in cui vi è in atto un rivolgimento strategico ed economico che nel fare saltare i vecchi trattati ne rimodula le interpretazioni, in attesa che la diplomazia riesca a stenderne dei nuovi.
Nel discorso si sviluppano una serie di
scelte mediante le quali si escludono o semplicemente si eludono alcuni
significati, questo permette la combinazione di nuove frasi inedite
virtualmente infinite a cui si contrappone un repertorio determinato di segni.
Frege
ha distinto una doppia visione del linguaggio, una ideale senza una
appartenenza al mondo fisico l’altra di riferimento alla realtà, tale passaggio
dal senso ideale al riferimento reale costituisce l’anima del linguaggio trasfuso
nel segno e rapportato sia alla struttura del sistema che alla sua funzione
nella frase.
Sottolinea a sua volta Chomsky, la necessità che
la padronanza delle regole di un linguaggio permetta a un locutore esercitato una generazione
dinamica di nuove frasi al momento opportuno, in modo che queste possano essere
comprese immediatamente da interlocutori altrettanto esercitati.
Il segno atemporale è restituito
all’universo dello spazio e del tempo attraverso l’articolo e il verbo,
rendendolo capace di cogliere il reale (Guillaume),
si passa dall’inventario strutturale dei segni alle operazioni strutturanti.
Dobbiamo considerare che il vocabolo è
al contempo molto più ampio e molto più ristretto della frase, esso “nomina”
mentre la frase “dice”, nomina secondo la sua posizione nella frase, essendo
tuttavia elemento costitutivo della frase sopravvive ad essa ed alla sua
transitorietà per ulteriori nuovi usi, carico di nuovi valori di uso nel
sistema, ma questo processo cumulativo è bloccato dalle vicendevoli limitazioni
dei segni interni al sistema stesso.
Tutti i nostri vocaboli sono
polisemici, con una pluralità di significati, ma è il contesto che ne determina
l’univocità, fino a un discorso univoco che Greimas
chiama una “isotopia”, è chiaro che questa non è il risultato di una sola frase
ma del concatenarsi di più frasi, analogamente alla norma che definisce il
senso univoco dei vocaboli o termini giuridici attraverso il concatenarsi di
frasi.
Se
il sistema linguistico è virtuale e atemporale, il discorso è comunque
realizzato nel tempo, esso nell’effettuarlo costituisce un evento, compreso
tuttavia come senso ( Ricoeur),
altrettanto ogni norma è premessa dell’evento e dà forma al senso giuridico in
esso compreso.
La scrittura fissa il linguaggio in un sistema
atemporale che non appare, né scompare, in quanto non avviene, quindi la scrittura fissa non l’evento del dire ma
“l’esteriorizzazione intenzionale
costitutiva del disegno del discorso” nella quale il dire diventa enunciato,
l’obiettivo non è l’evento in sé ma il senso della parola – evento ( Ricoeur).
Nello scritto, intenzione della fonte –
autore e senso del testo cessano di coincidere in una immediata dissociazione,
il testo viene a prevalere sulla fonte e l’esegesi si sviluppa all’interno del
senso, solo l’interpretazione rimedia all’eventuale fragilità del testo,
calando la norma nell’evento ne dà la forma riacquistando la carnalità
psicologica dell’uomo nel suo quotidiano concatenarsi di eventi, pertanto la
formazione diventa un progetto di un essere
al – mondo, svincolandosi dall’attuale si rivela una progettazione del
mondo ( Heidegger) nata dalle stesse
necessità pragmatiche del mondo.
Così
come scrivere un testo o leggere un testo sono due atti differenti, altrettanto
stendere una norma e leggerla sono due atti differenti, vi è prima un liberarsi
della scrittura dal discorso iniziale e successivamente un liberarsi della
lettura dallo scritto, tanto che il legislatore “muore” con la stesura del
testo, esso non risponde !
Il dialogo preserva il contesto della
realtà del discorso in un sottile equilibrio tra separazione dei segni dal mondo
delle cose e reimmersione nel mondo, la scrittura distrugge tale rapporto,
cristallizza al momento, e proprio la successiva lettura come interpretazione
attualizza i segni nel mondo dando nuovo valore alla parola.
