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martedì 26 marzo 2019

La Calda Estate del 1943. Lo Sbarco in Sicilia


                   APPROFONDIMENTI
Dopo la caduta della Tunisia i nodi 
stavano vendo al pettine. Lo Sbarco in Sicilia rappresenta il primo passo
 dell'assalto alla Fortezza Europa
ed al potere della Germania.
L'Italia era in prima linea ed avrebbe dovuto, 
come L'Inghilterra nel 1940 ricevere il massimo degli aiuti dall'alleato Germanico
Il quale teneva oltre 8 divisioni al di la del Brennero, pronte a scendere in Italia, 
su ordine.
Come realmente accadde l'8 settembre 1943.
divisioni che sarebbero state utilissime in Sicilia
Questi erano gli alleati tedeschi





La calda estate del 1943
1.1   Lo sbarco in Sicilia. 1.2  La caduta di Mussolini. 1.3  I 45 giorni del governo Badoglio. 1.4  L’armistizio. 1.5  La Campagna d’Italia

di
MASSIMO COLTRINARI


1.1 Lo sbarco in Sicilia


Con la resa delle truppe italo-tedesche il 12 maggio in Tunisia[1] il 12 maggio 1943, era facilmente prevedibile che gli anglo-americani fissassero il prossimo obiettivo nella invasione della penisola italiana, anche se notizie davano probabile una invasione della Grecia. Presto le loro intenzioni si fecero manifeste, con l’attacco a Pantelleria[2] che cadde dopo una risibile resistenza. Con la perdita dell’Africa settentrionale, preceduta dalla ritirata in Russia, L’Italia aveva perso le sue truppe migliori; la difesa del suolo metropolitano diventava sempre più problematica, anche per la scarsezza dei materiali. Ma vi erano forze e materiali sufficienti per una difesa efficace; il vero problema stava nel morale, minato da tutta una serie di fattori negativi che chiamavano in causa i vertici politico-militari nella loro interezza.
Gli anglo-americani il 10 luglio 1943 invadono la Sicilia sbarcando tra Siracusa e Licata, in attuazione della operazione “Husky”. La difesa italiana, scarsamente appoggiata da forze tedesche riuscì inizialmente a contrastare le operazioni di sbarco; poi dovette cedere; il 12 luglio, la linea delle difese costiere italiane fu sfondata, mentre alcuni tentativi di reazione italo-tedeschi, con forze tedesche fatte affluire anche dalla Francia, furono prima contenuti poi respinti. La mancanza di una difesa mobile centrale basata fu forze mobili motorizzate e corazzate (la divisione Littorio, poi denominata Centauro, e la divisone della Milizia “Di Camicie Nere” con i suoi 36 Carri Tigre, erano stanziate a Chiusi in Toscana) favorì  l’avanzata alleata che raggiunse la Sicilia centrale lungo la direttrice Enna- Caltanisetta.
Il Comando Italiano, in relazione alle forze disponibili, rinunziò alla difesa della Sicilia orientale, permettendo agli Alleanti di entrare a Palermo il 22 luglio indisturbati e consegnando loro il porto, che divenne in breve il punto di forza della loro organizzazione logistica. Per disposizione del vertice militare italiano erano stati mandati in Sicilia effettivi nativi dell’isola, nel  presupposto che i Siciliani avrebbero difeso la loro isola fino all’estremo. La realtà si manifestò quasi subito; sempre più numerosi furono i soldati nativi dell’isola che trovarono ogni giustificazione e modo per lasciare i loro reparti per raggiungere le lro famiglie, in un clima di completa sfiducia verso le istituzioni sia militari che politiche. La difesa era minata nel morale e nella determinazione e questo ebbe ripercussioni quanto mai negative sulla condotta delle operazioni.
 Il 20 luglio le disposizioni per le forze italo-tedesche prescrivevano che dovevano attestarsi a difesa delle provincie orientali lungo una linea che, da Sud a Nord, segue il corso del Simeto, sale all’altezza di Nicosia, e s’allarga ad ovest al alcune parti delle Madonie. La linea viene presto investita dagli anglo-americani, che, grazie alla determinazione delle unità tedesche ed a costo di sensibili arretramenti, attuando la classi manovra di arresto momentaneo, reazione dinamica locale e ripiegamento su posizioni più arretrate già predisposte alla difesa, sono contenuti. I combattimenti assumo densità consistenti e sono via via sempre più accaniti, dando momenti di arresto consistenti alle forze avanzanti. Il 5 agosto 1943 la situazione si compromette definitivamente con la conquista di Catania da parte britannica, dopo intensi combattimenti, in cui emerge la determinazione italiana a combattere ( battaglia del ponte di Primo Sole).
I resti delle unità italiane passano lo stretto e si riorganizzano in Calabria; questo movimento ha termine il 12 agosto, mentre le forze tedesche continuano a dare copertura ed a trattenere gli anglo-americani, sviluppando azioni di frenaggio e arresto momentaneo che permette di guadagnare tempo. Questa azione ha successo e consente al Comando tedesco di trasferire in Calabria la quasi totalità delle truppe impiegate e, cosa ancora più importante, la quasi totalità dei mezzi e degli equipaggiamenti. L’operazione ha termine il 17 agosto, mentre il 16 gli alleati entrano a Messina
a, dopo una quanto mai squallida disputa tra il gen. Montgomery, britannico,  ed il gen., Patton, statunitensi, impegnati in una sorta di corsa a chi arrivava primo nella città dello stretto.
 (continua)



[1] Facchini I, La campagna di Tunisia 1942 – 1943, Roma, Editrice Nuova Cultura – Università la Sapienza, 2009.
[2]

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