ARCHIVIO
La prigionia in URSS 1941 - 1954
Fuoriusciti ed Illuminati
(la precedente nota è stata pubblicata in data 28 agosto 2024. nota tratta dall'Archivio Aldo Resta)
Massimo Coltrinari
Con la guerra di Spagna, molti militanti dalla URSS, per ordine di Mosca, compreso Togliatti si arruolarono nelle Brigate Internazionali. Con la sconfitta, i superstiti si rifugiarono in Francia, ammontanti a circa 6000. Di questi oltre 600, compreso Togliatti, si imbarcarono a Le Havre per approdare a Mosca. Anche fra costoro si posò l'occhio vigile della N.K.V.D., ma si ritiene che fra costoro si debbano individuare coloro che poi svolsero la propaganda verso i prigionieri italiano.
Secondo il Rapporto U.N.I.R.R.iv (3) i fuoriusciti che svolsero il compito di propaganda presso i prigionieri italiani non furono più di una trentina.
Inizialmente essi si presentarono come intermediari tra i prigionieri ed i Comandi dei Campi. Per il prigioniero italiano, dopo le tremende avversie della cattura, sentire parlare italiano fu in un primo momento motivo di speranza e conforto, vedendo in questi italiani un aiuto e duna possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita.Subito, però, si comprese, che erano al totale servizio della N.K.V.D. ed eseguivano gli ordini dei loro superiori. Del resto vestivano la divisa sovietica ed avevano la qualifica di Commissario Politico. Il giudizio dei sopravvissuti è pesante:
"..Sicché, invece di aiutare, cercare di intervenire per rendere meno drammatica e pesante la prigionia dei loro connazionali, fungevano da manovalanza dei russi nella loro schiacciante offensiva psicologica. Alcuni di loro furono utilizzati anche al fronte, al seguito dei reparti russi, sia per diffondere a mezzo altoparlante inviti alla resa, sia per tendere tranelli, diffondere notizie false e dirottare reparti durante la ritirata"v
ii Bocca G., Sotto i colpi di Stalin – I Compagni traditi, in Storia Illustrata, n.358, settembre 1987
iii Zaccaria G., A Mosca senza ritorno,Sugarco, Milano, 1983
iv Rapporto UNIRR, pag. 121
v Rapporto UNIRR, pag. 121
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