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sabato 21 dicembre 2024

Testimonianze tedesche. Luglio 1944. Battaglia di Ancona . Fasi iniziali.

 APPROFONDIMENTI



Già prima che si sia fatto completamente giorno avvertiamo un incessante frastuono prodotto da carri armati. Presto vediamo il regalo: da Loreto scendono senza sosta carri armati di tutti i tipi più diversi, per lo più Sherman, e nel settore e nel settore del nostro battaglione ne contiamo 50-60. Per quanto la nostra artiglieria sia intervenuta diligentemente, l’avanzata non può venire disturbata in modo decisivo. Verso mezzogiorno il nemico si trova a circa due chilometri dalle nostre linee, pronto ad attaccare, e si spinge lentamente vinco alle nostre posizioni, protetto da un fuoco di sbarramento sempre più intenso delle armi pesanti. Purtroppo a noi mancano armi controcarri pesanti a lunga gittata. Come avevamo previsto, l’attacco principale è diretto contro la nostra 5a compagnia. In questo settore, verso le 16 (del 1 luglio 1944 n.d.a) il nemico riesce in un primo tempo a superare il Musone con tre carri armati e poi a conseguire una penetrazione di poca importanza. Allo scopo di alleggerire il suo plotone, che era fortemente minacciato, il sottotenente Landmann attacca un carro armato con un lanciarazzi controcarro che, però, manca il bersaglio. Così rimasto allo scoperto davanti al carro, viene gravemente ferito. Poco dopo anche il comandante della compagnia, sottotenente Scholl, rimane gravemente ferito da un colpo in pieno abbattutosi sul posto comando di compagnia. I carri armati tentato poi di travolgere la nostra linea accerchiandola su due lati e la manovra riesce però soltanto sul lato sinistro dove il plotone, che rappresenta appunto il lato sinistro dello schieramento della 5a compagnia, viene completamente annientato, mentre sulla destra, sul terrapieno della ferrovia, possiamo tenere la posizione. Ma ben presto la situazione si fa critica, Mel frastuono del combattimento deduco che ai carri armati nemici doveva essere riuscito a raggiungere la quota 45, che domina la zona. I reparti della 8a compagnia, impegnati in quel settore, si difendono valorosamente al comando del sottotenente Kuhn, ma vengono annientati e lo stesso comandante, ferito, viene fatto prigioniero. In queste condizioni, dal battaglione mi giunge l’ordine di dare personalmente il punto di situazione, di raccogliere gli uomini dei reparti sbandati ed eventualmente, con l’impiego delle mie riserve, di eliminare l’infiltrazione o per lo meno di bloccarla, Sotto un pesante fuoco di artiglieria inframezzato ripetutamente dal bagliore dei colpi sparati dai mezzi corazzati, ci affanniamo a raggiungere il terrapieno della ferrovia, ma non riusciamo a superarlo. Se solleviamo la testa, veniamo subito fatti segno al fuoco nemico, Distinguo due Sherman a quota 45 che, illusoriamente, effettuano un controattacco allo scoperto. Non appena incomincia ad imbrunire chiamo vicino a me un altro gruppo di uomini. Con due gruppi e due squadre armate di lanciarazzi controcarro, appartenenti alla 14a compagnia, al comando del sottotenente Jaensch spingiamo avanti, rastrelliamo uomini della 5a compagnia che erano sparsi per i campi e chiudiamo alla meno peggio la falla che si era prodotta nelle nostre linee. Purtroppo il tentativo di distruggere con una squadra di assalto i due carri armati a quota 45 fallisce per la prontezza degli equipaggi. Il sergente Lange della 14a compagnia, che per la distruzione di parecchi mezzi corazzati verrà successivamente citato nel Bollettino dell’Onore dell’Esercito, cadde colpito al petto e due altri uomini rimangono feriti.

Dopo aver ceduto al sottotenente Jaensch il comando del settore tenuto dalla 5a compagnia, dal mio posto di comando faccio rapporto sulla situazione al comando di battaglione. Apprendo con sollievo che già nel corso una compagnia del reggimento di difesa costiera rinforzerà i resti della 5a compagnia e così le mie squadre saranno di nuovo disponibili. Effettivamente, prima dell’alba (del 2 luglio 1944 n.d.a.) torna Jaensch con le nostre squadre.

 

“Nella notte tra il 2 ed il 3 luglio (1944  N.d..A.) i polacchi attaccano con limitare forze corazzate e di fanteria il settore tenuto dalla seconda compagnia del nostro 992.mo reggimento granatieri proprio sulla linea di contatto con il settore del 993° reggimento granatieri (esattamente con il I Battaglione del 993° reggimento, riuscendo a spingersi sino alla periferia su di Castelfidardo e facendo anche dei prigionieri. E’ chiaro che si è trattato di una puntata ricognitiva dato che il nemico ha impegnato forze relativamente esigue. Forse i polacchi hanno anche avuto l’intenzione di occupare la città con un colpo di mano”. Immediatamente il I Battaglione  del 992° Reggimento ha preso gli opportuni provvedimenti e così alla 2° compagnia  del 992° Reggimento rinforzata da un gruppo di assalto guidato dal sottotenente Tiedmann e da un plotone della compagnia mitragliatrici, condotto dal maresciallo Schwetzhe, riesce a rintracciare il nemico oltre la primitiva linea di combattimento. Però da quel momento, il fronte resta in continuo movimento

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