UNA FINESTRA SUL MONDO
Lo sterminio degli Herrero
Africa del sudovest 1904
Gli Herrero, una popolazione di non più di 80.000 individui che viveva ai
confini dell’attuale Namidia, ebbe il non poco piacevole privilegio di essere
oggetto del primo genocidio del secolo
breve e di inaugurare il lavoro forzato e subire un trattamento violento e degradante
in un campi di concentramento.
Come per scherzo del destino chi commise questo primo sterminio furono i
Tedeschi, allora potenza colonia in quella che era chiamata l’Africa del Sud
Ovest.
Gli Ferrero erano una popolazione pacifica, ed il loro capo firmò varie
trattai in cui cedeva ai coloni tedeschi appezzamenti di territorio su
appezzamenti; ma i tedeschi non hanno nei loro programmi coloniali di spartire
con gli ferrero le terre, ma di accaparrarsele tutte.
Dalla iniziale disponibilità di Ferrero sono spinti alla rivolta e la
sommossa scoppia nel 1904. E’ l’occasione peri tedeschi di passare all’azione.
Disprezzando intimamente gli ferrero i tedeschi trasformano quello che poteva
essere uno scontro coloniale in uno scontro razziale.
L’11 agosto 1904 nella battaglia di Hamakari-Waterberg l’esercito tedesco
non solo sconfigge gli Herrero in armi uccidendo 5-6000 combattenti, ma passa
all’azione eliminando sistematicamente quelli che sono al seguito iccidendone
altri 20-30 mila. Lo scopo con cui si opera è chiaro: annientare la popolazione
indigena rappresentata dagli Herrero.
Ha capo delle forze tedesche operanti vi è il gen. Lothar von Trotha il
quale non ha scrupoli: vuole lo sterminio di tutti gli Herrero[1]
Questa posizione di von Trotha non è però condivisa dall’Amministratore
civile della Colonia, Theodor von Leutwein, che considera questa azione del
tutto assurda, oltre che inattuabile, dal punti di vista economico, in quanto
Inizia un braccio di ferro tra il potere militare e quello civile e la
questione arriva fino a Berlino, attraverso il Capo di Stato Maggiore
dell’esercito tedesco von Schlieffen, che la sottopone al Kaiser.
Guglielmo II prende le parti di von Trotha e, mentre von Leutwein da le
dimissioni, si avvia lo sterminio sistematico. Gli Ferrero non hanno
possibilità di sopravvivenza se non prendere la via del deserto, il Kalahari,
per raggiungere le colonie inglesi o portoghesi. Ma i tedeschi li prevengono ed
avvelenano tutti i pozzi d’acqua situati lungo il tragitto. Il Kalahari
ucciderà circa 30.000 Herrero.
All’inizio del 1905 von Trotha può constare che la rivolta degli ferrero
è sedata. Rimangono poco più di circa 12000 Herrero, qualche migliaio alla
macchia il resto rifugiati nelle colonie inglesi.
Ma questa soluzione appare agli occhi dei militari tedeschi e soprattutto
di von Schlieffen come una sconfitta in
quanto erano rimasti vivi un numero troppo elevato di Herrero; soprattutto ci
si preoccupa di quelli che hanno trovato rifugio nelle coline inglesi, che
potrebbero da vita ad una guerriglia che si vuole evitare. Vi è anche la
necessità di manodopera nella colonia tedesca ( anche in questo caso i tedeschi
avendo bisogno di manodopera, non si fermano davanti allo sterminio, così come
nella seconda guerra mondiale); inoltre l’immagine della Germania da tutta
questa vicenda ne esce oscurata.
Da qui la decisione del
cancelliere von Bulow di tentare di por fine alla guerra con gli Ferrero e
cercare di convincere i sopravissuti a ritornare in Patria.
La questione è posta di nuovo alla attenzione di Guglielmo II e dopo tre
settimane di discussione si decide di por fine alla politica di sterminio fino
ad allora attuata e di passare alla politica della schiavitù.
Questa politica consiste nel fatto che nella Colonia ogni Herrero che si
fosse costituito alla autorità non doveva essere più ucciso, ma considerato
come “internato”.[2] Doveva essere ristretto in
un luogo controllato e sicuro (campo di concentramento) doveva essere marchiato
con le lettere GH (che stavano a significare ‘Herrero catturato”) e doveva
lavorare forzatamente per l’economia della Colonia al costo più basso possibile
per
Ancora più interessante è il fatto che nelle carte amministrative
intercorse tra Berlino e
Dopo le esperienze degli spagnoli (1899) e degli inglesi nella guerra
Boera, i tedeschi che già adottano il binomio Konzentrationlager ( campo di concentramento) e filo spinato,
perfezionano il sistema integrandolo con il lavoro forzato. Per la prima volta,
siamo nel 1905, il campo di concentramento con filo spinato e il lavoro forzato
sono associati in una unica entità fuori di un contesto militare.
