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giovedì 31 dicembre 2015

Quaderni del Nastro Azzurro, Supplemento on line, II, 2015, n. 2, dicembre 2015, Copertina




QUADERNI DEL NASTRO AZZURRO
Anno LXXVI,Supplemento on line, II, 2015, n.2
dicembre 2015


Sommario on line Giugno Dicembre 2015


SOMMARIO
Anno LXXVI, Supplemento on line. II, 2015, n. 2,
www.cesvam.blogspot.com

Presentazione
Massimo Coltrinari, Editoriale di Dicembre 2015. Superato il secondo traguardo.                                  
                                           Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 31.12.2015

IL MONDO DA CUI VENIAMO: LA MEMORIA

           APPROFONDIMENTI
Ferdinando Sanfelice di Monteforte, Gioacchino Murat. La Difesa del Regno                                   
                                     Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 18.12.2015
Redazionale, Le decorazioni dell’Impero Germanico. 1914-1918 I Parte                                   
                                     Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 29.12.2015
Karina Zehtner, Die Rückkehr der italienisc hen Militärinternierten. II                           Su                                                                       www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 12.12.2015
Massimo Coltrinari, Il volo su Trieste di Miraglia e D’Annunzio 7 agosto 1915 I parte                                  
                                    Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 18.12.2015

ARCHIVIO
Adele Pizzullo, Collegio Militare di Roma. Cartoline Storiche
                                   Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 31.12.2015
Redazionale, Una iniziativa dell’Istituto negli anni venti                                  
                                    Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 22.12.2015
Redazionale, La Regia Marina Italiana. 1915. Fonti Iconografiche                                 
                                    Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 24.12.2015

DIBATTITI
Redazionale, La prigionia italiana in mano agli Stati Uniti.1941-1945 Un documento su Hereford
                          Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 18.12.2015

MUSEI, ARCHIVI,BIBLIOTECHE
….
 IL MONDO IN CUI VIVIAMO: LA REALTA’ DI OGGI

UNA FINESTRA SUL MONDO
Federico Salvati, Alcuni riflessioni sulla Russia e la sua cultura
                             Su www.cesvam.blogspot.com con post in data 4.12.2015
Alessio Pecce, Rapporti tra Russia e Turchia nel dicembre 2015                                  
                                     Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 23.12.2015
Alessandro Ugo Imbrigia, La crisi siriana                                  
                                     Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 23.12.2015

GEOPOLITICA DELLE PROSSIME SFIDE
Heino Klinck, Implicazioni strategiche della presenza delle aziende cinesi all’esteri
                        Introduzione
                        Su www.valore militare cesvam.blogspot.com con post in data  10.12.2015
                        I settori dell’ODI cinese ed i relativi attori
                        Su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data  9.12.2015
                        Le implicazioni del soft power delle aiende cinesi “Going Global”
                        Su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data  7.12.2015
                        Le reazioni regionali alle attività commerciali cinesi
                        Su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data  6.12.2015
                        Analisi Conclusive
                        Su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data  5.12.2015

SCENARI,REGIONI,QUADRANTI
Silvia Nicolardi, Il carisma iraniano e la rivoluzione islamica
                        Su www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 11.12.2015

CESVAM NOTIZIE
Centro Studi sul Valore Militare.
Redazionale, Trofie Ezzeline, Ippopotami Morali, Parassiti Tronfi. Dal 2015 al 2016                                 
                                                Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 18.12.2015
Tommaso Gramiccia, Intervento alla Scuola specialisti dell’Aeronautica di Caserta.
                                   Mercoledì 16 dicembre 2015
                                                    www.cesvam.blogspot.com con post in data 16.12.2015
Redazionale, I “Mercoledì del Nastro Azzurro” 4.11. 2015
                     Massimo Coltrinari.La prigionia italiana della seconda guerra mondiale
                                www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 17.12.2015
Redazionale, I “Mercoledì del Nastro Azzurro” 3.12. 2015
                     Antonio Daniele. Giulio Dohuet e Antonio Mecozzi
                                www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 3.12.2015
Redazionale, Presentato il n. 1 dei “Quaderni” del Nastro Azzurro
                                www. valore militare cesvam.blogspot.com con post in data 2.12.2015

Segnalazioni Librarie
Gaetano Surdi, Gaetano Surdi, Albo d’Oro dei Decorati al Valore Militare della Città di  
                         Capua                                  
                                      Su www.valoremilitare cesvam.blogspot.com con post in data 21.12.2015

Questo numero è stato chiuso il 31 dicembre 2015.

Editoriale di Dicembre 2015 Superato il secondo traguardo.

EDITORIALE

Massimo Coltrinari

Questo non è un editoriale, ma una nota che deve accompagnare la crescita dei "Quaderni", il supplemento del periodico dell'Istituto del nastro Azzurro. i "Quaderni" hanno anche la versione "on line" su questo blog. La versione on line si è espressa in due volte, quella del primo semestre del 2015 e questa che è espressione del secondo semestre 2015.

Si è raggiunta a dicembre, con l'uscita "su carta" dei "Quaderni" la parità temporale. Dal prossimo mese di gennaio la versione on line, ogni due giorni verranno pubblicati, sempre sotto la versione "post" gli articoli predisposti. E' stato un grosso sforzo redazionale, ma ormai il secondo traguardo è stato raggiunto.

