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martedì 12 luglio 2016

Cento anni fa il martirio di Cesare Battsti



Pierlugi Roeseler Franz

Ricorre oggi il 1° centenario della morte di Cesare Battisti, “Protomartire della Grande Guerra”. Patriota, irredentista, geografo, oratore trentino e politico socialista ed ex deputato di Trento al Parlamento di Vienna, Battisti è certamente il più noto dei giornalisti Caduti nel 1° Conflitto mondiale 1915-1918. Fu uno degli uomini più perseguitati del Trentino. Ebbe ben 135 processi e subì 50 condanne. Quando doveva entrare in carcere per scontare i giorni di arresto che gli infliggevano gli austriaci diceva che andava a riposare e ne era lieto perché "avrebbe condotto a termine o un libro di studi sociali o una guida o una conferenza". Lo storico Mario Isnenghi lo ha definito in modo emblematico come “una delle personalità più citate, ma meno conosciute del Novecento.”


Battisti sarà commemorato oggi pomeriggio a Roma nella seduta del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, mentre a Trento sarà ricordato con la mostra “Tempi della Storia, Tempi dell’Arte Cesare Battisti tra Vienna e Roma“, che sarà inaugurata oggi alle 17 nel Castello del Buonconsiglio dove fu giustiziato dagli austriaci. La mostra, che resterà aperta fino al 6 novembre, intende illustrare al grande pubblico, attraverso una selezione di preziose opere d’arte dell’epoca e di rare testimonianze storiche, una personalità di grande spessore umano e culturale che ha avuto un ruolo importante nella storia recente non solo del Trentino ma anche dell’Italia e merita di essere conosciuto nella sua complessità e modernità.

L’iniziativa, promossa e organizzata dal Castello del Buonconsiglio, vede il coinvolgimento della Provincia autonoma di Trento, della Fondazione Museo Storico, dell’Accademia degli Agiati di Rovereto, del Museo della Guerra di Rovereto, della Fondazione Bruno Kessler, della Società di Studi Trentini, dell’Università di Trento dipartimento di Lettere e Filosofia e del Comune di Trento.

12 luglio 2016

Pierluigi Roesler Franz

                                                                                                                     Chi era Cesare Battisti.

Nato a Trento il 4/2/1875 da Cesare (commerciante) e Teresa Fogolari, completò il ciclo scolastico nella città natale. Nel 1893 si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Istituto di Studi Superiori a Firenze. Due anni dopo passò per un breve periodo all'Università di Torino dove si iscrisse al Partito Socialista. Nel 1897 si laureò in geografia all'Istituto di Firenze con una monografia sul Trentino. Nel 1899 si sposò a Firenze con l'insegnante e scrittrice Ernesta Bittanti sua compagna di studi all'Università ed aveva avuto 3 figli: Luigi, Livia e Camillo. Dopo le nozze tornò a Trento dove infaticabilmente combattè per la causa italiana. 

Nel 1894 fu co-fondatore della Società studentesca e nel 1906 dell'Audax (nucleo embrionale della SuSat, sezione universitaria della Sat, sodalizio alpinistico fondato a Madonna di Campiglio nel 1872 da un gruppo di veterani di guerre risorgimentali).



Nel 1911 fu eletto deputato di Trento al Parlamento di Vienna. Nel 1913 compilò per lo Stato Maggiore dell'esercito italiano una dettagliate guida del Trentino. Nel 1914 divenne deputato alla Dieta di Innsbruck. L'11 agosto 1914 lasciò il Trentino per l'Italia per partecipare alla campagna interventista. Dall'ottobre 1914 al maggio 1915 proseguì la sua lotta perché si entrasse in armi nel conflitto, tenendo discorsi in 78 città e riportando quasi ovunque consensi entusiastici, trionfali a Sassari e Cagliari, alternati a opposizioni e dissensi come a Roma e Reggio Emilia e a Viareggio dove non riuscì a tenere la conferenza in programma. 

Dichiarata la guerra, allorché il ministero della guerra consentì agli irredenti di indossare la divisa italiana, si arruolò tra gli alpini come tenente del 6° Reggimento "Vicenza",


Capo della 2^ compagnia di marcia del battaglione "Vicenza".

