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venerdì 24 marzo 2017

L'altro fronte in Iraq

UNA FINESTRA SUL MONDO

di  Salvatore Tuosto*

In un conflitto odierno, l’asimmetria ha preso il sopravvento, soprattutto laddove si è in presenza di una debolezza intrinseca delle istituzioni dello Stato, ovvero in presenza di Stati Falliti. Diverse organizzazioni ricorrono alle tecniche asimmetriche per contrastare un Governo e la volontà del suo popolo: le strategie dell’attrito e dell’intimidazione sono utilizzate per sopraffare lo Stato utilizzando la popolazione civile. Quanto accade a Baghdad non è altro che la dimostrazione di quanto menzionato sopra. Ormai gli attacchi contro la popolazione civile non si contano più: la minaccia di esplosioni e sparatorie è divenuta parte della vita quotidiana per coloro che vivono nella Capitale irachena. Purtroppo questi attacchi non si fermeranno con il passare del tempo. L’IS, ormai relegato in piccolissime porzioni di territorio (Parte Occidentale della città di Mosul, Tal Afar, l’area di Hawija e l’area di Al Qaim), ha compreso che la fine è vicina: i suoi miliziani, almeno quelli più fedeli ed ancora agguerriti, sono pronti a trasformare quello che fino ad oggi è stato uno Stato a tutti gli effetti, in una rete di cellule sparse sul territorio che si attivano all’occorrenza per ricordare alle autorità irachene e alla comunità Internazionale che non sarà semplice estirpare questo male. I continui attacchi che l’IS compie nella capitale irachena, hanno come scopo principale quello di screditare l’operato del Governo.

Il messaggio è molto semplice: anche se le operazioni di riconquista dei territori occupati da parte dell’esercito iracheno stanno avendo successo (seppur con l’aiuto di una “Coalition of Willing” a guida USA), l’IS è abbastanza forte e ben organizzato per provocare ingenti danni sfruttando tutte le falle nei sistemi di sicurezza iracheni, poco efficaci e male organizzati. Il risultato a cui mirano i miliziani è quello di intimidire la popolazione civile, cercando di far capire loro come solo sotto il controllo dello Stato Islamico siano veramente protetti e al sicuro. Ciò, uniti ai problemi di accesso ai servizi pubblici essenziali, con cui la popolazione civile deve convivere ogni giorno, può portare a conseguenze indesiderate. Nella Capitale irachena si è dunque di fronte ogni giorno alla cosiddetta Guerra fra la Gente, una guerra subdola in cui il nemico non è ben definibile: è scaltro e pronto al martirio. La capacità dello Stato Islamico di attuare una congrua flessibilità alla struttura organizzativa consentirà all’organizzazione di operare nell’ombra, attivando le cellule necessarie affinché continui ad essere percepita come una minaccia credibile. Ciò, unito al possibile vantaggio che potranno offrire le divergenze tra i vari gruppi etnici presenti nel Paese, potrebbe consentire al gruppo di riemergere in un prossimo futuro ancora più forte e determinato, forte anche dell’esperienza maturata negli ultimi 3 anni.

 Per questo motivo, oltre ad un piano che porti la vittoria sotto l’aspetto operativo – tattico, vi è bisogno di un piano strategico a lungo termine di “counter – insurgency” che contrasti sul nascere ogni tentativo di riattivazione del gruppo, tenendo sempre come obiettivo principale il ripianamento delle divergenze tra i vari gruppi etnici, condizione necessaria alla pacificazione dell’Iraq.

* Master I Livello in "Antiterrorismo Internazionale" Anno Accademico 2015/2016

Breve Bibliografia di riferimento:

:  SCOTT S., “What Happens After the Islamic State Loses Mosul”, in Stratfor – Security Weekly, OCTOBER 27, 2016, reperibile all’indirizzo: https://www.stratfor.com/weekly/what-happens-after-islamic-state-loses-mosul? id=be1ddd5371&uuid=601179ae-c1b1-4042-8eeb-f3e8ffbab89d  “The Iraqi army is on the brink of defeating Islamic State”, in “The Economist”, Mar 11th 2017, reperibile all’indirizzo: http://www.economist.com/news/middle-east-andafrica/21718456-government-must-move-fast-if-it-not-squander-its-victory-iraq

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