Nascono due possibilità la “spiegazione” in cui si rimuove la sospensione del testo
completandolo e l’ “interpretazione”
nella quale si lega il testo al contesto attuale, creando un nuovo discorso attualizzato,
collegando dinamicamente la norma ad altre realtà ( Ricoeur).
L’interpretazione si risolve anche in
un’autointerpretazione del soggetto, in una riflessione mediata dai segni e
dalle opere culturali con cui si completa il discorso del soggetto con una
dimensione che da semiologica diventa semantica, viene quindi spezzata la pura
relazione interna alla struttura in una simultanea costituzione del sé e del
significato.
Se la narrazione presenta due aspetti
uno apparente e manifesto, l’altro latente ed occulto altrettanto la formazione
è una narrazione imperativa che nel suo disporre copre una narrazione latente
costituente il “mito” da cui è origine, da questo ne deriva che spiegare e
interpretare non sono che fasi di uno stesso circolo ermeneutico della lettura non risiedente nelle intenzioni
del legislatore in cui il testo è la direzione su cui si aprono nuovi pensieri.
Se il “mito” e la descrizione che ne consegue rappresentano una “scelta culturale”, proprio tale scelta
rende impossibile un’interpretazione infinita mentre l’eliminazione del tempo
dalla descrizione crea a sua volta una logica atemporale nella quale gli
elementi narrativi entrano in relazione fra loro e creano sequenze
narrative le cui estremità diventano
punti di commutazione, si creano due livelli “ i segni che obbediscono al
calcolo combinatorio e la frase che è l’unità del discorso” ( Lévi
– Strauss).
Nella norma vi è il tentativo di creare
una univocità di tutti gli elementi secondo il principio che ammette un unico senso
per ogni parola, in modo che ne scaturiscano delle categorie, in altri termini
vi è una limitazione del codice secondo i principi del lessico, quale frutto di
una sensibilità del contesto, in questo vi è una ripetibilità consuetudinaria
professionalizzante e una riduzione della complessità mediante attrattori
caotici ( interpretazioni autentiche accentrate) che ne impediscono la
caoticità per ambiguità ed equivocità.
Se
il linguaggio polisemico è una economia a livello di codice, la sua ambiguità
non può essere ridotta nella norma mediante il solo contesto interpretativo, in
quanto prescrizione di azione nel contesto ambientale devono intervenire
ulteriori elementi di riduzione dell’ambiguità insita nel lessico, interviene
quindi un linguaggio scientifico separato dal restante universo della parola,
ma vi è una sospensione del linguaggio giuridico fra questi due mondi,
volendosi astrarre dal linguaggio puramente narrativo non riesce a diventare un
linguaggio esclusivamente scientifico dotato di propri simboli artificiali,
quello che persegue è una sua coerenza di struttura interna intorno ad un
linguaggio il più possibile monologico.
Bibliografia
·
G. Frege, logica
e aritmetica, Boringhieri 1965;
·
N. Chomsky, saggi
linguistici, Boringhieri 1969;
·
G. Guillaume,
Temps et Verbe, Ancienne Honoré Champion 1929;
·
A. J. Greimas,
semantica strutturale, Rizzoli 1969;
·
P. Ricoeur, La
sfida semiologica, Armando Ed. 1974;
·
M. Heidegger,
Tempo e essere, Longanesi 2000;
·
C. Lévi-Strauss,
Il pensiero selvaggio, Il Saggiatore 1964.
lunedì 22 aprile 2024
Gli Italiani e la Guerra di Liberazione. 1944 Tedeschi occupatori e fascisti per il ritorno all'origini: l'ammissione di un fallimento
DIBATTITI
.Il
nemico.