Il prossimo sarà quello di predisporre, mese dopo mese, una quindicina di "post" sulle varie rubriche in cui si articolano i "Quaderni". Il mese di gennaio 2016 sarà  la prima cartina tornasole di questo programma.
Rimane ancora la precauzione di fissare "con il post in progress" la data per evitare scollamenti temporali, rispetto all'arrivo ed alla valutazione dell'articolo. Anche questo sarà affinato per essere sempre sulla pubblicazione immediata.

Questo numero 2 contiene un giusto equilibrio tra storia, passato, e geografica, futuro, con una parte iconografica ancora ben sviluppata, come si conviene alla versione "on line".
Non si può non concludere, in questi giorni finali dell'anno che augurare a tutti i lettori un felice e sereno 2016

Massimo Coltrinari

Collegio Militare di Roma. Cartoline Storiche

ARCHIVIO

Adele Pizzullo














Trofie Ezzeline, Ippopotami Morali, Parassiti Tronfi: dal 2015 al 2016

E’ prassi che in questo ultimo giorno dell’anno si faccia un bilancio delle attività dell’anno passato e un quadro accennato di quello che si desidera fare nell’anno che sta per nascere.

Incominciamo da questo: il 2016, secondo anno di vita del Centro Studi sul Valore Militare. Gli auguri che si possono fare sono semplici: continuare su quanto fatto nel 1915, cercare di attuare uno o due iniziative che sono già state programmate e, soprattutto, mirare a consolidare le novelle strutture messe in atto. Che si rafforzi, per l’ottavo anno consecutivo il Gruppo Studenti e Cultori con il suo spirito, con la sua passione con la sia giovanile fiducia nel futuro. Che continui ad operare con i presupposti con cui, nel 2009, è nato.  Il Gruppo continuerà a proteggere gli “studenti”  ovvero i giovani che si devono trovare una strada. Per loro cercheremo di rimuovere i soliti ostacoli, proteggendoli dagli sfruttatori occulti ed occasionali, combattendo soprattutto coloro che si beano di annunciare al mondo “che occorre andare verso i giovani, che sono la speranza ed il futuro”. Costoro sono i più feroci conservatori di loro stessi, ed ormai è chiaro, nel nostro gruppo, che sono i primi nemici che un giovane ha. Sono le “Trofie Ezzeline” dei nostri orizzonti.

Per i “cultori” continua la battaglia verso coloro che cercano di progredire nella carriera sfruttando, raccomandandosi, bleffando, passando sopra cadaveri ancora caldi, a tutto danno di chi si comporta con etica e morale ed impegno. Il panorama è,anche qui, noto e non vi sono novità al riguardo. Sono la stragrande maggioranza nella nostra società ed è per questo che la situazione generale è quella che sappiamo: a forza di truffare gli altri come noto, hanno truffato se stessi, creando il deserto per coloro che sono venuti dopo. Roma Capitale, con le vicende del Campidoglio e del Vaticano, sono la “summa” dell’assunto esposto.

Tracciato il quadro di chi abbiamo di fronte, occorre avere mezzi ed equipaggiamenti per passare indenni nelle trappole e nei trabocchetti che a piè sospinto vengono, sempre con nuova inventiva, predisposti. Ancora una volta attenzione al “falsi” MASTER, che in cambio di denaro danno carta straccia e solo promesse che non si manterranno mai. Oltre al denaro perso, il danno maggiore è la perdita di tempo che, come diceva Napoleone, è l’unica cosa che non si può recuperare.

Il quadro è fosco, pessimistico e con poca speranza: ma è la realtà che dobbiamo affrontare. Un augurio che ci vada bene è possibile farlo, ma che questo quadro nel 2016 cambi è impossibile.

E qui veniamo al bilancio 2015. La nostra società ha perso i valori fondanti, quelli che sono il mastice che unisce la società stessa e senza collante tutti sono contro tutti. Un Governo insediatosi un anno fa è responsabile del deterioramento del clima iniziato un anno fa: i toni sono sotto gli occhi di tutti per capire a che livello siamo. Più volte abbiamo discusso di questa aberrante situazione e non è cambiato nulla, se non peggiorato. La conseguenza e che siamo in un contesto che, appena creai qualche cosa di utile, positivo, interessante, diviene appetibile a chi non sa creare altro che deserti o non sa creare nulla.

Con i nostri criteri abbiamo creato qualche cosa, ma come in passato questo che stiamo creando fa gola, quindi, ai soliti noti ippopotami morali e parassiti tronfi. Quando accettammo di creare il CEsVAM mettemmo in bilancio anche questo: prima o poi, a realizzazioni effettuata, si presenteranno di nuovo questi ippopotami e questi parassiti oltre alle sempre presenzti Trofie Ezzeline.. Qualcuno di noi espresse delle perplessità a questa nuova avventura, ricordando il Centro Studi sulla Prigionia, avviato nel 1995 e cinque anni dopo, ben avviato e dopo convegni, congressi e libri, alla grande evaporò alla gloria dei cieli, e miseramente ritornato in breve al nulla di come l’avevano trovato grazie ad un noto, ben individuato esemplare di cui sopra. Per fortuna che poi qualcuno ci ha messo le mani ed è stato salvato.
Qualcun altro riportò le vicende note di Storia in Laboratorio osteggiata perché nella sua struttura impedisce di andare a fare la “Trofia Ezzelina” nelle scuole, ma vuole i ragazzi protagonisti. Altri le altre vicende ancora più note, che però ci hanno permesso di uscire da un pantano che ci faceva avanzare con difficoltà, liberandoci da Trofie, ippopotami e parassati. E’ sotto gli occhi di tutti per  questo esempio che senza di noi tutto è sprofondato: chi credeva di essere tutto e non era, e non è, nulla. Tranne i soliti pranzi a spese di altri non hanno saputo organizzare e realizzare. D’Andrè cantava che dal letame può nascere un fiore: in questa circostanza nemmeno questo.
Rimangono le perplessità che poco più di un anno fa nutrivamo, ma che siamo riusciti a contenere con il procedere cauto e circospetto. Però rimangono. Saranno le valutazioni “ in the middle” riguardo il 1 numero di “Quaderni” e gli altri sensori predisposti che ci diranno l’esatta dimensione di queste perplessità. Ma si è pessimisti. Gli ippopotami morali e i parassiti tronfi sono pronti: già hanno annunciato il loro arrivo con le rutilanti loro medaglie e medaglioni, con i loro roboanti titoli annunciantesi a chi non li conosce, con le loro opere sbandierate ai quattro venti frutto di schippi e furti come il noto libro “a cura di”, vaganti nel deserto della loro inconcludenza, tra le macerie delle nostre realizzazioni, splendide realizzazioni frutto del volontariato reale, che in loro mani, per invidia falsa competizione ed altro, sono diventate solo polvere.
Si annunciano con titoli roboanti, ma dietro vi è il nulla della loro incapacità

