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venerdì 29 luglio 2016

Copertina. Luglio 2016




QUADERNI ON LINE




Anno LXXVII, Supplemento on line VII, 2016, n. 11
 Luglio 2016
www.valoremilitare.blogspot.com

giovedì 28 luglio 2016

Editoriale. Imparare il latino ed il greco

L'editoriale del mese di luglio e' su

Www.Coltrinari Massimo.blogspot.com

Con post in data 28 luglio 2016.

Esperimento per constare il collegamento con i blog di riferimenti

domenica 24 luglio 2016

In merito alla manca irruzione della 4a Armata oltre Dobbiaco. Le valutazioni austriache

 APPROFONDIMENTI

Il Comandante dell’Alpencorps, gen. Krafft von Delmensinghen, un mese dopo la dichiarazione di guerra del 24 maggio 1915, il 22 giugno 1915 inviava un rapporto confidenziale ai subordinati comandi di settore V e IV:

“Oggetto. Valutazione della situazione bellica.
La condotta finora esitante degli Italiani appare poco comprensibile a tutti gli ufficiali esperti. Si sarebbe pensato che l’Armata di uno Stato che si prefigge una pura scorreria e che ha avuto 10 mesi di tempo per prepararvisi, avrebbe agito rapidamente per attaccare quello che vuole conquistare. D’altra parte, però, si deve considerare che il nemico ha potuto riflettere in tutta calma per 10 mesi da osservatore, e in questo modo si ottengono i successi in guerra: ma che ora egli è obbligato ad adeguare alle conoscenze acquisite le prestazioni che può attendersi dalla sua Armata. Fin qui la guerra (quella di tutti i fronti) ha messo sufficientemente in evidenza l’importanza di una difesa ben preparata. Ha dimostrato che anche le truppe più valorose e tenaci possono aver ragione delle posizioni fortificate solo dopo una preparazione molto accurata. Il nemico non agisce in modo illogico quando cerca soprattutto di assicurarsi una schiacciante superiorità nell’artiglieria, anche se a noi non risulta ancora chiaro perché non lo abbia fatto prima. La condotta fin qui tenuta dal nemico non si configura quindi altrimenti se non come un lento, circospetto avanzamento nelle posizioni nelle quali è in grado di coprire il suo schieramento con l’artiglieria. Il nemico si creerà dunque presumibilmente tutte le condizioni per poter una volta sferrato l’attacco, fare uso dei suoi mezzi tecnici in tutta la loro potenza ed efficacia, riuscendo così a bilanciare la non troppo elevata forza d’attacco della fanteria. Non dobbiamo quindi lasciaci ingannare e cullare della calma dell’avversario.”[1]

Nel commentare questa Robert Striffler scrive:
“Nella sua analisi, non certo scritta a posteriori, Krafft dimostrava comunque totale comprensione per la tattica italiana, astenendosi da qualsiasi denigrazione demagogica dell’avversario. Secondo Krafft, nei primi dieci mesi di guerra (dall’agosto 1914) gli Italiani avrebbero preparato i loro piani nella convinzione che i difensori, specialmente trattandosi di guerra in montagna, si trovassero in posizioni geograficamente avvantaggiate, dalle quali poteva essere scalzati solo con la superiorità dell’artiglieria. Infatti, il guaio dei piani italiani fu proprio la sopravalutazione delle forze di difesa nei primi giorni di guerra all’Austria.”[2]

La comune opinione che oggi è nella maggioranza degli studiosi è che il gen. Nava, comandante della 4a Armata, con una avanzata rapida e una forte determinazione, avrebbe potuto benissimo sfondare il fronte dolomitico e penetrare in profondità tra le montagne ed arrivare in val Pusteria. Nessuno oggi può dire che cosa sarebbe successo in seguito, ovvero se fosse stato in grado di mantenere le posizioni conquistate e se questo successo quando avrebbe inciso sulla vittoria finale.

Nelle settimane precedenti le ostilità era emerso l’atteggiamento guardingo, quasi titubante, del gen. Nava e dei suoi diretti collaboratori, non in armonia con quanto stabilito dalle direttive di Cadorna, che chiedeva una iniziativa vigorosa alla 4a Armata. Al momento della dichiarazione fu emanato l’ordine di operazioni n. 2 che prevedeva ulteriori spostamenti in avanti, ma il Comando del IX C.d.A. era ancora a Belluno, mentre quello del I C.D.A. a Pieve di Cadore.. Nessuna brigata di fanteria  si era avvicinata al confine ed aveva preso la via dei passi. Il Comando del I C.d.A. prescrive che si doveva attuare un atteggiamento guardingo ed era opportuno contrastare eventuali tentativi di iniziative avversarie. In pratica nei primi giorni di guerra, l’atteggiamento italiano fu di totale inazione. Solo il 27 maggio il predetto comando di corpo d’armata ordinò una ricognizione su Cortina ed una azione dimostrativa a cavallo del Boite. Ma la conca di Cortina era stata sgombrata dagli Austriaci, e quindi ad una settimana dall’inizio delle operazioni non erano state svolte alcuna azione di qualche importanza. Il 1 giugno il Comando di Armata ordina l’avanzata generale



[1]Striffler R., Guerra di mine nelle Dolomite. Col di Lana, Trento, Casa Editrice PANORAMA, 1997,  pag. 31.
[2] Ibidem 

venerdì 22 luglio 2016

24 MAGGIO 1915: La Flotta Austriaca attacca Ancona Cronologia degli eventi

APPROFONDIMENTI

Fonte: 
Guido Po ., Documenti Austriaci riferentisi al bombardamento effettuato contro Ancona
il 24 maggio 1915, giorno di apertura delle ostilità”,
 Bollettino dell’Ufficio Storico n. 6,
 Roma, Ufficio
Storico del Comando di Stato Maggiore, 
1927.

23 maggio 1915:
Ore 20,00.
Partenza dell’intera Flotta in formazione composta. S.E. il comandante in
Capo della Marina imbarca sulla “Habsburg” la quale marcia in testa della
2a Squadra. Marcia in “formazione di sicurezza”; nella notte lieve vento da
Nord Est e chiaro di luna; rotta verso Ancona

Ore 22,44.
La “Szigetvar” comunica aver avvistato un velivolo a dritta9

Ore 00,30.
Le vedette a dritta sparano un primo colpo al quale seguono altri.

