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venerdì 29 novembre 2019

Copertina Novembre 2019



QUADERNI ON LINE







Anno LXXX, Supplemento on line, Xi, 2019, n. 47
Novembre 2019
www.valoremilitare.blogspot.com

giovedì 28 novembre 2019

Editoriale Novembre 2019


Poche righe per sottolineare la fervente attività del CESVAM di questo mese e sicuramente dei prossim, CESVAM che si è dato come obiettivo di chiudere tutti i progetti entro il giugno 2020, ovvero entro i prossimi sei mesi, al fine di concludere il secondo triennio del CESVAM, che cade il 25 settembre 2020 con cicli di progetti realizzati. Questo anche per realizzare nuove lineamenti basati su idee nuove che si stanno proponendo che meritano ogni attenzione e dare spazio  a nuove iniziative.
Massimo Coltrinari

mercoledì 27 novembre 2019

Quadro di Battaglia dell'Esercito Italiano nel 1940


ARCHIVIO
Nella foto, sfilano i vessilli dei reparti costituti dopo
l'ordinamento Pariani del 1938


Ricerche in corso
 Sono state acquisite le notizie sui seguenti Enti e Reparti


1.1
1.1.  Il Corpo di Stato Maggiore
1.1.1  Istituto Superiore di Guerra
1.2
1.2.  Reali Accademie.
1.2.1.Reale Accademia di Fanteria e Cavalleria, 1.2.2 Reale Accademia di Artiglieria e Genio, 1.2.3 Scuola Applicazione  di Fanteria, 1.2.4 Scuola di Applicazione di Cavalleria, 1.2.5 Scuola di Applicazione  di Artiglieria e Genio,

1.3
1.3.  Reali Istituti e Scuole Militari
 1.3.1  Scuola Militare di Roma, 1.3.2  Scuola Militare di Napoli, 1.3.3  Scuola Militare di Milano, 1.3.4  Scuole Militari Centrali, 1.3.5  Scuola Militare di Alpinismo, 1.3.6  Scuola Militare di Tiro di Artiglieria, 1.3.7  Scuola di Applicazione di Sanità Militare, 1.3.8  Scuole Allievi Ufficiali di Complemento di Artiglieria di Armata, di Corpo D’Armata e Divisionale, 1.3.9  Scuola Allievi Ufficiali di Complemento del Genio, 1.3.10  Scuola Allievi Sottufficiali di Artiglieria, 1.3.11  Scuola Militare di Roma.


martedì 26 novembre 2019

Circolare della Presidenza Nazionale 4 del 2019

NOTIZIE CESVAM
Circolare 4/2019 della Presidenza Nazionale


1. PREMESSA. SONO CONSAPEVOLE DI ESSERE RIPETITIVO IN QUANTO MOLTI DEGLI ARGOMENTI DI QUESTA CIRCOLARE SONO GIA’ STATI AMPIAMENTE TRATTATI IN PRECEDENZA MA, EVIDENTEMENTE, NON SONO STATO ABBASTANZA CHIARO! 2. BILANCIO DELL’ISTITUTO.


BILANCIO DELL’ISTITUTO. A partire dal 1° gennaio 2019 gli Enti del Terzo Settore, che comprendono il nostro Istituto, devono attenersi a particolari direttive in merito alla tenuta della contabilità ed al rendiconto che deve essere trasmesso ai Ministeri del Tesoro e della Difesa. Nel bilancio consuntivo devono essere compresi i bilanci delle Federazioni Provinciali, ne consegue che è fondamentale per la Presidenza Nazionale acquisire i conti consuntivi tassativamente entro il 31 marzo (art. 41 del Regolamento).

3. CODICE FISCALE. L’introduzione della fatturazione elettronica ha comportato che tutte le fatture riportanti il Codice Fiscale dell’Istituto venissero trasmesse al cassetto fiscale dell’Istituto, senza che ciò apporti alcun beneficio pratico, visto il regime di IVA PiazzaGaleno1–00161Roma–tel.efax064402676 presidentenazionale@istitutonastroazzurro.org forfettario prescelto. In compenso la segreteria deve sobbarcarsi anche l’onere di controllare ed eliminare quanto di non competenza. Si ribadisce pertanto la necessità che ogni federazione adotti, entro il 31 dicembre p.v., un proprio Codice Fiscale. Operazione assolutamente gratuita.


4. ATTIVITA’ DELLE FEDERAZIONI. Nel rendiconto contabile che l’Istituto deve inviare al Ministero della Difesa, viene allegato l’elenco delle attività svolte nell’anno dalle varie Federazioni (resoconto 2018 in allegato), dal quale si evince che molte Federazioni sono assenti. Tale elenco viene desunto esclusivamente dalle notizie pervenute al periodico per la loro pubblicazione. E’ pertanto indispensabile che le notizie arrivino tempestivamente. Gli articoli devono essere inviati direttamente al Direttore del Periodico, direttore.rivista@istitutonastroazzurro.org , e solo per conoscenza alla Segreteria Generale, segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org.

5. ATTESTATI DI BENEMERENZA E EMBLEMI ARALDICI. Rammento a tutti che sia gli attestati che i diplomi araldici devono contenere il numero di registrazione ed essere autenticati con il timbro a secco dell’Istituto art.56 e 57 del Regolamento).

