DIBATTITI
Dal 1917 all’armistizio di Villa Giusti
Ad aprile del 1917,
la Pavia venne trasferita via ferrovia sull'Altipiano d'Asiago, nel settore
della 6a armata passando alle dipendenze dell’11a
divisione ed alternando azioni di pattuglia e turni di riposo nelle retrovie,
non prese parte ad avvenimenti degni di essere riportati.
In seguito allo
sfondamento degli austro-tedeschi a Caporetto del 24 ottobre del 1917, in
previsione di un ipotetico attacco del nemico anche sulla fronte
dell’Altipiano, la linea di vigilanza sull’allineamento Cima Tre Pazzi-Val
d’Assa-Croce-Masele, venne alleggerita e la difesa stabilita sulla linea di
resistenza Lemerle-Kaberlaba.[1]
La Pavia rimase sull'Altipiano fino a
giugno del 1918 quando fu inviata sul Piave a sostegno del campo trincerato di
Treviso per il presidio della linea di difesa Meolo-Vallio.
Nella notte del 17
giugno, a causa di una penetrazione degli austriaci nella fascia difensiva
italiana tra Saletto e Fagarè, che creò un pericoloso saliente, la brigata Pavia fu inviata nel tratto S.
Biagio-Bocca Callalta nonostante il movimento avvenisse con notevoli:
[…]…difficoltà derivanti oltreché dalla
stanchezza delle truppe, le quali sono da due giorni sottoposte a frequenti
spostamenti, anche, e principalmente, dall’oscurità della notte, della pioggia
dirotta e della dislocazione molto estesa, precedentemente assunta dai suoi
reparti lungo la linea del sistema difensivo Meolo-Vallio, e inizia alle ore 7
del 17 la sostituzione della brigata Sesia.
Alla Pavia è assegnato il compito di contrattaccare
l’avversario alle ore 16, per poter raggiungere anzitutto la linea dell’argine
e successivamente quella del Piave, fino a ricacciare il nemico sulla sinistra
del fiume. […] I suoi battaglioni scattano con decisione e, superate successive
resistenze, si affermano lungo la linea dei capisaldi…[…][2]
Dal 18 fino al 21
giugno quando lasciò la prima linea, per riordinarsi nelle vicinanze di
Treviso, la Pavia subì la perdita di
1200 uomini di truppa e 38 ufficiali, a causa dei reiterati e violenti attacchi
sferrati dagli austriaci contro le posizioni italiane e dei contrattacchi
lanciati per riconquistare alcune posizioni perdute in precedenza.
Esaurite le
speranze austriache di forzare le difese italiane, la battaglia si spense e gli
attaccanti si ritirarono sulla sponda sinistra del Piave.
Il 23 luglio la Pavia raggiunse le trincee in prima
linea sul monte Asolone (zona del Massiccio del Grappa), dove rimase sino alla
fine di settembre quando passò nel settore delle Giudicare ove attuò diversi
colpi di mano contro avanzate austriache locali e approntando lavori difensivi.
Il 2 novembre la
brigata, a cui fu assegnato il compito di appoggiare l’ala sinistra della 1a
armata, scavalcando Monte Pari e avanzare verso Riva, fu riunita nella zona tra
Bezzecca e Tiarno. Qui, suddivisa in tre colonne di formazione, attaccò le
posizioni austriache di Cima d’Oro, del Tomeabrù e Bocca di Trat che furono
raggiunte e oltrepassate solo il 3 novembre giorno dell'armistizio di Villa
Giusti.
Il 4 novembre, la
brigata Pavia dopo aver catturato 500
prigionieri si riunisce tra Campi e Pranzo trasferendosi il giorno dopo nei
pressi di Ponte Arche[3].
Nel corso dei tre
anni e mezzo di conflitto la Pavia
subì le seguenti perdite complessive:[4]
- 1261 morti, 7.786
feriti e 2357 dispersi tra i militari di truppa;
- 110 morti, 150
feriti e 32 dispersi per gli Ufficiali.
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