Ore 00,35.
Perviene il rapporto della “Szigetvar”: 2 Velivoli attaccano per traverso a
dritta”. Il comando in Capo della Flotta emana il seguente ordine circolare:
“Le caserme nelle città non siano bombardate”

Ore 01,25.
La “Radetzky” con 2 torpediniere sono distaccate alla volta del fiume Potenza.

Ore 01,33.
Tramonto della luna. Si avvistano a proravia i lumi di Ancona.11

Ore 02,00.Dopo aver fermato le macchine la “Zrinyi” e 2 torpediniere prendono rotta
verso Senigallia.

Ore 02,35.
Giunge il seguente rapporto dal cacciatorpediniere “Reka”: “la torpediniera
“77” causa avaria alle macchine rimane indietro. Il cacciatorpediniere
“Reka” con 2 torpediniere esplorerà il passaggio meridionale prestabilito per
il bombardamento di Ancona; se la “77” raggiungerà il “Reka” si esplorerà
pure il passaggio settentrionale.

Ore 02,50.
Giunge il rapporto del cacciatorpediniere “Reka” che le rotte sono libere da
torpedini.

Ore 03,30,
La nave “Tegetthoff” fa il segnale: Ia divisione e la “Franz Ferdinand” prenderanno
la rotta settentrionale (la velocità di traversata dell’Adriatico era di
12 miglia).

Ore 03,52,
Si avvistano i primi colpi sparati apparentemente dal cacciatorpediniere “Velebit”
e si osserva pure una colonna d’acqua di un siluro lanciato contro la
terra.

Ore 03,55.
La 2a Squadra fila sotto costa e fa segnale per 10 miglia di velocità.

Ore 03,58
La “Franz Ferdinand” accosta passando il segnale cubico per passaggio settentrionale.

Ore 04.00
Vivace fuoco della 2a Squadra e delle siluranti che per quanto si può constatare
non vien contraccambiato da terra. Vengono presi di mira il semaforo, il
castello e la batteria situata sul molo.12

Ore 04,10
Il Comandante in Capo della Flotta fa il segnale “1a Squadra avvicinarsi” e
le luci accesi; non aveva nessuna necessità di celarsi al nemico come invece era stato ordinato per tutte le altre città costiere fortificate!”,

Ore 4,18
La 1a Squadra accosta verso terra nel seguente ordine: Torpediniere draganti,
1a Divisione, “Franz Ferdinand”. Viene fatto il segnale per 10 miglia.

Ore 4,23
Si alza il piccolo pavese.14

Ore 4,31
Si prende rotta lungo la costa.

Ore 4,35
La “Tegetthoff” fa partire il primo colpo sulle vecchie fortificazioni a terra,
dopo di che la 1a Divisione apre il fuoco ( che non viene contraccambiato)15

Ore 4,48
La “Franz Ferdinand” apre il fuoco sul semaforo. Vengono sparati solo tre
colpi da 210 mm, dei quali due sono troppo lunghi ed uno cade subito dopo
le mura.

Ore 5,00
La “Tegetthoff” dà la circolare “Attenzione” aeronave a proravia, 1a Squadra
cessi il fuoco. Si avvistano due nostri idrovolanti provenienti dalla costa
italiana

Ore 5,08
La “Tegetthoff” fa segnale con bandiere. Cessa il fuoco17

Ore 5,10
Le siluranti in nostra vicinanza sparano in mare: si sospetta la presenza di
sommergibili e si accosta contemporaneamente. Davanti al porto e fra le navi
si trovano molte barche da pesca.

Ore 5,20
La “Tegetthoff” fa il segnale con bandiere “Imitare la manovra della nave ammiraglia”.

Ore 5,45

Si avvisa l’esploratore Saida e due cacciatorpediniere poi il “Szugetvar”;
Ore 5,55 la Radetzky e le altre unità si riuniscono tutti al grosso. Si ripetono
gli allarmi sulla presenza di sommergibili ma tutti risultano infondati.

Ore 7,30
Radiotelegramma da Pola “ore 6,30 avvistati nel quadratino 216 (paraggi
di Venezia) una silurante nemica e 5 sommergibili con rotta sud-est. La 1a
Squadra prende posizione a 600 metri, a dritta della 2a Squadra

Ore 7,55
Avvistato l’esploratore Novara.

Ore 8,00
Si avvisa la nave “Snkl Geory” che prende posizione sulla coda della 2a
Squadra, mentre l’esploratore “Szigetvar” si porta alla coda della 1a Squadra.
Marcia di sicurezza con tre linee di vedetta verso Promontore.

Ore 11,04
La Flotta rientra a Pola e spegne i fuochi.18

Il rapporto fa un elenco dettagliato delle navi che operarono contro Ancona, che
sono:
- 3 corazzate da 20.000 tonnellate con 12 cannoni da 305 mm (tipo dreadnought),
In totale 37 unità. Secondo il già citato studio di Guido Po di queste unità i tre idrovolanti
sorvolarono Ancona senza recarne offesa ed operarono dall’alto, le 10 corazzate
bombardarono dal mare da 500-1000 metri, gli altri due cacciatorpediniere e
due gruppi di 4 torpediniere d’alto mare, furono adibiti ad operazioni di dragaggio,
un gruppo di torpediniere si mantenne vicino alle navi per protezione e sostegno,
ed un ultimo di 6 esternamente alla formazione per difesa contro i sommergibili se
necessario. Secondo Guido Po si può ritenere che se le navi avvistate furono 26 l’ultimo
gruppo e due torpediniere del penultimo non siano state scorte e che quindi
quelle viste furono le seguenti:

Viribus Unitis, Teghetthoff, Prince Eugen, Erzerzoy Franz Ferdinand, Erzerzoy Karl,
Erzerzoy Friedrich, Erzerzoy Ferdinand Max, Habsburg, Babenberg, Arpard, Dinara,
Reka, Csikos Velebit 57, 58, 60, 62, 74, 76, 77, 75, 73, 55, 67, 63, per un totale di 26
unità.


