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mercoledì 19 aprile 2017

Verso il G7 italiano

UNA FINESTRA SUL MONDO


Verso il Vertice G7

La tappa di Lucca dei Grandi in Italia
Daniela Giordano, Francesca Voce
14/04/2017
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Dopo Firenze e Roma, i riflettori del mondo si sono da poco spenti su Lucca, in attesa di riaccendersi sulla nuova tappa del G7 sotto la presidenza italiana, Bari, per la Ministeriale Finanze.

L’incontro più atteso di questa carovana diplomatica e mediatica è il Vertice di Taormina che si terrà nella cittadina siciliana a fine maggio, il 26 e 27. Gli incontri annuali del Gruppo dei Sette sono da sempre fonti di riflessione, punti di partenza per nuove politiche, momenti di confronto e talora di decisione. Questo G7 cade in un momento in cui, più che altre volte, si paga il prezzo della mancanza di vero dialogo tra le maggiori potenze.

Tra la Cultura - bene - e l’Energia – male
Proprio su questo tema si è basata la prima riunione dei ministri della Cultura nell’ambito del G7, intitolata ‘La cultura come strumento di dialogo tra i popoli’, che si è conclusa con la firma della Dichiarazione di Firenze.

Azzeccata la scelta logistica e tematica di questo primo incontro, dato il ruolo preminente dell’Italia nell’ambito della tutela dei patrimoni artistici e culturali a livello internazionale. Posizione di rilievo confermata dall’appoggio dato alla cosiddetta ‘diplomazia culturale’ e, in particolare, dalla creazione dei ‘caschi blu della cultura’.

Questa iniziativa è, infatti, uno degli elementi cardini della politica estera italiana e uno dei punti saldi dell’agenda del ministro Dario Franceschini, presidente di turno dell’incontro. Oltre ai rappresentanti dei Sette Grandi, hanno preso parte ai lavori delle sessioni tecniche anche organizzazioni intergovernative e non-governative collegate al settore.

Meno positivo l’andamento della ministeriale Energia di Roma che, risentendo dei ripensamenti interni all’Amministrazione Trump, non ha prodotto un documento finale condiviso. Gli Stati Uniti, rappresentati dal segretario all’Energia Rick Perry, hanno infatti precisato che, a causa delle revisioni in corso da parte della nuova presidenza, chiariranno solo nei prossimi giorni la loro posizione ufficiale sui temi energetici, bloccando di fatto la stesura di un testo congiunto.

Si è fatta notare l’assenza della Russia, importante attore energetico internazionale, ma soprattutto fornitore chiave di Germania, Italia, Francia e Giappone, nonché pezzo fondamentale sul fronte ucraino, non solo politico, ma anche energetico - c’è unanimità fra i Sette sullo sviluppo di un piano energetico autonomo ucraino.

Alcune organizzazioni come RES4 Africa, Enel Foundation, e Africa-EU Energy Partnership (AEEP) hanno organizzato un side-event dedicato al rafforzamento energetico del Continente africano attraverso l’innovazione e soluzioni green-tech, denominato Africa 2030. Per ricordare che il surriscaldamento globale non aspetta le lente dinamiche delle convenienze politiche, Greenpeace ha donato ai rappresentanti dei Sette un enorme termometro, a memento degli accordi di Parigi sul clima rimessi in discussione dall’Amministrazione Trump.

Il tema dell’energia non s’è certamente esaurito con l’incontro di Roma: le prossime occasioni di dibattito saranno Bologna e Torino, sedi delle tre ministeriali su Ambiente, Industria e Scienza.

Gli Esteri con lo sguardo strabico tra la Siria e la Corea
Sicuramente è risultato più movimentato, per tematiche e partecipazioni, l’incontro di Lucca tra i ministri degli Esteri. La Farnesina, nel quadro del summit straordinario sulla Siria, ha coinvolto nella partecipazione ai lavori anche le delegazioni di Turchia, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar. Con l’Iran, ci sono stati contatti telefonici.

I lavori sono stati preceduti da una visita a Sant’Anna di Stazzema, luogo simbolo della Seconda Guerra Mondiale, dove il segretario di Stato Usa Rex Tillerson, ha spiegato l’attacco di venerdì 7 contro il governo di Damasco come un atto punitivo nei confronti di chiunque commetta crimini contro innocenti.

La Siria è stata, come era facile prevedere, il principale focus del dibattito della ministeriale: un consenso è stato raggiunto sull’esigenza di evitare una soluzione militare, a favore di una negoziale.

Il ricordo del disastro libico, rievocato dal ministro italiano Angelino Alfano, fa apparire impraticabile la proposta del ministro franceseJean-Marc Ayrault di rovesciare il regime di Assad. Nuovamente, il dibattito è stato condizionato dall’assenza della Federazione russa, il cui peso nello scenario siriano non può certo essere ignorato.

È stata rigettata la proposta britannica, appoggiata in sede bilaterale dagli Stati Uniti, di aumentare le sanzioni contro Mosca: il ministro tedesco Sigmar Gabriel considera un importante segnale positivo il fatto che la Russia abbia chiesto un’indagine internazionale indipendente in Siria, mentre Alfano, nella prospettiva delle visite in successione al presidente Putin del presidente Mattarella e del premier Gentiloni, definisce un errore isolare il Cremlino, condividendo la posizione dell’Alto Rappresentante dell’Unione europea Federica Mogherini.

Tra gli altri temi in agenda, la Nord Corea, l’Iraq, la Libia, il Sahel, il Corno d’Africa e lo Yemen, in rilievo la situazione ucraina, rispetto alla quale i Grandi ribadiscono la condanna all’adesione della Crimea da parte di Mosca e affermano che la crisi può essere risolta soltanto per vie diplomatiche. Viene risollevata inoltre la necessità di raggiungere la pace e di porre fine al conflitto israelo-palestinese, che da troppo tempo ormai affligge il Medio Oriente.

La strada per Taormina è ormai tracciata e sembra già chiaro quali temi potranno essere riproposti in sede di Vertice, sebbene l’incontro barese sulla finanza potrebbe aggiungerne uno ulteriore: il libero mercato e la minaccia protezionista. Sempre a prescindere dalla imprevedibilità di molti degli attuali attori sulla scena mondiale.

Daniela Giordano e Francesca Voce sono due studentesse della laurea magistrale congiunta in International Security Studies presso la Scuola Superiore Sant'Anna e l'Università degli Studi di Trento.

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