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COMANDO FANTERIA DIVISIONALE “RAVENNA”
N. 2/Op. di prot.
P.M. 53 li 1° febbraio 1943 - XXI
OGGETTO: Relazione sulle operazioni cui ha partecipato un’aliquota della
divisione “Ravenna” nella zona Pereschepnj - Radtscheneskoje - Popowka -
Garbusowskj - Cercowo - Strelzowka - dal 17 dicembre 1942 al 17 gennaio 1943.
AL COMANDO DIVISIONE FANTERIA “RAVENNA” - P.M. 53
Il
mattino del 17 dicembre 1942 alle ore 9,30, le unità delle divisione “Ravenna”
avevano defluito dalle zone di
Gadjutschje e Filonowo, ripiegando per Bogutscharski e Pereschepnj. Il generale
Capizzi - rimasto ancora a Gadjutschje con un gruppo corazzato tedesco
comandato dal maggiore Auffmann è incaricato della protezione del ripiegamento
- raccolti gli elementi residui, alle ore 10,30 muove su Pereschepnj dove si
era raccolta una frazione della divisione, costituita: da una aliquota del 37°
rgt. fanteria col comando del reggimento, da elementi di unità divisionale e
dal comando del 38° rgt. fanteria che, ritiratosi dopo i propri reparti, aveva
trovato preclusa la via per Bogutscharskj seguita dai reparti stessi ad aveva
perciò dovuto pur raggiungere la località di Pereschepnj. Forza complessiva di
tutte le unità predette: circa 1200 uomini; comandante: il colonnello Naldoni
del 37° regt. fanteria.
A
Pereschepnj, il generale Capizzi prende contatto col comando della 298^ div. tedesca
e aderisce alla richiesta del comando stesso di concorrere alla organizzazione
di una linea di difesa a copertura della zona di Pereschepnj contro provenienza
da nord: tratto orientale (fino alla strada Filonowo - Pereschepnj) affidato a
truppe della divisione tedesca; rimanente tratto della colonna Naldoni.
La
sera del giorno 17 dicembre la 298^ divisione tedesca inizia il ripiegamento sulla linea (a sud di
Bogutschar) Radtschenskoje – Diatschenkowa. Nella notte sul 18 il movimento
viene seguito dalla colonna Naldoni. Durante il
movimento giunge al generale Capizzi dal comando del XXXV C.A., l'ordine
di porsi con la colonna Naldoni, agli ordini del comandante della 298^ div.
tedesca, a sua volta dipendente dal predetto comando di C.A.. A ripiegamento
effettuato la colonna è dislocata a presidio Radtschenskoje (alla sinistra
dello schieramento della divisione tedesca) dove pure vengono schierati alcuni
alcuni pezzi controcarro tedeschi. Il III btg. del del 37° rgt. fanteria viene
distaccato sull'ala destra della divisione tedesca e nel settore della divisione “Pasubio”.
Il
mattino del giorno 18 dicembre, avendo il comandante della div. tedesca fatto
presente al generale Capizzi che, data la situazione e la dislocazione, non era
in grado di fargli avere tempestivamente gli ordini per eventuali movimenti
riguardanti la truppe della divisione “Ravenna” dislocata a Radtschenskoje, il
generale Capizzi si assume l’incarico di provvedere a ciò prendendo ordini
direttamente al comando del XXXV C.A., al quale, perciò. riferisce su quanto
precede.
L’Ecc.
il generale Zingales, comandante del XXXV C.A., tiene ai propri diretti ordini
il generale Capizzi, confermandogli intanto l’incarico di continuare a
provvedere a ciò che riguardava la difesa di Radtschenskoje con le truppe della
divisione “Ravenna” ivi schierate.
Alle
ore 9,30 del giorno 19 dicembre il comando del XXXV C.A. da ordine al generale
Capizzi di recarsi subito a Krimizza (sud-est di Radtschenskoje), località
verso la quale risultava che si dirigevano elementi nemici con carri armati,
con l’incarico di organizzare la difesa della località con elementi della
divisione “Torino” ivi dislocato. Giunto a Krimizza alle ore 10, il generale
Capizzi trova che il presidio della “Torino” era partito per ordine ricevuto
sin dalla prime ore del mattino, e apprende dagli abitanti che, poco prima, 10
carri armati nemici, fatta una puntata fino all’abitato di Krimizza e trovata
la località sgombera di nostri elementi, aveva ripiegato. In tal senso viene
riferito al comando di C.A..