Osservazione finale di Guido Po “La brillante impresa compiuta da 37 unità, fra cui le più formidabili




giovedì 21 luglio 2016

Turchia. Prime considerazioni




UNA FINESTRA SUL MONDO

Turchia

Il golpe fallito aiuta Erdogan a diventare Sultano
Marco Guidi
18/07/2016
 più piccolopiù grande
Un colpo di Stato è fallito in una manciata di ore nella notte fra venerdì 15 e sabato 16 luglio in Turchia: in varie parti del paese, soprattutto a Istanbul ed Ankara, si sono verificati scontri letali fra esercito e polizia. Bilancio di 290 morti e 1400 feriti; spari ed esplosioni si sono registrati anche nei pressi del Parlamento e sul ponte del Bosforo, mentre il presidente Racep Tayyp Erdogan - in volo sul paese - incitava via Facetime la popolazione a scendere in piazza contro i golpisti. Prosegue intanto quella che Erdogan ha definito la “pulizia del virus all’interno di tutte le istituzioni dello Stato”: quasi seimila gli arresti fra militari e magistrati. Che cosa ci aspetta adesso, nel commento di Marco Guidi.

Chiamatela eterogenesi dei fini. Chiamatela fortuna nel senso che le diede Machiavelli. Chiamatela come volete, ma una cosa è certa: dopo il fallimento del golpe tentato da una parte delle forze armate turche, il presidente Racep Tayyp Erdogan si trova ad essere il padrone assoluto della Turchia e, d’ora in avanti, il signore incontrastato del suo paese. Il presidente-sultano ha vinto in modo stupefacentemente rapido la prova più dura cui è stato sottoposto e ora si prepara a cogliere i frutti della sua vittoria.

Gianfranco Uber, www.gianfrancouber.eu, http://www.cartoonmovement.com.

Che il quinto golpe dell’esercito fosse destinato a fallire lo si è capito (forse temuto) abbastanza presto. Quando è apparso chiaro che non tutte le forze armate, in particolare gli alti comandi, fossero schierate con i golpisti, quando la piazza del partito di governo Akp ha risposto all’appello di Erdogan, si è capito bene che, a differenza delle altre volte, i militari non avrebbero prevalso.

Ora l’esercito cessa per sempre di svolgere la funzione di guardiano della laicità che Atatürk gli aveva assegnato. Ora i laici sono messi all’angolo della vita politica. Spinti ad agire dall’insoddisfazione per la politica estera del presidente-sultano, dall’allarme per una islamizzazione sempre più totale, dalla guerra civile in atto nel sud-est curdo, i golpisti hanno mancato il colpo.

E ne pagheranno in modo letale le conseguenze. Ora, sotto una sottile patina di democrazia, Erdogan può riformare la costituzione, mettere in un cantuccio le opposizioni, ripulire dagli oppositori forze armate, magistratura, stampa, poteri economici, tutti, insomma.

E farlo con il plauso delle cancellerie che tifavano in cuor loro per i golpisti, ma che dovevano ufficialmente schierarsi per la democrazia e per un governo eletto dal popolo.

Lasciando perdere le accuse contro Fethullah Gulen ribadite da Erdogan, possiamo parlare di un golpe assai utile, forse addirittura previsto (che dire dell’appello alla mobilitazione popolare lanciato simultaneamente e con lo stesso testo da tutte le moschee?).

Di fatto da ora la Turchia voluta nel 1923 da Atatürk è morta.

Marco Guidi è giornalista esperto di Medio Oriente e Islam, a lungo inviato di Il Messagero, in Turchia e nel mondo arabo. Dalla sua fondazione insegna alla Scuola di giornalismo dell’Università di Bologna.

venerdì 15 luglio 2016

Lutto.

Partecipiamo al lutto 

Dopo quello che è successo a Nizza  riteniamo di partecipare al cordoglio ed alla solidarietà alla Francia ed ai Francesi sospendendo, in segno di raccoglimento e omaggio alle Vittime,  per tre giorni ogni intervento su "Quaderni On Line".

giovedì 14 luglio 2016

mercoledì 13 luglio 2016

Incontro con l'Autore 8 giugno 2016

La ricostruzione di un avvenimento storico militare”
Società Nuova Cultura, Università la Sapienza, Edizione “I Libri del Nastro Azzurro”
Roma 2016, pag, 287, E. 18,50 ISBN 8861342671

 di Federico Mammarella

Lo scorso 8 giugno, presso la sede del Nastro Azzurro, è stato presentato il primo libro della “Serie N.A”, che fa da seguito a quello di apertura uscito lo scorso anno.
Il nuovo libro si incentra sull’analisi del metodo storico per lo studio della concetto di guerra, attraverso ricerche dettagliate e l’utilizzo di schemi predefiniti per poter inquadrare il fenomeno stesso. Si passa così dall’analisi della guerra classica, alla guerra rivoluzionaria e/o sovversiva, ed alle recenti peace support operations, ove in questo caso, i soggetti protagonisti da due passano a tre (parti in conflitto/forze di interposizione).
All’interno del testo si troverà un vademecum per lo studio storico dei fatto, facendo diventare il volume una guida da seguire per coloro che intenderanno cimentarsi nell’analisi storica di concetti moderni e non.

L’opera prende le mosse dal progetto “Storia in laboratorio”, promosso nell’ormai lontano 2006 dal presidente Gen.Sen.Luigi Poli, il quale nell’ambito dell’Associazione combattentistica di cui era presidente, volle intraprendere la strada della stesura di un saggio descrittivo, in grado diventare un compendio per il ricercatore, lo studente o il semplice frequentatore. Tale progetto, ripreso in ambito CSVAM continua all’interno della collana N.A, continuando sulla scia della divulgazione e dello studio tematico.

Nel particolare questo volume prende in analisi il quadro di battaglia dell’Esercito nel 1940, che sarà seguito a breve dal Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione. La collana “Storia in Laboratorio” ebbero un accoglienza notevole su scala nazionale, e quando la Presidenza del Consiglio dei Ministri stilò una graduatoria valutativa e giudicativa riguardo testi di questo genere, la collana si classificò tra il trentaduesimo ed il cinquantesimo posto, posizione alquanto ragguardevole, ma purtroppo non rientrante nella fascia dei progetti destinatari di finanziamenti, i quali partivano dal trentesimo classificato.

