DIBATTITI
La vera esigenza primaria
per gli Alleati in Italia era quella di avere uomini da impiegare nella
organizzazione logistica per non sottrarli alle forze combattenti. Da qui la
sempre pressante richiesta al Regno d’Italia di fornire uomini da impiegare
nelle retrovie nel settore logistico. Subito dopo la proclamazione
dell’armistizio, gli Alleati chiesero contingenti di uomini da impiegare nelle
retrovie per sopperire ai più svariati servizi. Gli statunitensi ed i
britannici avevano due distinti organizzazioni logistiche. I primi nelle
retrovie della loro V Armata avevano la cosiddetta Peninsular Base Section
(PBS), che aveva come fulcro centrale il porto di Napoli e dal luglio 1944,
quello di Livorno: i secondi nelle retrovie della loro VIII Armata avevano
creato dei punti di smistamento e rifornimento chiamati “distretti”, che
avevano il loro fulcro il porto di bari, poi dal luglio 1944, quello di Ancona.
In questo quadro è inserito l’apporto italiano allo sforzo bellico alleato
sotto il profilo logistico. Tale apporto divenne una prerogativa italiana,
tanto che si può ben dire che il sostegno logistico alleato era per la
stragrande maggioranza, in termini di uomini, in mano italiana. Un aspetto
della Guerra di Liberazione che va sottolineato, questo dell’apporto non
combattente che l’Italia ha dato alla causa alleata. Questo apporto si
materializzò fin dall’ottobre del 1943 con la creazione dei primi Battaglioni
di lavoratori e dei primi Reparti di Salmerie. Queste unità erano state
costituite dopo la creazione dei cosiddetti Campi di riordinamento, in cui
erano stati concentrati inizialemnte i soldati italiani che non avevano una
dipendenza organica ed avevano la funzione di recuperare il personale militare
sbandato a seguito della crisi armistiziale.[1]
Da questo momento fu un
continuo crescendo di unità di questo tipo che ricevettero il nome di Divisioni
Ausiliare. Nel dicembre del 1943 due divisioni costiere, già inquadrate nelle
nella V Armata Statunitense e VIII Armata britannica, si trasformarono in
Divisione Ausiliare. Si ebbero così la 209a Divisione Ausiliaria, schierandosi
nell’area di Chieti-Pescara, e la 210a Divisione Ausiliaria, creata per il
sostegno logistico della V Armata statunitense. I Reparti dislocati nelle
Puglie ed in Calabria furono messi a disposizione del II Distretto Logistico
britannico.
Nella primavera del 1944 fu
creato l’Ispettorato Truppe Ausiliarie, che si avvaleva di du Comandi di
Delegazioni)[2]
avente il compito di coordinare le attività di tutte le unità ausiliare
italiane in base alle richieste alleate e in base alla progressione verso nord
del fronte alleato.
Attraverso l’Ispettorato
Truppe Ausiliare, lo Stato Maggiore Regio Esercito (SRME) creò otto Grandi
Unità Amministrative procedendo:
. alla trasformazione di alcune Divisioni Costiere (205a, 209a, 210a, 229a)
. alla costituzione di nuove divisioni ausiliarie (228a, 230a, 231a, e Comando Italiano 212°)
Dall’ottobre 1943
all’aprile 1945 furono create attraverso i Comandi di delegazione nuove
unità i cui organici non erano standard
per ciascuna tipologia ma variavano da
reparto a reparto.[3]
Al termine della guerra, nel
maggio del 1945, i militari italiani che componevano le Divisioni Ausiliare
ammontavano a 196.000 uomini, di cui alle dirette dipendenze dei Comandi
alleati 57.000 e nelle retrovie 137.000.
[1]
I Campi di riordinamento non si devono confondere con il Campi di Affluenza,
che accoglieva il personale già di previsto impiego
[2]
“T” per l’area tirrenica ed “A” per l’area adriatica
[3]
Nei 20 mesi di cobelligeranza le nuove unità di nuova costituzione furono:
- tredici Reggimenti pionieri (400°, 401°, 402°, 403°,
404°, 405°, 406°, 407°, 409°, 410°, 412°, 413° e 417°);
- cinque Reggimenti Lavoratori, di costituzione
omogenea con il personale appartenente alla stessa arma (513°, 516°, 525°, 541°
e 548°);
- quarantadue
Battaglioni Servizi;
- ventisei
Battaglioni Guardie; - cinque Battaglioni ferrovieri;
- sette Battaglioni Portuali; - ottantatré compagnie
genio;
- ottantuno compagnie autieri;
- trentatré Reparti Salmerie e portatori;
- altre unità
specialistiche.
A queste unità operative vennero avviate, a cura dello
SMRE o delle forze Alleate, anche delle unità addestrative:
- la Scuola Allievi Telegrafisti, per il personale
addetto all’esercizio delle linee telefoniche;
- la Scuola
Autieri di Polignano, per la formazione dei conduttori addetti agli automezzi
alleati;
- la Scuola Autieri di Frattamaggiore, per la
formazione degli autieri e gli Allievi Meccanici;
- la Scuola Inglese di Polizia Militare, per
l’addestramento dei militari addetti al servizio di moviere;
- il Centro R.A.O.C., delle forze britanniche, per il
personale specializzato di artiglieria, del genio
e
commissariato;
- i Centri di Cignano e Fossombrone, per la formazione
dei militari conducenti dei dei Reparti di Salmerie
- il 525°Reggimento della 210° Divisione Ausiliaria per l’addestramento a decorrere dal gennaio 1945 dei genieri e degli autieri delle stessa Grane Unità. Cfr. Baldelli G. R. Un ventennio di preparazione ed una conclusione amara. Gli Organici del Regio Esercito dal 10 giugno 1940 al 2 giugno 1946. La prova dei fatti. Dal 10 giugno 1940 al 25 luglio 1943, Roma- Viterbo, Edizioni Archeoares, Vol. 2 Tomo II, pag.83 e segg.
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