Noi realizziamo, loro distruggono; noi troviamo soluzioni, loro portano solo giustificazioni, noi troviamo risorse, loro piangano, pietiscono e questuano quatto soldi per finanziare la loro supponenza e vanità.

Ma questa volta li aspettiamo, come si conviene.
Li aspettiamo ed useremo tutte le armi, iniziando dal narrare la loro storia di ippopotami morali e parassiti tronfi, affinchè questa volta  i loro corni sbattano contro il granito del nostro senso di appartenenza, dei nostri valori, del nostro modo di rapportarci agli altri.

Il Valore Militare è un bene  a cui la nostra società non può fare a meno. E noi lo proteggeremo perché è sempre tempo di dare battaglia contro questi promettitori di niente, contro questa “ lordia”, come dice Montalbano, che incarnano.

L’augurio è questo: pur con poche speranze, auguriamoci che il 2016 sia anno che ci tolga qualche soddisfazione a danno di questi ippopotami morali e parassiti tronfi..


mercoledì 30 dicembre 2015

Il volo su Trieste di Miraglia e D'Annunzio 7 agosto 1915

APPROFONDIMENTI

Massimo Coltrinari

Gabriele d’Annunzio, nel suo coerente impegno interventista, aveva il vivo desiderio  di portare il suo saluto e il suo incoraggiamento agli Italiani d’oltre confine, ancora sotto il dominio austriaco, anche quelli della Dalmazia. D’Annunzio, volontario di guerra, tenente dei Lancieri di Novara, era aggregato al Comando Supremo come addetto. A Venezia, nel luglio 1915, chiese ed ottenne di partecipare a missioni di guerra a bordo di unità navali. In quei giorni di luglio era prossimo l’anniversario di Lissa e si ipotizzava che gli Austro-Ungarici per rinnovare le incursioni contro le coste italiane. In questa ipotesi il Comando In Capo del Dipartimento marittimo di Venezia ordinò l’uscita in mare a tre gruppi di siluranti, e ad un adeguato numero di sommergibili, tutti protesi a cogliere gli attaccanti nemici nella fase di avvicinamento alle coste italiane. D’Annunzio ebbe l’autorizzazione ad imbarcarsi sul C.T. “Impavido” al comando del C.F. Piero Orsini. Gli Austriaci rimasero in porto e non portarono l’attacco in grande stile previsto, e in D’Annunzio si acuì il desiderio di partecipare o organizzare altre missioni di guerra.
In una lettera del 27 luglio 1915 al Comandante Orsini esprime il desiderio di andare al campo d’aviazione della Regia Marina e prendere contatto con quella realtà, ovvero la aviazione di Marina. Qui conosce  T.V. Giuseppe Miraglia, uno dei piloti di Marina più capaci del tempo; inizia una collaborazione che darà frutti copiosi.

Nella notte tra il 18 e 19 agosto D’Annunzio partecipa ad una nuova missione di guerra, sempre a bordo dell’”Indomito”, mentre sul “Carabiniere” era imbarcato come pilota Nazario Sauro, consistente nella posa di campi di mine nel Golfo di Panzano. Alterna missioni su navi di superficie a missioni su sommergibili e a ricognizioni su idrovolanti. L’dea di un volo su Trieste nasce in D’Annunzio  a fine luglio 1915 e la esprime in una lunga lettera al Primo Ministro, Salandra. In un passo scrive:

La liberissima concessione del Ministro della Marina mi dava il modo di partecipare ad azioni singolari. Come l’Ammiraglio Cutinelli mi aveva permesso di compiere il “raid” nell’Adriatico, l’Ammiraglio Cagni si disponeva a lasciarmi imbarcare su un sommergibile. Frattanto io avevo, insieme al valorosissimo Giuseppe Miraglia, un impresa su Trieste. Pratico di aviazione, avendo già volato più volte a grande altezza, essendo dotato di un certo spirito di osservazione , conoscendo benissimo la topografia dell’Istria e specialmente la pianta di Trieste, da me visitata più volte, pensavo all’utilità ed alla bellezza di un volo che recasse un messaggio alla città torturata e, possibilmente, qualche danno ai depositi militari adunati sul molo di S. Teresa. Il messaggio non era se non un’espressione concisa e precisa dei risultati delle nostre operazioni in Cadore, in Carnia, su l’Isonzo ed un appello al coraggio ed alla costanza.”[1]

