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lunedì 17 giugno 2024

New Start: la Russia ne sospende l’applicazione

 UNA FINESTRA SUL MONDO



di Antonio Trogu 

Il 21 febbraio scorso, all’interno del suo discorso alla nazione il Presidente Putin, tra le altre dichiarazioni, ha annunciato la sospensione dell’applicazione, da parte Russa, del Trattato New Start per la riduzione degli armamenti nucleari, Trattato che era stato prorogato nel febbraio 2021 con una validità di cinque anni.

Dopo che sia Mosca che Washington nel 2019si sono ritirate dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio del 1987, il New START è l’unico accordo sul controllo degli armamenti nucleari rimasto tra i due paesi,ed è rimasto l’unico trattato in corso che riesce a limitare le forze nucleari russe, oltre a rappresentare un’ancora di salvataggio per la stabilità strategica tra le due Nazioni.

Ricordiamo che il Trattato Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces) costituì   uno dei principali fattori  che  condussero al superamento della Guerra Fredda e con la denuncia di questo trattato è stata inflitto un ulteriore colpo all’architettura di sicurezza e stabilità internazionale instaurata all’indomani della Guerra Fredda.

Infatti, al fine di porre un limite alla costosa corsa agli armamenti in Europa, le due superpotenze si trovarono a dover convergere sulla necessità di stabilire un sistema di controllo reciproco.

Una lunga trattativa durata otto anni condusse all’insperata conclusione di un accordo tra Stati Uniti e Unione Sovietica sulla proibizione totale ditale categoria di vettori nucleari,[1]e la loro distruzione sotto verifica internazionale.

Il trattato fu firmato dall’allora presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e dal leader sovietico Mikhail Gorbacev.

Il trattato New START è stato firmato a Praga nel 2010, è entrato in vigore l’anno successivo ed è stato prorogato nel 2021 per altri cinque anni subito dopo l’insediamento del presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Questo Trattato limita il numero di testate nucleari strategiche che gli Stati Uniti e la Russia possono schierare e il dispiegamento di missili e bombardieri terrestri e sottomarini per consegnarli.

Limiti del missile, del bombardiere e del lanciatore:

-      i missili balistici intercontinentali schierati (ICBM)[2],  i missili balistici lanciati da sottomarini (SLBM)[3]e i bombardieri pesanti assegnati alle missioni nucleari sono limitati a 700 . 

-      i lanciatori ICBM schierati e non schierati, i lanciatori SLBM e i bombardieri sono limitati a 800.

L'accordo definisce anche le modalità di ispezione dei siti e prevede un preavviso di 48 ore prima del dislocamento di un nuovo vettore.

Mosca ha giustificato la sospensione delle ispezioni con il timore che gli Stati Uniti forniscano all’Ucraina informazioni ottenute attraverso le ispezioni che le possano consentire di attaccare gli arsenali nucleari russi. Secondo il Cremlino, gli Usa hanno inoltre intenzione di riprendere i test nucleari, un’accusa che non trova però alcun riscontro.

Tornando al discorso alla nazione,Putin ha dichiarato che la Russia non si sta ritirando dal trattato, spiegando durante il suo discorso al parlamento: “Sono costretto ad annunciare oggi che la Russia sospende la sua partecipazione al trattato sulle armi strategiche offensive”. Inoltre ha precisato che la società russa di energia nucleare Rosatom deve garantire la disponibilità del Paese a testare un’arma nucleare, se necessario, ma ha anche poi sottolineato che “se gli Stati Uniti testeranno, allora lo faremo anche noi”.

Un’altra ammonizione del discorso di Putin ha riguardato le armi nucleari: la forza di deterrenza nucleare della Russia è dotata al 90 per cento di armi avanzate”, sono in fase di studio e produzione nuove tecnologie. In ogni caso ha detto che la Russia non userà per prima eventuali armi nucleari.

In aggiunta, come riportato dalla Tass, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha dichiarato che è giunto il momento di includere gli arsenali nucleari strategici di Gran Bretagna[4] e Francia[5] nel Trattato di riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive (New START), "la sospensione (finora) è legata proprio a questo".

Sembra essere questo un avvertimento sul fatto che gli arsenali nucleari francese e inglese potrebbero essere conteggiati da Mosca insieme a quelli americani, in quanto deterrente cumulativo della NATO.

Il 10 marzo, nell’ambito del vertice franco-britannico a Parigi, il presidente francese Emmanuel Macron e il premier inglese Rishi Sunak hanno criticato la decisione russa di sospendere il New START, ritenuto uno strumento essenziale per il controllo delle armi nucleari e la stabilità strategica. Hanno poi fatto riferimento alla “Dichiarazione congiunta dei governi delle 5 potenze nucleari sul prevenire la guerra nucleare ed evitare una corsa al riarmo riferendosi al Joint Statement of the Leaders of the Five Nuclear-Weapon States on Preventing Nuclear War and Avoiding Arms Races firmato il 3 gennaio 2022.[6]

Una delle conseguenze della sospensione del Trattato riguarda la fine delle ispezioni e delle informazioni inerenti i rispettivi arsenali nucleari, che in realtà erano già state sospese  prima per i problemi legati alla pandemia da coronavirus ein seguito per l’invasione della Ucraina da parte russa.