Per la Repubblica
Sociale Italiana il 1944 fu un anno che all’inizio dava grandi speranze e
grandi aspettative; nel prosieguo dei mesi si passò via via sempre più verso la
rassegnazione e il velleitarismo, con la sensazione di essere sempre più isolati
e lontani dalla popolazione, con un consenso che quasi giornalmente era sempre
più labile. Tutte le offensive lanciate contro le forze ribellistiche non
avevano dato i risultati sperati; il movimento partigiano anziché scomparire,
ad ogni offensiva portata a termine, convinti di aver raggiunto una vittoria,
si ripresentava ancora più forte e non minimamente indebolito. Vi erano zone
praticamente perse e sotto il controllo dei ribelli. Nelle città la sicurezza
era labile e qui si dimostrava tutto il carattere di questo avversario
imprendibile. Con i mesi il rapporto con i tedeschi, anche sul campo militare,
si logorò. E questo era la conseguenza di un aspetto della Repubblica Sociale
che ormai era sotto gli occhi di tutti. Non vi era concordia, con vi era unità
di comando, non vi era una linearità di intenti. Vi era L’Esercito di Graziani,
l’esercito apolitico, le Brigate Nere di Pavolini, l’esercito del partito in
armi, la Guardia Nazionale Repubblicana di Ricci, una miriade di altre reparti
ed unità semi dipendenti; mentre praticamente inesistente per mancanza di mezzi
la Marina Militare, l’Aeronautica si immolava con i pochi aerei rimati. In più
erano sorte ad opera di capi improvvisati, le varie polizie speciali, vere
bande di delinquenti, ladri, torturatori sadici che terrorizzavano la
popolazione. Tutto questo, era evidente, per mancanza di un potere centrale che
doveva essere nelle mani del Duce, capo carismatico; ma Mussolini come già nel
Regime, voleva i suoi collaboratori l’uno contro l’altro, in lotta fra di loro,
e questa scelta era la fonte primaria del suo potere personale. Potere molto
limitato, peraltro, perché quello vero era in mano ai tedeschi, cioè ai
rappresentanti di Hitler ed Himmler in Italia. Il vero smacco per la Repubblica
Sociale fu il perenne diniego dei tedeschi di inviare reparti della Repubblica
al fronte. Le quattro divisioni che rientrarono dalla Germania furono impiegate
in funzione antipartigiana, scavando ancora di più il fossato tra la Repubblica
Sociale e gli Italiani, mentre la vera destinazione sarebbe stato il fronte di
Cassino. Su questo fronte, altro smacco per la Repubblica Sociale, vi erano
presenti solo un reparto di Valerio Borghese, che aveva stipulato un patto privato
tra lui ed i tedeschi, e soprattutto vi erano dei soldati italiani; come gli ex
paracadutisti della divisione “Ciclone”, o i volontari nelle Waffen-SS italiane
che si erano arruolati nelle fila della Whermacht con uniforme tedesca e
giuramento ad Hitler, per non aderire alla Repubblica Sociale, di cui avevano
perso ogni stima. Anche se non a conoscenza dei dirigenti della Repubblica, in
primis Mussolini, a ottobre del 1944 i tedeschi iniziano contatti segreti con
gli Alleati in Svizzera per arrivare ad una pace separata, (operazione Sunrise),
contatti che continueranno fino all’aprile successivo e che porterà alla firma
della resa a Caserta del 29 aprile 1945 dei tedeschi In Italia, senza alcun
rappresentante della RSI presente. L’ultimo oltraggio tedesco, espressione
della disistima sempre coltivata dai nazisti, per alleato fascista italiano.
domenica 21 aprile 2024
L'ACQUA:ARMA GEOPOLITICA DEL FUTURO?
NOTIZIE CESVAM
Lo
scorso 22 marzo, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2024, il Presidente
del Lions Club Perugia Fonti di Veggio, Giovanni Riccardo Baldelli, ha
organizzato nello splendido complesso monumentale di S. Giuliana di Perugia,
sede della Scuola lingue estere dell’Esercito, il convegno: L’Acqua: arma geopolitica
del futuro? Problematiche strategiche e di supporto umanitario.