Una indiscrezione giornalistica stava per impedire a D’Annunzio di realizzare l’impresa. E per questo che il Poeta scrive direttamente a Salandra per avere l’autorizzazione ad operare.[2]

In una nota il Comandate Orsini, chiarisce che cosa era successo:
“(D’Annunzio mi comunica)…la notizia che mi da del consenso di S. E. Salandra  e del Ministro Viale per iniziare i voli su apparecchi!.Il permesso era stato negato dal Ministro che si preoccupava della responsabilità di far volare il Poeta!....Allora D’Annunzio scrisse un letterone di 12 fogli a Salandra e temendo la censura del Comando combinammo che l’avrei spedito io con la mia posta d’Ufficio dall’”Impavido” direttamente e personalmente al Presidente del Consiglio. Così feci e la risposta affermativa venne e così D’Annunzio potè eseguire, tra l’incredulità generale, la sua prima azione di guerra, che lo fece poi il valoroso soldato della nostra guerra!”

Considerando il grande impatto propagandistico che si poteva ottenere con l’iniziative di D’Annunzio, Salandra e, quindi, Viale autorizzano ad operare. Nasce il volo su Trieste del 7 agosto 1915.

La relazione che il Comandante in Capo del Dipartimento Marittimo di Venezia inoltra al Ministero e Lo Stato Maggiore a Roma è una felice sintesi dell’impresa:

Tel. N. 159 del 7 agosto1915. 6746- Ore 15,30 eseguita azione dimostrativa offensiva sopra Trieste da due idrovolanti italiani due francesi (stop). Da apparecchio guidato da Miraglia meccanico D’Annunzio …….lanciato sulle città bandiere tricolori proclami del Poeta quindi fu lasciata cadere una bomba “esplosione” sulla tettoia magazzino Maria Teresa vicino sanità….Per avaria tubo quattro bombe di cui tre visto esplosione con buon esito vicino stesso molo…Un apparecchio francese lanciato quattro su deposito gas senza accertamento risultati….Secondo apparecchio francese riservato a Grado eventuale protezione idrovolanti inseguiti… Contro operatori fu aperto da terra vivo fuoco mitragliatrici fucili cannoni apparecchi nemici si alzarono ad inseguirli…Malgrado tutto ciò tutti ritornarono  incolumi a Venezia apparecchio Miraglia D’Annunzio colpito palla mitragliatrice esplosivo ebbe dritto poppa fusoliere fracassato……” [3]

Appena giunto sulla città, si notò che questa era completamente deserta. Nel porto vi erano poche navi, nessuna nel Molo della Sanità: Dinanzi al Palazzo Luogotenenziale, ed al Molo San Carlo vi erano tre grosse cacciatorpediniere. Appena l’aeroplano fu avvistato, fu fatto segno ad intenso fuoco di fucileria. I primi due sacchetti contenenti i messaggi di D’Annunzio caddero in mare[4] poi vennero lanciate le bombe sul Palazzo Luogotenenziale, sui cacciatorpediniere. Le bombe furono viste esplodere, sollevando grandi colonne di fumo. Il primo giro sopra Trieste, durante il quale furono lanciati altri sacchetti contenente il messaggio d’annunziano, si compi rapidamente. All’inizio del secondo giro l’aeroplano fu fatto oggetto del fuco anche delle cacciatorpediniere, mentre fu osservato che non spararono un colpo le batterie antiaeree, evidentemente colte di sorpresa. Furono gettati gli ultimi sacchetti con il messaggio, (in totale furono 21) e si prese la via de ritorno: Furono visti alzarsi in volo due idrovolanti austriaci, ma la distanza e la velocità dell’aereo italiano fecero si che non si giunse  a contatto di fuoco. Il volo era iniziato alle 3,30 ed ebbe termine alle 6,25

La Seconda battaglia dell’Isonzo era in corso e si sperava che si potesse avere concreti risultati i breve tempo; ancora non era scemata l’illusione di conquistare Trieste in poche settimane e che la guerra si sarebbe conclusa entro l’estate. L’impresa dannunziana concorreva a tenere alto il morale ed ad avere fiducia nella vittoria.

Trieste sicuramente, oltre alla Polizia, qualche fervente patriota raccolse i messaggi lanciati dall’aereo, tanto che due messaggi di risposta, sotto forma di poesia, scritti a macchina, e messi in due bottiglie e  che le correnti marine portarono sulle coste di Chioggia.

(continua)