6. SEZIONI GIOVANILI. Su proposta del Consigliere Nazionale Prof. Rocco Galasso, Presidente della Federazione di Potenza, nell’ambito di ogni Federazione si potranno costituire della Sezioni Giovanili, composte da giovani di età compresa tra i 16 e i 20 anni, reclutati tra figli di militari, sportivi, volontari allo scopo di far loro conoscere il Valore (aspetti storici), educare al Valore (aspetto morale), testimoniare il valore (impegno nel volontariato). L’obiettivo finale e quello organizzare conferenze nelle scuole e nelle caserme, mostre itineranti e trattare tematiche di interesse culturale generale per quanti vogliono prepararsi a concorsi nelle Forze Armate. L’argomento verrà approfondito successivamente.

7. ATTIVITA’ POLITICA. Una prerogativa del nostro Istituto è l’apoliticità e l’apartiticità sancite inequivocabilmente dall’articolo 2 del nostro Statuto. Ognuno di noi è libero di avere una propria idea o credo politico, l’importante e che nelle attività, nelle esternazioni nei media e nei social non faccia riferimento all’Istituto o vengano utilizzati simboli riferibili ad esso.

8. AGGIORNAMENTO ELENCO SOCI E RECAPITI PERIODICO. Ricordo che l’aggiornamento dei Soci in regola con il versamento delle quote sociali deve essere effettuato entro il 31 gennaio di ogni anno. Si richiede anche un aggiornamento degli enti e comandi a cui spedire il periodico. PiazzaGaleno1–00161Roma–tel.efax064402676 presidentenazionale@istitutonastroazzurro.org 9. NUOVO IBAN Si comunica il nuovo iban dell’Istituto IT85P0538703202000000002122 intestato alla Presidenza Nazionale presso BPER Banca. 10. REAZIONI ALL’EDITORIALE DEL N° 4-2019 DEL PERIODICO. Quanto da me scritto sull’editoriale, in merito all’uso dell’uniforme da parte di Soci dell’Unuci e sul rispetto dell’ordine di precedenza nelle varie cerimonie, ha prodotto una serie di reazioni da parte di alcuni appartenenti all’Associazione che avrebbero preferito che non avessi messo in piazza delle palesi violazioni regolamentari. Ho sempre detto e scritto quello che pensavo senza alcun problema, soprattutto se suffragato da testimonianze dirette e da documentazioni fotografiche inequivocabili, quindi non capisco le reazioni. Ci sono disposizioni scritte molto chiare, basta rispettarle!

 CONCLUDO FORMULANDO A TUTTI VOI, AI SOCI ED ALLA RISPETTIVE FAMIGLIE I PIU’ CARI AUGURI DI BUON NATALE E SERENO 2020.

PiazzaGaleno1–00161Roma–tel.efax064402676 presidentenazionale@istitutonastroazzurro.org

RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ SVOLTA DALL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO PER IL PERSEGUIMENTO DELLE FINALITÀ ISTITUZIONALI NEL 2018

Attività della Presidenza Nazionale 1. Nei giorni 13-14 e 15 aprile la “Giornata Nazionale del Decorato” è stata celebrata a Roma secondo quanto di seguito riportato: - Venerdì 13 presso la Casa Madre del Mutilato si è tenuto il convegno di studi storici “Il Valore Militare dall’Unità d’Italia alla crisi armistiziale 1861-1943” organizzato in due momenti: uno mattutino durante il quale sono state svolte cinque relazioni che hanno analizzato cinque diversi periodi storici (“Il Valor Militare in età risorgimentale 1861- 1870” – “Il Valor Militare nelle campagne coloniali 1882-1915” – “Il Valor Militare nella Grande Guerra” – “Il

domenica 24 novembre 2019

Spoleto 23 novembre 2019. Convegno sul primo dopoguerra.

Nel ciclo delle celebrazioni per il 4 novembre al Chiostro di San Nicolò, organizzato dal Comune di Spoleto, dalla locale sezione UNUCI, presieduto dal gen Mario di Spirito, membro del CESVAM, si è tenuto un convegno riguardante il Trattato di Versailles, il dopoguerra e le sue conseguenze. Sono intervenuti il Gen. Massimo Jacopi e il Direttore del CESVAM. Ha portato i suoi saluti il Sindaco di Spoleto e il gen. Antonio Cuozzo. Erano presenti numerose scolaresche delle scuol di Spoleto con i loro insegnanti, a cui sono state consegnate, nel quadro del progetto Storia in Laboratorio, copie del Periodico e della Rivista del Nastro Azzurro.

sabato 23 novembre 2019

La crisi armistiziale II Parte

APPROFONDIMENTI
Per gli Italiani arriva il momento delle
scelte




II Parte ( la prima parte è stata pubblicata il 22 dicembre 2019)

