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giovedì 10 novembre 2016

La conferenza è stata incentra sulla parte iniziale di 
questo volume che tratta la posizione dell'Italia 
alla vigilia della Grande Guerra e le scelte discendenti

 Promossa e sponsorizza dall'Amm. Cingolani, Presidente della Federazione di Rimini del Nastro Azzurro, all'Hotel National di Rimini sede del LIONS Rimini Host e Malatesta, l'8 novembre scorso si è tenuta, in occasione della Giornata della Bandiera in Onore delle Forze Armate la Conferenza
“ L’Italia, l’entrata in guerra ed il tradimento degli Imperi Centrali” 1914-1916

  tenuta dal Gen.Massimo Coltrinari, Direttore del CESVAM.


 Si riporta una sintesi.

La conferenza si  è prefissata lo scopo di illustrare gli avvenimento diplomatico-politici-militari dal momento della rottura degli equilibri europei a seguito dell’attentato di Saraevo, le ripercussioni all’interno della Triplice Alleanza, l’esclusione dell’Italia dalla applicazione della Convenzione militare del marzo 1914, l’attacco alla Francia ed alla Russia, ed alla Serbia. La conseguenza fu la forzata neutralità italiana che acuisci un problema strategico generatosi nel 1866 e che fu uno degli argomenti centrali nel problema della difesa del confine orientale.

La III Guerra di indipendenza aveva messo in gravissima difficoltà l’Italia. Al di là della condotta tattica della Guerra l’Austria aveva preventivamente messo in bilancio di perdere il  Veneto, sia per carenza di froze sia perché il teatro principale era la Prussia, in quanto questa pianura non è difendibile se non si ha il possesso o del quadrilatero di fortezze allo sbocco della valle dell’Adige sull’asse Innsbruck – Verona, oppure Tieste, con l’Hermada e la basse valle dell’Isonzo. Altre difese non sono praticabile se non sotto dominio tattico dell’avversario.
Il Dibattico su dove occorreva difendersi o sulla linea el Piace o sulla linea dell’Adisce durò fra gli strateghi italiani per oltre 40 anni. I Piani di difesa del confine orientale furono redatti dai Capi di Stato Maggiore: dal pinao Ricotti Magnani (1873) a Cosenz (1883), da Tancredi Saletta (1904) ad Alberto Pollio (1914) a Luigi Cadorna. Si sono esposti, poi, i vari piani in sintesi espositiva.

Anche per questo l’Italia, in contrasto con la Francia e la Gran Bretagna, aderisce alla alleanza con Germania ed Austria nel 1882, una sorta di Alleanza che è una assicurazione sulla esistenza del giovane stato unitario italiano. La Triplice Alleanza venne rinnovata di cinque anni in cinque anni
Accanto alla Triplice, venne firmata una Convenzione Militare che fu rinnovata nel marzo 1914, in cui l’Italia era partecipe all’attacco alla Francia, con oltre 150.000 uomini,con previsto anche un attacco alla neutrale Svizzera.

La esclusione da parte della Germania e dell’Austria dell’Italia, al momento della rottura degli equilibri europei, in quanto si ritenevano sufficiente forti per conseguire una vittoria che non volevano dividere con l’Italia. Da qui dalla Triplice alleanza alla neutrali.

La figura del von Konrand e di parte del consiglio aulico di Vienna che voleva la guerra all’Italia, decisamente ostile all’Italia, èemblematica. Progetti portati a punto per la guerra preventiva nel 1908 ( terremoto di Messina) nel 1912 ( guerra di Libia) con l’intento di rioccupare non solo il Vento ma anche la Lombardia, riaprendo la questione risorgimentale erano nel 1910-1915 all’ordine del giorno a Vienna.

Dal momento della dichiarazione della neutralità, il 2 agosto 1914, l’Italia non ha più ne alleati ne amici e si deve inventare tutta una nuova politica estera. Fino agli inzia del 1915 non viene presa nessuna decisione. Poi Sonnino e Salandra, con l’accordo del Re,in contrasto con la maggioranza giolittina, decidono di fare il grande salto con la discussione e la firma del Patto di Londra (febbraio-marzo 1915). In Italia scoppia lo scontro tra la maggioranza neutralista, composta da giolittiani, cattolici e socialisti, ed interventisti, repubblicani, sia storici che risorgimentali e nazionalisti, con figure di rilievo come D’Annunzio, Mussolini, Filippo Corridoni. Prevalgono gli interventisti, ma le belle parole non risolvono il problea prinicipale: la impreparazione delle Esercito, depauperato dalla guerra di Libia, e non pronto per una guerra all’Austria. La dichirazione di guerra fi prematura e la prima offensiva Cadorna la lancia il 23 giugno 1915, un mese dopo la dichiarazione di guerra.

In tutto questo gli Austriaci, che con i Tedeschi fecero di tutto per tenerci fuori dalla guerra offrendoci di tutto meno dandoci l’unica cosa che contava, Trieste, videro aprirsi un nuovo fronte e subito ci accusarono di tradimento.
Ma il vero tradimento fu quello di Berlino e Vienna del 1914, che poi fu mascherato da una campagna di propaganda ignobile che sarebbe roa di contrastare e respingere.

Il naturale dibattito ha concluso la conferenza proposta.


I Contenuti della Conferenza,  possono essere approfondi nel volume:

Massimo Coltrinari, Le Marche e la Prima Guerra Mondiale. Il 1914. Le Brigate di Fanteria “Marchigiane”,  le Brigate “Marche”, “Ancona”, “Macerata”, “Pesaro”, “Piceno”, Roma, Società Editrice Nuova Cultura, Università La Sapienza, 2014, pag. 254, Ill, Euro 19., che era disponibile  in sala. (per acquisto n line: ordini@nuovacultura.it)

Piano Cadorna adottato al momento della entrata in guerra dell'Italia 1915



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