[1] Ministero della Marina, Ufficio del Capo di Stato Maggiore, Ufficio Storico, Gabriele D’Annunzio. Combattente al servizio della Regia Marina, Roma, Società Anonima Poligrafica Italiana, 1931
[2] Il Capo di Stato Maggiore della Marina Thaon de Revel ne dava comunicazione al Ministro della Marina Ammiraglio Viale in questi termini:
D’Annunzio insiste per ottenere partecipazione su sommergibile o idrovolante crociera guerresca contro costa nemica con eventuale lancio manifestini su Trieste….Nulla eccepire militarmente…..Circa lancio manifestini ritengo conveniente interpellare Ministero dell’Interno punto di vista politico. Revel.” Cfr. Ministero della Marina, Ufficio del Capo di Stato Maggiore, Ufficio Storico, Gabriele D’Annunzio. Combattente al servizio della Regia Marina, cit., pag.25.
[3]Ministero della Marina, Ufficio del Capo di Stato Maggiore, Ufficio Storico, Gabriele D’Annunzio. Combattente al servizio della Regia Marina, cit., pag. 27
[4]“Il testo del volantino era il seguente:
“Coraggio Fratelli! Coraggio e costanza!. Per liberarvi più presto, combattiamo senza respiro. Nel Trentino, nel Cadore, nella Carnia, su l’Isonzo, conquistiamo terreno ogni giorno: Non v’è sfrozo del nemico che non sia rotto dal valore dei nostri. Non v’è menzogna impudente che non sia sgonfiata dalle nostre baionette. Abbiamo già fatto più di ventimila prigionieri. In breve tutto il Carso sarà espugnato. Io ve lo dico, io ve lo giuro, fratelli: la nostra vittoria è certa. La bandiera d’Italia sarà piantata sul grande Arsenale e sul Colle di San Giusto. Coraggio e costanza! La fine del vostro martirio è prossima. L’alba della nostra allegrezza è imminente. Dall’alto di queste ali italiane che conduce il prode Miraglia, a voi getto per pegno questo messaggio e il mio cuore. Io, Gabriele D’Annunzio. Nel cielo della Patria 7 agosto 1915. Cfr. Ministero della Marina, Ufficio del Capo di Stato Maggiore, Ufficio Storico, Gabriele D’Annunzio. Combattente al servizio della Regia Marina, cit., 28

giovedì 24 dicembre 2015

La Regia Marina Italiana. 1915 Fonti iconografiche

ARCHIVIO

Redazionale

Una fortunata ricerca presso i mercatini domenicali ha portato ad acquisre sei volumi editi nei primi anni venti in una serie dal titolo "La Marina Italiana nella Guerra Europea" a cura dell'Ufficio speciale del Ministro della marina, editori Alfieri e lacroix Milano. Ogni volume consta di 64 pagine. Qui sono riprodotte alcune foto che danno un esempio della componente iconografica. Contiamo di presentare le più interessanti nel corso dei prossimi articoli.






La crisi siriana.

