APPROFONDIMENTI
Conquistate dai Polacchi le macerie
dell’Abazia di Montecassino il 18 maggio, nei giorni successivi l’intero
sistema difensivo della linea Gustav crollò. Il 25 maggio fu raggiunta Gaeta,
mentre tutte le forze iniziarono a procedere speditamente in avanti ed il 26
iniziò quella che fu definita “la corsa verso Roma”. IL 28 maggio le forze
americane si congiunsero con quelle uscite dalla testa di ponte di Anzio,
mentre Valmontone fu raggiunta e sorpassata. Nonostante alcune incertezze nella
manovra, il 3 giugno gli americani erano alle porte di Roma, impegnando le
retroguardie tedesche, che, superate, permisero di liberare la Città eterna il
4 giugno, la prima capitale europea liberata.
L’errore
dei tedeschi, che contavano nel rispetto dello status di “Roma Città Aperta”,
fu quello di non minare i ponti sul Tevere. Questo permise agli alleati, che
avevano più volte denunciato le violazioni tedesche dello status di Roma come “Città
Aperta”, di finalmente mettere in campo la loro superiorità in tema di
corazzati e truppe meccanizzate; queste superata Roma puntano decisamente verso
nord.
L’8 giugno nel versante tirreno gli americani
conquistano tutta l’area del viterbese, superando la cittadina, mentre sul
versante le forze britanniche sono al di qua del fiume Pescara. Riordinate le
forze, viene dal XV Gruppo di Armate varato un piano generale che prevede la
conquista sul versante adriatico del porto di Ancona, e sul versante tirrenico
del porto di Livorno. Questo nella semplice constatazione che le linee logistiche
si stanno allungando troppo, essendo ancora quelle utilizzate per l’assalto
alla linea Gustav, ovvero i porti di Taranto Bari nell’area adriatica e Napoli
in quella tirrenica. Il primo obbiettivo, Ancona, è affidato alla 8a Armata, in
particolare prima al V C.d.A britannico, poi al II Corpo d’Armata polacco, il secondo
(Livorno); alla V Armata statunitense, in particolare la IV C.d.A.
Nei
mesi di giugno, luglio ed agosto si sviluppa su queste direttrici l’azione
alleata nella campagna d’Italia. È una guerra di movimento, a cui i tedeschi
oppongono varie linee difensive, con arresti temporanei e, lì dove si presenta
l’occasione, reazioni dinamiche anche molto consistenti. Una volta che
l’attacco alleato si mostra consistente, la tattica tedesca prevede di sganciarsi
e raggiungere la successiva linea di difesa, già predisposta. Il retro pensiero
dei tedeschi è quello di guadagnare il più tempo possibile, contrastando
l’avanzata alleata pe arrivare alla vigilia dell’inverno agli Appennini, dove
alacremente stanno costruendo una solida linea di difesa, a cui hanno dato il
nome di Linea dei Goti, poi entrata nel gergo comune come “Linea gotica”.
Il
17 giugno le forze alleate, avanzando lungo le vie consolari Romane nel settore
tirrenico gli americani, lungo l’Aurelia e la Cassia, raggiungono ed
oltrepassano Grosseto, e si pongono come obiettivo Siena, mentre nell’Umbria,
seguendo la Flaminia, raggiungo Orte e poi Foligno, mentre seguendo la Cassia
bis arrivano a Todi, puntando su Perugia. Sul versante adriatico, la
progressione polacca è molto più veloce; lasciato l’Abruzzi, entrano nelle
Marche lungo l’Adriatica, mentre risalendo le valli trasversali arrivano a
Teramo ed Ascoli, per raggiunger a metà giugno il fiume Chienti.
Questa
avanzata è favorita nei due versanti dalla decisione tedesca di non impegnare
che residue forze di retroguardia e quindi arretrare su posizioni più
difendibili, evitando di veder diminuito il proprio potenziale in linea.
Organizzano la cosiddetta Linea Albert, che va dalla Flaminia, ed arriva a nord
di Grosseto, imbastita per difendere Perugia, Chiusi e il nord maremmano. Ma è
una difesa presto superata se il 28 giugno il IV C.d.A., con la 34a Divisione a
sinistra, e la 1a Divisione corazzata lungo la SS 68 arriva a Cecina, la 6° Divisione
sudafricana (XIII C.d.A. britannico) raggiunge Chianciano, ed elementi
esploranti raggiungono a destra Fossato di Vico e puntano risolutamente verso
nord. Il miracolo di Casino non si ripete. Nel settore adriatico i polacchi
hanno raggiunto il Potenza, e si apprestano a dare l’assalto finale ad Ancona.