All’annunzio dell’armistizio, i tedeschi diedero avvio al loro piano, già predisposto da luglio “Asche”, ovvero alla occupazione integrale dell’Italia, almeno quella centro-settentrionale, a garanzia dei confini meridionali del Reich. Il gen. Rommel comandante delle truppe tedesche in Italia diede ordine di ripiegare verso Nord, convinto che ormai l’Italia meridionale fosse perduta in virtù della reazione italiana, tanto più che gli angloamericani, ma soprattutto i britannici erano sbarcati in Calabria già il 3 settembre e stavano rapidamente avanzando verso nord.
Il gen. Kesserling, che aveva il suo quartier generale a Frascati, nell’intento di non abbandonare le sue truppe a sud di Roma non tiene conto dell’ordine di Rommel e prende tempo.
Sono due giorni importantissimi. Sempre secondo Zangrandi, fallito ormai il piano di attirare gli alleati in una trappola, non rimane al Re e a Badoglio di trovare una soluzione sul tamburo. Tramite il ten col. Giaccone, che a più riprese si reca al Quartier Generale di Kesserling a Frascati, si negozia una tregua tacita tra le forze italiane e quelle tedesche della durata di 48 ore: nessuno attacca. La tregua scadrà la mattina dell’ 11 settembre 1943.
Si da la possibilità al Re, alla Corte, al Governo ed ai responsabili italiani di lasciare Roma, mentre Kesserling guadagna tempo per riordinare le sue truppe, iniziare a disarmare quelle italiane e a contrastare le forze angloamericane che stanno sbarcando a Salerno. Per il generale tedesco è una azione ardita, che gli permette di mantenere il controllo sul territorio italiano fino a Salerno sul versante tirrenico, ed fino in Puglia, sul versante adriatico.
In un clima di grandissima confusione, inizia quella che è passata alla storia come la fuga di Pescara. I responsabili italiani lasciano Roma, senza che nel loro percorso fino a Pescara, siamo mai attaccati o molestati da truppe tedesche. Il corteo reale e governativo viaggia senza protezione di reparti armati o protezione aerea, ma nessuno lo minaccia o lo attacca, mentre nelle stesse ore la corazzata “Roma” viene affondata nelle Acque dell’Asinara e in numerosi parti d’Italia i tedeschi attaccano e disarmano reparti ed unità italiane, prova indiretta dell’accordo di Frascati, discendete da quello precedente che nessuno osa nominare.
Il Re, il Governo riescono a raggiungere Pescara, dopo aver pernottato al castello di Grecchio, e si imbarcano sul “Baionetta” nella notte del 10 sull’11 settembre, per giungere nella mattinata dell’11 settembre a Brindisi, sgombra di truppe tedesche e di truppe angloamericane. Un lembo d’Italia ove approdare dopo un naufragio politico-militare che segna la storia contemporanea d’Italia; e come naufraghi sono accolti, tra stupore e meraviglia, con Badoglio che continua a mostrare tutto se stesso, lanciando alle ore 11, dopo che si era messo al sicuro dalla radio l’ordine  alle Forze Armate Italiane di attaccare il “tedesco invasore”. Un messaggio che doveva essere lanciato la sera dell’ 8 settembre, anziché quello equivoco con la frase “.. esse reagiranno ad attacchi da qualsiasi altra provenienza”, con ciò intendendo in modo non chiaro i tedeschi.
Ma al di la delle frasi, a questo annuncio non è seguito alcun ordine operativo chiaro e preciso, né tantomeno confuso. Predisposizioni di massima erano state diramate negli ultimi giorni di agosto ed ai primi di settembre, ma non seguite da alcun piano operativo. I Comandi di Armata e di Corpo d’Armata che chiedono ordini, ricevono, se le ricevono, solo risposte interlocutorie e dilatorie; negli stessi tempi rispondono alle domande sempre più pressanti dei comandi inferiori. La disgregazione delle forze italiane e iniziata e progressivamente continua nelle ore successive, che si accentua nella giornata del 9 e del 10 settembre, quando il Governo ed il Re erano in viaggio per Ortona.

Una ulteriore beffa, l’annuncio di Badoglio, per i soldati italiani, dopo quello che era successo nelle ultime  48 ore. Era iniziato per gli italiani, soli con se stessi, il momento delle scelte personali, e per la Nazione italiana la Guerra di Liberazione.
(massimo coltrinari)

Prima Guerra Mondiale. Soldati Italiani In Francia. Documentazione

ARCHIVIO
Presenza in Francia
 dei Soldati Italiani


venerdì 22 novembre 2019

Brigata Alessandria Posizioni al 21 luglio 1916

ARCHIVIO
Ricerche in corso
Diario di prigionia di Pietro Bonci
Posizioni della 34a Divisione
21 luglio 1916


giovedì 21 novembre 2019

1917. Territorio dell'Impero Ottomano assegnati all'Italia

MUSEI ARCHIVI E BIBLIOTECHE
Fonti, Come già indicato in post precedenti
 la carta, colorazione verde, indica i territori dell'Impero Ottomano assegnati all'Italia



I Territori indicati con A e B indicano le zone di influenza di Francia, che diede origine alla Siria, e alla Gran Bretagna, che diede origine all'Iraq.

mercoledì 20 novembre 2019

UNICUSANO - attività in progress

NOTIZIE CEVAM
  II Master promosso dal CESVAM 
 per l'anno accademico 2019-2o20 


E' stata consegna per l'approvazione la bozza del Bando e del Programma Didattico del Master 
in
POLITICA MILITARE COMPARATA, DOTTRNA,STRATEGIA ED ARMAMENTI 
DAL 1945 AD OGGI




lunedì 18 novembre 2019

domenica 17 novembre 2019

Sessione autunnale di Tesi del Master in Storia Militare Contemporanea

NOTIZIE CESVAM
Importante tappa accademica
 del Master promosso dal CESVAM presso la
 UNICUSANO Telematica Roma
                                          Lunedi 18 novembre 2019 alle ore 15 presso l'Aula Magna della Università Telematica N. Cusano si terranno le tesi finali del Master in Storia Militare Contemporanea I Edizione anno Accademico 2019-2020 promosso dal CESVAM-Istituto del Nastro Azzurro. Gli estratti delle tesi migliori saranno pubblicate sulla rivista QUADERNI.

