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venerdì 27 dicembre 2024

Campagna di Russia 1942 -1943 Divisione Ravenna

 ARCHIVIO

COMANDO FANTERIA DIVISIONALE “RAVENNA”

 

N. 2/Op. di prot.                                                                                           P.M. 53 li 1° febbraio 1943 - XXI

 

OGGETTO: Relazione sulle operazioni cui ha partecipato un’aliquota della divisione “Ravenna” nella zona Pereschepnj - Radtscheneskoje - Popowka - Garbusowskj - Cercowo - Strelzowka - dal 17 dicembre 1942 al 17 gennaio 1943.

 

AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA “RAVENNA”        - P.M. 53

 

Il mattino del 17 dicembre 1942 alle ore 9,30, le unità delle divisione “Ravenna” avevano defluito  dalle zone di Gadjutschje e Filonowo, ripiegando per Bogutscharski e Pereschepnj. Il generale Capizzi - rimasto ancora a Gadjutschje con un gruppo corazzato tedesco comandato dal maggiore Auffmann è incaricato della protezione del ripiegamento - raccolti gli elementi residui, alle ore 10,30 muove su Pereschepnj dove si era raccolta una frazione della divisione, costituita: da una aliquota del 37° rgt. fanteria col comando del reggimento, da elementi di unità divisionale e dal comando del 38° rgt. fanteria che, ritiratosi dopo i propri reparti, aveva trovato preclusa la via per Bogutscharskj seguita dai reparti stessi ad aveva perciò dovuto pur raggiungere la località di Pereschepnj. Forza complessiva di tutte le unità predette: circa 1200 uomini; comandante: il colonnello Naldoni del 37° regt. fanteria.

 

A Pereschepnj, il generale Capizzi prende contatto col comando della 298^ div. tedesca e aderisce alla richiesta del comando stesso di concorrere alla organizzazione di una linea di difesa a copertura della zona di Pereschepnj contro provenienza da nord: tratto orientale (fino alla strada Filonowo - Pereschepnj) affidato a truppe della divisione tedesca; rimanente tratto della colonna Naldoni.

 

La sera del giorno 17 dicembre la 298^ divisione tedesca inizia  il ripiegamento sulla linea (a sud di Bogutschar) Radtschenskoje – Diatschenkowa. Nella notte sul 18 il movimento viene seguito dalla colonna Naldoni. Durante il  movimento giunge al generale Capizzi dal comando del XXXV C.A., l'ordine di porsi con la colonna Naldoni, agli ordini del comandante della 298^ div. tedesca, a sua volta dipendente dal predetto comando di C.A.. A ripiegamento effettuato la colonna è dislocata a presidio Radtschenskoje (alla sinistra dello schieramento della divisione tedesca) dove pure vengono schierati alcuni alcuni pezzi controcarro tedeschi. Il III btg. del del 37° rgt. fanteria viene distaccato sull'ala destra della divisione tedesca  e nel settore della divisione “Pasubio”.  

 

Il mattino del giorno 18 dicembre, avendo il comandante della div. tedesca fatto presente al generale Capizzi che, data la situazione e la dislocazione, non era in grado di fargli avere tempestivamente gli ordini per eventuali movimenti riguardanti la truppe della divisione “Ravenna” dislocata a Radtschenskoje, il generale Capizzi si assume l’incarico di provvedere a ciò prendendo ordini direttamente al comando del XXXV C.A., al quale, perciò. riferisce su quanto precede.

 

L’Ecc. il generale Zingales, comandante del XXXV C.A., tiene ai propri diretti ordini il generale Capizzi, confermandogli intanto l’incarico di continuare a provvedere a ciò che riguardava la difesa di Radtschenskoje con le truppe della divisione “Ravenna” ivi schierate.

 

Alle ore 9,30 del giorno 19 dicembre il comando del XXXV C.A. da ordine al generale Capizzi di recarsi subito a Krimizza (sud-est di Radtschenskoje), località verso la quale risultava che si dirigevano elementi nemici con carri armati, con l’incarico di organizzare la difesa della località con elementi della divisione “Torino” ivi dislocato. Giunto a Krimizza alle ore 10, il generale Capizzi trova che il presidio della “Torino” era partito per ordine ricevuto sin dalla prime ore del mattino, e apprende dagli abitanti che, poco prima, 10 carri armati nemici, fatta una puntata fino all’abitato di Krimizza e trovata la località sgombera di nostri elementi, aveva ripiegato. In tal senso viene riferito al comando di C.A..