Alle
ore 14 del 19 dicembre il comando del XXXV C.A. ordina al generale Capizzi che
le truppe della divisione “Ravenna” schierate a Radtschenskoje ripieghino su
Medowa. Le truppe predette, - che nei giorni 18 e 19 avevano fronteggiato
elementi esploranti nemici provenienti da ovest e da sud e che erano state
bombardate e mitragliate, con perdite, da aerei, - effettuano il ripiegamento
ordinato dopo che analogo movimento era stato effettuato, sulla loro destra,
dalle truppe della 298^ div. tedesca, in modo da assicurare sempre a queste la
protezione del loro fianco sinistro. A loro volta le truppe della divisione
“Ravenna” hanno la protezione di pezzi c.c. tedeschi schierati lungo
l’itinerario Radtschenskoje - Medowa. Il III btg. del 37° ftr., col suo
comandante, maggiore Sena, distaccato come già accennato, nel settore della
divisione “Pasubio”, non rientra: dalle notizie raccolte risulta che il nemico
gli ha precluso la ritirata dal suo posto di combattimento
La
sera dello stesso giorno 19 dicembre il comando del XXXV C.A. ordina al
generale Capizzi di incolonnare le truppe della “Ravenna” sull’itinerario
Medowa - Karassiew - Popowa - Werchnjakowskj, immediatamente dopo la divisione
“Pasubio” e prima della divisione “Torino”. Ma prima che sia raggiunta la
località di Werchnjakowskj si ha notizia che il nemico vi si è già schierato e
preclude i movimenti delle nostre unità. Analoga occupazione nemica vi è
sull’itinerario passante per Meskoff. Le truppe italiane e tedesche che dovevano
defluire verso sud risultano, in sostanza, chiuse in una sacca dalla quale si
dovrà uscire dopo avere organizzato il combattimento per aprirsi una via. Avuta
notizia che il comando del XXXV C.A. era già passato oltre le località ormai
bloccate dal nemico, il generale Capizzi si presenta al generale di divisione
Lerici, comandante della divisione “Torino” e più elevato in grado degli
ufficiali presenti, e dal quel momento si pone ai suoi ordini assieme alla
colonna Naldoni, ridotta alla forza di circa 900 uomini.
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Il
combattimento per la rottura della sacca viene organizzato nel mattino del
giorno 20 dicembre: effettuazione prevista pel pomeriggio dello stesso giorno,
partendo dalla zona di Popowa con direzione generale sud - ovest.
Il
gruppo corazzate del maggiore Auffmann, che già aveva cooperato con le truppe
della divisione “Ravenna” nella zona Gadjutschja – Filonowo, ha l’incarico
dell’azione iniziale di rottura e della successiva protezione del movimento
disponendo i suoi elementi sulla testa, sui fianchi e sul tergo delle fanterie,
con accentramento di mezzi verso il lato che sarebbe risultato man mano più
minacciato. Il generale Capizzi ha l’assenso del generale Lerici per
partecipare all’azione col gruppo di protezione del maggiore Auffaman: tale sua
partecipazione ha avuto luogo fino all’arrivo nella località di Cercowo
(25 dicembre) ove il gruppo Auffman è giunto stremato di forze e con gravi
perdite di personale e di materiali tanto da non essere più in grado di
assolvere il suo compito.
La
sortita dalla sacca di Popowka ha inizio, come previsto, alle ore 14 del 20
dicembre ed è coronata da successo. Vengono eliminate le resistenze in posto
del nemico e le offese da lui successivamente lanciate contro le nostre truppe
in movimento. Dopo la sortita, un primo combattimento ha luogo fra Popowka e
Posniakoff. Al mattino del giorno 21 viene raggiunta quest’ultima località.
Nello stesso giorno ha luogo la prosecuzione del movimento su Garbusoswki. Fra Posniakoff
e Garbusowski si svolgono altri tre combattimenti. Agli ultimi due partecipano
in modo particolare, con altre truppe, reparti agli ordini del Colonnello
Nardoni, sempre bravamente comportatosi e che alla fine risulta disperso
assieme al colonnello Bianchi del 38° rgt. ftr. che, non avendo comando di
truppe, seguiva il comando del 37° rgt. f.. Il comando della colonna, ridottasi
per le perdite a circa 600 uomini, viene assunto dal ten. col. Berbarulli.
aiutante in campo della fanteria divisionale.