giovedì 14 novembre 2019

Un momento di Allegria

NOTIZIE CESVAM
Quello che dovrebbe essere



Cercare possibilmente di fare cose serie in allegria


mercoledì 13 novembre 2019

Rivista QUADERNI n. 4 del 2018. Sommario e Nora Redazionale

NOTIZIE CESVAM
Rivista Quaderni n- 4 del 2018
9° della Rivista
 SOMMARIO
 Anno LXXIX, Supplemento IX, 2018, n. 4, 10° della Rivista “Quaderni”  www.istitutodelnastroazzurro.it indirizzo:centrostudicesvam@istitutonastroaz zurro.org 

Editoriale del Presidente.  Carlo Maria Magnani: 


IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA             

APPROFONDIMENTI 

AA.VV, La Battaglia di Vittorio Veneto. Ricostruzione ed Analisi.
Luigi Marsibilio, La Battaglia di Vittorio Veneto 
Osvaldo Biribicchi, Comando Supremo Regio Esercito. Le truppe italiane negli altri campi della Grande Guerra 
Massimo Coltrinari, Un elenco Glorioso. Le Armate Italiane a Vittorio Veneto nella versione del Comando Supremo.
 Alessia Biasiolo, L’Impero italiano in epoca fascista 

DIBATTITI 
Giovan Battista Birotti, Soldati e contadini. L’Esercito giapponese nel periodo Meiji (1868-1912)

ARCHIVIO 
Redazionale, Chiara Mastroantonio, Lo Statuto della Legione AzzurraPag.00 

MUSEI,ARCHIVI E BIBLIOTECHE 

Alessio Pecce, Giulio Moresi, aspirante ufficiale, bersagliere, caduto il 17 agosto  1917 sull’Hermada, sul Carso. Il Ricordo  

Posteditoriale: Antonio Daniele, Il Calendario azzurro per il 2019

IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI 

UNA FINESTRA SUL MONDO Sandra Milani, L’uso delle sostanze stupefacenti come strategia nella guerra e nel terrorismo islamico

GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE Luca Bordini, Riflessioni sulla comunicazione digitale delle Forze Armate 

Autori. Hanno collaborato a questo numero.
Articoli di Prossima Pubblicazione
Segnalazioni Librarie. 

CESVAM NOTIZIE Centro Studi sul Valore Militare 

I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, V, 2018,  Maggio 2018, n. 30 
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VI, 2018  Giugno 2018, n.31.
I “Quaderni on Line”, Supplemento on Line, Anno 5°, VII, 2018, Luglio 2018, n. 32

“Quaderni” on line sono su: www.valoremilitare.blogspot.com 

PER FINIRE Massimo Coltrinari,  Il Valore Militare attraverso le Cartoline Militari ed oltre 

Nota redazionale: Il seguito di riflessioni in questo fine anno non può portare che ad aggiustamenti sulla attività del CESVAM. Si dovrà porre maggiore attenzione alle attività esterne del CESVAM stesso e porre delle pregiudiziali di collaborazione che siano allineate al livello di ambizione del CESVAM. Il dibattito che necessariamente deve esistere all’interno deve passare attraverso una distinzione. L’Istituto del Nastro Azzurro ha due componenti che lo distinguono dalle altre Associazioni 
Combattentistiche.  La prima. È quella dell’associazionismo combattentistico” in cui è necessario porre alla base la componente militare, quella di chi ha mostrato il proprio valore militare e gli è stato riconosciuto, quella associativa e in parte reducistica. Tutti elementi che fanno capo, almeno per i militari, alla legge dei Principi del 1977 che deve animare ogni militare della Repubblica se si vuole definire tale. In pratica è una funzione verso l’interno dell’Istituto, nelle sue componenti ed articolazioni.  La seconda. Quella di Ente Morale, che deve ispirare l’azione dell’Istituto del Nastro Azzurro al pari dei suoi similari (Istituto della Previdenza Sociale, Istituto per la Storia del Risorgimento, Croce Rossa, ecc.) in cui la componente militare è sempre presente, in cui emerge quella di chi ha mostrato il proprio valore militare, ma non gli è stato riconosciuto ufficialmente con le previste decorazioni e modalità, in cui emergono in oltre misura la disponibilità, l’altruismo, il senso di appartenenza, le tradizione militari dei Corpi e delle Unità, il senso del servizio, e soprattutto la volontà di portare i principi statutari anche verso l’esterno, verso le componenti della società civile, le nuove e le vecchie generazioni, nelle forme più efficaci. In pratica è una funzione verso l’esterno dell’Istituto.  Fra le due componenti vi deve essere sinergia, armonia, collaborazione. Occorre in tutti i modi che non emergano contrasti, invidie, contrapposizioni, prese di posizioni imposte, intolleranza. Qualora queste emergessero sarebbe un gravissimo errore quello di affrontarle di petto, con ”fieri ed animati accenti”; più opportuno ed intelligente sarebbe la soluzione che adotti pazienza, silenzio, comprensione e soprattutto mettere spazio e tempo per spegnere ogni fuoco o fuocarello. A questo proposito viene in aiuto Italo Calvino, il quale scrive in “Le città invisibili” 

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se n’è uno, è quelle che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne: il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in merito all’inferno, non è l’inferno, e farlo durare, e dargli spazio.” 



