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giovedì 18 dicembre 2025

Le Divisioni ausiliare del Regio Esercito nella Guerra di Liberazione. 1943- 1945

 DIBATTITI

La vera esigenza primaria per gli Alleati in Italia era quella di avere uomini da impiegare nella organizzazione logistica per non sottrarli alle forze combattenti. Da qui la sempre pressante richiesta al Regno d’Italia di fornire uomini da impiegare nelle retrovie nel settore logistico. Subito dopo la proclamazione dell’armistizio, gli Alleati chiesero contingenti di uomini da impiegare nelle retrovie per sopperire ai più svariati servizi. Gli statunitensi ed i britannici avevano due distinti organizzazioni logistiche. I primi nelle retrovie della loro V Armata avevano la cosiddetta Peninsular Base Section (PBS), che aveva come fulcro centrale il porto di Napoli e dal luglio 1944, quello di Livorno: i secondi nelle retrovie della loro VIII Armata avevano creato dei punti di smistamento e rifornimento chiamati “distretti”, che avevano il loro fulcro il porto di bari, poi dal luglio 1944, quello di Ancona. In questo quadro è inserito l’apporto italiano allo sforzo bellico alleato sotto il profilo logistico. Tale apporto divenne una prerogativa italiana, tanto che si può ben dire che il sostegno logistico alleato era per la stragrande maggioranza, in termini di uomini, in mano italiana. Un aspetto della Guerra di Liberazione che va sottolineato, questo dell’apporto non combattente che l’Italia ha dato alla causa alleata. Questo apporto si materializzò fin dall’ottobre del 1943 con la creazione dei primi Battaglioni di lavoratori e dei primi Reparti di Salmerie. Queste unità erano state costituite dopo la creazione dei cosiddetti Campi di riordinamento, in cui erano stati concentrati inizialemnte i soldati italiani che non avevano una dipendenza organica ed avevano la funzione di recuperare il personale militare sbandato a seguito della crisi armistiziale.[1]

Da questo momento fu un continuo crescendo di unità di questo tipo che ricevettero il nome di Divisioni Ausiliare. Nel dicembre del 1943 due divisioni costiere, già inquadrate nelle nella V Armata Statunitense e VIII Armata britannica, si trasformarono in Divisione Ausiliare. Si ebbero così la 209a Divisione Ausiliaria, schierandosi nell’area di Chieti-Pescara, e la 210a Divisione Ausiliaria, creata per il sostegno logistico della V Armata statunitense. I Reparti dislocati nelle Puglie ed in Calabria furono messi a disposizione del II Distretto Logistico britannico. 

Nella primavera del 1944 fu creato l’Ispettorato Truppe Ausiliarie, che si avvaleva di du Comandi di Delegazioni)[2] avente il compito di coordinare le attività di tutte le unità ausiliare italiane in base alle richieste alleate e in base alla progressione verso nord del fronte alleato.

Attraverso l’Ispettorato Truppe Ausiliare, lo Stato Maggiore Regio Esercito (SRME) creò otto Grandi Unità Amministrative procedendo:

. alla trasformazione di alcune Divisioni Costiere (205a, 209a,   210a, 229a)

. alla costituzione di nuove divisioni ausiliarie (228a, 230a,  231a, e Comando Italiano 212°)

 

Dall’ottobre 1943 all’aprile 1945 furono create attraverso i Comandi di delegazione nuove unità  i cui organici non erano standard per ciascuna tipologia  ma variavano da reparto a reparto.[3]

Al termine della guerra, nel maggio del 1945, i militari italiani che componevano le Divisioni Ausiliare ammontavano a 196.000 uomini, di cui alle dirette dipendenze dei Comandi alleati 57.000 e nelle retrovie 137.000.

(Massimo Coltrinari)

[1] I Campi di riordinamento non si devono confondere con il Campi di Affluenza, che accoglieva il personale già di previsto impiego

[2] “T” per l’area tirrenica ed “A” per l’area adriatica

[3] Nei 20 mesi di cobelligeranza le nuove unità di nuova costituzione furono:

- tredici Reggimenti pionieri (400°, 401°, 402°, 403°, 404°, 405°, 406°, 407°, 409°, 410°, 412°, 413° e 417°);

- cinque Reggimenti Lavoratori, di costituzione omogenea con il personale appartenente alla stessa arma (513°, 516°, 525°, 541° e 548°);

 - quarantadue Battaglioni Servizi;

 - ventisei Battaglioni Guardie; - cinque Battaglioni ferrovieri;

- sette Battaglioni Portuali; - ottantatré compagnie genio;

- ottantuno compagnie autieri;

- trentatré Reparti Salmerie e portatori;

 - altre unità specialistiche.

A queste unità operative vennero avviate, a cura dello SMRE o delle forze Alleate, anche delle unità addestrative:

- la Scuola Allievi Telegrafisti, per il personale addetto all’esercizio delle linee telefoniche;

-  la Scuola Autieri di Polignano, per la formazione dei conduttori addetti agli automezzi alleati;

- la Scuola Autieri di Frattamaggiore, per la formazione degli autieri e gli Allievi Meccanici;

- la Scuola Inglese di Polizia Militare, per l’addestramento dei militari addetti al servizio di moviere;

- il Centro R.A.O.C., delle forze britanniche, per il personale specializzato di artiglieria, del genio

  e commissariato;

- i Centri di Cignano e Fossombrone, per la formazione dei militari conducenti dei dei Reparti di Salmerie

- il 525°Reggimento della 210° Divisione Ausiliaria per l’addestramento a decorrere dal gennaio 1945 dei   genieri e degli autieri delle stessa Grane Unità. Cfr. Baldelli G. R. Un ventennio di preparazione ed una conclusione amara. Gli Organici del Regio Esercito dal 10 giugno 1940 al 2 giugno 1946. La prova dei fatti. Dal 10 giugno 1940 al 25 luglio 1943, Roma- Viterbo, Edizioni Archeoares, Vol. 2 Tomo II, pag.83 e segg.


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