All’evento,
il Col. Osvaldo Biribicchi, in rappresentanza del CESVAM, autore del libro L’Africa
a sud del Sahara, ha trattato il seguente argomento: La Grande Diga del
Rinascimento Etiope: l’acqua fattore economico e politico.
venerdì 19 aprile 2024
Gli Italiani e la guerra di Liberazione. 1944 Il Quinto Fronte. I Dimenticati da tutto e da tutti
DIBATTITI
Il 1944 fu un anno terribile per i prigionieri
italiani in mano alleata. La crisi armistiziale aveva fatto sperare a tutti un
rapido ritorno a casa. In realtà un armistizio, dal punto di vista giuridico,
non prevede la restituzione dei prigionieri. Nelle clausole firmate dal Governo
Badoglio, peraltro, questi sì “era dimenticato” di chiedere la restituzione dei
prigioneri italiani in mano alleata, suscitando negli Alleati sospetti pesanti
sulla sua credibilità e sulla sua lealtà. Badoglio si era ricordato di loro nel
momento in cui si pose mano alla ricostruzione delle forze armate predisponendo
piani per l’approntamento di Armate con personale da tratte dai campi di
prigionia alleati. Il progetto fu ovviamente osteggiato dagli Alleati che
vedevano i prigionieri italiani in loro mano solo come forza da impiegare nel
settore logistico: in pratica, con condizioni più umane, quello che facevano i
tedeschi con gli Internati Militari in loro potere. Anche per i prigioneri in
mano alleata si poneva il dilemma se aderire o non aderire, se rimanere fedeli
al giuramento prestato a quel Re, il cui governo non dava alcuna indicazione su
come comportarsi fuggendo ancora una volta dalle sue responsabilità, lasciando
ancor più il singolo abbandonato a sé stesso. In tutti l’alto senso della
disciplina e dell’onore militare era un freno a prendere decisioni, soprattutto
per il fatto che al rientro in Italia sapevano tutti che il loro comportamento
in prigionia sarebbe stato oggetto di attento giudizio. Anche questo fronte si
divise in collaboratori e non collaboratori, con le conseguenze nel lungo
periodo che questa scelta a posteriori fu etichettata ideologicamente.
Addirittura per
quelli in mano alla URSS furono gettate le premesse per quelle violentissime
polemiche sui prigionieri in mano sovietica che caratterizzò i primi anni del
secondo dopoguerra. Anche per i prigionieri il 1944 fu un anno di speranze,
delusioni, di difficoltà, senza prospettive di vedere realizzato quello che
tutti aspettavano: rientrare in Italia.
giovedì 18 aprile 2024
Presentazione del Dizionario della Guerra di Liberazione 1943. Compendio e Glossario
NOTIZIE CESVAM
Lo scorso 9 aprile, presso la Biblioteca comunale “Alessandro Cialdi” di Civitavecchia, si è tenuta la presentazione del libro Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione - 1943 Il momento delle scelte, di Massimo Coltrinari e Osvaldo Biribicchi. Nel corso dell’evento, organizzato da Antonio Trogu del Centro Studi sul Valore Militare dell’Istituto del Nastro Azzurro e Pasquale Maldera, presidente della locale Sezione UNUCI, Osvaldo Biribicchi ha ricostruito i punti salienti dei primi quattro mesi della Guerra di Liberazione, settembre-dicembre 1943, una guerra nata dalle scelte degli italiani all’indomani della crisi armistiziale. Alla presentazione del libro hanno assistito - tra gli altri - il Sindaco di Civitavecchia, avv. Ernesto Tedesco, ed una rappresentanza del Corpo delle Infermiere Volontarie CRI. (O.B.)
mercoledì 17 aprile 2024
TRA REALTA' E SEDUZIONE
DIBATTITI
IMPRESSION MANAGEMENT
( Nietzsche)
Vi è sempre stata la necessità nel
districarsi delle relazioni sociali, nel momento in cui si tenta di acquisire
un utile da una persona posta in un punto di forza e fornita delle risorse da
noi desiderate, di suscitare la giusta impressione.