 

Alle ore 14 del 19 dicembre il comando del XXXV C.A. ordina al generale Capizzi che le truppe della divisione “Ravenna” schierate a Radtschenskoje ripieghino su Medowa. Le truppe predette, - che nei giorni 18 e 19 avevano fronteggiato elementi esploranti nemici provenienti da ovest e da sud e che erano state bombardate e mitragliate, con perdite, da aerei, - effettuano il ripiegamento ordinato dopo che analogo movimento era stato effettuato, sulla loro destra, dalle truppe della 298^ div. tedesca, in modo da assicurare sempre a queste la protezione del loro fianco sinistro. A loro volta le truppe della divisione “Ravenna” hanno la protezione di pezzi c.c. tedeschi schierati lungo l’itinerario Radtschenskoje - Medowa. Il III btg. del 37° ftr., col suo comandante, maggiore Sena, distaccato come già accennato, nel settore della divisione “Pasubio”, non rientra: dalle notizie raccolte risulta che il nemico gli ha precluso la ritirata dal suo posto di combattimento

 

La sera dello stesso giorno 19 dicembre il comando del XXXV C.A. ordina al generale Capizzi di incolonnare le truppe della “Ravenna” sull’itinerario Medowa - Karassiew - Popowa - Werchnjakowskj, immediatamente dopo la divisione “Pasubio” e prima della divisione “Torino”. Ma prima che sia raggiunta la località di Werchnjakowskj si ha notizia che il nemico vi si è già schierato e preclude i movimenti delle nostre unità. Analoga occupazione nemica vi è sull’itinerario passante per Meskoff. Le truppe italiane e tedesche che dovevano defluire verso sud risultano, in sostanza, chiuse in una sacca dalla quale si dovrà uscire dopo avere organizzato il combattimento per aprirsi una via. Avuta notizia che il comando del XXXV C.A. era già passato oltre le località ormai bloccate dal nemico, il generale Capizzi si presenta al generale di divisione Lerici, comandante della divisione “Torino” e più elevato in grado degli ufficiali presenti, e dal quel momento si pone ai suoi ordini assieme alla colonna Naldoni, ridotta alla forza di circa 900 uomini.

 

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Il combattimento per la rottura della sacca viene organizzato nel mattino del giorno 20 dicembre: effettuazione prevista pel pomeriggio dello stesso giorno, partendo dalla zona di Popowa con direzione generale sud - ovest.

 

Il gruppo corazzate del maggiore Auffmann, che già aveva cooperato con le truppe della divisione “Ravenna” nella zona Gadjutschja – Filonowo, ha l’incarico dell’azione iniziale di rottura e della successiva protezione del movimento disponendo i suoi elementi sulla testa, sui fianchi e sul tergo delle fanterie, con accentramento di mezzi verso il lato che sarebbe risultato man mano più minacciato. Il generale Capizzi ha l’assenso del generale Lerici per partecipare all’azione col gruppo di protezione del maggiore Auffaman: tale sua partecipazione ha avuto luogo fino all’arrivo nella località di Cercowo (25 dicembre) ove il gruppo Auffman è giunto stremato di forze e con gravi perdite di personale e di materiali tanto da non essere più in grado di assolvere il suo compito.

 

La sortita dalla sacca di Popowka ha inizio, come previsto, alle ore 14 del 20 dicembre ed è coronata da successo. Vengono eliminate le resistenze in posto del nemico e le offese da lui successivamente lanciate contro le nostre truppe in movimento. Dopo la sortita, un primo combattimento ha luogo fra Popowka e Posniakoff. Al mattino del giorno 21 viene raggiunta quest’ultima località. Nello stesso giorno ha luogo la prosecuzione del movimento su Garbusoswki. Fra Posniakoff e Garbusowski si svolgono altri tre combattimenti. Agli ultimi due partecipano in modo particolare, con altre truppe, reparti agli ordini del Colonnello Nardoni, sempre bravamente comportatosi e che alla fine risulta disperso assieme al colonnello Bianchi del 38° rgt. ftr. che, non avendo comando di truppe, seguiva il comando del 37° rgt. f.. Il comando della colonna, ridottasi per le perdite a circa 600 uomini, viene assunto dal ten. col. Berbarulli. aiutante in campo della fanteria divisionale.

