DIBATTITI
Sbarco
di Anzio
Nel
momento in cui gli Alleati furono fermati a nord nella loro avanzata verso
Roma, con l’inoltrarsi della stagione invernale, presero coscienza che le
operazioni in Italia non sarebbero state facili. A Tunisi, dove Winston
Churchill era trattenuto per motivi di salute, maturò l’idea di tentare uno
sbarco nel retro delle difese tedesche di Cassino e quindi farle cadere per
manovra. IL piano era sostenuto dai Britannici ma era osteggiato dagli Statunitensi,
che vedevano in questa operazione solo un inutile spreco di uomini e di
risorse, essendo loro entrati ormai nell’ottica strategica che tutto doveva
essere messo a disposizione di Overlord. Nelle discussioni relative questi
dissidi tra gli alleati pesarono molto, in quanto si crearono false aspettative
e tutto sembrava facile. Una volta sbarcati, superate le difese costiere si era
convinti di arrivare ai Colli Albani e addirittura conquistare Roma con un
semplice sforzo. Alla fine prevalse la volontà di Cherchill e l’operazione fu
approvata. Si doveva sbarcare a sud di Roma, in quanto questa era il limite
della aviazione, limite grave in quanto gli aerei alleati potevano rimanere sul
cielo di Anzio solo una decina di minuti, poi dovevano rientrare alla base per
rifornirsi. Pertanto la più retributiva area di Civitavecchia, che prestava
condizioni di sbarco ottimali (oltre alle difese di Cassino anche Roma sarebbe
caduta per manovra) soprattutto per la disponibilità del porto che era
veramente notevole, non fu presa in considerazione. Non conoscendo questo dato
i tedeschi avevano rafforzato le difese a nord di Roma e quindi nell’area di
Civitavecchia, mentre avevano lasciato completamente indifese le zone di sbarco
a sud di Roma, lungo il litorale Laziale. L’unico punto utile era l’area a
ridosso di Anzio, che aveva un porto sufficiente per l’alimentazione logistica
delle truppe sbarcate.
L’operazione
ebbe inizio il 22 gennaio e non trovò nessuna resistenza; la sorpresa fu
totale. Raggiunti nel primo giorno tutti gli obiettivi, anziché proseguire
verso l’interno e puntare su Colle Albani per tagliare le vie di comunicazione
verso sud, il gen. Luca, che comandata la forza sbarcata, memore dei precedenti
della Sicilia e di Salerno, dedicò tutto il tempo disponibile a dotare la testa
di ponte del maggior numero di materiali, anche perché sapeva che i mezzi da
sbarco gli sarebbero stati sottratti dal 5 febbraio per essere messi a
disposizione di Overlord. Passarono così tre giorni importanti in cui la testa
di ponte si allargò verso l’interno ma permisero ai tedeschi, che nell’area non
avevano truppe di far affluire ingenti forze che riuscirono ad attestarsi a difesa
dal quarto giorno in poi. Le difese tedesche divennero sempre più robuste e
quando gli americani tentarono una punta in avanti con formazioni di Rangers,
fu un disastro. Praticamente i due reggimenti impiegati furono distrutti, e
solo sei uomini ritornarono alla base, gli altri o caduti o feriti o nella
maggior parte fatti prigionieri. Ai
primi di febbraio i tedeschi lanciarono una controffensiva che fu fermata a
stento. Ormai la situazione era compromessa: da una parte gli alleati che
facevano affluire mezzi e uomini dall’altra i tedeschi che tentarono in tre
offensive lanciate nel corso del mese di febbraio di rigettare a mare gli
alleati. Ai primi di marzo la situazione entrò in stallo: in pratica sei
divisioni alleate erano sulla testa di ponte con le formazioni tedesche che
presidiavano le posizioni per tenere aperte le vie verso Cassino. In sostanza
lo sbarco fu un fallimento e non raggiunse lo scopo strategico che si era
prefisso. Occorrerà aspettare la caduta del fronte di Cassino affinchè le forze
sbarcate ad Anzio potessero partecipare alle operazioni per la conquista di
Roma e l’avanzata verso nord.
(MASSIMO COLTRINARI)
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