martedì 12 novembre 2019

Rivista QUADERNI Numero 4 del 2018

NOTIZIE CESVAM
Disponibile il numero 4 del 2018
della Rivista QUADERNI





Informazioni possono essere chieste a
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

lunedì 11 novembre 2019

Conferenza Esercito 2019

UNA FINESTRA SUL MONDO
L'Esercito Italiano si interroga sul suo futuro


Svoltasi all'Aula Magna della Caserma Arpaia alla Cecchignola
la Conferenza Esercito 2019 
voluta dall'attuale Capo di Stato Maggiore
volta a delineare i lineamenti futuri della Forza Armata

Ora si attendono gli Atti di questa conferenza al fine di avere
 materiale di studio e di riflessione per comprendere
 che cosa sarà L'Esercito Italiano neel prossimo decennio







domenica 10 novembre 2019

La 51ma Sezione di Sanità del Corpo Italiano di Liberazione


ARCHIVIO
 Nota a margine di una ricerca in progress






IL NONNO RACCONTA …

Mi chiamo Giuseppe Fonsdituri, sono nato a Casamassima, un Comune in provincia di Bari, da una famiglia onesta e numerosa, avevo solo 9 anni quando mio fratello Oronzo, decise di partire in guerra, nonostante l’insistente contrarietà dei miei genitori. Oronzo era il terzogenito ed aveva diciannove anni quando partì volontario per il fronte.
Durante la 2^ guerra mondiale (1940-1945) l’Italia si alleò con la Germania nazista e antisemita. I tedeschi si ritenevano un popolo di razza superiore: “ariana”, infatti, gli  italiani divennero succubi e da qui nacque la necessità di insorgere, di liberare il nostro Paese (guerra di liberazione).
Il giorno 8 settembre 1943 partiva da Bari un treno diretto a San Pietro Vernotico (Campania), che trasportava mezzi, e uomini destinati a combattere a fianco degli alleati (americani-francesi-inglesi) contro i tedeschi.
Era il Nucleo di Sanità Motorizzato formato da due reparti:
  • 51^ Sezione di Sanità
  • 1^ Raggruppamento Motorizzato.
Mio fratello Oronzo e il suo compagno Salvatore Carlucci di Putignano facevano parte del primo reparto, erano soldati sanitari catalogati fra le truppe dei servizi, quindi ritenuti meno esposti a rischio, raramente riscuotevano quel riconoscimento dovutogli per la loro operosità sul campo di battaglia.
Seguivano passo passo l’avanzare del fronte, talvolta, dovevano uscire dal ricovero (ospedale da campo) e sotto il tiro incessante del nemico strisciavano sul terreno con foga affannosa, perché sapevano che dove scorreva sangue del “fratello” il tempo era vita e ogni indugio, pur breve, era morte.
A casa, quando, arrivava una lettera dal fronte mia madre piangeva dalla gioia, tutti sedevano intorno a lei e ascoltavamo attentamente ciò che leggeva e fra i saluti e gli abbracci ricordava sempre la sua cagnolina Bellina, che aveva cresciuto sin da piccolo e gli era affezionato.
Il 17 luglio 1944 il XI Reparto d’Assalto compiva una brillante azione a Cingoli, Villastrada e Rustico, mietendo morti, a decine, e feriti, a centinaia. Il rischio di calpestare una mina era alto, non solo per i soldati ma anche per chi soccorreva i feriti.
Era notte inoltrata e una voce chiamava dal terreno minato, dove si aggiravano nemici sbandati, ma duri a cedere. Il soldato, gravemente ferito, l’ardito Oronzo Fonsdituri, lo riconobbe alla voce il suo vecchio Comandante del 1^ Plotone di Fanteria, tenente Piero D’Ercole. Il tenente si accorse a ricercarlo nell’oscurità, lo sollevò e lo portò a braccia di là del fiume, purtroppo il compagno Salvatore Carlucci giaceva a terra, falciato dalle raffiche del mitra avversario.
Dopo quattro giorni di agonia, anche mio fratello soccomberà all’ospedale da campo, in seguito alle gravi ferite riportate al capo, ad un braccio e ad una gamba, in quanto colpito dalle schegge di una mina calpestata dall’amico Salvatore, che camminava un passo avanti a lui. Erano due soldati sanitari che ambirono di fregiarsi delle fiamme azzurre e di imbracciare il mitra.
Si ritrovarono sul campo d’onore col Comandante che ripeteva loro, al momento in cui lasciarono la 51^ Sezione di Sanità e passarono al XI Reparto d’Assalto: <… perché andate via? … anche qui si fa la guerra… anche qui si muore…>
Ricordo che facevo un sogno: io e mio fratello eravamo al paese per la via del cimitero, i cipressi si muovevano al vento che soffiava, dicevo: “Oronzo vieni andiamo a casa”.
Oronzo mi rispondeva: “Non posso, non posso più tornare a casa!” e scompariva nel buio delle tenebre.
La mattina appena mi svegliai raccontai alla mamma dello strano sogno, ma lei amorevolmente mi tranquillizzò subito. Accadde uno strano episodio, da tre giorni Bellina non mangiava e si lamentava, era rintanata nella sua cuccia e ringhiava a chi gli si avvicinava. Al quarto giorno il cane uscì dalla sua cuccia e cominciò ad abbaiare e ululare… per poi spegnersi inspiegabilmente.
In casa si respirava aria di tensione, l’ansia cresceva man mano che passavano i giorni e non arrivavano notizie da parte di Oronzo.
Il 21 luglio 1944, di buon mattino, ricevemmo la visita dei carabinieri che comunicavano la tragica morte del nostro amato Oronzo. C’era una calma apparente, nessuno faceva rumore, ci si evitava a vicenda, quando mia madre cominciò a singhiozzare e poi scoppiò in un pianto straziante tenendo stretto a sé il ritratto di Oronzo.
I miei genitori erano inconsolabili. Ricordo mia madre che spesso si sedeva sul letto, guardava la foto di Oronzo e piangeva e noi fratelli più piccoli a consolarla con gli occhi gonfi di lacrime. Mia madre espresse il desiderio che i resti di suo figlio fossero riportati al paese e, dopo la morte di entrambi i genitori, tumulati con loro.
Tutti i giovani che partirono volontari alla guerra di liberazione, invece di restare a casa ad aspettare, coraggiosamente affrontarono il destino, perché serbavano fede al principio: <un mondo migliore può nascere con Giustizia, Lealtà e Sacrificio>.