A questo proposito nel corso del suo discorso il presidente russo ha precisato il punto di vista di Mosca “Ai primi di febbraio l’Alleanza Nordatlantica ha richiesto alla Russia di ritornare all’osservanza del trattato sulle armi strategiche, inclusa l’ammissione di ispezioni. Ma non saprei nemmeno come definirla. Questo è un teatro dell’assurdo. Sappiamo che l’Occidente è direttamente coinvolto nei tentativi del regime di Kiev di attaccare le nostre basi dell’aviazione strategica. I droni usati allo scopo sono stati equipaggiati e modernizzati con l’assistenza di specialisti NATO. E ora vogliono ispezionare le nostre difese? Nelle moderne condizioni del confronto ciò suona come un nonsenso”.

Non vi è dubbio che per la Russia la questione ucraina è di rilevanza assai più vitale che per gli Stati Uniti o l’Europa Occidentale, perciò si sente costretta a ricorrere una volta di più alla carta nucleare, il fattore principale che dovrebbe farla considerare una potenza con cui trattare. A questo proposito la vicesegretaria dell’Ufficio Controllo Armi del Dipartimento di Stato americano ha dichiarato:“Il nostro supporto all’Ucraina non sarà limitato dalla loro decisione sul New START”.

La crisi del New START dovrebbe spingere la comunità internazionale a ripensare i processi di controllo e riduzione degli armamenti

Con la sospensione del Trattato il presidente Putin potrebbe avere messo forse fine a una storia di accordi tra Washington e Mosca in materia di controllo degli armamenti che si sono succeduti per 50 anni. Il New START è l’ultimo di una serie di accordi per limitare le armi nucleari strategiche iniziata col SALT 1 del 1972 e via via rivisti. 

Le future iniziative diplomatiche per il controllo degli armamenti dovrebbero coinvolgere anche la Cina e mirare anche a limitare il suo programma nucleare sempre più incontrollabile e pericoloso.

Secondo quanto pubblicato il 29 novembre 2022dal Dipartimento della Difesa USA nel suo rapporto annuale sugli "Sviluppi militari e di sicurezza che coinvolgono la Repubblica popolare cinese", China Military Power Report (CMPR), la RPC ha dichiarato chiaramente la sua ambizione di rafforzare il suo "deterrente strategico" e ha continuato ad accelerare la modernizzazione, la diversificazione e l'espansione delle sue forze nucleari.

Secondo questo rapporto vi sono indicazioni preoccupanti sull’entità della crescita dell’arsenale nucleare del regime comunista ch viene descritta come una nazione decisa a moltiplicare le proprie forze nucleari.

Infatti il rapporto del 2022 rivela che la Cina potrebbe schierare 1.500 armi nucleari entro il 2035 mentre il rapporto del 2021 stimava che la Cina avrebbe avuto 1.000 testate entro il 2030. Le ambizioni cinesi sono non solo di diventare una potenza economica mondiale ma di diventare anche una potenza militare di primo piano.

Questo presuppone che mentre la Cina continua a migliorare le infrastrutture per sostenere l’espansione nucleare, l’America si troverebbe a dover rivalutare i propri piani di produzione di testate per assicurarsi di poter tenere testa alla crescente minaccia nucleare cinese.

La fine del Trattato New START potrebbe portare ad una situazione al momento solo ipotizzabile. Tra un paio di anni si potrebbe tornare ad una situazione molto simile a quella degli anni Cinquanta, con le potenze nucleari intente a modernizzare e potenziare i loro arsenali nucleari senza alcun controllo. Questo scenario sarebbe caratterizzato da un delicato equilibrio tra Stati Uniti, Russia e Cina basato sulla reciproca deterrenza nucleare.



[1]missili balistici e da crociera basati a terra con gittata compresa tra 500 e 5500 km.

[2]ICBM missile per il trasporto a lungo raggio di ordigni nucleari che, utilizzando una traiettoria balistica, raggiunge altezze significative, inclusa una parte di volo suborbitale e traiettorie parzialmente orbitali.

[3]SLBM Missile balistico lanciato da sottomarino, missile strategico con una o più testate nucleari, propulsione a razzo, combustibile liquido o solido e sistema di guida solitamente inerziale

 

[4]La Gran Bretagna dispone attualmente di 215 testate

[5]La Francia dispone di 300 bombe atomiche, la maggior parte delle quali si trovano a bordo di sottomarini dotati di missili balistici intercontinentali M-45 e M-51

[6]Accordo tra le cinque potenze nucleari membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ovvero

Russia, America, Cina, Gran Bretagna e Francia, allo scopo di fissare per iscritto una sorta di rinuncia a priori della guerra nucleare.


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