Nel settembre 1915 fu condannato in Austria alla pena capitale per diserzione ed alto tradimento nel settembre 1915 (vedere La Stampa del 29/9/1915 a pag. 4). Sette mesi dopo, però, piuttosto che fuggire si lasciò catturare dagli austriaci sul monte Corno mentre soccorreva un compagno ferito pur consapevole che per lui l'unica fine sarebbe stata la condanna a morte.

Dopo essere stato processato per direttissima venne impiccato assieme a Fabio Filzi il 12 luglio 1916 nella fossa del Castello del Buonconsiglio di Trento che allora faceva parte dell'Austria. Prima di morire gridò con voce altissima:” Viva Trento italiana! Viva l’Italia!”. In un primo tempo era anche circolata la voce, rivelatasi poi falsa, secondo cui sarebbe, invece, morto suicida per non essere fucilato o impiccato dagli austriaci. Ma questa voce fu subito smentita dalle foto che testimoniarono il suo martirio, conservate all’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano.

E’ sepolto nel Mausoleo Cesare Battisti a Trento.

Come giornalista fondò nel febbraio 1895 Rivista popolare trentina che soppresse però al suo primo numero. Un anno dpo, nel 1896, diede vita alla Società degli studenti trentini e al settimanale socialista L'Avvenire del lavoratore. Preclusa ogni altra soluzione dall'esistenza della Triplice Alleanza, Battisti per circa un decennio pose al centro del proprio programma la lotta per l'autonomia amministrativa del Trentino e la richiesta di un'università italiana a Trento. Nel 1900 fondò a Trento il Popolo di cui fu Direttore per 4 anni. Fu grande amico di altri giornalisti nazionalisti come Carlo Cassan e Luigi De Prosperi, che morirono anch’essi eroicamente combattendo in 1^ linea nel 1° Conflitto mondiale.


Su "La Stampa" del 23/7/1916 a pag. 2 sono pubblicate postume le sue ultime pagine scritte prima di andare al patibolo. E' un suo bellissimo elogio degli Alpini. Cliccare su:http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,1183_01_1916_0203_0002_24852084/anews,true/

Tra le sue opere si segnalano gli “Scritti politici di Cesare Battisti” e gli “Scritti geografici” (edizione nazionale curata postuma dalla vedova Ernesta Bittanti, Firenze, 1923), “Il Trentino, cenni geografici, storici, economici”, con un’appendice sull’Alto Adige, Novara, 1915, “La Venezia Giulia”, Novara, 1920, “Il Trentino, illustrazione statistico-economica”, Milano, 1915, “Al Parlamento austriaco e al popolo italiano”, discorsi, Milano, 1915 e “Gli alpini”, Milano, 1916.

Il 2 gennaio 1919 gli fu concessa la medaglia d'Oro alla memoria per commutazione della medaglia d'argento con questa motivazione: "Esempio costante di fulgido valore militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all’attacco, con mirabile slancio, la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette, con pochi alpini fino all’estremo, finchè tra l’incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando, prima di esalare l’ultimo respiro: “Viva l’Italia!” e infondendo così con quel grido e col proprio sacrificio, sante e nuove energie nei combattenti d’Italia. Monte Corno di Vallarsa, 10 luglio 1916".

Per errore è stato conteggiato 2 volte nell'Albo d'Oro: una nel Trentino, l'altra tra gli Irredenti.

Gli sono state intitolate vie e piazze in quasi tutta Italia. Il 1° monumento a suo nome fu inaugurato il 27/9/1916 a Pieve di Cadore (Vedere "Il Resto del Carlino" del 28/9/1916 pag. 1). 


Figura nel 1° Elenco dei Caduti reso noto dalla Federazione della Stampa del 25 settembre 1916 e da "La Guerra Italiana" - Sonzogno Editore, Milano - nella copertina del n. 23 del 15 ottobre 1916. Fu commemorato dall'Associazione Stampa Subalpina nel Teatro Vittorio Emanuele di Torino (vedere La Stampa del 30/9/1916 a pag. 3). Il suo nome compare anche sulla lapide inaugurata da Benito Mussolini al Circolo della Stampa di Roma il 24 maggio 1934 su cui erano indicati 83 giornalisti Caduti combattendo durante la Grande Guerra 1915-1918 e che é stata casualmente ritrovata nel 2011 a Roma (ma in 5 anni di ricerche il numero dei giornalisti morti nel 1° Conflitto mondiale é salito ora a ben 194). 

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