DIBATTITI
QUARTA BATTAGLIA DI
MONTECASSINO
La battaglia per Arce di monte Piccolo e monte Grande
Ten. cpl. Art. Pe. Sergio Benedetto Sabetta
Nell’ottantesimo
dello sfondamento della Linea Gustav a seguito della quarta battaglia di
Montecassino, è da ricordare la battaglia d’arresto svoltasi il 27 e 28 maggio
1944 nella fase finale presso Arce (FR), che coinvolse la famiglia paterna.
Il 18 maggio
1944 inizia la quarta e ultima battaglia di Cassino che porta allo sfondamento
finale del fronte, i tedeschi iniziano il ripiegamento e per rallentare
l’avanzata ed evitare l’accerchiamento fanno saltare il ponte della Casilina
sul rio Provitolo ed il ponte ferroviario Roccasecca-Sora.
Anche il
ponte borbonico sul Liri presso Isoletta sulla via Civica Farnese, il ponte ferroviario
Roma-Napoli sullo stesso fiume ed il ponte sul rio Solbatezza, che separa il
territorio di Arce da Fontanaliri, vengono fatti saltare.
Essendo
crollata anche la successiva linea di difesa Senger-Riegel a sud di Arce, i
tedeschi decisero di opporre resistenza tra monte Piccolo e monte Grande, nella
contrada d’Arce detta Tramonti, a sbarramento della via Casilina che congiunge
Cassino a Roma.
A tal fine
costituirono una improvvisata unità di combattimento al comando del colonnello
Egger, del maggiore Bohlein e del sottotenente Mayer.
L’unità era
costituita dai reparti di combattimento
Ruffin e Schultz del I Reggimento Paracadutisti e la Heilmann del III
Reggimento Paracadutisti, la 1 e la 14 compagnia del IV Reggimento
Paracadutisti, il gruppo di combattimento Weik, un plotone della 44 Divisione
Hoch und Deutschmeister e alcune unità della 90
Divisione Panzer Granadier.
La conquista
delle posizioni tedesche da parte inglese venne affidata alle Welsh Guards per
monte Grande e alle Coldstreams Guards per monte Piccolo.
Le unità
mossero all’attacco nel tardo pomeriggio del 27 maggio, precedute da un
massiccio cannoneggiamento.
Mossero per
prime le Coldstreams Guards che riuscirono a penetrare su monte Piccolo con una
compagnia, dovendolo subito dopo abbandonare per le pesanti perdite subite per
l’intenso fuoco di sbarramento delle mitragliatrici e dei mortai tedeschi.
Vi furono
anche dei combattimenti corpo a corpo in cui i tedeschi, a corto di munizioni
usarono anche pietre e bastoni, le perdite inglesi ammontarono a 59 morti e 8
prigionieri.
Nella notte
tra il 27 e il 28 maggio le due colline furono sottoposte ad un violento tiro
di artiglieria alleata che si protrasse dalle ore 00,15 alle 3,50.
Al termine
del fuoco il terzo battaglione delle Welsh Guards e il secondo battaglione
delle Coldstreams Guards mossero all’attacco, rispettivamente di monte Grande e
monte Piccolo impadronendosene.
Tuttavia
alle prime luci dell’alba un violento contrattacco dei paracadutisti tedeschi,
appoggiato da un tiro concentrato di mortai, sorprese gli inglesi che si
ritirarono dalle colline abbandonando parte del materiale.
Gli inglesi
dalle ore 9,00 alle ore 11,00 del 28 maggio ripresero un violentissimo tiro
d’artiglieria, il terreno pietroso impedì ai tedeschi di trincerarsi
adeguatamente causando pesanti perdite, né privi di artiglieria pesante
poterono controbattere.
Alle ore
19,15 la cime di monte Piccolo fu
ripreso dalle Coldstreams Guards, i tedeschi contrattaccarono ma il fuoco di
artiglieria alleata li fermò.
Ormai i
tedeschi avevano esaurito le forze e in mancanza di rincalzi nella notte fra il
28 e 29 maggio si sganciarono, lasciando anche monte Grande, comunque
l’obiettivo di permettere la ritirata dei propri reparti per la via Casilina
era stato raggiunto.
La mattina
del 29 maggio alle ore 8,45 reparti inglesi della Lothian Force e delle Welsh
Guards entrarono ad Arce, si ricorda che per la prima volta nei secoli le
truppe occupanti distribuirono viveri alla popolazione, sfamandola, senza
depredarla degli alimenti.
La stagione
avanzata, la durezza del terreno e l’urgenza dell’avanzata, impedì il
seppellimento dei corpi, gli inglesi per evitare epidemie diedero fuoco alle
sterpaglie bruciandone i corpi tra le esplosioni delle munizioni abbandonate.
Nel corso
della battaglia la casa paterna si trovò sulla linea del fuoco, occupata dai
tedeschi era stata utilizzata nei mesi precedenti come centralino telefonico
per Cassino, essendo prospiciente alla valle del Liri.
Durante la
battaglia la nonna con le tre figlie si rifugiò in una stanza in cantina, la
casa fu centrata da tre granate e un intero angolo demolito, gli alimenti, gli
animali e tutti i restanti beni sottratti dai tedeschi durante l’occupazione,
tuttavia vi fu la fortuna che le truppe coloniali francesi furono fermate dagli
alleati ad Isoletta, 5 Km. di distanza dove vi furono grosse violenze sulla
popolazione.
Una
testimonianza della giornata del 28 maggio ci è stata lasciata da Derrick
Jackson delle Coldstrean Guards “Più
avanti vidi molti corpi di tedeschi, in gran parte dove erano posizionate le
loro mitragliatrici. Sapemmo che il nostro
battaglione ebbe 158 vittime, tra morti e feriti. I tedeschi ne ebbero però il
triplo”.
Un
osservatore dell’artiglieria inglese scrisse il 29 maggio su monte Grande “Le pendici sono cosparse di crateri …, non
un parapetto è rimasto intatto. In prossimità della cima cominciammo a trovare
i morti, macabro spettacolo, immersi in pozze di sangue, maciullati, coperti di
sciami d’insetti … Non posso fare a meno di riflettere sull’effetto del tiro di concentramento su un terreno
roccioso scoperto”. (F. Corradini , … di Arce in Terra del Lavoro …, 382 –
386, Vol. I, Arce 2004)
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