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venerdì 17 maggio 2024

La Divisione Pavia - Dal 1917 all'armistizio di Villa Giusti - IV Parte

  DIBATTITI

Dal 1917 all’armistizio di Villa Giusti

Ad aprile del 1917, la Pavia venne trasferita via ferrovia sull'Altipiano d'Asiago, nel settore della 6a armata passando alle dipendenze dell’11a divisione ed alternando azioni di pattuglia e turni di riposo nelle retrovie, non prese parte ad avvenimenti degni di essere riportati.

In seguito allo sfondamento degli austro-tedeschi a Caporetto del 24 ottobre del 1917, in previsione di un ipotetico attacco del nemico anche sulla fronte dell’Altipiano, la linea di vigilanza sull’allineamento Cima Tre Pazzi-Val d’Assa-Croce-Masele, venne alleggerita e la difesa stabilita sulla linea di resistenza Lemerle-Kaberlaba.[1]

La Pavia rimase sull'Altipiano fino a giugno del 1918 quando fu inviata sul Piave a sostegno del campo trincerato di Treviso per il presidio della linea di difesa Meolo-Vallio.

Nella notte del 17 giugno, a causa di una penetrazione degli austriaci nella fascia difensiva italiana tra Saletto e Fagarè, che creò un pericoloso saliente, la brigata Pavia fu inviata nel tratto S. Biagio-Bocca Callalta nonostante il movimento avvenisse con notevoli:

[…]…difficoltà derivanti oltreché dalla stanchezza delle truppe, le quali sono da due giorni sottoposte a frequenti spostamenti, anche, e principalmente, dall’oscurità della notte, della pioggia dirotta e della dislocazione molto estesa, precedentemente assunta dai suoi reparti lungo la linea del sistema difensivo Meolo-Vallio, e inizia alle ore 7 del 17 la sostituzione della brigata Sesia.

Alla Pavia è assegnato il compito di contrattaccare l’avversario alle ore 16, per poter raggiungere anzitutto la linea dell’argine e successivamente quella del Piave, fino a ricacciare il nemico sulla sinistra del fiume. […] I suoi battaglioni scattano con decisione e, superate successive resistenze, si affermano lungo la linea dei capisaldi…[…][2]

Dal 18 fino al 21 giugno quando lasciò la prima linea, per riordinarsi nelle vicinanze di Treviso, la Pavia subì la perdita di 1200 uomini di truppa e 38 ufficiali, a causa dei reiterati e violenti attacchi sferrati dagli austriaci contro le posizioni italiane e dei contrattacchi lanciati per riconquistare alcune posizioni perdute in precedenza.

Esaurite le speranze austriache di forzare le difese italiane, la battaglia si spense e gli attaccanti si ritirarono sulla sponda sinistra del Piave.

Il 23 luglio la Pavia raggiunse le trincee in prima linea sul monte Asolone (zona del Massiccio del Grappa), dove rimase sino alla fine di settembre quando passò nel settore delle Giudicare ove attuò diversi colpi di mano contro avanzate austriache locali e approntando lavori difensivi.

Il 2 novembre la brigata, a cui fu assegnato il compito di appoggiare l’ala sinistra della 1a armata, scavalcando Monte Pari e avanzare verso Riva, fu riunita nella zona tra Bezzecca e Tiarno. Qui, suddivisa in tre colonne di formazione, attaccò le posizioni austriache di Cima d’Oro, del Tomeabrù e Bocca di Trat che furono raggiunte e oltrepassate solo il 3 novembre giorno dell'armistizio di Villa Giusti.

Il 4 novembre, la brigata Pavia dopo aver catturato 500 prigionieri si riunisce tra Campi e Pranzo trasferendosi il giorno dopo nei pressi di Ponte Arche[3].

Nel corso dei tre anni e mezzo di conflitto la Pavia subì le seguenti perdite complessive:[4]

-       1261 morti, 7.786 feriti e 2357 dispersi tra i militari di truppa;

-       110 morti, 150 feriti e 32 dispersi per gli Ufficiali.

 



[1]     Ivi, p. 100

[2]     Ivi, p. 101

[3]     Ibidem

[4]     Ivi, p. 118

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