Questo trinomio nella sua attuazione serve per sbarazzarsi dei “diversi”
non attraverso i genocidio come voluto da von Trotha, ma attraverso l’eliminazione
degli internati attraverso il lavoro fisico. Da qui le durissime condizioni di
trattamento all’interno dei campi. Le fonti tedesche, sempre precise al riguardo attestano che le autorità coloniali
tedesche internarono 10632 donne e bambini e 4137 uomini. Di questi 7862
morirono entro un anno dall’internamento a causa delle durissime condizioni di
trattamento.
I campi di concentramento sono a Luderitz, Swakopmund e Karabib. Il
lavoro è finalizzato alle grandi opere delle Colonia, come la costruzione della
linea ferroviaria Luderitz-Keetmanschoop
Ancora più sconcertante è il fatto che dagli Archivi tedeschi i registri,
che riportano le cause dei decessi, attestano che si siano fatti sugli
internati ferrero esperimenti medici. Il dottor C. Krieger Hinck nella sua tesi
di dottorato,menziona l’invio alle Università di Breslavia e di Berlino di
collezioni di crani di Herrero, debitamente ripuliti con pezzi di vetro dagli
internati stessi. Inoltre numerosi cadaveri di Ferrero furono inviati in
Germania per essere sezionati.
Nel 1908 questa politica attirerà
gli strali delle opposizioni parlamentari tedesche ed i campi vengono
smantellati . I sopravissuti non sono autorizzati a ritornare nei territori di
origine ma vengono smistati nelle diverse fattorie con al collo una placca
(identificazione del diverso) recante un numero di matricola.
Nel 1911 I tedeschi recensiscono gli Herrero mescolandoli anche ad altre
etnie consimili. Né risultano circa 15.130
In base a quanto detto sopra si può quindi dire che in poco più di sette
anni l’80% degli Herrero è stato sterminato. Ma gli storici possono ben
asserire che nel 1911 gli Ferrero hanno cessato di essere una popolazione o una
tribù, quindi sono stati sterminati[3]
Rimane l’ultimo dato da porre all’attenzione del lettore. Il primo
commissario imperiale della Colonia d’Africa del Sudovest fu un certo dottor
Heinrich Goring. Suo figlio Herman Goering fu l’iniziatore del sistema
concentrazionario nazista. Due domante: Esiste un collegamento tra padre e
Figlio? Ma quello che è successo in Germania dal 1933 al 1945 è solo colpa del
“pazzo” Adolf Hitler?
[1] Che
si tratti di pulizia etnica se non proprio di sterminio, risulta da questo Vernichtungsbefehl (ordine di
sterminio), che si riporta integralmente: “Io,
generale di corpo d’armata dell’esercito tedesco, indirizzo questa lettera al
popolo Herero. Gli Herero non sono più considerati sudditi tedeschi. Hanno
ucciso, derubato e mutilato delle orecchie e di altri parti del corpo i soldati
feriti e ora rifiutano di continuare a lottare per pura vigliaccheria. Io ho da
dire loro solo questo:chiunque ci consegnerà un ferrero riceverà 1000 marchi,
chi mi consegnerà Samuel Macero ( il capo della rivolta) riceverà 5000 marchi. Gli Herero dovranno
lasciare il paese, altrimenti li costringerò a farlo con le armi. Qualsiasi
Herero scoperto nei confini del territorio tedesco, armato o disarmato, con o
senza bestiame, sarà ucciso. Non tollero neppure la presenza di donne e
bambini, che devono partire o morire. Questa è la mia decisone per il popolo
Herero
[2] Il
termine qui è utilizzato secondo l’attuale concezione. Non poteva essere
considerato “prigioniero” anche se
questo fu il termine utilizzato, perché la situazione degli ferrero nel 1905 si
attaglia perfettamente a quella del “diverso” che rappresenta un pericolo per
lo Stato e quindi va ristretto nelle sue libertà.
[3] Questo
contributo è la sintesi di un saggio dedicato allo sterminio degli Herrero che
spero possa essere pubblicato sulla nuova serie dei “Quaderni” dell’ANEI, a cui
si rimanda. Per un ulteriore documentazione sugli ferrero qui si possono citare
le seguenti opere. Bley H.,
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