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venerdì 8 giugno 2018

Prigionia militare ITALIANA in Austria 1915-1918

UN PROGETTO IN ITINERE


L’Istituto del Nastro Azzurro – fra Decorati al Valor Militare è un Ente Morale dal 31 maggio 1928 e,  si propone di nobilitare il segno del valore , tutelare il rispetto e l’amore per la Patria e diffondere, soprattutto nelle  giovani  generazioni, la coscienza dei doveri verso questa. Si prefigge inoltre lo scopo di ravvivare il ricordo degli eroismi compiuti mediante pellegrinaggi e cerimonie.
In tale contesto l’Istituto ha deliberato di commemorare il Centenario della 1^ Guerra Mondiale onorando i Caduti di quell’immane conflitto in uno dei Sacrari Militari del Veneto. La scelta è caduta sul Sacrario Militare di Asiago dove riposano i resti mortali di soldati italiani ed austro-ungarici che pur impegnati su fronti opposti sono stati accumunati da un tragico destino.
Con queste premesse si è dato vita un progetto che nei suoi termini generali così riportava:

Si è allora pensato di organizzare una cerimonia coinvolgendo la Croce Nera d’Austria, un’Associazione che dal 1919 censisce i luoghi di sepoltura  ed effettua periodiche visite nei cimiteri e nei Sacrari Militari  che contengono spoglie di soldati austriaci sia in Austria che all’estero.  L’invito è stato accolto e nei giorni 16 e 17 maggio 2015 una delegazione austriaca comprendente i vertici della Croce Nera, autorità parlamentari ed appartenenti ad associazioni d’arma, per un totale di un centinaio di persone arriveranno ad Asiago. La presenza stranierà sarà completata da autorità consolari ungheresi, mentre quella nazionale sarà assicurata da Soci dell’Istituto, studenti provenienti dalla Toscana e dal Veneto.
La commemorazione prevede una serie di eventi e manifestazioni comprendenti esibizioni di bande e fanfare italiane ed austriache che coinvolgeranno anche la popolazione locale.
Il progetto  si propone lo scopo di unire Popoli che 100 anni fa erano in guerra e che oggi, insieme, vogliono conservare la memoria dei propri Caduti affinché le nuove generazioni non dimentichino ì sacrifici e le difficoltà che hanno affrontato i protagonisti di quell'epopea.
Per quanto riguarda la  fase di divulgazione dei risultati essa avverrà sia con la pubblicazione sul periodico dell’Istituto sia con metodi divulgativi più moderni: il portale www.istitutonasstroazzurro.org ed il supporto digitale che utilizzando il web come mezzo di diffusione, si rivolge ai giovani quali maggiori utilizzatori delle nuove tecnologie di comunicazione.”

Da allora si sono tenuti quattro incontri, con alternanza una volta in Austria ed una volta in Italia, in luoghi ove siano presenti cimiteri di guerra. Nel 1914 si è svolta nel sacrario di Cima Grappa ed ad Asiago nel 1915, poi nel 1916 in Austria.  Nel 1917 la scelta è caduta su Feltre,  nel cui territorio vi sono cimiteri di guerra sia dell’Austria-Ungheria che della Germania.

In questo quadro il Centro Studi sul Valore Militare – Cesvam ha presentato un Progetto al Ministero della Difesa per un Convegno di Studi dal tema “La prigionia Italiana in Austria Ungheria e la Prigionia Austriaca in Italia durante la Prima Guerra Mondiale.” Lo scopo del convegno è quello di fornire alla Croce Nera Austriaca notizie e documenti di archivio inediti della prigionia austriaca in Italia e viceversa, ovvero avere documentazione austriaca sulla prigionia italiana in Austria Ungheria. Tale progetto non è stato accolto per il finanziamento, ma rimane come attività del CESVAM. Il materiale raccolto sarà pubblicato in Atti, come sintesi delle attività di incontro e contribuirà alla realizzazione del progetto collegato dedicato al Combattente Disarmato, ovvero alla figura del Prigioniero Italiano, appunto combattente disarmato.

