UNA FINESTRA SUL MONDO
di Antonio Trogu
Il
21 febbraio scorso, all’interno del suo discorso alla nazione il Presidente
Putin, tra le altre dichiarazioni, ha annunciato la sospensione
dell’applicazione, da parte Russa, del Trattato New Start per la riduzione
degli armamenti nucleari, Trattato che era stato prorogato nel febbraio 2021 con
una validità di cinque anni.
Dopo che sia Mosca che Washington nel 2019si
sono ritirate dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio del 1987, il
New START è l’unico accordo sul controllo degli armamenti nucleari rimasto tra
i due paesi,ed è rimasto l’unico trattato in corso che riesce a limitare le
forze nucleari russe, oltre a rappresentare un’ancora di salvataggio per la
stabilità strategica tra le due Nazioni.
Ricordiamo che il Trattato Inf
(Intermediate-Range Nuclear Forces) costituì uno dei
principali fattori che condussero al superamento della Guerra
Fredda e con la denuncia di questo trattato è stata inflitto un ulteriore colpo
all’architettura di sicurezza e stabilità internazionale instaurata
all’indomani della Guerra Fredda.
Infatti, al fine di porre un limite
alla costosa corsa agli armamenti in Europa, le due superpotenze si trovarono a
dover convergere sulla necessità di stabilire un sistema di controllo
reciproco.
Una lunga trattativa durata otto anni
condusse all’insperata conclusione di un accordo tra Stati Uniti e Unione
Sovietica sulla proibizione totale ditale categoria di vettori nucleari,[1]e
la loro distruzione sotto verifica internazionale.
Il trattato fu firmato dall’allora
presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e dal leader sovietico Mikhail
Gorbacev.
Il
trattato New START è stato firmato a Praga nel 2010, è entrato in vigore l’anno
successivo ed è stato prorogato nel 2021 per altri cinque anni subito dopo
l’insediamento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Questo
Trattato limita il numero di testate nucleari strategiche che gli Stati Uniti e
la Russia possono schierare e il dispiegamento di missili e bombardieri
terrestri e sottomarini per consegnarli.
Limiti del missile, del bombardiere e
del lanciatore:
-
i missili balistici intercontinentali
schierati (ICBM)[2], i missili balistici
lanciati da sottomarini (SLBM)[3]e i bombardieri pesanti assegnati alle missioni nucleari
sono limitati a 700 .
-
i lanciatori ICBM schierati e non
schierati, i lanciatori SLBM e i bombardieri sono limitati a 800.
L'accordo definisce anche le
modalità di ispezione dei siti e prevede un preavviso di 48 ore prima del
dislocamento di un nuovo vettore.
Mosca
ha giustificato la sospensione delle ispezioni con il timore che gli Stati
Uniti forniscano all’Ucraina informazioni ottenute attraverso le ispezioni che
le possano consentire di attaccare gli arsenali nucleari russi. Secondo il
Cremlino, gli Usa hanno inoltre intenzione di riprendere i test nucleari,
un’accusa che non trova però alcun riscontro.
Tornando
al discorso alla nazione,Putin ha dichiarato che la Russia non si sta ritirando
dal trattato, spiegando durante il suo discorso al parlamento: “Sono costretto
ad annunciare oggi che la Russia sospende la sua partecipazione al trattato
sulle armi strategiche offensive”. Inoltre ha precisato che la società russa di
energia nucleare Rosatom deve garantire la disponibilità del Paese a testare
un’arma nucleare, se necessario, ma ha anche poi sottolineato che “se gli Stati
Uniti testeranno, allora lo faremo anche noi”.
Un’altra
ammonizione del discorso di Putin ha riguardato le armi nucleari: la forza di deterrenza nucleare della Russia
è dotata al 90 per cento di armi avanzate”, sono in fase di studio e
produzione nuove tecnologie. In ogni caso ha detto che la Russia non
userà per prima eventuali armi nucleari.
In
aggiunta, come riportato dalla Tass, il vicepresidente del Consiglio di
sicurezza russo Dmitry Medvedev ha dichiarato che è giunto il momento di
includere gli arsenali nucleari strategici di Gran Bretagna[4] e
Francia[5] nel
Trattato di riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive (New
START), "la sospensione (finora) è legata proprio a questo".
Sembra essere questo un
avvertimento sul fatto che gli arsenali nucleari francese e inglese potrebbero
essere conteggiati da Mosca insieme a quelli americani, in quanto deterrente
cumulativo della NATO.
Il
10 marzo, nell’ambito del vertice franco-britannico a Parigi, il presidente
francese Emmanuel Macron e il premier inglese Rishi Sunak hanno criticato la
decisione russa di sospendere il New START, ritenuto uno strumento essenziale
per il controllo delle armi nucleari e la stabilità strategica. Hanno poi fatto
riferimento alla “Dichiarazione congiunta dei governi delle 5 potenze nucleari
sul prevenire la guerra nucleare ed evitare una corsa al riarmo riferendosi al Joint Statement of the Leaders of the Five
Nuclear-Weapon States on Preventing Nuclear War and Avoiding Arms Races
firmato il 3 gennaio 2022.[6]
Una delle conseguenze della
sospensione del Trattato riguarda la fine delle ispezioni e delle informazioni
inerenti i rispettivi arsenali nucleari, che in realtà erano già state
sospese prima per i problemi legati alla
pandemia da coronavirus ein seguito per l’invasione della Ucraina da parte
russa.