Sono intervenuti per approfondire gli spunti qui indicati alcuni componenti del Collegio dei Redattori dei “Quaderni” del Nastro Azzurro, che hanno adottato questo volume come strumento di lavoro e di studio.



martedì 12 luglio 2016

Cento anni fa il martirio di Cesare Battsti



Pierlugi Roeseler Franz

Ricorre oggi il 1° centenario della morte di Cesare Battisti, “Protomartire della Grande Guerra”. Patriota, irredentista, geografo, oratore trentino e politico socialista ed ex deputato di Trento al Parlamento di Vienna, Battisti è certamente il più noto dei giornalisti Caduti nel 1° Conflitto mondiale 1915-1918. Fu uno degli uomini più perseguitati del Trentino. Ebbe ben 135 processi e subì 50 condanne. Quando doveva entrare in carcere per scontare i giorni di arresto che gli infliggevano gli austriaci diceva che andava a riposare e ne era lieto perché "avrebbe condotto a termine o un libro di studi sociali o una guida o una conferenza". Lo storico Mario Isnenghi lo ha definito in modo emblematico come “una delle personalità più citate, ma meno conosciute del Novecento.”


Battisti sarà commemorato oggi pomeriggio a Roma nella seduta del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, mentre a Trento sarà ricordato con la mostra “Tempi della Storia, Tempi dell’Arte Cesare Battisti tra Vienna e Roma“, che sarà inaugurata oggi alle 17 nel Castello del Buonconsiglio dove fu giustiziato dagli austriaci. La mostra, che resterà aperta fino al 6 novembre, intende illustrare al grande pubblico, attraverso una selezione di preziose opere d’arte dell’epoca e di rare testimonianze storiche, una personalità di grande spessore umano e culturale che ha avuto un ruolo importante nella storia recente non solo del Trentino ma anche dell’Italia e merita di essere conosciuto nella sua complessità e modernità.

L’iniziativa, promossa e organizzata dal Castello del Buonconsiglio, vede il coinvolgimento della Provincia autonoma di Trento, della Fondazione Museo Storico, dell’Accademia degli Agiati di Rovereto, del Museo della Guerra di Rovereto, della Fondazione Bruno Kessler, della Società di Studi Trentini, dell’Università di Trento dipartimento di Lettere e Filosofia e del Comune di Trento.

12 luglio 2016

Pierluigi Roesler Franz

                                                                                                                     Chi era Cesare Battisti.

Nato a Trento il 4/2/1875 da Cesare (commerciante) e Teresa Fogolari, completò il ciclo scolastico nella città natale. Nel 1893 si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Istituto di Studi Superiori a Firenze. Due anni dopo passò per un breve periodo all'Università di Torino dove si iscrisse al Partito Socialista. Nel 1897 si laureò in geografia all'Istituto di Firenze con una monografia sul Trentino. Nel 1899 si sposò a Firenze con l'insegnante e scrittrice Ernesta Bittanti sua compagna di studi all'Università ed aveva avuto 3 figli: Luigi, Livia e Camillo. Dopo le nozze tornò a Trento dove infaticabilmente combattè per la causa italiana. 

Nel 1894 fu co-fondatore della Società studentesca e nel 1906 dell'Audax (nucleo embrionale della SuSat, sezione universitaria della Sat, sodalizio alpinistico fondato a Madonna di Campiglio nel 1872 da un gruppo di veterani di guerre risorgimentali).



Nel 1911 fu eletto deputato di Trento al Parlamento di Vienna. Nel 1913 compilò per lo Stato Maggiore dell'esercito italiano una dettagliate guida del Trentino. Nel 1914 divenne deputato alla Dieta di Innsbruck. L'11 agosto 1914 lasciò il Trentino per l'Italia per partecipare alla campagna interventista. Dall'ottobre 1914 al maggio 1915 proseguì la sua lotta perché si entrasse in armi nel conflitto, tenendo discorsi in 78 città e riportando quasi ovunque consensi entusiastici, trionfali a Sassari e Cagliari, alternati a opposizioni e dissensi come a Roma e Reggio Emilia e a Viareggio dove non riuscì a tenere la conferenza in programma. 

Dichiarata la guerra, allorché il ministero della guerra consentì agli irredenti di indossare la divisa italiana, si arruolò tra gli alpini come tenente del 6° Reggimento "Vicenza",


Capo della 2^ compagnia di marcia del battaglione "Vicenza".

Nel settembre 1915 fu condannato in Austria alla pena capitale per diserzione ed alto tradimento nel settembre 1915 (vedere La Stampa del 29/9/1915 a pag. 4). Sette mesi dopo, però, piuttosto che fuggire si lasciò catturare dagli austriaci sul monte Corno mentre soccorreva un compagno ferito pur consapevole che per lui l'unica fine sarebbe stata la condanna a morte.

Dopo essere stato processato per direttissima venne impiccato assieme a Fabio Filzi il 12 luglio 1916 nella fossa del Castello del Buonconsiglio di Trento che allora faceva parte dell'Austria. Prima di morire gridò con voce altissima:” Viva Trento italiana! Viva l’Italia!”. In un primo tempo era anche circolata la voce, rivelatasi poi falsa, secondo cui sarebbe, invece, morto suicida per non essere fucilato o impiccato dagli austriaci. Ma questa voce fu subito smentita dalle foto che testimoniarono il suo martirio, conservate all’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano.

E’ sepolto nel Mausoleo Cesare Battisti a Trento.

Come giornalista fondò nel febbraio 1895 Rivista popolare trentina che soppresse però al suo primo numero. Un anno dpo, nel 1896, diede vita alla Società degli studenti trentini e al settimanale socialista L'Avvenire del lavoratore. Preclusa ogni altra soluzione dall'esistenza della Triplice Alleanza, Battisti per circa un decennio pose al centro del proprio programma la lotta per l'autonomia amministrativa del Trentino e la richiesta di un'università italiana a Trento. Nel 1900 fondò a Trento il Popolo di cui fu Direttore per 4 anni. Fu grande amico di altri giornalisti nazionalisti come Carlo Cassan e Luigi De Prosperi, che morirono anch’essi eroicamente combattendo in 1^ linea nel 1° Conflitto mondiale.


Su "La Stampa" del 23/7/1916 a pag. 2 sono pubblicate postume le sue ultime pagine scritte prima di andare al patibolo. E' un suo bellissimo elogio degli Alpini. Cliccare su:http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1183_01_1916_0203_0002_24852084/anews,true/

Tra le sue opere si segnalano gli “Scritti politici di Cesare Battisti” e gli “Scritti geografici” (edizione nazionale curata postuma dalla vedova Ernesta Bittanti, Firenze, 1923), “Il Trentino, cenni geografici, storici, economici”, con un’appendice sull’Alto Adige, Novara, 1915, “La Venezia Giulia”, Novara, 1920, “Il Trentino, illustrazione statistico-economica”, Milano, 1915, “Al Parlamento austriaco e al popolo italiano”, discorsi, Milano, 1915 e “Gli alpini”, Milano, 1916.