Questo progetto definito “La Prigionia Italiana dal 1861 al 1945” si basa sulla idea centrale definita nel seguente modo:
“Nel retaggio della nostra Storia Militare il prigioniero di guerra non è stato mai visto con positività. Abbiamo sempre considerato i prigionieri di guerra come soldati che non hanno fatto in fondo il proprio dovere. E’ il retaggio del concetto d’annunziano che considerava i prigionieri come dei Peccatori contro la Patria”. Considerato che i primi prigionieri di guerra del Regio Esercito, dopo le battaglie risorgimentali e la presa di Roma 1870, sono i prigionieri della Battaglia di Adua in mano al re Etiope Menelik, appare evidente che questo retaggio ha motivi sufficienti per essere tale.
Nella realtà il prigioniero di guerra, anche ai dettami del Codice comportamentale e del Codice Militare di Guerra e del Regolamento di disciplina, ha il dovere, una volta caduto prigioniero, di continuare combattere e a rispettare i dettami delle predette normative, Ovvero seppur un combattente disarmato, deve continuare a combattere, con altri mezzi e modi, per queste questo gli chiede la sua Patria. Non per altro al rientro dalla prigionia esiste un preciso momento in cui il comportamento del combattente viene valutato e giudicato.
Come ogni combattente, quindi,anche il prigioniero esprime nel suo comportamento momenti di Valore Militare, che sono diversi e diversamente premiati dal combattente in armi, ma che sono sempre momenti in cui il Valor Militare si esplica.
Il progetto vuole evidenziare questo in una narrazione di fatti e comportamenti, ovvero descrivere una storia della prigionia Militare Italiana, fino alla seconda guerra mondiale, che allo stato della attuale storiografia non è stata mai affrontata in modo organico. Da rilevare che è facile cadere nell’errore di equivocare fra Prigionia di Guerra ed Internamento, dopo l’esperienza degli Internati Militari Italiani della seconda guerra mondiale. IL progetto vuole anche marcare le inequivocabili differenze fra queste due situazioni giuridiche e militari. “

Il progetto prevede  che i programmi esecutivi si articolano in tre momenti: 1.Ricerca e individuazione del materiale  d’archivio ed edito; 2. Elaborazione critica di detto materiale3. Stesura della bazza dei volumi. Le Modalità di Esecuzione prevede due momenti 1.Ricerca e individuazione del materiale  d’archivio ed edito: Le ricerche si svolgeranno presso l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, la Biblioteca Centrale Militare di Roma, L’Archivio della Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, Internamento e Guerra di Liberazione, e gli Uffici Storici di Forza Armata. 2. Elaborazione critica di detto materiale:     Il materiale sarà ordinato in base a criteri che gli autori che sono: Lineamenti generali della prigionia di guerra. Aspetto Giuridico. spetto Militare: le fasi: resa, raccolta, invio all’indiero, avvio ai campi di smistamento, assunzione, avvio ai campi di prigionia, trattamento e vita nei campi, rimpatrio. La Prigionia nelle Guerre del Risorgimento, La Prigionia nelle Guerre Coloniali. La Prigionia nella Prima Guerra Mondiale. La Prigionia nella Seconda Guerra Mondiale.

Anche il Progetto dedicato alla Prigionia Italiana dal 1861 al 1945 non è stato accolto per il finanziamento da parte del Ministero della Difesa. Come per  gli altri presentato e non accolti il CESVAM  li ha avviati, con tempi particolari, alla realizzazione come filoni di studio e ricerca nell’ambito delle sue attività.

Pertanto gli incontro con la Croce Nera, che hanno cadenza annuale, da Feltre in poi, secondo la proposta del CESVAM presenta al Presidente Nazionale del Nastro Azzurro, devono avere anche un contenuto di ricerca e di studio per la reciproca conoscenza oltre agli aspetti già noti di rievocazione e omaggio  ed al significato che si è dato a questi incontri.

A Feltre non è stato possibile individuare uno spazio da inserire nel programma ufficiale, ma si sono svolti contattati per proporre l’idea per i prossimi anni.

Per il 4° Incontro di Feltre, il CESVAM, aveva predisposto due relazioni base per avviare contatti, redatte dal Direttore e dal Vice Direttore del CESVAM consistenti nella individuazione dei campi di concentramento  italiani in Austria-Ungheria e quelli italiani per prigionieri austriaci e delle altre etnie dell’Impero in Italia. Materiali che sottendono a queste ricerche sono state consegnate all’interprete affinché le facesse giungere ai rappresentanti della Croce Nera.

La necessità di ufficializzare quanto proposto discende anche dal fatto che depone bene per l’Istituto del Nastro Azzurro dare anche contenuti di ricerca e studio a cerimonie e commemorazioni come quelle in essere con la Croce Nera al fine di cementare ulteriormente con la reciproca conoscenza le finalità dell’inizaitva.

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