Questi comportamenti volti a produrre
buone impressioni su persone per noi rilevanti e a proteggere la nostra
immagine ( ingration strategies) si
possono distinguere in tre tipologie ( Perrone):
·
Comportamenti di
tipo adulatorio, consistenti nel fare complimenti e sottolineare i
“notevoli” risultati conseguiti dal target;
·
Comportamenti di autoevidenza,
i quali si possono risolvere in una autopromozione evidenziando i propri
aspetti più apprezzati e piacevoli per il target,
quali la socievolezza e la disponibilità a fornire favori, oppure attraverso
una falsa auto modestia ;
·
Comportamenti di autostima,
mediante i quali si sostengono gli stessi valori e le stesse opinioni del target rassicurando il suo livello di
autostima e creando un rapporto di similitudine e quindi di simpatia.
Sostanzialmente si tratta di una scena teatrale in cui
infinite rappresentazioni creano una scala di relazioni, permettendo di
rivestire i vari ruoli esistenti nella società evitando così di scivolare verso
puri rapporti di forza ( Goffman), è
stato a riguardo osservato che non vi è una pura interpretazione negativa di
tali strategie essendo queste di per sé utili a rendere fluidi i rapporti
sociali, creando coesione, partecipazione e favorendo il trasferimento di
informazioni, è in realtà l’eccesso sistematico
di tali comportamenti, associato magari alla denigrazione altrui, che può
portare ad un disvalore, tuttavia se
facilita il funzionamento dei sistemi sociali complessi esso non può sanare i problemi di fondo di
un’organizzazione sociale qualsiasi ( Perrone ).
Dobbiamo considerare che, come osserva Edward O. Wilson, “ i conflitti violenti e con esiti letali sono talmente comuni nelle
società umane da suggerire che rappresentino un istinto adattivo della nostra
specie”( 108), quello che ci distingue dagli scimpanzé è l’evoluzione culturale che
permette alleanze sempre più complesse a seguito di una complessità culturale
che deriva dalla crescita dimensionale della società, come dimostrato dai
modelli matematici elaborati da Maxime
Derex e dai suoi colleghi ricercatori.
Vi sono due livelli di selezione, se gli individui
egoisti vincono sugli altruisti all’interno dei gruppi, nel conflitto tra
gruppi quelli che contengono più altruisti vincono su quelli formati
prevalentemente da egoisti (David Sloan
Wilson), fondamentale è il trasferimento di memorie e miti collettivi in
tempi dedicati da affiancare alle questioni prettamente economiche del giorno
lavorativo.
L’attuale svolta internazionale nelle relazioni con i
conflitti in Ucraina, Medio Oriente e Mar Rosso e le tensioni nell’Oceano
Pacifico, nel superare la visione idilliaca della fine della Storia in un
eterno presente economico globalizzato, ha riportato in auge la necessità di un
fronte interno in cui deve esserci una prevalenza degli altruisti sugli
egoisti, questi ultimi vincenti nel racconto di una globalizzazione economica
in cui gli Stati erano indifferenti e superati nel prevalere di una finanza
globale.
La self
presentation può tuttavia favorire gli errori di percezione se questa si risolve esclusivamente in atti di machiavellismo e denigrazione, magari
per raffronto, vengono ad essere sfruttati fenomeni quali la prima impressione, in cui la necessità
della presenza dei principi di coerenza del giudizio e di completamento degli
elementi iniziali colti porta a confermare il giudizio stesso, l’effetto alone, nel quale le poche caratteristiche
osservate sull’individuo vengono ad influenzare la valutazione delle altre, la proiezione, attraverso la quale si
proiettano sugli altri i propri tratti di personalità più apprezzati, oltre
naturalmente agli stereotipi ( Tosi- Pilati).
Errori e nostri problemi sono di preferenza
attribuibili a fattori esterni, mentre successi ed errori altrui a fattori
interni con un processo denominato “errore
di attribuzione fondamentale”,
secondo quanto osservato da Heider,
il risultato è una distorsione del giudizio ed una errata valutazione.
Questa autopresentazione si risolve in molti casi in
un tentativo di seduzione, in un
oscillare tra due poli: quello della strategia e quello dell’animalità, dalla
sottile logica alla suggestione animalesca, nel tentativo di catturare il
desiderio altrui attraverso una rete di apparenze che eriga innanzi al target un simulacro di potenza ( Baudrillard
).
