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mercoledì 11 dicembre 2024

la guerra di liberazione. Una guerra sui cinque fronti. il 1944 Le scelte di campo sono terminate

 APPROFONDIMENTI

Gli Italiani: La Guerra di Liberazione

Esiste una profonda differenza tra la Campagna d’Italia e la Guerra di Liberazione. La prima è combattuta da alleati contro i tedeschi nel quadro della seconda guerra mondiale. La seconda è il risultato della sconfitta del Regno d’Italia e del fascismo nella seconda guerra mondiale; gli Italiani, senza più nulla si trovarono di fronte a loro stessi con eserciti stranieri che si combattevano sul loro territorio. Ognuno fu chiamato ad una scelta, che diede vita ai fronti di quella che poi fu chiamata “guerra di liberazione”, liberazione da chi aveva combinato tanto sfacelo e tanto disastro. Nel 1944 i fronti della guerra ebbero loro caratteristiche ed evoluzioni, frutto delle scelte dell’anno precedente.

 

2a. Le scelte di campo sono terminate

Il trauma della crisi armistiziale del settembre 1943 produsse i suoi effetti per anche nel mese di ottobre, di novembre e di dicembre. Con la fine dell’anno era ormai chiaro a tutti che l’Italia era divisa in due, che eserciti stranieri si combattevano sul suolo nazionale e che vi era una parte di italiani che operavano a favore di una coalizione ed una parte che operava per l’altra. Nel mezzo la massa di coloro che cercavano solo di sopravvivere. Molti di loro adottarono una forma di attesa, per vedere chi avesse prevalso, altri si adattavano alle circostanze e cercavano di approfittarne per migliore la propria posizione, altri sopravvivevano e basta, nelle tantissime difficoltà che la situazione presentava. Erano giorni tristi, difficili e in qualcuno si fece strada che il peggio doveva ancora avvenire. Le popolazioni meridionali erano leggermente avvantaggiate, in quanto il regime alleato era più tollerante. Il mercato nero fioriva, i vincoli sociali si stavano allentando, e l’autorità statale era molto labile, ma nella sostanza si sopravviveva senza patemi d’animo e apprensioni. Nel centro e nel nord Italia la popolazione era presa tra l’azione tedesca di occupazione e repressione e l’azione dei repubblichini di Salò animati da una grande voglia di ricostruire un fascismo che tutti, in un modo o nell’altro, anche inconsciamente, ritenevano che avesse fallito. Era iniziata la caccia ai “traditori”, a qualcuno a cui dare la colpa di tanti disastri e punirlo; nel contempo cercare di agire in modo tale che l’idea fascista, pura e scintillante, potesse essere finalmente realizzata. Tutti erano chiamati a vivere “pericolosamente”, ma nella realtà erano estremisti più velleitari che reali, in quanto tutto dipendeva dai tedeschi e dall’andamento della guerra, che peraltro non si sarebbe decisa in Italia.


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