A
Garbusowski il nemico aveva prevenuto le nostre truppe schierandosi in forze
sulle alture circostanti il villaggio. Un attacco condotto dal gruppo Auffmann
e da fanterie vale a ottenere il possesso dell’abitato ma non ad avere via
libera per la prosecuzione del movimento. In attesa di rinforzi preannunciati a
mezzo radio, l’abitato di Garbusowski viene organizzato a caposaldo col
concorso delle truppe tedesche e italiane: queste ultime in parte vengono
inserite in linea in parte, e prevalentemente, costituiscono riserve pel
contrassalto. Tali riserve sono divise in due blocchi, corrispondenti ai due
settori (sud e nord) del caposaldo, rispettivamente alle dipendenze del
generale Capizzi e del generale Rossi (comandante della fanteria della
divisione “Torino”). Il nemico attacca con larghi mezzi nei giorni 22 e 23
dicembre. Le truppe della divisione “Ravenna” hanno occasione di distinguersi
per tenacia nella resistenza e per slancio nel contrassalto. Il tratto di
fronte tenuto da tali truppe, nonostante le perdite da essi subite, non è mai
violato dal nemico al quale sono anzi catturati prigionieri, armi e munizioni.
Il
giorno 23 dicembre, avuta notizia che la situazione non consentiva l’arrivo di
rinforzi, viene decisa la sortita delle truppe alleate dal caposaldo di
Garbusowski e la prosecuzione del movimento verso ovest. La sortita ha luogo la
sera dello stesso giorno 23 dicembre: effettuazione iniziale del movimento
verso nord, per piegare poi verso ovest; contemporaneo attacco da parte di
aliquote di forze lasciate in posto per trarre in inganno il nemico, aliquote
di forze delle quali fecero parte elementi della “Ravenna” votati al
sacrificio. Da Garbusowski si punta per Mankowo nei cui pressi si giunge al
mattino del giorno 24 dicembre. Trovata Mankowo fortemente occupata dal nemico,
il movimento viene dirottato verso sud su Scheptukowka pure occupata da unità
di fanteria e controcarri dal nemico: queste unità vengono attaccate dal gruppo
Auffmann e rapidamente eliminate. Si
prosegue, quindi, per la stazione di Scheptukowka, su Cercowo dove si giunge
alla sera del giorno 25 dicembre. Nei pressi della stazione di Cercowo il
maggiore Auffmann, comandante del gruppo di protezione che ha a svolto opera
altamente meritoria per capacità tecnica e per le continue prove date di
sprezzo del pericolo e di serena audacia, rimane gravemente ferito al ventre da
un colpo di fucile nemico. A Cercowo le nostre forze giungono stremate per le
perdite inflitte dal nemico e per quelle provocate dalla estrema rigidità del clima.
Le forze della “Ravenna” sono ormai ridotte a circa 300 uomini solo in parte
idonei.
La località
di Cercowo era già presidiata da truppe tedesche e italiane e organizzata a
caposaldo. Le truppe affluitevi da
Garbusowski vi rimangono per rinforzare il presidio. La sosta di
Cercowo va dalla sera del 25
dicembre 1942 alla sera del 15 gennaio
1943. In tale periodo, mentre il nemico rinforza l'assedio del caposaldo e ne
tenta ripetutamente la conquista, le truppe alleate perfezionano sempre più il
dispositivo di difesa e di contrattacco. Tutte le truppe italiane di Cercowo
costituiscono un raggruppamento comandante il generale Lerici: e vice
comandante il generale Capizzi (in sostituzione del generale Rossi, comandante
della fanteria della divisione “Torino” che subito dopo l'arrivo in Cercowo
viene trasportato a mezzo aereo a Charkow per congelamento). Gli elementi della
divisione “Ravenna” concorrono, inoltre alla organizzazione della difesa; formando il comando di un reggimento di
formazione facente parte della riserva del caposaldo (comandante il ten. Col.
Tromba del 37° reg. ftr.) e mettendo a disposizione, per per impiego in prima
linea, i militari validi: nella quasi totalità volontari.
Il
nemico fra il 26 dicembre e il 9 gennaio sferra sette attacchi con impeto
crescente e con largo impiego di mezzi corazzati di “katjusca”, di mortai e di
artiglieria, ma è sempre ributtato con gravi perdite. Nell’attacco del giorno
9, dieci carri armati nemici riescono a penetrare nell’abitato: di essi otto
vengono distrutti. Dal 9 in poi il nemico, visti vani i suoi sforzi, si limita
ad azioni di metodico bombardamento. La difesa di Cercowo è gloria di tutte le
truppe alleate che vi parteciparono: i superstiti della divisione “Ravenna”
sempre tra i primi nel dare il loro eroico contributo per la difesa del
caposaldo.
