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sabato 15 agosto 2020

Anzio 7. 22 gennaio 1944. La presa di terra

APPROFONDIMENTI
 Sviluppo del 
Progetto 2017/2
 Manoscritto 5



.  L’assalto

“Il 22 gennaio, cinque minuti dopo la mezzanotte, nella oscurità più profonda, il convoglio d’assalto gettò le ancore al largo di Capo d’Anzio e sostò tranquillamente sul Mediterraneo in calma. Vi era un brusio di attività repressa mentre gli ufficiali davano le ultime istruzioni, gli  uomini si arrampicavano nelle tozze imbarcazioni d’assalto che le gr, facendole oscillare, calavano in mare. Imbarcazioni pattugliavano attivamente fra il naviglio da sbarco, organizzandolo in formazione, indi guidarono le prime ondate nella notte senza luna. Per accrescere la sorpresa,i cannoni delle navi da guerra di scorta rimasero in silenzio; poi, soltanto dieci minuti prima  dell’ora H (02.00), un breve, terrificante bombardamento di razzi scoppiò con rombo assordante da due LCT (R) britannici lungo la spiaggia. Queste nuove imbarcazioni per il lancio dei razzi (ognuna di esse trasporta 798 razzi da 5 pollici) erano impiegate per disorganizzare ogni possibile agguato nemico, farsaltare campi minati lungo l’approdo; quando le navi cessarono il fuoco dinanzi a loro, la spiaggia si stendeva ancora scura e silenziosa.
Quando la prima ondata di mezzi da sbarco toccò la spiaggia e gli uomini si slanciarono per raggiungere il riparo delle dune non c’era alcun nemico ad attenderli. Spingendosi rapidamente all’interno, le truppe meravigliate si resero conto ben presto che era accaduto qual cosa di inatteso: avevano colto il nemico completamente di sorpresa. Benchè i Tedeschi sapessero che uno sbarco anfibio fosse imminente, credevano che non sarebbe stato effettuato che un po’ più tardi nel tempo. Le due divisioni che avevano avuto il compito di difendere questa costa erano state mandate sul fronte meridionale soltanto tre giorni prima, e il settore costiero e a zona sud di Roma era tenuta soltanto da deboli forze. Per conseguenza, fatta eccezione per poca artiglieria da costa e per distaccamenti antiaerei, la sola resistenza immediata allo sbarco di Anzio fu opposta da elementi isolati della 29a divisione Panzer Granatieri Corazzati. Soltanto tre compagnie del Genio ed il II battaglione del 71° Reggimento Panzer Granatieri Corazzati erano stati lasciati a difesa della costa  dalla foce del fiume Tevere fino al canale Mussolini, una estensione di 9 miglia di costa era occupata da una sola compagnia.. Inoltre le truppe della zona di Anzio non erano state messe in guardia contro un imminente sbarco alleato. Le difese costiere si riducevano a campi di mine sparsi lungo l’approdo “Peter” utilizzato dalla 1a divisione britannica, qualche casamatta la maggior parte delle quali non equipaggiata, qualche pezzo dia artiglieria, pochi 88 mm e diversi vecchi pezzi italiani, francesi, jugoslavi gran parte delle quali non venne usata contro gli attaccanti. Con l’aiuto del mare calmo e della pratica assenza di opposizione, gli invasori si stabilirono in fretta sulla spiaggia.[1] Dalla destra la 3a divisione passò rapidamente sulle spiagge ed est di Nettuno. Spazzando via poche pattuglie nemiche sbigottite, si spinse celermente all’interno, si piazzò sulla linea della fase iniziale e serrò sotto per respingere contrattacchi.”[2]

  

Il gen. Clark, accompagnato dal gen. di brigata Donald W. Brann e da altri membri dello Stato Maggiore della V Armata arrivò alla testa di sbarco in una lancia PT della Marina, si trasferì su di un DUKW e sbarcò intorno alle ore 10.00. Pattuglie motorizzate del 3° Recconaissance and Provisional Troops” muoveva decisamente innanzi per prendere e distruggere i ponti sul canale Mussolini, che scorreva sulla destra. Soltanto al ponte più meridionale vennero a contatto con qualche tedesco. Qui essi distrussero con “bazookas” tre autoblindo uccidendo e catturando undici uomini della pattuglia nemica.







[1]        Cartina n. 3 The Landing 22  january 1944
[2]        Anzio Beachhead, Traduzione, pag. 21 e segg.

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