 

A Garbusowski il nemico aveva prevenuto le nostre truppe schierandosi in forze sulle alture circostanti il villaggio. Un attacco condotto dal gruppo Auffmann e da fanterie vale a ottenere il possesso dell’abitato ma non ad avere via libera per la prosecuzione del movimento. In attesa di rinforzi preannunciati a mezzo radio, l’abitato di Garbusowski viene organizzato a caposaldo col concorso delle truppe tedesche e italiane: queste ultime in parte vengono inserite in linea in parte, e prevalentemente, costituiscono riserve pel contrassalto. Tali riserve sono divise in due blocchi, corrispondenti ai due settori (sud e nord) del caposaldo, rispettivamente alle dipendenze del generale Capizzi e del generale Rossi (comandante della fanteria della divisione “Torino”). Il nemico attacca con larghi mezzi nei giorni 22 e 23 dicembre. Le truppe della divisione “Ravenna” hanno occasione di distinguersi per tenacia nella resistenza e per slancio nel contrassalto. Il tratto di fronte tenuto da tali truppe, nonostante le perdite da essi subite, non è mai violato dal nemico al quale sono anzi catturati prigionieri, armi e munizioni.

 

Il giorno 23 dicembre, avuta notizia che la situazione non consentiva l’arrivo di rinforzi, viene decisa la sortita delle truppe alleate dal caposaldo di Garbusowski e la prosecuzione del movimento verso ovest. La sortita ha luogo la sera dello stesso giorno 23 dicembre: effettuazione iniziale del movimento verso nord, per piegare poi verso ovest; contemporaneo attacco da parte di aliquote di forze lasciate in posto per trarre in inganno il nemico, aliquote di forze delle quali fecero parte elementi della “Ravenna” votati al sacrificio. Da Garbusowski si punta per Mankowo nei cui pressi si giunge al mattino del giorno 24 dicembre. Trovata Mankowo fortemente occupata dal nemico, il movimento viene dirottato verso sud su Scheptukowka pure occupata da unità di fanteria e controcarri dal nemico: queste unità vengono attaccate dal gruppo Auffmann e rapidamente eliminate.   Si prosegue, quindi, per la stazione di Scheptukowka, su Cercowo dove si giunge alla sera del giorno 25 dicembre. Nei pressi della stazione di Cercowo il maggiore Auffmann, comandante del gruppo di protezione che ha a svolto opera altamente meritoria per capacità tecnica e per le continue prove date di sprezzo del pericolo e di serena audacia, rimane gravemente ferito al ventre da un colpo di fucile nemico. A Cercowo le nostre forze giungono stremate per le perdite inflitte dal nemico e per quelle provocate dalla estrema rigidità del clima. Le forze della “Ravenna” sono ormai ridotte a circa 300 uomini solo in parte idonei.

 

La località di Cercowo era già presidiata da truppe tedesche e italiane e organizzata a caposaldo. Le truppe affluitevi da  Garbusowski vi rimangono per rinforzare il presidio. La sosta di Cercowo  va dalla sera del 25 dicembre  1942 alla sera del 15 gennaio 1943. In tale periodo, mentre il nemico rinforza l'assedio del caposaldo e ne tenta ripetutamente la conquista, le truppe alleate perfezionano sempre più il dispositivo di difesa e di contrattacco. Tutte le truppe italiane di Cercowo costituiscono un raggruppamento comandante il generale Lerici: e vice comandante il generale Capizzi (in sostituzione del generale Rossi, comandante della fanteria della divisione “Torino” che subito dopo l'arrivo in Cercowo viene trasportato a mezzo aereo a Charkow per congelamento). Gli elementi della divisione “Ravenna” concorrono, inoltre alla organizzazione della difesa;  formando il comando di un reggimento di formazione facente parte della riserva del caposaldo (comandante il ten. Col. Tromba del 37° reg. ftr.) e mettendo a disposizione, per per impiego in prima linea, i militari validi: nella quasi totalità volontari.

 

Il nemico fra il 26 dicembre e il 9 gennaio sferra sette attacchi con impeto crescente e con largo impiego di mezzi corazzati di “katjusca”, di mortai e di artiglieria, ma è sempre ributtato con gravi perdite. Nell’attacco del giorno 9, dieci carri armati nemici riescono a penetrare nell’abitato: di essi otto vengono distrutti. Dal 9 in poi il nemico, visti vani i suoi sforzi, si limita ad azioni di metodico bombardamento. La difesa di Cercowo è gloria di tutte le truppe alleate che vi parteciparono: i superstiti della divisione “Ravenna” sempre tra i primi nel dare il loro eroico contributo per la difesa del caposaldo.

