Il 24 maggio 1915
allo scoppio della 1a guerra mondiale la brigata[1] con i suoi due reggimenti
di fanteria[2],
inquadrata nella 12a Divisione, fu schierata già dal giorno 13 nella
zona di Medea, paese antistante il monte Podgora.
Da giugno del 1915
partecipò alle varie “spallate” di
Cadorna nelle offensive che si susseguirono sul fronte dell’Isonzo iniziando il suo ciclo operativo
durante la prima battaglia dell’Isonzo (23 giugno – 7 luglio), inviando due
battaglioni del 27° reggimento in supporto alla brigata Casale incaricata di
attaccare le forti posizioni trincerate del Podgora, pilastro meridionale della
testa di ponte di Gorizia.[3]
Nella seconda
battaglia dell’Isonzo dal 18 luglio al 23 agosto, la Pavia, alterandosi con i
suoi battaglioni, continuò la cooperazione con la brigata Casale attaccando in
più di un’occasione il Podgora, riportando però gravi perdite dovute, sia al
fuoco dei difensori, sia all’intervento delle artiglierie austro-ungariche dei
tiri di neutralizzazione sulle posizioni occupate dagli italiani:
[…]…il fuoco avversario, protrattosi per tutta
la giornata del 24, non solo infligge gravi perdite, ma rende anche impossibile
la permanenza nella 1^ linea, che, verso sera, viene abbandonata. La difesa
viene quindi stabilita in zona arretrata, meno soggetta al tiro avversario,
sulla linea: pendici del Podgora-margine est di Lucinico.
Nei giorni dal 20 al 24 luglio il 27° reggimento ebbe
fuori combattimento un migliaio circa di uomini e 24 ufficiali e il 28°, dal 20
al 21, ne ebbe 550 e 17 ufficiali…[…][4]
Nella terza
battaglia dell’Isonzo, 18 ottobre – 4 novembre, la Pavia ebbe il compito di conquistare il Sabotino baluardo
settentrionale della testa di ponte di Gorizia.
Vari assalti
condotti dal giorno 21 fino al 24 ottobre permisero solo ad un battaglione del
28° fanteria, alla sera del 23, con altri elementi di altri reggimenti della
brigata Livorno, di occupare elementi di alcune trincee e la cattura di un
centinaio di prigionieri austro-ungarici. L’occupazione però non fu mantenuta a
lungo, in quanto, nella notte, in seguito ad un forte contrattacco
austro-ungarico, le unità italiane ripiegarono. Le perdite complessive della
brigata in questa battaglia furono elevate: più di 1550 uomini morti e feriti
tra truppa e ufficiali.
Nel corso nella 4a
battaglia dell’Isonzo dal 10 novembre al 5 dicembre, dopo un breve periodo di
riposo la Pavia venne impegnata con
due battaglioni del 28° reggimento che concorsero alle operazioni della brigata
Casale sulle pendici sud del Podgora.
Nel settore di
Oslavia il 27° reggimento e il comando brigata parteciparono ai combattimenti
in corso per sostenere e coadiuvare la brigata Granatieri di Sardegna all’attacco di posizioni fortemente tenute
dall’avversario, ottenendo successi locali quali la conquista di alcune linee
di trincee e catturando circa 300 prigionieri ma, al tempo stesso subendo gravi
perdite:
[…]…il 23
novembre il Comando di Brigata col 27° reggimento fanteria e col I/28° si porta
a Pradis per riordinarsi, date le gravi perdite subite nei combattimenti del 6
e del 23 novembre (circa 1000 uomini, dei quali 38 ufficiali)[…][5]
Terminato il 1915,
la brigata restò ancora nel settore assegnatole, tenendo alternativamente in
linea uno dei due reggimenti di fanteria ed impegnandosi in alcuni
combattimenti nella prima metà di marzo.
Inviato a giugno il
27° reggimento a presidio delle trincee di Zagora, mentre il 28° rimase nel
consueto settore, venne tenuta a riposo fino ai primi di agosto quando fu
rinviata in linea nel settore di Lucinico per partecipare alla battaglia di
Gorizia o 6a dell’Isonzo (6-17 agosto).
[1] Contrariamente alla 2a Guerra
Mondiale in cui i militari di truppa saranno reclutati e richiamati con
prevalenza dai distretti dell’Emilia-Romagna, nel corso della Grande Guerra la
brigata Pavia attingerà invece dal
reclutamento nazionale. Precisamente: Arezzo, Barletta,
Benevento, Campobasso, Como, Ferrara, Macerata, Massa, Napoli, Novara, Pavia,
Ravenna, Siracusa e Trapani. (Al riguardo vedasi
Ministero della Guerra Stato Maggiore Centrale-Ufficio Storico (d’ora in poi
SMC US), Riassunti storici dei corpi e
comandi nella guerra 1915-18. Brigate di fanteria. Volume secondo, Libreria
dello Stato, Roma 1925, p. 95.
[2] I due reggimenti di fanteria sono ordinati
ognuno su tre battaglioni di tre compagnie fucilieri e una sezione
mitragliatrici ciascuno come riportato in Franco
DELL’UOMO e Rodolfo PULETTI, op. cit., p. 281
[3] SMC US, op. cit., p. 95-96
[4] SMC US, op.
cit., p. 96
[5] Ivi, p. 97 DIBATTITI
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