Nelle
prime tre settimane di luglio il fronte italiano vede lo sforzo alleato di
conquistare i porti di Ancona e Livorno per alleggerire il peso logistico, che
incomincia a farsi sentire, soprattutto in tema di carburanti. Viene lanciata
l’operazione “Mallory Major” ovvero i sistematici attacchi della aviazione
tattica ai ponti sul Po, con l’obiettivo di ridurre al minimo il traffico, e
quindi, i rifornimenti tedeschi alle truppe operandi nell’Italia centrale. Nel
settore tirrenico l’avanzata è lenta e spesso contrastata. Con notevoli sforzi
vengono via via raggiunte Rossignano, Volterra, Poggibonsi e Pontedera. Solo il
18 luglio le truppe americane raggiungo i sobborghi di Livorno. La 2 a
Divisione neozelandese impiega oltre dieci giorni per arrivare l’11 luglio a
porre le basi per l’assalto finale ad Arezzo che viene conquistata nei giorni
successivi. Nel settore adriatico, l’1 luglio i Placchi lanciano con sole due
divisioni il loro attacco verso Ancona. Attaccano con le fanterie, appoggiate
da oltre 200 carri armati prima Loreto, poi puntano su Castelfidardo, mentre
lungo la strada adriatica la loro progressione è affidata a elementi
meccanizzati. La resistenza tedesca si è fatta sempre più rigida e Castelfidardo
è raggiunta solo il 4 luglio; ci vogliono altri due giorni per arrivare ad
Osimo, che dista solo dieci chilometri. Il 6 luglio il gen. Anders sospende
l’attacco, che si è rilevato più oneroso del previsto: sono stati persi oltre
50 carri armati e le perdite sono troppo alte. Viene predisposti un nuovo
piano, in cui un ruolo vien dato al Corpo Italiano di Liberazione. Trasportato
in tutta fretta, nelle marche, il C.I.L. il 7 è sulle basi di partenza per
attaccare Filottrano, crocevia per conquistare Ancona. In due giorni la
cittadina e conquista ed i Polacchi possono avanzare lungo la valle del Musone.
Qui il 17 luglio lanciano il loro attacco che, impiegando anche il C.I.L. che
riesce. I Polacchi il 18 luglio conquistano Ancona, mentre il C.I.L. il 20
conquista Jesi, costringendo i tedeschi ad arretrare sulla linea del Cesano. Il
20 luglio anche Livorno è conquista. I Due principali obiettivi alleati sono
raggiunti, e nei giorni successivi questi porti vengono alacremente attivati
per dare un sostegno diretto alle truppe operanti. Il braccio logistico alleato
si accorcia, e quindi la potenzialità alleata combattiva aumenta notevolmente.
Il
mese di agosto vede le forze alleate continuare ad avanzare. Nel settore
tirrenico Firenze è raggiunta ed oltrepassata, mentre nel settore adriatico si
raggiunge a fine mese la linea del Metauro.
Il
Comando del XV Gruppo di Armate, ma soprattutto quello della V Armata statunitense,
ovvero i loro comandanti, il gen. Alexander ed il gen Clark, comprendono che la
situazione tattica è soddisfacente: si avanza verso nord ed i tedeschi oppongo
resistenze locali. La situazione strategica, invece, è abbastanza incerta. Le
loro forze sono arrivate ai piedi degli Appennini, ed ora occorre
attraversarli. Le informazioni sono tali che concordano tutte che i tedeschi li
hanno attrezzati a difesa con molta cura, ma si è alla vigilia della stagione
invernale, e questo non favorisce offensive risolutive. Un dato, in ogni caso è
emerso. Dal fronte italiano sono state sottratte forze nel mese di agosto per
l’operazione Avalanche, ovvero lo sbarco in Provenza, che lo hanno fortemente
indebolito.
Rinviata
a più riprese nel corso del 1944, in cui anche il nome in codice è cambiato, da
Anvil a Dragoon, in seguito alla opposizione di Winston Churchill che non vede
la necessità strategica di uno sbarco in Provenza, l’operazione è attuata per
decisa volontà statunitense. Non vi partecipano forze britanniche, ma solo
forze statunitensi (7a Armata), che partono dai porti italiani, soprattutto Napoli
tutte provenienti dal fronte italiano, e da forze della Francia Libera, che
partono dai porti Nord Africani, e comprendono anche il Corpo di Spedizione
Francese in Italia, che quindi è sottratto dal fronte italiano.
LO sbarco è attuato il 15 agosto, e solo nel
primo giorno riescono a far prendere terra ad oltre 94.000 uomini; come da
previsione lo sbarco riesce, data anche la scarsità di forze tedesche impiegate
per contrastarlo. Dal giorno successivo statunitensi e francesi si lanceranno
alla conquista di Tolone e Marsiglia, ad occidente, verso Cannes e Nizza ad
Oriente
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