 

La difesa di Cercowo viene protratta in attesa che unità corazzate tedesche, preannunciate in movimento, giungano a liberare il caposaldo. Mancato anche qui la possibilità di arrivo di rinforzi, le truppe di Cercowo ricevono ordine di tentare di rompere l’assedio con i propri mezzi e di raggiungere Belowodsk attraverso Strelzowka presidiata da truppe corazzate tedesche. Le disposizioni per la sortita vengono concretate il giorno 15 gennaio: esse prevedono la costituzione di un dispositivo di combattimento costituito da elementi tedeschi e italiani, a protezione dei rimanenti elementi non atti al combattimento o delle impedimenta trasportanti soprattutto i feriti e congelati di Cercowo. Il generale Lerici e il generale Capizzi col dispositivo di combattimento. La sortita ha inizio alle ore 20 del 15 gennaio. Il movimento si svolge prima in direzione di Lofiskaja (sud-ovest) poi in direzione di Strelzowka (nord-ovest) e infine su Belowodsk (ovest)., Nel lungo percorso, il nemico, accortosi del movimento cerca di reagire e di interdire il movimento stesso con tutti i mezzi a sua disposizione. Si combatte essenzialmente poco dopo la sortita, a Lofiskaja o a sud di Strelzowka. L’ultimo combattimento è il più aspro e porta alla momentanea rottura della nostra colonna per parte di unità corazzate nemiche. La crisi viene, però, prontamente risolta anche per l’efficace intervento degli Stukas. Alle ore 15 le nostre truppe raggiungono Strelzowka e, nonostante l’intenso tiro di sbarramento effettuato dal nemico sulla strada immediatamente a ovest dell’abitato, oltrepassando l'abitato stesso e si portano al coperto sulla strada di Belowodsk. La prosecuzione della marcia fino a quest’ultima località rimane successivamente indisturbata. I superstiti della “Ravenna” giunti a Belowodsk ammontano a 21 ufficiali e 184 uomini di truppa, compresi elementi meno validi e feriti che, con l’aiuto di slitte avevano seguito il movimento.

 

Con l’arrivo a Belowodsk si chiude il ciclo operativo al quale si riferisce la presente relazione.

 

Le truppe che vi hanno partecipato hanno dovuto affrontare difficoltà, fatiche e traversie straordinarie. All’accanimento col quale il nemico attaccava e martellava le truppe in movimento ed in sosta si aggiungevano:

       l’asprezza del clima: le truppe sono state all’addiaccio e in marcia con una temperatura abbasatasi fin verso i 40° sotto zero;

       la necessità di effettuare lunghe marce sfruttando la notte e marciando, per evitare le strade, attraverso campi coperti di neve: nel movimento da Garbusowki a Cercowo si marciò per 36 ore consecutive e per altrettante ore, all’incirca, nel movimento da Cerkowo a  Belowodsk, con le sole soste imposte dai combattimenti;

       il difetto dei viveri, fino all’arrivo a Cercowo ( dove si trovarono magazzini abbondatemente forniti): e ciò in conseguenza della mancanza di mezzi di trasporto derivata dalla indisponibilità di carburante che impose l’abbandono dell’autocarreggio;

       il difetto di munizioni pure dipendente dalla stessa circostanza predetta; a Garbusowski  nostre truppe andarono all’attacco quasi senza munizioni e vinsero con l’impiego e l’uso dell’arma bianca; a Cerkowo si combattè con munizioni tolte nei contrassalti al nemico che già si serviva di armi e munizioni italiane;

       il difetto di materiale sanitario, che rese impossibile che si dessero cure adeguate al grande numero di congelati e di feriti;

       le difficoltà derivate dal sistematico accaparramento rudamente, egoisticamente e talvolta cinicamente praticato dalle truppe tedesche anche a danno delle truppe italiane, di tutto ciò che potesse comunque servire per vivere e per combattere: difficoltà che a malapena e non sempre i comandi tedeschi, sollecitati da quelli italiani, sono riusciti ad eliminare.

 

Le truppe della “Ravenna” hanno affrontato la sopraccennata straordinaria situazione con animo virile e con grande spirito di sacrificio e di abnegazione, aggiungendo nuovi titoli di merito a quelli da esse raccolti nelle dure giornate di lotte sul Don.

 

I comandanti di ogni grado hanno svolto opera assidua per dare alla truppa assistenza materiale e morale, potenziarne e valorizzarne lo spirito combattivo: primo fra tutti il Generale Lerici, alla cui instancabile attività organizzativa ed animatrice, molto si deve se il complesso di truppe ripieganti dalla zona di Popowka fino a Belowodsk potè scrivere pagine che onorano altamente l’Esercito Italiano.

 

IL GENERALE DI BRIGATA COMANDANTE

F.to M. Capizzi





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