Il 2 gennaio 1919 gli fu concessa la medaglia d'Oro alla memoria per commutazione della medaglia d'argento con questa motivazione: "Esempio costante di fulgido valore militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all’attacco, con mirabile slancio, la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette, con pochi alpini fino all’estremo, finchè tra l’incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando, prima di esalare l’ultimo respiro: “Viva l’Italia!” e infondendo così con quel grido e col proprio sacrificio, sante e nuove energie nei combattenti d’Italia. Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916".

Per errore è stato conteggiato 2 volte nell'Albo d'Oro: una nel Trentino, l'altra tra gli Irredenti.

Gli sono state intitolate vie e piazze in quasi tutta Italia. Il 1° monumento a suo nome fu inaugurato il 27/9/1916 a Pieve di Cadore (Vedere "Il Resto del Carlino" del 28/9/1916 pag. 1). 


Figura nel 1° Elenco dei Caduti reso noto dalla Federazione della Stampa del 25 settembre 1916 e da "La Guerra Italiana" - Sonzogno Editore, Milano - nella copertina del n. 23 del 15 ottobre 1916. Fu commemorato dall'Associazione Stampa Subalpina nel Teatro Vittorio Emanuele di Torino (vedere La Stampa del 30/9/1916 a pag. 3). Il suo nome compare anche sulla lapide inaugurata da Benito Mussolini al Circolo della Stampa di Roma il 24 maggio 1934 su cui erano indicati 83 giornalisti Caduti combattendo durante la Grande Guerra 1915-1918 e che é stata casualmente ritrovata nel 2011 a Roma (ma in 5 anni di ricerche il numero dei giornalisti morti nel 1° Conflitto mondiale é salito ora a ben 194). 

lunedì 11 luglio 2016

Dizionario Minimo della Grande Guerra. Schema Generale dell'Indice


Si riporta lo schema generale dell'Indice del Dizionario Minimo della  Grande Guerra, ordinato su 5 volumi, ogni volume dedicato ad un anno.

Attualmente lo stato di preparazione è il seguente: si stà lavorando sul volume dedicato al 1914, in cui sono stai inserti ad oggi 130 lemmi.
Inoltre si sono presi accordi con la Società Editrice per stabili le modalità di edizione
(massimo Coltrinari)

Indice

Premessa ........................................................................................................ x
Introduzione.................................................................................................. x

Parte Prima. Italia
Capitolo 1 - Italia
1.1.Parte Generale ........................................................................................ x
1.2. Personaggi e Protagonisti................................................................... x
1.3. Luoghi e Battaglie................................................................................. x
1.4 Unità, Uniforme, Equipaggiamenti, Gradi
      e Terminologia Militare........................................................................ x

Parte Seconda. Europa
Capitolo 2 – Il Nemico............................................................ x
2.2. Personaggi e Protagonisti................................................................... x
2.3. Luoghi e Battaglie................................................................................. x
2.4 Unità, Uniforme, Equipaggiamenti, Gradi
      e Terminologia Militare........................................................................ x


Capitolo 3 – Gli Alleati........................................................... x
3.1.Parte Generale ........................................................................................ x
3.2. Personaggi e Protagonisti................................................................... x
3.3. Luoghi e Battaglie................................................................................. x
3.4 Unità, Uniforme, Equipaggiamenti, Gradi
      e Terminologia Militare........................................................................ x

Capitolo 4  I Neutrali ............................................................. x
4.1.Parte Generale ........................................................................................ x
4.2. Personaggi e Protagonisti................................................................... x
4.3. Luoghi e Battaglie................................................................................. x
4.4 Unità, Uniforme, Equipaggiamenti, Gradi
       e Terminologia Militare....................................................................... x


Postfazione. ................................................................................................... x

Documenti...................................................................................................... x

Annessi............................................................................................................ x
Bibliografia..................................................................................................... x



domenica 10 luglio 2016

Fronte Dolomitico. Monumento 1915.

MUSEI, ARCHIVI E BIBLIOTECHE


Tre Cime di Lavaredo. Rifugio Lavaredo.
Fronte della 10a Divisione Brigata Ancona e Brigata marche
8° Reggimento bersagliere
Monumento di Vittorio Morelli, combattente 1915-1918,
scultore, dedicato alle Glorie d'Italia

sabato 9 luglio 2016

Azzurro che Valore!

Martedì 5 luglio p.v. presso il Complesso di Santa Croce in Gerusalemme a Roma (Museo dei Granatieri di Sardegna) si è svolta la tavola rotonda “Azzurro che Valore” volta a ricordare il sacrificio e il valore degli sportivi nel corso della Grande Guerra, molti dei quali vestirono la maglia azzurra della nazionale italiana.
L’attività è connessa con la relativa mostra espositiva di grandissimo valore storico-culturale organizzata dal 10 giugno u.s. negli stessi locali e promossa dall’Associazione “Azzurro che valore” (Federazione provinciale di Potenza del Nastro Azzurro).
Si riporta  l'invito inviato dallo Stato Maggiore dell'esercito con il programma della anifestazione

Il Capo dell’Ufficio Storico dell’Esercito
Colonnello Cristiano Maria DECHIGI
ha il piacere di invitare la S.V. alla
TAVOLA ROTONDA: “AZZURRO CHE VALORE”

MUSEO STORICO DEI GRANATIERI DI SARDEGNA
SANTA CROCE IN GERUSALEMME
(5 luglio 2016 ingresso entro le ore 17,45)

  
PROGRAMMA

17.50 - 18.00: Ricezione delle Autorità.

18.00 - 18.10: Inizio presentazione. Prende la parola il moderatore (Colonnello Cristiano Maria DECHIGI) che introduce la manifestazione e presenta i successivi relatori.

18.10 - 18.20: La Prof. Angela TEJA (1*) illustra lo sport nella Grande Guerra, evidenziando alcuni aspetti significativi dell'incidenza del tragico evento bellico sullo sport.

18.20 - 18.30: Il  dott. Pierluigi ROESLER  FRANZ (Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti) interverrà con una breve presentazione dedicata ai giornalisti sportivi caduti nella Grande Guerra.

18.30 - 18.40: Il dott. Giorgio SECCIA (Generale in pensione, membro della Società Italiana di Storia Militare e autore di vari volumi) illustrerà il calcio in guerra.

