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giovedì 7 dicembre 2017

La Guerra Totale sottomarina. 1917. L'a svolta tedesca per la vittoria

APPROFONDIMENTI


 La Germania prende atto che non può vincere sul fronte terrestre senza una azione sui mari che interrompa i rifonimenti all'Intesa. Lo Stato Maggiore dell'Esercito e della marina concordano per la prima volta tra loro per la risoluzione strategica di fichiarare la guerra totale sottomarina. Il 1 febbraio 1917 viene dichiarata e per l'Intesa il conto alla rovescia per la sconfitta, prevista, per la fine dell'anno.


La guerra sul mare all’inizio del 1917 prese una svolta veramente degna di nota. Lo Stato Maggiore tedesco era venuto alla determinazione che una vittoria sul fronte terrestre era impossibile se non si fosse fiaccata l’Intesa sui mari.Era venuto il tempo che il principale nemico della Germania, la Gran Bretagna, doveva essere affronTata nel centro della sua potenza, cioè sul mare. Questo aveva il duplice scopo: quello di ridurre il blocco contro la Germania e la diminuzione dei rifornimenti per il fronte terrestre, che così indebolito sarebbe stato attaccato con maggiore probabilità di successo. Si chiedeva in sostanza una offensiva massiccia, senza restrizioni, dell’arma subacquea in tutti i mari. Le riserve umanitarie che fino ad allora erano nutrice e in parte rispettate, dovevano essere messe da parte in quanto erano solo a vantaggio del nemico: la posta in gioco era decisiva o si vinciva o si scompariva. Tutti i capi militari tedeschi, soprendentemente d’accordo tra loro, fecero pressioni decisive sull’Imperatore. Guglielmo II il 9 gennaio 1917 ordinò la campagna contro il traffico mercantile su tutti i mari a partire dal 1 febbraio 1917. Non si comprende perch+ si sia perduto ancora un mese per avviare questa campagna. Quando la Germania, il 31 gennaio 1917, pubblicò il relativo mando, ormai Londra e Parigi, ifnormate dagli intendimenti tedeschi dal loro sistema di intelligence, erano già al lavoro per parare la minaccia. I mezzi per opporsi ai sommergibili erao scarsi, e sopratuttuo scarsi erano le navi che dovevano operare dato che l’Intesa doveva oeprare oltre che nel Mare del Nord, in Atlantico, anche in Mediterraneo, Vi era la tendenza a considerare l’Adriatico un mare chiuso e quindi, nonostante l’attività dei sommergibili germanici furoi da questo mare, gli Alleati tedenvano a sottrarre navi da questo scacchiere lasciando l’Italia, anche essa minacciata nel campo dei rifornimenti via mare, sola a se stessa.

Nei primi mesi di campagna la Germania schierava  circa 134 sommergibili che a turno impiegò senza interruzione. Nel mese di febbraio il naviglio alleato affondato ammontava a 536.000 tonnellate, in media ogni sommergibile affondava 700 tonnellate di naviglio nemico, mentre nel mese di marzo le perdite alleate salirono a 603.000 tonnellate, che nei mesi successivi, con la buona stagione, avrebbe raggiunto la cifra media di un milione di tonnellate al mese di naviglio affondato. In questi mesi questa tragica realtà fu emeticamente tenuta nascosta sia alle popolazione sia ai soldati al fronte, tanto era evidente che il prosieguo di questa offensiva poteva portare al crollo dell’Intesa.

La campagna sottomarina tedesca stava avendo successo e questo allarmò in sommo grado gli Stati Uniti, fino ad allora neutrali, ma diventati il mercato di acquisto di tutti gli Stati dell’Intesa. Gran Bretagna, Russia, Francia ed Italia erano via via divenute sempre più importatrici di grano  e di ogni prodotto utile alla guerra. Si calcola che oltre 5 milioni di operai americani lavoravano ogni giorno per l’Intesa. La campagna sottomarina tedesca stava mettendo in discussione tutto questo: gli Stati Uniti rischiavano  di perdere, se fosse stata portata a termine, ad un tempo i maggiori clienti della loro industria e soprattutto i crediti che avevano accordato nei primi tre anni di guerra.