UNA FINESTRA SUL MONDO

Alessandro Ugo Imbriglia*


Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, il 18 dicembre, ha espresso serie preoccupazioni in merito alla sofferenza patita dal popolo siriano e al deterioramento inarrestabile delle condizioni di vita per i civili, causate dalla brutalità del conflitto che sta dilaniando il paese. Tale conflitto è alimentato dal proselitismo di un’ideologia strumentalizzata, che attira un numero crescente di terroristi stranieri pronti ad abbracciare la causa jihadista e a dare nuova linfa a un settarismo che destabilizza non solo il paese, ma procura enormi danni  all’intero patrimonio nazionale. Il Consiglio di sicurezza ha affermato che l’unica strada per giungere ad una soluzione conclusiva del conflitto siriano sia un processo politico condotto dagli stessi siriani, il quale tenga conto degli obiettivi e dell’unione di intenti del popolo stesso e che sia implementato entro il quadro normativo del comunicato di Ginevra del 30 giugno 2012, approvato nella risoluzione 2118 (2013). Il testo di Ginevra ha definito i passaggi fondamentali da applicare per giungere ad una transizione politica in Siria. Quest’ultima non si è mai concretizzata a causa  delle posizioni divergenti fra Russia e Stati Uniti sul ruolo di Bashar al-Asad durante e dopo la fase di transizione. L’iter risolutivo della crisi siriana prevede la formazione di un’autorità con poteri esecutivi, fondata sul compromesso fra regime e opposizioni, in grado di garantire il normale svolgimento dei compiti istituzionali e delle funzioni statali. Il Consiglio di sicurezza ha confermato il pieno appoggio a un cessate il fuoco su territorio siriano; il Gruppo di sostegno internazionale per la Siria – costituito da 17 paesi e 3 organizzazioni multilaterali – ha garantito il sostegno al progetto e una mobilitazione per facilitare la sua attuazione. Condizione fondamentale a questo prima fase di transizione è la convergenza fra rappresentanti del governo siriano e dell’opposizione sotto l’egida dell’Onu. Il Consiglio ha affermato che coadiuverà le azioni diplomatiche del Gruppo di sostegno internazionale per la Siria; inoltre ha legittimato l’incontro tenutosi a Riyadh dal 9 dicembre all’11 dicembre, attribuendo una notevole importanza al raggiungimento di una posizione comune tra i diversi gruppi di opposizione al regime. Il  segretario generale delle Nazioni Unite e il suo inviato per la Siria, Staffan de Mistura, avranno il delicato compito di aggregare i rappresentanti delle opposizioni sunnite e del governo alauita, con il fine di avviare un dialogo formale che porti a un immediato avvio del processo di transizione politica. L’inizio dei negoziati è previsto per il mese di gennaio 2016. Il processo di pace prevede un governo di transizione autorevole e inclusivo entro sei mesi, in grado di redigere i fondamenti di  una carta costituzionale e di convocare delle elezioni entro diciotto mesi. La Giordania gestirà, all’interno del Gruppo di sostegno internazionale per la Siria, i vari attori, per giungere a una definizione condivisa dei gruppi da classificare come terroristici. Per gli Stati Uniti, l’uscita di scena di Bashar al-Asad e il conseguente cambio di regime non sono  più dei requisiti imprescindibili  dai quali avviare il processo di pace in Siria. Washington, in realtà, aveva accantonato l’idea di provocare la caduta del regime dall’estate del 2013, per non pregiudicare l’avvio del negoziato con Teheran –alleato principale della corrente alauita in Siria– e giungere ad un compromesso favorevole sul nucleare con l’Iran. L’accordo rivestiva un’importanza prioritaria per l’amministrazione Obama poiché avrebbe garantito il consolidamento del ruolo statunitense nell’equilibrio mediorientale. Mosca e Teheran continuano a ribadire che la transizione in Siria non implica, e quindi esclude, l’uscita di scena del presidente Bashar al-Asad. Le due potenze conducono un’intensa campagna di rafforzamento delle linee di difesa lealiste, contrastando l’influenza della Turchia nel nord della Siria. La coalizione inedita fra la Russia e le forze armate curde si regge su un obiettivo primario: ostacolare le forze di opposizione sunnite appoggiate da Ankara. I raid  di Mosca coadiuvano i tentativi di incursione curda nei territori a nord di Aleppo, dove l’Ypg tenta di avanzare. La coalizione a guida curda, chiamata “Forze democratiche siriane”, è stata inoltre ufficialmente sostenuta dagli Stati Uniti quando hanno deciso di accantonare l’ipotesi di addestrare i “ribelli moderati” e hanno optato per le forze curde contro lo Stato Islamico. Il confronto tra la coalizione russo-irano-siriana e quella turco-saudo-qatarina nel nord del paese si gioca attorno a un punto strategico di vitale importanza per entrambi gli schieramenti, la città di Aleppo. Secondo alcune stime, se Asad riuscisse a riconquistare Aleppo quasi due milioni profughi si riverserebbero, con molta probabilità, entro i confini turchi. Considerando che la Turchia ha ormai raggiunto il livello di saturazione, gran parte degli sfollati seguirebbero la tratta del Mediterraneo che ha visto transitare nell’ultimo quasi un milione di profughi verso l’Europa. La Turchia vuole impedire che la regione di Aleppo cada nelle mani dell’esercito siriano, il quale, con l’aiuto dei bombardamenti russi, sta tentando di accerchiare la parte della città ancora in mano ai ribelli. Inoltre Ankara sta facendo leva sulla diffusa preoccupazione europea che tra i profughi possano infiltrarsi i terroristi dello Stato Islamico. La notevole pressione che sta esercitando sulle forze occidentali ha come fine quello di ottenere il supporto per la creazione delle zone sicure o No fly zone nel nord della Siria, le quali potrebbero contenere campi profughi ed evitare che gli sfollati proseguano nel loro transito verso l’Europa. Si tratterebbe di fasce territoriali occupate, alle quali l’esercito siriano e i suoi alleati non avrebbero alcun accesso. In realtà il vero obiettivo è arrestare l’avanzata delle milizie curde dell’Ypg lungo il confine e mantenere aperti i canali di collegamento con i gruppi ribelli islamisti siriani appoggiati da Ankara. La Russia vuole evitare che ciò avvenga per due motivi fondamentali: preservare e ampliare il ruolo strategico in Medio Oriente, a partire dalle basi di Tartus e Latakia, come contraltare all’egemonia statunitense; stroncare sul nascere spinte insurrezionali sunnite che possano ramificarsi e trovare terreno fertile fra le ampie minoranze musulmane in Russia. In una prospettiva a lungo termine la Turchia teme che un’eventuale federalizzazione del territorio siriano permetta ai curdi di prendere il sopravvento sui territori che delimitano il confine fra la stessa Turchia e la Siria,  negandole l’accesso al territorio siriano. Se il territorio siriano occupato dai curdi dovesse ottenere un riconoscimento internazionale come entità regionale autonoma e avviasse un processo di autodeterminazione politica e istituzionale, potrebbe spingere all’insurrezione i 10 milioni di curdi che popolano la Turchia. Ad oggi, la regione costiera, la Siria centrale, Damasco e parte del Sud sono sotto il controllo dei lealisti. Questa fascia territoriale è rafforzata da una cintura protettiva allestita negli ultimi 40 giorni attraverso i bombardamenti aerei di Mosca e l’ offensiva di terra guidata da Teheran. Oltre alla liberazione di Aleppo, l’obiettivo prefissato dal regime, ma che al momento resta proibitivo, riguarda la riapertura dell’autostrada Hama-Aleppo – parte della Damasco-Aleppo. Dunque le zone di Aleppo e di Idlib continuano a cedere sotto i colpi incessanti dei ribelli sunniti, supportati dalla Turchia, dall’Arabia Saudita e del Qatar. Mentre i curdi gestiscono una fascia a ridosso del confine turco, in parte “coabitata” con alcune popolazioni arabe, e un’enclave nel Nord-Ovest siriano, l’Is controlla gran parte del corso dell’Eufrate: dalla campagna di Aleppo sino al confine con l’Iraq; inoltre ha esteso il proprio dominio su una serie di territori a est di Hama, Homs, Suwayda, e due enclave-simbolo, rispettivamente alla periferia di Damasco e nel Qalamûn occidentale al confine col Libano. La fascia di territorio compresa nel “triangolo” Palmira-Raqqa-Dayr al Zwar è saldamente in mano allo Stato Islamico.  A Palmira e nella regione di Homs l’Is non ha subito contraccolpi, anzi, in alcuni casi ha ottenuto dei successi e consolidato la propria posizione. A est di Aleppo le forze lealiste sono riuscite a interrompere l’assedio dell’Is a una base aerea militare, ma l’evento non ha mutato gli equilibri di potere e controllo sul territorio siriano.