Giuseppe Fonsdituri


sabato 9 novembre 2019

Flavio Vegezio Renato: Epitoma Rei Militari

ARCHIVIO
Ricerche in corso. 
Machiavelli e l'Arte della Guerra




Machiavelli nel suo andare al passato a trovare elementi
per comprendere il presente
studia 
Flavio Vegezio Renato
autore e scrittore militare del IV Secolo d.c.
L'opera sua principale è
 Epitoma Rei Militari - L'Arte della guerra romana

IL volume ebbe notevole popolarità fino all'età moderna, dopo cadde nell'oblio. 
Oggi, con numerose ristampe, è ritornato alla attenzione degli studiosi militari 

venerdì 8 novembre 2019

Come l'Uomo può creare il male


DIBATTITI
 Analogia e riflessioni di studenti 
sull'Olocausto



Il lager come l’Inferno – Levi e Dante

La letteratura ha rappresentato per Levi un aiuto di fronte ad una vicissitudine  così traumatica come quella nel campo di sterminio, ed in un certo senso lo ha “salvato” in quanto, una volta conclusasi quella tremenda esperienza , ha trovato nella scrittura una sorta di terapia del dolore che gli ha consentito di attingere alla memoria per lasciarci un indelebile ricordo  nel suo libro "Se questo è un uomo".
Mentre si trovava nel lager ad Auschwitz, Levi comprende che nulla  poteva essere spiegato dalla ragione e come gli disse un deportato: "Qui non c'è un perchè".In quel momento così insensato della sua vita, vide accanto a sè Dante e la Divina Commedia entrò a far parte della sua quotidianità tanto che lo aiutò a sopravvivere .
In “ Se questo è un uomo”, in particolare nel primo capitolo, è possibile quasi sovrapporre atmosfere dantesche a quelle del lager.

Ad esempio:
 Dante : vv." Noi ricidemmo il cerchio a l'altra riva /sovr'una fonte che bolle e riversa/per un fossato che da lei deriva/ L'acqua era buia assai piu che persa/e noi , in compagnia de l'onde bige,/intrammo giù per una via diversa./In la palude va c'ha nome Stige /questo tristo ruscel, quand'è disceso/al piè de le  maligne piagge grige./E io , che di mirare stava inteso,/vidi genti fangose in quel pantano,/ignude tutte , con sembiate offeso./Queste si percotean non pur con mano,/ma con la testa e col petto e coi piedi,/troncandosi co'denti a brano a brano".
Levi: "Siamo scesi , ci hanno fatto entrare in una camera vasta e nuda, debolmente riscaldata. Che sete abbiamo!! Il debole fruscio dell'acqua nei radiatori ci rende feroci: sono quattro giorni che non beviamo. Eppure c'è un rubinetto : sopra c'è un cartello, che dice che è proibito bere perchè l'acqua è inquinata. Sciocchezze, a me pare ovvio che il cartello è un beffa, "essi" sanno che noi moriamo di sete , e ci mettono in una camera e c'è un rubinetto, e WASSERTRINKEN VERBOTEN. Io bevo , e incito i compagni a farlo; ma devo sputare, l'acqua è tiepida e dolciastra , ha odore di palude".
Come per Dante "L'acqua era buia" anche per Levi "L'acqua era imbevibile tiepida e dolciastra".
L’esperienza di Levi deve insegnare alle nuove generazioni come nella vita tutti attraversiamo un momento di oscurità per la perdita di una persona  cara , per il venir meno degli affetti , o a causa della malattia, ma grazie alla letteratura, spesso studiata  contro voglia negli anni del liceo,  si può sopravvivere e trovare la forza per andare avanti.
 Forse se Levi non avesse mai studiato Dante, non sarebbe riuscito a rielaborare la sua devastante  esperienza, e a farla rivivere così intensamente nella sua opera.  In un certo senso la letteratura "l'ha salvato" perché lo ha aiutato a mantenere il ricordo. 

Istituto  “Colomba Antonietti”  III R - Roma
De Angelis Sara e D’Andrea Michela anni 17


Stato di Servizio del Gen, Manfredo Fanti


 DIBATTITI
Note a margine del fondatore
 dell'Esercito Italiano


STATO DI SERVIZIO DI MANFREDO FANTI[1]

.Fanti nobile cavaliere Manfredo, figlio del fu Antonio e della fu Sillea Ferrari nato il 23 febbraio 1806 in Carpi, provincia di Modena.
Vedovo con prole.
Laureato in Matematica dalla R. Università di Modena il 3 settembre 1830.
Naturalizzato suddito sardo per R. Decreto delle 26 febbraio 1850.
Senatore del Regno per R. Decreto 29 febbraio 1860.

