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domenica 9 gennaio 2022

Konrad e i piani per l'invasione dell'Italia 1907 1911

 DIBATTITI

 

Tutto il pensiero del Konrad in questi dieci anni prima dello scoppio della Grande Guerra. L’Austria-Ungheria temeva la nostra forza e aveva, per il Konrad opzioni in esame, tenersela amica ad ogni costo nel quadro della Triplice Alleanza oppure, arrivare alla tanto agognata guerra preventiva. Questo per evitare che l'Italia si alleasse con la Russia, costringendo l'Austria ad una eventuale guerra su tre fronti (sviluppare il concetto).

Tutto il pensiero del Konrad è lineare a sostegno delle sue tesi. L’Italia non era così forte come lui la descriveva.


In un promemoria del 6 aprile 1907 si legge: «Tanto la monarchia quanto l’Italia sono molto in arretrato in fatto di preparazione alla guerra. L'Italia lavora però con ogni mezzo a rimettere il perduto: costruzioni ferroviarie, fortificazioni, armamento d’artiglieria, trasformazione della flotta e indizi molteplici indicano che essa si prepara a questa guerra».

Ed a proposito di una intervista col ministro degli esteri Aehrenthal del dicembre stesso anno, dice: «a riguardo dell’Italia, il ministro sembra in errore perché fa troppo scarso conto delle forze armate dell’Italia, . . . . gli accennai che gli italiani fanno notevoli sforzi in terra e sul mare e ci sorpasseranno presto in fatto di artiglieria e di fortificazioni».

In una lettera del febbraio 1908 al ministro della guerra, ritornando alla sua idea, che sarebbe convenuto all’Austria-Ungheria di muovere guerra all’Italia nel 1907, dice:

«E neppure posso modificare la mia convinzione d’allora, che cioè sarebbe stato opportuno il farlo nello scorso anno, giacchè le probabilità favorevoli diminuiscono d’anno in anno, anzitutto per la crescente preparazione dell’Italia (specie per fortificazioni e flotta) e poi per il rafforzarsi della Russia».

Il 4 giugno 1908 Conrad chiede l’intervento di Sua Maestà per ottenere il raddoppio di binario sui tratti Salzburg-Worgl e Bud-weis-Linz, accennando che «l’Italia costruiva le sue ferrovie di radunata nel Veneto ed era già ora in grado di concentrare, entro il 10° giorno di mobilitazione, 9 divisioni contro il Tirolo e, il 15° giorno, 23 divisioni sulla Livenza; oppure, verso il 10° giorno, 6 divisioni contro il Tirolo e 26 divisioni, il 14° giorno, sull’Adige, oppure, il 19°, sul Tagliamento. . . . 

. . . . Insistetti sul fatto che essa prende visibilmente tutti i provvedimenti per una guerra, e guerra offensiva contro la monarchia: costruzione di navi da guerra, di fortificazioni, di ferrovie, di mezzi di attacco, trasformazione dell’esercito, tutto accenna a ciò; e l’approvazione unanime del grande credito per le spese militari di circa 300 milioni ha dato la prova palpabile che l'Italia lavora per un grande scopo, diretto contro la monarchia. L'attività attuale nel Veneto, trascurando la frontiera francese, ne è chiaro indizio. Ho nuovamente rimpianto che non si sia dato seguito al mio concetto di un anno fa di far guerra all'Italia finché essa non era pronta. Mentre Allora ci saremmo trovati di fronte ad un’Italia non agguerrita, e, per la debolezza della Russia e per l’incompletezza degli accordi anglo-franco-russi, avremmo avuto mano libera verso di essa, in avvenire avremo prevedibilmente situazioni politiche meno favorevoli di fronte ad una Italia cosciente dello scopo e preparata».

(continua)


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