Il mese di marzo 1917 fu decisivo dal punto di vista strategico. Londra e Parigi non vedevano di buon grado l’intervento degli Stati Uiti in guerra, in prospettiva futura, un intervento pieno di incognite per l’avvenire. Inoltre, a parte gli esiti della guerra sottomarina, tutto faceva prevedere la vittoria dell’Intesa entro il 1917, quindi Francia e Gran Bretagna ritenevano prepaturo e non urgente un intervento statunitense. Per questo i britannici non mossero un dito presso i loro “cugini” statunitensi, mentre i discendenti o emigradi di origine tedesca, per lo più di tendenza cattolica ed imegnati in agricoltura, concentrati negli Stati dell’Ovest propendevano per una neustralità alla spagnola. La concordia degli animi, chi pro chi contro l’intervento, anche se non in grado di provocare un’altra guerra civile tra gli stati industriali, favorevoli, e gli stati agricoli, contrari, non era ipotizzabile in concreto.
Tutto era in equilibrio, quando nel marzo 1917 l’ambasciatore britannico a Pietrogrado, Buchanan iniziava ad inviare rapporti sempre più allarmanti sulla situazione russa.
Buchanan arrivò a avvertire Londra che ormai la Russia non sarebbe stata in grado di tenere fede ai suoi impegni. Sulla base di questo assunto, nella prosepttiva che il fronte orietale si dissolvesse e le armate tedesche si sarebbero rovesciate in occidente, non rimaneva che cambiare opinione ed accettare, nonostante tutto, l’intervento degli Stati Uniti.
Abilmente manovrando la opinione pubblica, sia con l’intelligente persuasione occulta della Massoneria e sia per l’attività dell’Intelligence Service, che sfrutto a fondo l’”affare Zimmerman”, la Gran Bretagna, pressata ormai dalle notizie provenienti da Pietroburgo sempre più catastrofiche. Riusc’ ad orientare la pubblica opinione statuiniteze creando un clima favorevole alla  entrata il guerra. Il 7 aprile 1917 gli Stati Uniti dichiaravano guerra alla Germania.
Uno dei primi atti del Presidente Wilson fu quello di inviare l’ammiraglio Sims a londra, per concordare ogni misura con l’ammiraglio Jellicoe per contrastare l’offensiva sottomarina tedesca. Gli Stati Uniti subito stanziarono 5 miliardi di dollari per le nuove costruzioni navali a significare che Waschington al di la di ogni propaganda teneva in somma cura sia i propri clienti che i propri crediti. Sims scoprì presto la realtà delle cose. In un colloquio con jellicoe appena giunto a Londra apprese che l’offensiva sottomarina tedesca stava avendo successo e che a Londra, tranne Jellicoe, chi era al corrente del segreto era anche convinto, a cominciare dal re Giorgio V, che la guerra era perduta ed era solo questione di mesi. Forse l’intervento degli Stati Uniti sarebbe risultato tardivo.

Una prima risposta alla azione dei sottomarini l’Intesa la diece com l’impeigo su larga scala delle Q-schip, o “Mistery-schip”. Erano navi civetta, mercantile dall’aspetto modesto, con cannoni e mitragliatrici dissimulate. Il sommergibile tedesco veniva tratto in inganno dall’apparenza innocua della nave, che aveva una parte dell’equipaggio addestrato per simulare scene di panico o finti abbandoni con scialuppe. Emerso, il sommergibile si accostava, soprattutto per trovare a bordo del mercantile ritenuto ormai vinto viveri combustibile ed altro materiale ritenuto utile. A questo punto la Q- schip si rileva ed affondava il sommergibile, recuperando il personale tedesco come prigioniero.

Una seconda risposta più efficace venne alle potenze dell’Intesa da parte dell’Italia. Su suggerimento di Thaon di Revel,  era stato adottato, come si è visto, il sistema di navigare in convoglio, abbandonando la vecchia tattica di far passare i mercantili in aree protette. Inizialmente si costituiva un convoglio di quattro unità mercantili scortato da una nave da guerra. L’esperienza insegnò che si aveva qualche perdita, ma si aveva il vantaggio che il sommergibile doveva attaccare solo con il siluro, e questo era un tiro altamente impreciso, e non poteva usare il cannone; inoltre le vittime non erano più fonte di approviggionamento per il sommergibile stesso, e questo riduceva di molto la sua autonomia operativa in mare. Il principo del convoglio fu potenziato  In Italia, con l’assegnazione di nave vetuste ed antiquate, che però svolgevano benissimo il loro ruolo di scorta. I risultati positivi raggiunti fece si che  nel maggio del 1917, anche la Gran Bretagna, e poi la Francia, adottarono il sistema dei convogli sul modello italiano


Massimo Coltrinari
direttore,cesvam@istitutonastroazzirro.org

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