Servizi e Promozioni

-          Al servizio Estense
. Cadetto del R. Copro dei Pionieri, 1 novembre 1825
. Cessò da Cadetto avendo terminato il corso degli studi, 30 settembre 1830.

-          Al servizio del Governo insurrezionale di Modena
. Luogotenente del Genio e destinato a prestare servizio nel 1° reggimento di Linea, 15 febbraio 1831
. Emigrò in Francia ove venne aggregato al Corpo del Genio Francese a Lyon alle nuove opere che hanno costituito una Piazzaforte di quella città, aprile 1831
-          Al Servizio della Regina di Spagna
      . Tenente nel V Battaglione Franco di catalogna, 5 dicembre 1835.
      . Tale nei Cacciatori di Oporto, 1 maggio 1836.
      . Capitano in detti, 6 luglio 1838.
      . Maggiore in detti, 19 agosto 1838.
      . Tenente Colonnello in detti
      . Sottotenente nel 6° Reggimento Leggiero dell’Armata
        Nazionale, 12 settembre 1839.
      . Tenente in detto per merito di guerra, 29 ottobre 1839
      . Capitano in detto per merito di guerra, 20 maggio 1840
      . Secondo Comandante in detto, 12 novembre 1841
      . Tale nel Corpo dello Stato Maggiore Generale, 11 maggio 1843
      . Primo Comandante di Cavalleria dell’Armata, 11 settembre
       1843
      . Tenente Colonnello di cavalleria nell’Armata, per merito di
        Guerra, 23 ottobre 1847
      . E continuò il servizio sino al 10 luglio 1848.

-          Al Servizio del Governo provvisorio della Lombardia
    . Maggior Generale nella II Brigata di fanteria, 10 luglio 1848
   
-          Al Servizio Sardo
    . Maggior Generale comandante la I Brigata Lombarda, 28
      Novembre 1848.
    . Tale. Membro del Consiglio consultivo permanente della guerra
       Continuando nel suddetto comando, 6 gennaio 1849
    . Tale. Incaricato del comando della V Divisione Lombarda,
       20 marzo 1849.
    . Tale. In aspettativa per scioglimento di Corpo, cessando dalla
       Carica di membro del Congresso consultivo permanente della
       Guerra, 3 agosto 1849.
    . Grado di Maggior Generale ed anzianità di Colonnello
      dal 23 ottobre 1847, a mente del R. Decreto del 1 marzo 1851
    . Fissatagli l’anzianità di Maggior Generale nella R. Armata a far
      tempo dalli 10 maggio 1849, per Dispaccio Ministeriale n.3865
      Divisione Personale, 22 luglio 1853
    . Maggior Generale in servizio effettivo e destinato al comando
      della II Brigata provvisoria del Corpo d’Armata di spedizione in
      Oriente 22 marzo 1855
    . Tale, Comandante la Brigata Aosta, 26 maggio 1856
    . Tale, Comandante provvisorio delle truppe d’ogni stanziate
      nelle provincie di Novi, Tortona, Voghera e Bobbio per
      R. Determinazione, 28 gennaio 1859
    . Luogotenente Generale, continuando nel suddetto comando
      per R. Decreto 12 marzo 1859.
    . Tale, dispensato dal servizio per dimissione volontaria, con R.
      Decreto 1 settembre 1859.
          
Campagne, ferite, azioni di merito, decorazioni
. Ha fatto  la Campagna dell’anno 1831 contro gli Austriaci, nella
  Romagna, facendo parte delle truppe comandate dal
  Luogotenente generale Carlo Zucchi; si trovò al combattimento
  Rimini, avvenuto il 25 marzo del detto anno; e ripiegando in
  seguito in Ancona fu compreso nella capitolazione avvenuta in
  quella Piazza.
. Ha fatto le Campagne degli anni 1835, 1836, 1837, 1838, 1839,
  1840, 1843 e 1844 in Spagna.
. Decorato della croce dell’Ordine Militare di San Ferdinando di
  Spagna li 25 luglio 1837 per la battaglia di Chiva.
. Decorato della croce speciale di Chiva li 15 luglio 1837 per
  lo stesso motivo.
. Decorato una seconda volta della croce dell’Ordine di San
  Ferdinando di Spagna per l’Assedio di Morella nel 1838
. Decorato della croce di Commendatore dell’Ordine d’Isabella
  La Cattolica per la sollevazione di Madrid nel maggio 1848
. Ha fatto la campagna di guerra dell’anno 1848 per
  l’indipendenza d’Italia.
. Ha fatto quella del 1849 contro gli Austriaci
. Ha fatto parte del Corpo di Spedizione in Oriente ed
  Imbarcatosi il 3 maggio 1855
. Decorato della croce di Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio
  e Lazzaro per R. Magistral decreto delli 26 luglio 1855
. Decorato della croce di Commendatore dell’Ordine della
  Legion d’Onore per decreto di S.M. L’Imperatore dei Francesi in
  Data 5 giugno 1856
. Decorato della croce di Uffiziale dell’Ordine dei Santi Maurizio
  E Lazzaro per R. Magistral decreto delli 12 giugno 1856
. Decorato della croce di Commendatore dell’Ordine Militare
  di  Savoja  per R. Magistral decreto delli 12 giugno 1856
. Rientrato al Corpo di spedizione in Oriente e giunto nello Stato
  Il 5 maggio 1856
. Ricevette la Medaglia Inglese di Crimea il 15 giugno 1856
. Decorato della croce di Commendatore dell’Ordine dei
  Santi Maurizio e Lazzaro per R. Magistral decreto delli 27
  settembre 1857.


