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giovedì 20 gennaio 2022

Ettore Viola: COMBATTENTI E MUSSOLINI DOPO IL CONGRESSO DI ASSISI III Parte

 APPROFONDIMENTI

 

La mia opera intesa ad amalgamare nell'Associazione gli ex combattenti della prima guerra mondiale con quelli della seconda, e a non umiliare i “forzati” volontari della  guerra di Spagna, durò lunghi anni, ma alla fine fu coronata dal successo.

Non è il caso di elencare il successivo immane lavoro svolto da me e dai miei collaboratori. Dirò soltanto che per quattordici anni rimasi inchiodato alla mia poltrona di Piazza Grazioli, come un impiegato qualsiasi e che i miei viaggi per l'Italia avevano come scopo lo sviluppo dell'Associazione degli ex combattenti e non la propaganda per essere riconfermato Deputato.

Infine, non per vantarmene, ma per la verità obiettiva, non sempre gradita ai mie detrattori, dirò che all'Associazione non feci mai spendere per me, neppure una lira perché rinunciai sempre ad ogni indennità nonché al rimborso delle spese vive; e ricorderò agli immemori che durante la mia Presidenza dell'Associazione non fu mai asservita né ai democristiani né ai comunisti, e tanto meno a un condominio tra questi due grandi partiti. Ciononostante i comunisti furono nell'Associazione sempre disciplinati, corretti e amici dello scrivente.

Anche ancorché mi dimisi volontariamente dalla Presidenza dell'Associazione nel 1958, per aver ricevuto dall'armatore Achille Lauro, allora capo di un partito monarchico, un'azione disonesta che mi impedì di essere confermato deputato, i comunisti furono ancora una volta, con me, tra i più corretti e comprensivi.

Infatti in quell'occasione, dissociandosi da coloro che vollero ad ogni costo accettare le mie dimissioni – che peraltro avevo dichiarato irrevocabili – senza seguire la prassi secondo cui, tra le persone educate e civili si usa respingerle “in prima istanza”, i comunisti dimostrarono di essere i “più umani” di tanti altri presenti in Assemblea.

 

Continua

Ettore Viola

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