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sabato 25 aprile 2020

25 aprile: i simboli e la realtà

Gianna Radiconcini, staffetta del GAP di Roma ci da la versione reale della morte di Teresa Gullace, simbolo ed icona tramandata dalla scena del film neorealista "Roma città aperta", protagonista l'indimenticabile Anna Magnani. La scena vede Francesco, il marito, su un camion tedesco che viene portato via, e Teresa Gullace-Anna Magnani che corre dietro chiamando il suo Francesco. Una raffica di mitra la abbatte, Secondo Gianna Radiconcini questa scena non è mai avvenuta. Teresa Gullace è morta in tutt'altra maniera.Davanti ad una caserma di via delle Milizie, il 3 marzo 1944, all'interno della quale i tedeschi avevano radunato tutti gli uomini rastrellati (dalla classe 1910 alla classe 1925) per deportarli in Germania. Davanti alla caserma si era radunata una gran folla di donne. "Urlavano tutte per farsi rispondere dai mariti, dai fratelli o dai figli che stavano in caserma. Due di queste donne attirarono la mia attenzione. Una aveva un gran cesto di cicoria ed un coltellaccio che brandiva urlando. L'altra invece era incinta, molto incinta. Ad un certo punto dal portone della caserma uscì una moto con due tedeschi . Quello che stava dietro era un biondino che avrà avuto al massimo venti anni. Fece partire una raffica, Calò un silenzio surreale . E quando mi girai quella donna incinta era stesa in un lago di sangue". La testimonianza è sul libro "Noi Partigiani" uscito il 23 aprile scorso. Ogni 25 aprile prima di ogni altra cosa occorre chiedersi un solo perchè: chi ha determinato tutto questo? Perchè siamo arrivati ad episodi come quello del 3 marzo, quando un esercito straniero rastrella tutti gli uomini che incontra per mandarli a lavorare come schiavi?. Il restò è solo riflessione che dovrebbe essere fatta in silenzio, nel chiuso delle coscienze, in chiave cartesiana separando la verità dalla non verità. I simboli sono importanti, i cineasti faccino il loro mestiere creando con i film le loro favole. Noi, se vogliamo avere un futuro dobbiamo arrivare alla realtà delle cose, lasciando da parte tutti gli intermediari. Ci era stato detto che avevamo otto milioni di baionette, la realtà si è poi visto ed era nota solo a pochi che non esitarono a percorrere una strada che portò alla tragedia. Ruggero Zangrandi ci ha suggerito il punto di partenza di questa riflessione: a nulla valgono il valore, la dedizione, i sacrifici di milioni di uomini umili, contro le azioni di pochi capi ignavi e vili. E questo vale per tutti.

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