18.40 - 19.00: illustrazione del Prof. GALASSO referente del progetto in epigrafe.

1* - Angela TEJA: attualmente è v. Presidente della Società Italiana di Storia dello sport dopo esserne stata Presidente dal 2011 al 2015 . Presidente del Cesh - European Committe for Sports History dal 2007 al 2009, dal 2014 è Presidente del suo Collegio dei fellows. Ha collaborato per la ricerca e la didattica con alcune università italiane ed europee, prevalentemente con centri di ricerca e cattedre di Storia dell’educazione fisica e dello sport.
E’ membro dell’Accademia Olimpica Nazionale Italiana del cui direttivo fa parte e della Scuola di pensiero sullo sport della CEI. Ha pubblicato numerosi articoli e riviste tra cui due opere per l’Ufficio Storico dello SME: “L’addestramento ginnico-militare nell’esercito italiano (1861-1945) (in collaborazione con Maria Piera Ulzega), e “L’addestramento ginnico-militare nell’esercito italiano (1946-2000) (in collaborazione con Sergio
Giuntini).
(Angela Teja, per improvvisi impegni urgenti dell'ultimomomento non è potuta intervenire

Alla Tavola Rotonda erano presenti, tra il numeroso pubblico il Direttore del CESVAM, Massimo Coltrinari e il Consigliere Gramiccia della federazione di Roma.

Il Progetto è stato ideato, promosso e realizzato dalla federazione di Potenza del nastro Azzurro.

Energia, le nuove prospettive europee dopo la Brexit

Brexit
Il divorzio di Londra e il futuro dell’energia Ue
Lorenzo Colantoni, Nicolò Sartori
07/07/2016
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La Gran Bretagna è il terzo mercato dell’Unione europea per consumi primari di energia, alle spalle di Germania e Francia, e il primo produttore di idrocarburi all’interno dell’Ue.

Il paese è collegato fisicamente al continente europeo grazie a elettrodotti e gasdotti che lo interconnettono al mercato unico dell’energia - il cui completamento è ancora in divenire - garantendo il flusso di elettricità e gas all’interno dell’Unione.

In virtù di questo, la Gran Bretagna ha storicamente giocato un ruolo di primo piano - non necessariamente positivo, però - nella definizione delle politiche energetiche in seno all’Ue.

Alla luce del referendum dello scorso 23 giugno, è possibile pensare che la Brexitmetta a rischio il futuro del mercato unico dell’energia e, soprattutto, lo sviluppo dell’Energy Union, in un momento in cui l’iniziativa deve ancora consolidarsi?

Dopo Brexit, a rischio l’Accordo di Parigi
I prossimi mesi saranno quelli più problematici a causa dell’ancora forte incertezza legata al destino del Regno Unito che, con una confusa politica domestica e senza aver attivato ancora l’articolo 50, non ha una chiara posizione all’interno dell’Ue.

Questo rischia di provocare uno stallo della politica energetica europea in un momento in cui la Commissione sta lavorando su temi chiave e in cui il Regno Unito ha spesso un ruolo primario.

Si pensi alla effort sharing decision, in cui proporrà gli obiettivi nazionali per il raggiungimento di quelli europei su clima ed energia al 2030, oppure alla nuova Direttiva sulle rinnovabili, al futuro dell’Emission Trading System (che il Regno Unito supporta) e ad un potenziale aumento dell’obiettivo di efficienza energetica (che il paese ostacola).

Oltre alla difficoltà di portare avanti i procedimenti normativi senza sapere quale sarà il reale posizionamento della Gran Bretagna quando le misure verranno implementate, non è da escludere la minaccia dell’ostruzionismo che il paese potrebbe fare per ottenere una posizione migliore nell’uscita dall’Ue.

Un ulteriore rischio riguarda la ratifica dell’Accordo di Parigi firmato al termine della COP21 che contiene elementi a livello nazionale ed europeo. Ad esempio, poiché l’Intended Nationally Determined Contribution (Indc) per l’Ue è unica, e la ripartizione nazionale andrà fatta secondo la effort sharing decision, è probabile che l’azione europea subirà ritardi a causa della Brexit.

Sebbene l’Accordo potrebbe già entrare in forza con la ratifica del 55% dei suoi firmatari - e quindi potenzialmente senza il contributo dell’Ue - un eventuale ritardo rischia di sovrapporsi con le elezioni americane di novembre 2016. Una delle promesse di Trump è quella di uscire dall’accordo come Bush junior fece con il Protocollo di Kyoto nel 2001.

Il futuro: un’Energy Union più snella?
Sebbene ancora incerte, le prospettive per il medio e lungo periodo potrebbero tendenzialmente avere effetti più positivi. Se da un lato l’Ue rischia di perdere una parte consistente del mercato dell’energia europeo e un partner fondamentale in progetti come la North Sea grid, la super rete di interconnessione tra i campi eolici nel Mare del Nord, non mancano elementi di possibile ottimismo.

L’energia, infatti, è stato uno dei settori dove il Regno Unito è stato forse più di ostacolo che di sostegno al processo di integrazione europea: è un forte sostenitore dei capacity markets, al momento oggetto di un’indagine da parte del DG Competition, e non ha di certo favorito lo sviluppo di interconnessioni con il resto dell’Europa.

Pur presentandosi come un climate champion, Londra ha ostacolato l’obiettivo di efficienza energetica, concordato infine nel Pacchetto 2030 e ha invece sostenuto la costruzione della centrale nucleare di Hinkley Point C che, pur approvata dalla Commissione, rischia di rappresentare un pericoloso caso di aiuto di stato, contro i quali si sono già schierati in molti, Germania per prima.

Se l’Ue riuscisse a gestire positivamente la transizione nel breve periodo, possibilmente negoziando un accesso reciproco e completamente libero ai mercati dell’energia europei e britannici, la Brexit potrebbe in realtà snellire l’andamento della politica energetica europea.

Boomerang scozzese?
Le implicazioni potenzialmente più significative della Brexit, tuttavia, potrebbero riguardare direttamente il destino energetico di Londra. Come dimostrato dai dati del referendum e sottolineato dal Primo Ministro scozzese Nicola Sturgeon, la Scozia sarebbe infatti pronta a distaccarsi dal Regno di Sua Maestà per unirsi al gruppo dei 27.