[1] Archivio di Stato di Torino, Ministero della Guerra, Matricola degli Ufficiali Generali, 1856, pag. 87.

giovedì 7 novembre 2019

mercoledì 6 novembre 2019

La crisi armistiziale. Note a Margine 3

APPROFONDIMENTI
 Progetto 2019. Materiali


Della disponibilità alla lotta contro i tedeschi dettero prova, a cominciare da Roma, anche semplici cittadini che inviarono propri comitati pres­so i comandi delle grandi unità complesse, o quelli della difesa territo­riale, per chiedere armi al fine di affiancarsi ai soldati. A Roma, a To­rino, a Milano ed altrove i comandi ritennero di non poter aderire alle richieste, rifiutando un concorso che sarebbe stato quanto mai vantag­gioso ai fini morali e quanto mai utile per anticipare i tempi di orga­nizzazione e di entrata in azione della resistenza
Stefani sottolinea "Qualora i vertici e molti altri capi fossero stati pronti a dare te­stimonianze, anche a costo della vita, della loro determinazione nel­l'opporsi ai tedeschi, malgrado la drammaticità di molte situazioni, forse gli eventi avrebbero seguito un corso diverso ‑ basti ricordare la difesa di Roma ‑ e certamente dalla inevitabile sconfitta‑disfatta, non sarebbero derivati il decadimento generale degli ideali e dei sen­timenti di amore della Patria, la diffidenza contro l'autorità e contro qualsiasi forma di guida disciplinata, il misconoscimento dell'onore, dell'obbedienza, dell'impegno, del dovere, dell'ordine e della discipli­na, il rifiuto dello spirito di sacrificio ‑ prìncipi basilari del soldato ‑ che furono le conseguenze più gravi dell'8 settembre e quelle che produssero la disfatta. Valori più o meno sfacciatamente messi in di­sparte, nell'imminenza del pericolo potenziale tedesco, da molti di co­loro che di tali qualità e virtù avrebbero dovuto essere il modello. La causa prima della disfatta fu la penuria di capi competenti e capaci, ricchi di senso del reale, di padronanza di se stessi, di disinteresse personale, di fede nella grandezza del compito, di dignità, di decisio­ne e di tenacia. Ancora peggio fu la mancata celebrazione in tempi posteriori di un processo a tutto lo staff politico e militare. Il silenzio su molte responsabilità venne interpretato come se non vi fosse stata materia per procedere. I processi celebrati a caldo a carico di alcuni generali non valsero a focalizzare le responsabilità a monte. Vi furo­no molti comandanti liberi da ogni colpa, ma ve ne furono altri ‑ che pure in precedenti occasioni avevano reso eminenti servigi alla Pa­tria in pace ed in guerra ‑ che avrebbero dovuto essere chiamati a giustificare il loro comportamento o la loro inerzia.
Per molto meno, nel 1849, era stato condannato e fucilato il generale Ramorino sul quale vennero scaricate, non tutte con fondamento, le responsabilità della sconfitta di Novara ed era stato sottoposto a giudizio del Sena­to del regno e degradato per inettitudine l'ammiraglio Pallion conte di Persano, battuto a Lissa il 20 luglio del 1866 dalla flotta dell'im­pero asburgico".

Si è d'accordo con Stefani che non è il caso, oggi, di intavolare processi o avviare istruttorie, ma, "sul piano storico, è necessario alzare i veli, ripudiare i falsi pudori, bandire gli eufemismi se si vogliono davvero restaurare tutti i valori che l'8 settembre vennero negletti e misconosciuti impu­nemente. Per coprire le responsabilità dei colpevoli furono enfatizzate la superiorità dei tedeschi, l'eccitazione prodotta dall'improvvisa noti­zia dell'armistizio, la disseminazione e la frammentarietà delle unità e degli schieramenti (che pure esisteva), l'insufficienza del tono mo­rale dei singoli e delle unità e la propensione generale a deporre le armi per fare ritorno alle proprie case. Parametri tutti indubbiamen­te presenti, ma che non bastano a spiegare l'8 settembre, senza dire che alcuni di essi erano l'effetto dell'insipienza e dell'imprevidenza dell'alto, e che tanto meno autorizzano a riversare sulla collettività dei gregari le colpe dei capi. Di queste ultime una delle più gravi fu proprio il non aver colto e l'aver trascurato l'anima dell'esercito, la quale, malgrado tutto, sopravviveva e là dove venne valorizzata dette prove luminose della sua vitalità. Altrimenti non vi sarebbero stati i tanti combattimenti ……, il rifiuto corale alla colla­borazione con i tedeschi degli internati militari nei campi di concen­tramento, l'avvio immediato della lotta clandestina armata, la cui or­ganizzazione militare iniziale fu opera esclusiva, o quasi, di ufficiali, sottufficiali, graduati e soldati delle forze armate, soprattutto dell'eser­cito; la ricomparsa, in prima linea, esattamente due mesi dopo (8 di­cembre), della prima formazione dell'esercito regolare sul costone di monte Lungo." Come, nella metà  di ottobre 1943 in Albania, vi erano cinquemila soldati italiani armati, ordinati nel Comando Italiano Truppe alla Montagna, comando organizzato e concordato con le Missioni Alleate in Albania e con il Comando dell'Esercito Liberazione Nazionale Albanese.
  Una configurazione diversa dell'8 settembre è pretestuosa o quanto meno reticente, se non addirittura deliberatamente falsa.