A
questo proposito nel corso del suo discorso il presidente russo ha precisato il
punto di vista di Mosca “Ai
primi di febbraio l’Alleanza Nordatlantica ha richiesto alla Russia di
ritornare all’osservanza del trattato sulle armi strategiche, inclusa
l’ammissione di ispezioni. Ma non saprei nemmeno come definirla. Questo è un
teatro dell’assurdo. Sappiamo che l’Occidente è direttamente coinvolto nei
tentativi del regime di Kiev di attaccare le nostre basi dell’aviazione
strategica. I droni usati allo scopo sono stati equipaggiati e modernizzati con
l’assistenza di specialisti NATO. E ora vogliono ispezionare le nostre difese?
Nelle moderne condizioni del confronto ciò suona come un nonsenso”.
Non vi è dubbio che per la Russia
la questione ucraina è di rilevanza assai più vitale che per gli Stati Uniti o
l’Europa Occidentale, perciò si sente costretta a ricorrere una volta di più alla
carta nucleare, il fattore principale che dovrebbe farla considerare una
potenza con cui trattare.
A questo proposito la vicesegretaria dell’Ufficio Controllo Armi del
Dipartimento di Stato americano ha dichiarato:“Il nostro supporto
all’Ucraina non sarà limitato dalla loro decisione sul New START”.
La
crisi del New START dovrebbe spingere la comunità internazionale
a ripensare i processi di controllo e riduzione degli armamenti
Con la
sospensione del Trattato il presidente Putin potrebbe avere messo forse fine a
una storia di accordi tra Washington e Mosca in materia di controllo degli
armamenti che si sono succeduti per 50 anni. Il New START è l’ultimo di una serie di accordi per limitare
le armi nucleari strategiche iniziata col SALT 1 del 1972 e via via
rivisti.
Le
future iniziative diplomatiche per il controllo degli armamenti dovrebbero
coinvolgere anche la Cina e mirare anche a limitare il suo programma nucleare
sempre più incontrollabile e pericoloso.
Secondo
quanto pubblicato il 29 novembre 2022dal Dipartimento della Difesa USA nel suo
rapporto annuale sugli "Sviluppi militari e di sicurezza che coinvolgono
la Repubblica popolare cinese", China Military Power Report (CMPR), la RPC
ha dichiarato chiaramente la sua ambizione di rafforzare il suo
"deterrente strategico" e ha continuato ad accelerare la
modernizzazione, la diversificazione e l'espansione delle sue forze nucleari.
Secondo questo
rapporto vi sono indicazioni preoccupanti sull’entità della crescita
dell’arsenale nucleare del regime comunista ch viene descritta come una nazione
decisa a moltiplicare le proprie forze nucleari.
Infatti il
rapporto del 2022 rivela che la Cina potrebbe schierare 1.500 armi nucleari
entro il 2035 mentre il rapporto del 2021 stimava che la Cina avrebbe
avuto 1.000 testate entro il 2030. Le ambizioni cinesi sono non solo di
diventare una potenza economica mondiale ma di diventare anche una potenza
militare di primo piano.
Questo
presuppone che mentre la Cina continua a migliorare le infrastrutture per
sostenere l’espansione nucleare, l’America si troverebbe a dover
rivalutare i propri piani di produzione di testate per assicurarsi di poter
tenere testa alla crescente minaccia nucleare cinese.
La
fine del Trattato New START potrebbe portare ad una situazione al momento solo
ipotizzabile. Tra un paio di anni si potrebbe tornare ad una situazione
molto simile a quella degli anni Cinquanta, con le potenze nucleari intente a
modernizzare e potenziare i loro arsenali nucleari senza alcun controllo.
Questo scenario sarebbe caratterizzato da un delicato equilibrio tra Stati
Uniti, Russia e Cina basato sulla reciproca deterrenza nucleare.
[1]missili balistici e da crociera basati a terra con gittata
compresa tra 500 e 5500 km.
[2]ICBM missile per il trasporto a
lungo raggio di ordigni nucleari che, utilizzando
una traiettoria balistica, raggiunge altezze significative, inclusa
una parte di volo suborbitale e traiettorie
parzialmente orbitali.
[3]SLBM Missile
balistico lanciato da sottomarino, missile strategico con una o più testate
nucleari, propulsione a razzo, combustibile liquido o solido e sistema
di guida solitamente inerziale
[4]La Gran Bretagna dispone
attualmente di 215 testate
[5]La
Francia dispone di 300 bombe atomiche, la maggior parte delle quali si trovano
a bordo di sottomarini dotati di missili balistici intercontinentali M-45 e
M-51
[6]Accordo
tra le cinque potenze nucleari membri permanenti del
Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ovvero
Russia, America, Cina, Gran Bretagna e Francia, allo
scopo di fissare per iscritto una sorta di rinuncia a priori della guerra
nucleare.
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