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mercoledì 23 dicembre 2015

Rapporti tra Russia e Turchia nel dicembre 2015

UNA FINESTRA SUL MONDO

 Alessio Pecce*
 (alessio-p89@libero.it)

Nella tradizionale conferenza stampa di fine anno, il presidente Vladimir Putin risponde quasi a braccio alle domande dei circa 1400 giornalisti presenti in sala, presenze record secondo le statistiche. Il presidente russo esordisce parlando del tema del petrolio, sottolineando la sua contrarietà al crollo dei prezzi del barile e spiegando che quest'ultima è stata la causa principale della rivisitazione delle proprie strategie economiche. A tal proposito il governo russo sta studiando eventuali azioni strategiche in grado di “assorbire” ogni legge di mercato, anche se lo stesso presidente afferma di essere troppo dipendente rispetto alle decisioni esterne. In ogni caso il Cremlino spera che tra il 2016 e il 2018 l'economia possa tornare a crescere. Tema altrettanto delicato è stato quello relativo all'odierno rapporto con la Turchia, per il quale Putin parla di atto ostile, facendo chiaramente riferimento all'abbattimento del caccia russo avvenuto il 24 novembre: a tal proposito l'ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, afferma che per risolvere questa tensione, delicata sotto ogni punto di vista, occorrono delle scuse ufficiali provenienti da Ankara . Il presidente ipotizza che dietro l'attacco turco ci sia l'impronta americana, grazie alla quale le truppe turche possono accedere liberamente in terra irachena: in questo passaggio si nota un approccio non certo diplomatico davanti ai giornalisti da parte del capo del Cremlino. L'immediata risposta da parte della Russia, dopo l'abbattimento del caccia, è stata quella di disporre impianti missilistici di difesa in Siria e la loro intenzione non è certo quella di riallacciare nuovi rapporti attraverso il dialogo con l'odierna leadership turca, colpevole tra l'altro di una forte islamizzazione, secondo il presidente russo.
Non si è fatta di certo attendere la risposta da parte del premier turco Davutoglu, secondo il quale Putin crede di essere ancora ai tempi del Kgb (principale agenzia di sicurezza dell'Unione Sovietica, attiva dal 1954 al 1991), sottolineando come il governo turco non risponderà agli insulti della controparte con lo stesso tono, tutt'altro che diplomatico. A tal proposito Davutoglu evidenzia come la propaganda fatta da Putin ai giornalisti sia una cosa appartenente alle strategie del passato, aggiungendo che le dichiarazioni sono accolte con sarcasmo, in riferimento alla minaccia russa di violare lo spazio aereo siriano.
Le tensioni tra Russia e Turchia vanno oltre le dichiarazioni rilasciate dai rispettivi presidenti, poiché il 14 dicembre 2015 una nave militare russa ha costretto un mercantile commerciale, battente bandiera turca, a cambiare rotta nei pressi del Mar Nero. Secondo le prime notizie, la nave turca avrebbe ostacolato un rimorchiatore della compagnia Chernomorneftegaz, del valore di 354 milioni di dollari, durante il trasferimento che va da Odessa alle acque russe; informazione puntualmente smentita dai servizi segreti russi. Inoltre pochi giorni dopo questa diatriba, una nave militare russa impiegata per le operazioni militari sulla Siria, la Smetlivy, ha minacciato un peschereccio turco nel Mar Egeo, attraverso l'esplosione di alcuni colpi di avvertimento, poiché le impediva il passaggio. In seguito a tale provvedimento, il Cremlino ha immediatamente disposto una riunione con l'ambasciata turca con sede a Mosca, sottolineando le eventuali conseguenze dovute all'impedimento della Turchia riguardo le azioni di contrasto contro il terrorismo internazionale in Siria. Il diplomatico russo Karlov, come precedentemente anticipato, afferma come le relazioni tra Russia e Turchia siano ai minimi storici, con un livello elevato di crisi, smentendo categoricamente le accuse provenienti da Ankara, secondo cui i russi siano implicati in un'azione di pulizia etnica in terra siriana.
Un esperto russo, a proposito di questa crisi che sembra non avere fine, parla di possibili scenari futuri: escalation, status quo, avvicinamento, ripristino. La prima opzione di cui ci parla non è del tutto da escludere, poiché il rischio di ulteriori tensioni tra i due paesi è costante al confine con la Siria, con la possibilità di incrementare la diatriba, qualora la Russia continuasse a contrastare i turcomanni, alleati dei turchi contro l'esercito siriano: qualsiasi incidente andrebbe a capovolgere ogni tipo di rapporto politico-economico, anche se in gran parte compromessi da tempo. Per quanto riguarda la seconda opzione, permanenza dello status quo, la Russia vieta momentaneamente i voli sul confine turco e al contempo la Turchia evita di sostenere i turcomanni, chiudendo il confine, onde evitare l'ingresso di soggetti appartenenti all'ISIS: il tutto con l'obiettivo di evitare sanzioni reciproche. Per ciò che concerne invece l'avvicinamento, grazie anche alla mediazione di paesi come l'Azerbaijan e il Kazakistan, la Russia e la Turchia potrebbero tornare, in modo graduale, al dialogo per quanto riguarda le azioni diplomatiche e militari. In tal modo le sanzioni verrebbero ridotte per entrambi, anche se alla Turchia spetta il primo passo da compiere, quello delle scuse ufficiali, affinché ciò si possa realizzare. Infine l'opzione ripristino, necessita di un incontro tra Putin ed Erdogan e qualora avvenisse, Mosca ritirerebbe le sanzioni preannunciate alla Turchia, gettando di conseguenza le basi per un lavoro congiunto riguardante la Siria su questioni politico-militari. L'ipotesi escalation è sconsigliata sia per la Russia, sia per la Turchia: infatti a Mosca, vista anche l'attuale crisi economica, ulteriori sanzioni andrebbero a gravare pesantemente sul bilancio economico, col rischio di scontri aerei con forze straniere; lo stesso vale per Ankara, visto e considerato che non gode di ottima considerazione in Europa e un eventuale escalation aggraverebbe la sua attuale condizione. Ad oggi, l'ipotesi avvicinamento è irrealizzabile, poiché un eventuale passo indietro da parte di uno dei due paesi verrebbe visto come fattore di debolezza. D'altronde le sanzioni nei confronti della Turchia sono contenute e la priorità andrebbe nel trovare un accordo sulle rotte aeree in Siria, mentre per la Russia è controproducente portare avanti due guerre (contro l'ISIS e la Turchia). Alla luce di tutto ciò, l'unica opzione attualmente realizzabile è quella dello status quo.
È bene ricordare come l'attuale scontro tra Russia e Turchia potrebbe segnare i futuri scenari socio-politici-economici per entrambi, poiché le relazioni energetiche tra i due paesi, sono costituiti da altissimi livelli di interdipendenza. Infatti la Turchia rappresenta il secondo paese, dietro alla Germania e davanti all'Italia, per fornitura di gas proveniente dalla Russia: basti pensare che la multinazionale Gazprom ha esportato nel paese turco il 19% delle risorse totali e la costante crescita del paese, aveva indotto gli esperti del settore a ipotizzare un incremento di fornitura per i prossimi mesi. È evidente quindi come la Turchia sia un partner prezioso per i russi, ma al contempo dipendente, viste le importazioni di petrolio da Mosca pari al 55% e quelle di gas equivalenti al 30%, senza dimenticare il progetto Turkish Stream presentato ai russi come chiave di volta per lo snodo energetico, in grado di sostituire l'Ucraina per quanto riguarda le forniture destinate in Europa.
Dopo gli attentati di Parigi causati da soggetti appartenenti allo Stato Islamico, l'Europa ha bisogno di tutti gli aiuti possibili, in grado di eliminare questa organizzazione terroristica, e le tensioni tra Russia e Turchia non aiutano di certo nell'intento occidentale, anzi incrementano il caos alimentato dall'ISIS.


