UNA FINESTRA SUL MONDO
Ten. cpl. Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta
Nell’attuale
crisi globale, in particolare nell’arco che va dall’ Europa orientale al Mediterraneo orientale, viene a riaffermarsi la necessità di una
Difesa Nazionale articolata nelle due componenti della Difesa Militare e della
Difesa Civile, che a seguito del venir meno della Guerra Fredda si era ridotta
ad una semplice Difesa Militare effettuata mediante professionisti, avente
proiezione all’esterno del territorio nazionale.
Nella
necessaria cooperazione civile – militare la Difesa Civile è impegnata
nell’organizzazione, preparazione ed impiego di tutte le risorse umane e
materiali che necessitano per una continuità efficace delle funzioni di governo
e dell’apparato produttivo nazionale nell’ordinamento costituzionale dello
Stato, favorendo la capacità di resistenza della popolazione nello stato di
emergenza creatosi.
L’efficienza
dell’organizzazione della Difesa Civile è dato dalla prontezza nell’applicare
le misure previste, dalla quantità e qualità del personale dei mezzi a
disposizione, nonché dalla capacità di ridurre i tempi nelle operazioni di
ripristino.
Necessita
quindi che sia evitata ogni forma di improvvisazione, agendo secondo accurate e
sperimentate pianificazioni, evitando in tal modo il disordine e il conseguente
spreco di risorse umane e materiali.
In
particolare i settori in cui agisce la Difesa Civile riguardano la continuità
dell’azione di Governo, delle funzioni istituzionali e dell’ordine pubblico, la
funzionalità delle telecomunicazioni sia nazionali che internazionali, la
diramazione dei vari livelli di allarme.
Altro
settore delicato riguarda la salvaguardia dell’apparato economico e logistico,
in particolare dei pubblici servizi di interesse vitale dei mezzi di
comunicazione aerea, terrestre e marittima, della militarizzazione del settore
industriale, alimentare e sanitario dell’approvvigionamento e stoccaggio delle
materie prime e di quelle strategiche nonché alla loro distribuzione quali
prodotti finito, alla formazione e ricostituzione delle scorte, infine alla
mobilitazione dei lavoratori nei vari settori.
Relativamente
alla Protezione Civile questa viene inserita nell’organizzazione della Difesa
Civile, rinforzando il settore della sanità pubblica in cui si ricomprendono
gli ospedali e centri sanitari campali, le profilassi igienico-sanitarie, lo
sfollamento e il trasferimento dei malati, nonché il soccorso e la cura degli
stessi, compresi quelli colpiti da armi convenzionali o nucleari, biologiche e
chimiche, la decontaminazione di persone o aree, nonché la divulgazione di
istruzioni di pronto soccorso e la tumulazione delle salme.
Infine vi
sono i problemi relativi all’informazione alla popolazione e relativi ai
possibili pericoli e stati di emergenza, i vari modi per proteggerci, le
modalità di addestramento l’organizzazione e l’attivazione degli ausiliari
della Protezione Civile, la protezione dei beni privati e pubblici e il filtro
da false notizie per la solidità del “fronte interno”.
Al fine di
una valida Difesa Nazionale vi deve essere una corretta Cooperazione
Civile-Militare nel quadro di un costante indirizzo politico, in questo
contesto vi devono essere criteri chiari di reciprocità nel contribuire alla
Difesa Nazionale, questo comporta l’esigenza di mantenere anche in tempo di pace valide relazioni tra i
vari livelli di organi militari e civili interessati alla difesa.
La
Cooperazione è contraddistinta dai seguenti parametri:
·
L’organizzazione
che preveda nelle varie situazioni e nel loro evolversi la tempestiva
esecuzione di tutte le attività previste dalle procedure previste.
·
L’informazione
precisa e tempestiva sugli scopi, sulla conoscenza delle strutture e sui mezzi
a disposizione (perché fare una cosa,
come, quando, dove, quanto, con chi).
·
Il
coordinamento che non deve impedire le caratteristiche peculiari di ciascuna
amministrazione, questo comporta la necessità di strutture permanenti ai vari
livelli.
·
Il
sincronismo volto a garantire la concomitanza nei tempi prefissati delle azioni
delle singole strutture al fine di garantire la necessaria prontezza.
·
L’integrazione
che deve permettere di affrontare il problema della difesa non in termini
settoriali ma sotto tutti gli aspetti.
·
La
preparazione per cui necessitano pianificazioni particolareggiate in
riferimento alle varie unità operative civili o miliari.
·
La
bivalenza per cui ogni direttiva possa essere applicata sia dalla Difesa Civile
che Militare, questo comporta la necessità della standardizzazione che consente l’interscambiabilità di mezzi e strutture.
·
La
flessibilità che permette l’adattamento alle situazioni impreviste fuori dagli
schemi prefissati.
·
L’operatività
che richiede preparazione e sperimentazione, superando l’improvvisazione, con
la necessità di creare presidi tecnici necessari all’attuazione delle misure
pianificate.
Come è stato osservato, abbiamo
fondato la costituzione geopolitica dell’Italia su un vincolo esterno. “Sovrapponendo i nostri interessi a quelli
americani e a quelli europei, convinti che gli altri paesi avrebbero fatto lo
stesso”. (46, Giusepppe De Ruvo, Il vincolo esterno (non) è un destino,
Limes, Una certa Idea di Italia, 2/2024).
Nella transizione egemonica in atto
sono emersi i rispettivi interessi, non più coperti da una lettura rassicurante
della storia, lasciando l’Italia in una situazione di incertezza favorita dal
nostro frazionamento interno e dal venire meno delle istituzioni con funzione
da collante, quali la famiglia, la scuola e la costrizione obbligatoria.
Anche
la promessa di una diffusione del sapere e del senso della comunità attraverso
i social, si è trasformato in un ulteriore frazionamento e aggressività,
favorendo le infiltrazioni esterne nella mancanza di una condivisione di
valori.
“Cambiare
le leggi richiederà del tempo … Per ottenere i materiali e i sistemi d’arma che
ci occorrono, ci vorranno invece dai cinque ai quindici anni. Cambiare la
mentalità di un sistema e la cultura politico-strategica del nostro paese,
infine, sarà un processo ancora più lungo, complesso e incerto, a meno che si
verifichi un grosso shock”(189, Germano Dottori, L’Italia riarma
lentamente, in Limes, cit.)
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