Nel caso in cui questa eventualità dovesse materializzarsi, Edimburgo si porterebbe nell’Unione una dote ‘energetica’ di tutto rispetto. Ad oggi la Scozia contribuisce al 78% della produzione di idrocarburi del Regno Unito, e nella sua piattaforma continentale vengono prodotti il 96% del petrolio e il 52% del gas offshore britannici. In base a questi dati, pur da sola, la Scozia rimarrebbe il primo produttore di idrocarburi dell’Ue.

Questa eventualità avrebbe un chiaro impatto non solo sulla sicurezza degli approvvigionamenti di Londra, che perderebbe il controllo su risorse finora considerate “nazionali”, ma avrebbe notevoli implicazioni anche dal punto di vista fiscale/finanziario.

L’industria energetica scozzese contribuisce in modo significativo alle casse britanniche: secondo le stime del governo di Edimburgo, negli anni del boom dei prezzi petroliferi (2011-2012), e prima degli sgravi fiscali sulle attività energetiche introdotti dal governo Cameron, il settore degli idrocarburi scozzese versava oltre 10 miliardi di sterline di tax revenues, pari a quasi 95% del gettito settoriale totale del Regno Unito.

L’eventuale effetto a catena Brexit-secessione, tuttavia, potrebbe creare una situazionelose-lose tanto per Londra che per Edimburgo. Il settore petrolifero del Mare del Nord è già in profonda crisi a causa di alti costi, prezzi depressi e investimenti decrescenti: un periodo protratto di instabilità politica potrebbe rischiare di affossarlo in modo quasi irreparabile, a discapito di tutti gli attori in gioco. E l’incertezza è l’unico elemento certo di tutta la questione Brexit.

Lorenzo Colantoni è Junior Fellow presso lo IAI –Twitter@colanlo.
Nicolò Sartori è responsabile di ricerca e coordinatore del Programma Energia dello IAI
.

venerdì 8 luglio 2016

Dizionario Minimo della Grande Guerra Cronologia II Semestre 1915

LUGLIO

1 – Convegno di Posen.
2 – Cade la Medaglia d'Oro Giovanni Rossi.
3 – La VII Divisione Italiana sferra l'assalto – Assalto degli Alpini alla dorsale alto-isontina.
4 – Incominciano le operazioni per lo sbarco dei Tedeschi nel golfo di Riga – Incomincia la battaglia navale sul Rufigi – Assalto austriaco in Carnia.
5 – Bombardamenti aerei del nodo ferroviario Dornberg-Prebacina – Sconfitta degli Austriaci innanzi a Krassnik – Incomincia il bombardamento italiano sulla fronte cadorina – Assalto generale degli Austriaci nell'alto But.
6 – Riprendono le operazioni sul Rufigi.
7 – Finisce la prima battaglia nella testa di ponte di Gorizia – Siluramento dell'Amalfi – Estremo messaggio di Costantino Brighenti al Governatore di Tripoli.
8 – Assalto delle torpediniere russe alla flotta tedesca nel golfo di Riga.
11 – La battaglia sul Rufigi si conclude con la distruzione del Konisberg.
12 – Avanzata degli Austro-tedeschi su Lublino.
13 – Hindenburg all'offensiva – Audace irruzione di un manipolo del 46° sulla cima di Falzarego.
15 – Frattura del fronte russo intorno a Zielone – Dichiarazioni del Ministro Radoslavoff riguardo all'intervento della Bulgaria – Conquista dei passi di Venerocolo e di Brizio – Ripresa dell'offensiva italiana sulla fronte cadorina – Incomincia l'azione dei nostri su Monte Piana e sul Cavallino, protratta fino al giorno 20 – Il Ministro britannico delle Colonie comunica l'avvenuta invasione del Camerun.
16 – Navi tedesche giungono a Pernov – Avanzata degli Austro-tedeschi sul fronte russo.
17 – Bombardamento aereo della piazzaforte di Gorizia – I Russi si ripiegano sul Narew.
18 – Siluramento del Garibaldi – Comincia l'azione dimostrativa della II Armata dal Monte Nero al Calvario – Aspra battaglia sul Podgora – La III Armata inizia l'offensiva carsica – Cade eroicamente Ercolino Scalfaro – Cade Leopoldo Montini.
19 – Assalto della Brigata Casale al Podgora – Cade Pietro Raineri – Gli Austro-tedeschi infliggono una grave sconfitta ai Russi.
20 – Discorso di D'Annunzio ai marinai dell'Amalfi – Cade Antonio Cantore.
21 – Conquista della Tofana I°.
23 – I Tedeschi occupano Roshan e Pufusch.
24 – Morte della Medaglia d'Oro Decio Raggi – Morte eroica di Raffaele Perrottelli.
25 – Occupazione di Pelagosa.
26 – Sospensione dell'offensiva nella zona del Monte Nero – Gli Austro-tedeschi fra la Vistola e il Bug innanzi alla linea delle fortezze zariste.
27 – Le navi tedesche abbandonano il golfo di Riga.
28 – Cade la Medaglia d'Oro Gaeano Alberti.
30 – Vana azione austriaca contro Pelagosa – Riprende l'offensiva italiana in Cadore.
31 – Caduta di Lublino.

AGOSTO

1 – Caduta di Cholm.
2 – In aspro combattimento sul monte Sei Busi cade Nicola Pizi.
3 – Caduta di Leczna.
4 – Caduta di Ostrolenka – Aspri combattimenti sul Rothech – Epica gesta di Angelo Arbasi.
5 – Ingresso trionfale dei Tedeschi a Varsavia – Il Gran Visir acconsente alla partenza degli italiani residenti in Turchia – Eroica fine del Nereide comandato da Carlo del Greco.
7 – Progressi degli Alpini sul Tonale.
9 – IL Governo ottomano vieta la partenza degl'Italiani.
11 – Affondamento del sommergibile U. 12.
12 – Affondamento del sommergibile austriaco U. 3 – Ricomincia l'offensiva sul Monte Nero.
13 – La Romania respinge le richieste tedesche.
14 – Primo spostamento delle truppe italiane sul Monte Nero – Cade Umberto Pace.
15 – Primo contatto col nemico sul Monte Nero – Cade Gino Buccella.
16 – Progressi delle nostre truppe sul Monte Nero – Progressi degli Alpini sull'Ortler.
17 – Le Brigate Bergamo e Valtellina assaltano Santa Maria e Santa Lucia di Tolmino – Assalto generale dei Tedeschi a Kovno – Sconfitta austriaca a Pelagosa – Distruzione dell'U. 27.
18 – Continua l'assalto alle "Sentinelle di Tomino".
19 – Distruzione dell'E.13.
20 – Caduta di Nuova Georgiewisk – Azione su Monte Coston.
21 – L'Italia dichiara guerra alla Turchia.
22 – Nuovi assalti alle "Sentinelle di Tolmino".
23 – Conquista del Cucla – Resa di Ossowiec.
25 – Assalto delle nostre truppe fra Cima Vezzena e Costa Alta.
26 – Le nostre truppe occupano di sorpresa il colle delle Borcole.
27 – Primo assalto al Rombon.
29 – Cade Giovanni Trossarelli.