La
difesa di Cercowo viene protratta in attesa che unità corazzate tedesche,
preannunciate in movimento, giungano a liberare il caposaldo. Mancato anche qui
la possibilità di arrivo di rinforzi, le truppe di Cercowo ricevono ordine di
tentare di rompere l’assedio con i propri mezzi e di raggiungere Belowodsk
attraverso Strelzowka presidiata da truppe corazzate tedesche. Le disposizioni
per la sortita vengono concretate il giorno 15 gennaio: esse prevedono la
costituzione di un dispositivo di combattimento costituito da elementi tedeschi
e italiani, a protezione dei rimanenti elementi non atti al combattimento o
delle impedimenta trasportanti
soprattutto i feriti e congelati di Cercowo. Il generale Lerici e il generale
Capizzi col dispositivo di combattimento. La sortita ha inizio alle ore 20 del
15 gennaio. Il movimento si svolge prima in direzione di Lofiskaja (sud-ovest)
poi in direzione di Strelzowka (nord-ovest) e infine su Belowodsk (ovest)., Nel
lungo percorso, il nemico, accortosi del movimento cerca di reagire e di
interdire il movimento stesso con tutti i mezzi a sua disposizione. Si combatte
essenzialmente poco dopo la sortita, a Lofiskaja o a sud di Strelzowka.
L’ultimo combattimento è il più aspro e porta alla momentanea rottura della
nostra colonna per parte di unità corazzate nemiche. La crisi viene, però,
prontamente risolta anche per l’efficace intervento degli Stukas. Alle ore 15
le nostre truppe raggiungono Strelzowka e, nonostante l’intenso tiro di
sbarramento effettuato dal nemico sulla strada immediatamente a ovest
dell’abitato, oltrepassando l'abitato stesso e si portano al coperto sulla
strada di Belowodsk. La prosecuzione della marcia fino a quest’ultima località
rimane successivamente indisturbata. I superstiti della “Ravenna” giunti a
Belowodsk ammontano a 21 ufficiali e 184 uomini di truppa, compresi elementi
meno validi e feriti che, con l’aiuto di slitte
avevano seguito il movimento.
Con
l’arrivo a Belowodsk si chiude il ciclo operativo al quale si riferisce la
presente relazione.
Le
truppe che vi hanno partecipato hanno dovuto affrontare difficoltà, fatiche e
traversie straordinarie. All’accanimento col quale il nemico attaccava e
martellava le truppe in movimento ed in sosta si aggiungevano:
•
l’asprezza del clima: le
truppe sono state all’addiaccio e in marcia con una temperatura abbasatasi fin
verso i 40° sotto zero;
•
la necessità di effettuare
lunghe marce sfruttando la notte e marciando, per evitare le strade, attraverso
campi coperti di neve: nel movimento da Garbusowki a Cercowo si marciò per 36
ore consecutive e per altrettante ore, all’incirca, nel movimento da Cerkowo
a Belowodsk, con le sole soste imposte
dai combattimenti;
•
il difetto dei viveri, fino
all’arrivo a Cercowo ( dove si trovarono magazzini abbondatemente forniti): e
ciò in conseguenza della mancanza di mezzi di trasporto derivata dalla
indisponibilità di carburante che impose l’abbandono dell’autocarreggio;
•
il difetto di munizioni pure
dipendente dalla stessa circostanza predetta; a Garbusowski nostre truppe andarono all’attacco quasi
senza munizioni e vinsero con l’impiego e l’uso dell’arma bianca; a Cerkowo si
combattè con munizioni tolte nei contrassalti al nemico che già si serviva di
armi e munizioni italiane;
•
il difetto di materiale
sanitario, che rese impossibile che si dessero cure adeguate al grande numero
di congelati e di feriti;
•
le difficoltà derivate dal
sistematico accaparramento rudamente, egoisticamente e talvolta cinicamente
praticato dalle truppe tedesche anche a danno delle truppe italiane, di tutto
ciò che potesse comunque servire per vivere e per combattere: difficoltà che a
malapena e non sempre i comandi tedeschi, sollecitati da quelli italiani, sono
riusciti ad eliminare.
Le
truppe della “Ravenna” hanno affrontato la sopraccennata straordinaria
situazione con animo virile e con grande spirito di sacrificio e di
abnegazione, aggiungendo nuovi titoli di merito a quelli da esse raccolti nelle
dure giornate di lotte sul Don.
I
comandanti di ogni grado hanno svolto opera assidua per dare alla truppa
assistenza materiale e morale, potenziarne e valorizzarne lo spirito
combattivo: primo fra tutti il Generale Lerici, alla cui instancabile attività
organizzativa ed animatrice, molto si deve se il complesso di truppe ripieganti
dalla zona di Popowka fino a Belowodsk potè scrivere pagine che onorano
altamente l’Esercito Italiano.
IL GENERALE DI BRIGATA COMANDANTE
F.to M. Capizzi
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