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sabato 30 marzo 2024

Editoriale Il Nichilismo dei Giovani

 

Riprendiamo un passo dell’articolo di Guglielmo Galloni,  pubblicato su LIMES, nel quadro del nostro approccio sulla comunicazione  e del dibattito che si sta sviluppando in seno al CESVAM

“A distanza di anni e di innumerevoli discorsi fatti sulla importanza della pedagogia nazionale, LIMES constata come in Italia non sia ancora possibile pensare che dove non arriva la famiglia possa arrivare la scuola. La scuola italiana non sembra avere né proporre alcun metodo. Mentre il mondo cambia essa è rimasta ferma e sembra aver perso la sua anima[1]. Non riflette sulla evoluzione del mondo giovanile, sui nuovi linguaggi, su come i paradigmi culturali contemporanei vadano convertiti dentro le aule. Al contrario, vanta un feticismo per i numeri che si concretizza nell’ossessione dei voti e dei giorni mancanti a “finire il programma”. La possibilità di formare persone, e non solo studenti capaci, è assai remota.

Forse perché, per molti, il mestiere dell’educatore è un ripiego. 

Per un professore non esiste carriera, né merito. 

Anche chi lavora male ha il posto assicurato. Gli stipendi sono bassi e l’età media è tra le più alte in Europa. Si studia certo, e di più rispetto ad altri paesi europei, ma la maggior parte dei ragazzi non ha consapevolezza di cosa studia e neanche ne capisce il senso. Avviene con matematica, fisica, greco, latino e filosofia, persino con la storia, materia che più di tutte dovrebbe fornire le chiavi di accesso alla comprensione del ruolo dell’Italia nel mondo[2]. E invece sui libri di tanto in tanto sono dedicate al racconto delle sconfitte nazionali, quando si parla di mito associato all’Italia, si torna ai fasti dell’impero romano, non si usano gli atlanti.[3] Il Risorgimento, periodo simbolo della unificazione nazionale , cuore del pensiero di Cavour, Mazzini, Crispi, D’Azeglio e Gioberti, dell’Inno di Mameli, e dell’opera lirica, simbolo della intesa tra Garibaldi  e Vittorio Emanuele II[4], viene relegato a poche pagine. La costruzione della Repubblica dopo la sconfitta della seconda guerra mondiale viene trattata a fine programma dell’ultimo anno, quando ormai sono tutti stanchi e spaventati dall’esame di maturità. 

Non esiste approccio più sbagliato per innescare un sentimento di apatia non tanto nei confronti della storia in sé, quanto nei confronti del proprio paese, dello spirito di sacrificio e della sofferenza che gli italiani hanno patito nel corso degli anni. La Scuola dovrebbe animare il desiderio di sapere, mettendo a confronto nel presente, il passato con il futuro. Chi eravamo, chi siamo, dove andiamo. E’ invece……..”

 Da: Guglielmo Galloni, C’erano una volta i giovani: come rianimarli, in LIMES, Rivista Italiana di Geopolitica, Una Certa Idea dell’Italia,  n. 2 del 2024, pag. 101-106[5]

 

Invito tutti a leggere l’articolo completo, per avere qualche idea in più per riuscire a colloquiare con i giovani, nel quadro generale del ripensamento sui modi e metodi in essere, tema che il CESVAM intende portare alla attenzione  generale dell'Istituto.

Massimo Coltrinari



[1] R. Borzotto, R. Cetera, L’anima della Scuola, Milano, 2023, San Paolo.

[2] E QUADERNI  aggiunge, anche la Geografia, in tutte le sue componenti ormai cancellata da ogni programma. Materia questa basilare per comprendere il Pianeta in cui vivi e come saperti muovere in senso spaziale. L’assurdo poi è constatare che termini come “geopolitica”, “geostratetegia”, “geopolitica” molto in voga nei dibattiti in cui chi li usa spesso sa di economia, politica e strategia ma ignora la geografia.

[3] Vds nota precedente

[4] E QUADERNI aggiunge: equilibrio magico tra forze democratiche e progressiste e forze moderate conservatrici nell’interesse superiore di tutta la collettività, quello che oggi nella vita politica nazionale è difficilmente riscontrabile, con il prevalere dell’interessi di parte e di qualcheduno.

[5] Nell’occhiello si legge: non sanno qual è il loro posto nel mondo perché non hanno gli strumenti necessari a capire cosa li circonda. Troppi adolescenti crescono senza famiglia e senza scuola. Il tramonto del padre. Come ricostruire una identità comunitaria.

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