Cerca nel blog

mercoledì 5 agosto 2020

Anzio. I giorni iniziali

APPROFONDIMENTI
 Sviluppo progetto2017/2
Manoscritto 3

I Rangers sbarcarono sulla spiaggia proprio alla destra del porto di Anzio e, impadronitisi rapidamente delle attrezzature portuali, si arrampicarono su per il rapido promontorio coronato di villette ridenti prespicenti la spiaggia e si sparsero per le strade della città rastrellando i pochi difensori disorientati. I Tedeschi non avevano avuto il tempo di distruggere le attrezzature del porto. Fatta eccezione per una breccia nel molo e qualche costruzione abbattuta lungo l’approdo (danni prodotti da bombardieri alleati) non vi erano altri ostacoli che quelli costituiti da qualche imbarcazione leggera affondata nel porto.


Più tardi, nella mattinata, il 509° Battaglione paracadutisti di fanteria avanzò ad est lungo la riva ed occupò Nettuno verso le 10,15. A nord-ovest di Anzio lo sbarco della Ia Divisone britannica su svolse ugualmente indisturbata, benchè ritardato dalle condizioni sfavorevoli del litorale. A mezzogiorno del giorno D, il Vi Corpo d’Armata aveva raggiunto tutti i suoi obiettivi iniziali a terra.

A sostegno dello sbarco, il giorno D , squadriglie alleate di caccia e bombardieri compirono più di 1200 voli; bombardieri medi e pesanti danneggiarono ponti chiave e nodi stradali come Cisterna e Velletri, cercando di bloccare le strade principali affluenti la zona di Anzio. Caccia-bombardieri e caccia notturni sorvolarono queste strade bombardando e mitragliando il traffico nemico che cominciava ad effettuarsi in direzione della testa di sbarco.
 Altri caccia proteggevano in continuazione dall’aria le forze di sbarco. Gli attacchi aerei nemici il giorno D  furono di scarsa proporzione (140 voli in tutto) ma crebbero d’intensità il 23 gennaio.



A tergo delle truppe d’assalto che si spingevano nell’interno, le operazioni di scarico del primo convoglio procedevano a tutta velocità. Genieri sgombravano rapidamente i campi minati e si aprivano vie di uscita attraverso le dune; ma il terreno argilloso tra la spiaggia e la strada principale ben presto fu così sconvolto che per rendere la zona praticabile si dovettero usare reti, tronchi d’albero e pietra. DUKWe e piccoli battelli facevano la spola nelle acque tranquille del golfo di Nettuno, scaricando sollecitamente le imbarcazioni più pesanti che non potevano avvicinarsi alla spiaggia a causa del basso fondale.
 Nonostante il bombardamento intermittente effettuato dopo il tramonto da poche batterie tedesche a lunga gittata e tre piccole fulminee incursioni di caccia bombardieri della Luftwaffe, il 54° Genio spostò rapidamente masse di uomini e materiali attraverso la spiaggia. Un dragamine urtò una mina ed un LCI fu affondato dalle bombe, ma queste furono le perdite più gravi. Il 36° Genio cominciò a sgombrare il porto dai rottami; la Marina recuperò i battelli affondati; nelle prime ore del pomeriggio il porto fu praticabile per le LST ed altre imbarcazioni. Quando il fondale della spiaggia assegnata ai britannici a nord-ovest di Anzio si rilevò troppo basso per essere di vera utilità, fu abbandonato e le operazioni di scarico furono deviate verso il porto rimesso in efficienza.

  
A mezzanotte del giorno D, erano sbarcati 36.000 uomini, 3200 veicoli e gradi quantità di materiali costituenti il 90% dell’equipaggiamento e del personale del convoglio d’assalto.
Le perdite del giorno D furono lievi. Il Vi Copro registrò 13 morti, 97 feriti, 44 catturati e dispersi; furono fatti 227 prigionieri. Il Vi Corpo aveva raggiunto i suoi obiettivi iniziali senza incontrare una resistenza di una certa entità e aveva prese quasi intatto il porto di Anzio, che avrebbe dovuto essere la via principale di afflusso dei rifornimenti.


Nessun commento:

Posta un commento