Alessio Pecce (alessio-p89@libero.it)
*Dottore magistrale in Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale. Specialista nella progettazione, gestione, valutazione e ricerca per conto di istituzioni politiche e sociali,organizzazioni economiche, imprese ed enti internazionali.

martedì 22 dicembre 2015

Una iniziativa dell'Istituto negli anni venti


ARCHIVIO

Redazionale


Le Coppe dell'Istituto del Nastro Azzurro in palio per reparti delle Forze Armate. 

Un semplice volumetto di sei pagine riporta i premi che il Nastro Azzurro mise a disposizione di Reparti delle Forze Armate Italiane  negli anni ventii: sono tre coppe di pregevole fattura artistica che rispecchiano il gusto dell’epoca.





 La motivazione di fondo della istituzione dei premi si basa su un assunto immutabile nel tempo. A qualsiasi evento occorre preparasi guardando avanti, e non trincerarsi nel passato dietro il perimetro difensivo dell’immobilismo effervescente, al riparo del quale non si rischia nulla. Interessante il giudizio dato sulla Prima Guerra Mondiale: la immane carneficina è lo spreco di enormi risorse è dovuto al fatto che gli Stati Maggiori pensavano di condurre una guerra sul modello di quella franco-prussiana del 1870-71. Non fu così. 


 Per evitare in futuro errori simili la Direzione del Nastro Azzurro istituì questi premi a concorso affinchè gli educati ed i preparatori del tempo non si trincerassero dietro l’immobilismo effervescente.
I Premi erano tre: uno messo in palio tra le squadriglie da Bombardamento della Regia Aeronautica, uno fra gli idrovolanti e reparti aerei dell’aviazione ausiliaria della Regia Marina, e il terzo fra gli equipaggi delle Regie Navi addetti alle artiglierie addetti al tiro contraereo. La simbologia è chiara nelle relative coppe: la prima riporta una bomba, la seconda un siluro la terza delle frecce.
Non portando la data si può supporre che tale concorso sia stato bandito a metà degli anni venti, quando ancora esisteva l’aviazione ausiliaria della Regia Marina.
 Un regolamento dettava le condizioni e i criteri di assegnazione dei premi, che erano accompagnati dalla somma di 1000 lire






 Interessante  le fattura delle Coppe: sono state ideate ed eseguite dall’artista e scultore Publio Morbiducci, nato nel 1888 e morto nel 1963 MOrbiducci si può considerare uno degli artisti più significativi degli anni trenta in tema di medaglistica e della xilografia.

 Publio Morbiducci è autore, tra l’altro, della statua al Bersaglieri a  Porta Pia, del monumento al Duca d'Aosta a Torino,  del busto di Pietro Mascagni, (1946) ed è autore dei Dioscuri (1940-1957) che fronteggiano il Palazzo delle Esposizioni all’Eur (Roma). 

La riscoperta critica di questo scultore la si deve a Bruno Martina e Vittorio Sgarbi negli anni novanta ( Mostre del 1992 e del 1999)

La istituzione di un premio per migliorare l'efficenza e la competitività di reparti delle Nostre Forze Armate rappresenta un interessante precedente che rileva una mentalità aperta verso la società ed in particolare verso il futuro, degna di nota.

(Fonte. Archivio dell’Istituto del Nastro Azzurro)