SETTEMBRE

1 – Cade l'aviatore francese Celestino Pégoud.
6 – Giornata di sangue sul Rothech.
9 – Ripresa dell'azione sul Monte Nero – Riprende l'azione contro Santa Lucia e Santa Maria di Tolmino – I Tedeschi riprendono l'offensiva contro i Russi.
12 – Momentanea conquista del Lipnig.
14 – Gli Austriaci riconquistano il Lipnig – Telegramma dello Zar al nostro Re- Sorpresa austriaca nell'alto Chiarzò – Epica gesta di Mario Musso.
20 – Caduta di Wilna.
21 – Mobilitazione bulgara – Inizio dell'offensiva alleata nell'Artois e nello Sciampagna.
25 – Primo assalto dei francesi nello Sciampagna – Luigi Nava cede il comando dell'Armata cadorina a Mario Nicolis di Robilant.
26 – Si prepara l'assalto francese contro la seconda linea tedesca nella Sciampagna – Assalto degl'Inglesi nell'Artois.
27 – Nuovo assalto francese nello Sciampagna – Esplosione dolosa della Benedetto Brin.
28 – Progressi dei nostri sul Vodil – Assalto dei Francesi intorno a Somme.
29 – Ultimo giorno della seconda battaglia dell'Isonzo – Vani assalti francesi nello Sciampagna.
30 – Il viceammiraglio Camillo Corsi sostituisce Leone Valle al Ministero della Marina.

OTTOBRE

3 – Ultimatum della Russia alla Bulgaria – Incomincia l'azione sugli Altipiani che si protrae fino al giorno 18.
4 – Nota dell'ambasciatore francese al Governo ellenico, annunciante lo sbarco a Salonicco.
5 – La Bulgaria respinge l'ultimatum russo – Incominciano gli sbarchi degli Alleati a Salonicco – Dichiarazione di Venizelos alla Camera ellenica – Incomincia l'offensiva austro-tedesca contro la Serbia.
6 – Gli Austro-tedeschi passano il Danubio – Proclama di von Einem per la resistenza ad oltranza.
8 – I Francesi giungono al Trapezio.
9 – I primi contingenti alleati provenienti da Salonicco raggiungono il territorio serbo – Caduta di Belgrado.
12 – 50 mila uomini sono già sbarcarti a Salonicco.
14 – La Bulgaria dichiara guerra alla Serbia.
18 – Incomincia la terza battaglia dell'Isonzo – Olocausto di Mario Fusetti sul Sasso di Stria.
19 – L'Italia dichiara guerra alla Bulgaria – Azione della Brigata Calabria in Cadore.
21 – Azione offensiva nella conca di Plezzo – Vano tentativo dell'VIII Corpo d'Armata per passare l'Isonzo a Canale – Assalti a Globna, a Quota 383, a Zagora – Assalti al Sabotino – Eroica gesta di Giorgio Tognoni – Assalto generale sul Carso – Cade Francesco Petrelli – Cade Ugo Polonio – Cade Sinibaldo Vellei – Cade Vincenzo Geraci – Cade Giovanni Guccioni – Cade Edmondo Mazzuoli.
22 – I Bulgari raggiungono Uscub – Assalti nella zona di Oslavia – Cade Piero Bernotti – Cade Emanuele Ferro – Cade Pier Antonio Gregorutti.
23 – Progressi delle nostre armi sul Sabotino – Gesta eroica di Odone Fantini – Cade Filippo Corridoni – Aspri combattimenti sul Col di Lana, protratti fino al giorno 28.
24 – Combattimento tra Francesi e Bulgari.
25 – I Francesi raggiungono Krivolak – Breve tregua negli assalti carsici.
26 – La Brigata Ravenna espugna il trincerone di Zagora.
28 – Ricomincia l'azione da Plava all'Adriatico – Aspri combattimenti a Zagora – Cade Carlo Camozzini – Cade Alberto Verdinois sul Settsass.
30 – I Serbi sono respinti da Katchanik.

NOVEMBRE

3 – Cade Ernesto Guala
4 – Si chiude la terza battaglia dell'Isonzo.
7 – Sculudis scioglie la Camera ellenica – Affondamento dell'Ancona – Prima e momentanea conquista del Col di Lana.
9 – Muore Carlo Montanari – Affondamento del Firenze.
10 – Comincia la quarta battaglia dell'Isonzo – Bombardamento austriaco nella zona di Oslavia – Assalto sul San Michele.
12 – Assalto nella zona di Oslavia – Progressi della Brigata Perugia verso Boschini.
13 – Affondamento del Bosnia.
14 – Conquista delle trincee dei Razzi e delle Frasche.
16 – Contrassalti austriaci sul San Michele.
17 – I Bulgari a Prilep.
18 – Bombardamento di Gorizia.
20 – Cade Giacomo Venezian.
21 – Combattimento sul San Martino.
22 – Incominciano i preparativi per il salvataggio dell'esercito serbo.
23 – Eroico sacrificio dell'Unione.
24 – Azioni sul San Michele.
26 – Azione sul Merzli – Vani contrassalti austriaci sul Carso.
29 – Cade Guido Pellizzari.
30 – Cade l'eroico capitano Vittorio Varese.

DICEMBRE

1 – Progressi a Santa Maria di Tolmino.
2 – Caduta di Monastir – Ritirata franco – inglese dalla Serbia.
5 – Ha termine la quarta battaglia dell'Isonzo.
7 – Ammutinamento dell'equipaggio dell'incrociatore cinese Chaco – Progressi dei nostri nella Val Giudicaria.
10 – Torbidi a Sciangai provocati dai sobillatori tedeschi. - Combattimento in Mesopotamia.
30 – Siluramento del Persia – Conquista italiana di Dosso Alto



Dizionario Minimo della Grande Guerra Iconografia II