Vi è un
intrecciarsi di rapporti di forza e di desiderio che si esprimono in segni di
potere i quali sviano il discorso dalla verità, l’interpretazione dei segni
svuota la seduzione, la ricerca del senso ne raffredda l’emozione, rende più
lento il discorso sociale disvelando le illusioni ( Baudrillard), ma l’emozione, che la seduzione incorpora può
risolversi in un agire più fluido se opportunamente incanalata, il malessere
non è che un’esposizione violenta del proprio essere, un’incapacità di farsi
accettare.
Nell’ autorappresentazione vi è la coscienza sui
propri parametri che qualcun altro comunque lo farà, si tratta pertanto di
anticiparlo, questo non garantisce che l’opera di simulazione non sia
fragilissima e cada entro un labirinto insormontabile di riflessi in cui inizi
la devastazione dell’immagine.
In questa opera di costruzione dell’immagine vi è una
parzialità insita nello stesso operare, una voluta coscienza narcisistica
dell’inganno nel tentativo di simulare verso l’altro solo parte di sé stessi,
ma anche questi rivela solo un’immagine predefinita in uno scambio continuo di
logica e sensazioni in cui il potere è un impasto di potenza e di sfida.
E’ stato osservato che la “Modernità” regge su due pilastri in contrasto tra loro,
la
libertà e l’uguaglianza, dove al crescere dell’una vi è una diminuzione
dell’altra, mancando un terzo elemento equilibratore ( Cardini).
Le classi giovanili, crescendo senza
adeguati punti di riferimento, diventano bulimici accumulatori di emozioni nel
presente, senza un passato e nell’atrofia dei fini per il futuro, in una
società dall’esasperato individualismo ( Guglielmo
Gallone – Limes, 2/24).
Cambiare la mentalità di un sistema e
la cultura politico – strategica è un processo lungo, complesso e incerto senza
una grave crisi che funga da shock. Questo “ Specialmente per noi
italiani, tra i quali è già affiorata la tentazione di trasferire al più presto
la delega a proteggerci esercitata dagli Stati Uniti, che non vogliono più
assumersi questa responsabilità, a un’Europa nella quale sarà difficile trovare
interlocutori più sensibili di noi alla salvaguardia dei nostri interessi
nazionali” ( 189, L’Italia
riarma lentamente, Germano Dottori,
in Limes, 2/2024)
La seduzione è narcisistica, una verità forse
alterata, ma come osserva Rivarol “il
popolo non voleva
Bibliografia
·
AA. VV., Una
certa idea d’Italia, Limes, 2/2024;
·
F. Cardini, La
deriva dell’Occidente, Laterza 2023;
·
Edward O. Wilson,
Le origini profonde delle società umane, Raffaello Cortina Editore 2020;
·
V. Perrone, Che
impressione! Management ed economia della bella figura, in E & M, 3-7, ETAS
1/2012;
·
F. Heider, The Psychology of Interpersonal Relations,
John Wiley & Sons , N.Y. 1958;
·
H. L. Tosi- M.
Pilati, Comportamento organizzativo, Egea 2008;
·
S. B. Sabetta,
Evoluzione del concetto di Stato dal XIX al XXI secolo, Montedit 2022.
·
J. Baudrillard,
Della seduzione, Se 1979.
martedì 16 aprile 2024
Master 1° Liv. POLITICA MILITARE COMPARATA DAL 1945 AD OGGI. Dottrina Strategia, Armamenti
NOTIZIE CESVAM
MASTER DI I LIVELLO
POLITICA MILITARE
COMPARATA DAL 1945 AD OGGI
Dottrina, Strategia,
Armamenti.
Obiettivi e sbocchi professionali
Approfondimenti specifici caratterizzanti le peculiari
situazioni al fine di fornire un approccio interdisciplinare alle relazioni
internazionali dal punto di vista della politica militare, sia nazionale che
comparata. Integrazione e perfezionamento della propria preparazione sia
generale che professionale dal punto di vista culturale, scientifico e tecnico
per l’area di interesse.
Destinatari e Requisiti
Appartenenti alle Forze Armate, appartenenti alle Forze
dell’Ordine, Insegnanti di Scuola Media Superiore, Funzionari Pubblici e del
Ministero degli Esteri, Funzionari della Industria della Difesa, Soci e
simpatizzanti dell’Istituto del Nastro Azzurro, dell’UNUCI, delle Associazioni
Combattentistiche e d’Arma, Cultori della Materia (Strategia, Arte Militare,
Armamenti), giovani analisti specializzandi comparto geostrategico, procurement
ed industria della Difesa.
Durata e CFU
1500 – 60 CFU. Seminari facoltativi extra Master. Conferenze
facoltative su materie di indirizzo. Attività facoltativa post master
Durata e CFU
Il Master si
svolgerà in modalità e-learnig con Piattaforma 24h/24h
Costi ed agevolazioni
Euro 1500
(suddivise in due rate); Euro 1100 per le seguenti categorie:
Laureati
UNICUANO, Militari, Insegnanti, Funzionari Pubblici, Forze dell’Ordine
Soci
dell’Istituto del Nastro Azzurro, Soci dell’UNUCI
Possibilità postmaster
Le tesi
meritevoli saranno pubblicate sulla rivista “QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO”
Possibilità
di collaborazione e ricerca presso il CESVAM.
Conferimento
ai militari decorati dell’Emblema Araldico
Conferimento
ai più meritevoli dell’Attestato di Benemerenza dell’Istituto del Nastro
Azzurro
Possibilità
di partecipazione, a convenzione, ai progetti del CESVAM
Accredito
presso i principali Istituti ed Enti con
cui il CESVAM collabora
Contatti
06 456 783
dal lunedi al venerdi 09,30 – 17,30 unicusano@master
Direttore del
Master: Lunedi 10,00 -12,30 -- 14,30 -16
ISTITUTO DEL NASTROAZZURRO UNIVERSITA’ NICCOL0’ CUSANO
CESVAM – Centro Studi sul Valore
Militare www.unicusano.it/master
www.cesvam.org -
email:didattica.cesvam@istitutonastroazzurro.org
lunedì 15 aprile 2024
Gli Italiani e la Guerra di Liberazione. 1944 Il Quarto Fronte. Da Oppressori a combattenti per la libertà
DIBATTTI
Il IV Fronte. I combattenti all’estero: come sopravvivere
Per i militari
italiani all’estero, che avevano scelto di andare in montagna e dare guerra al
tedesco, il 1944 fu un anno di difficili prove. Venuto meno il vincolo
disciplinare che, bene o male, era stato un elemento di riferimento
all’indomani della proclamazione dell’armistizio, nel 1944 i militari italiani
erano stati nella maggior parte assorbiti nelle formazioni locali partigiani.
Tattiche di guerriglia, gerarchia, disciplina, logistica erano completamente
diverse e spesso in contrasto anche con il proprio pensiero sia politico che
nazionale. In ottobre un altro dramma: il conflitto interno greco, al momento
della ritirata tedesca, coinvolge i militari italiani che rappresentano,
spesso, l’unico motivo di concordia per i Greci che si combattono: gli italiani
erano e sono solo dei fascisti invasori. In Albania e in Jugoslavia, pur
cercando di mantenere la propria identità, i soldati italiani, accettati e
rispettati come combattenti, vengono via via assorbiti dalle scelte ideologiche
di questi movimenti, soprattutto quella comunista che al momento è accettata ma
che in prospettiva sarà di grande peso al termine della guerra, senza che il
singolo soldato italiano se ne rendesse conto. Per i soldati italiani
combattenti all’estero è imperativo sopravvivere, cercare di abbreviare il più
possibile la guerra, nella speranza di ritornare cercando di barcamenarsi al
meglio tra tedeschi e partigiani locali, anche per loro in un contesto di
solitudine ed abbandono da parte delle Autorità in Italia.
(MASSIMO COLTRINARI)