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martedì 5 marzo 2019

Conquistare la libertà significa versare sangue


 DIBATTITI
Si iniziano a riportate note coeve tratte da diari redatti
 nei mesi delle Guerra di Liberazione
riferiti al Corpo Italiano di Liberazione e la sua 
azione nel giugno luglio 1944 sulla costa Adriatica
e che culminò con la Battaglia di Filottrano e la successiva
 azione per la presa di Ancona

Attendamento della 51a Sezione Sanità del Corpo Italiano di Liberazione
in Abruzzo aprile 1944

Ad Osimo (Ancona)  la situazione  era difficile come in tutto il resto dell’Italia[1].I mesi precedenti non erano stati semplici e spiegano in gran parte il sentimento antitedesco[2].  Mons. Grillantini riguardo la situazione a metà del giugno 1944, quando Francesca Bonci inizia a scrivere il suo Diario, sottolinea l’abbandono al suo destino della popolazione.
12 giugno. Scappano gerarchi ( tra i primi il Prefetto, il Questore, il Preside della Provincia), militi, questurini, borghesi iscritti o simpatizzanti del Fasci repubblicano. Ne approfittano i Patrioti che invadono la Questura  e ne riportano armi e carte. Un magazzino vestiario militare, in Via Oppia, è stato preso d’assalto, e si fa a chi piglia piglia. A mantenere l’ordine, dopo questo episodio, si danno da fare gli iscritti al Partito d’Azione ( il primo Partito che si fa pubblicamente vivo). Come primo atto hanno disarmano il Segretario politico. I Tedeschi continuano a far man bassa di tutto, prendono cavalli, carrozzini, roba da mangiare, biancheria ecc. e se ne vanno con ogni mezzo. E’ passato un carro a quattro ruote, trainato da cavalli e da un bovino, guidato dai tedeschi”[3]

Si avverte che le cose stanno andando verso il peggio, e vuole lasciare memoria di quei giorni che già sembrano difficili, nulla rispetto a quelli che verranno. Francesca Bonci decide insieme alla sorella di lasciare traccia di questa situazione.

18 giugno 1944. Abbiamo deciso con Lina di scrivere memorie riguardanti la situazione politica che stiamo attraversando, mettendo su questi fogli i fatti salienti che accadono e che accadranno, perché per quanto finora tutto sembra calmo nella nostra cittadina, pure lo stato d’animo di noi Osimani non è naturale. Troppe chiacchiere circolano…. E quindi ci promettiamo di segnare ogni cosa che accadrà.

Come in molti Osimani, anche in Francesca colpisce la fuga delle Autorità Statuali che fino ad allora, dall’8 settembre, si erano erte a Stato.

20 giugno 1944. Questa notte, sono fuggiti alla chetichella, con la loro famiglia, i maggiori esponenti del fascio repubblicano. Infatti l’aria politica si è molto offuscata in questi ultimi giorni! Le truppe alleate combattono nell’Ascolano e questi nostri…coraggiosi concittadini per amor patrio…scappano!! Famiglia, M…..Alberto con la famiglia, le signorine Sgardi con la mamma, il famigerato Vincenzo (nel diario viene indicato il nome. Ma l’autrice ha espressamente chiesto che non venisse indicato n.d.a) con moglie, figlio e tre sorelle, I….con la moglie ed altri a cui sfugge il nome.
Intanto noi Osimani siano “come color che son sospesi”.

E’ un mese e più che si parla e si dice che gli Alleati sono arrivati qui vicino, che fra pochi giorni, anzi fra poche ore per gli ottimisti, occuperanno Ancona con uno sbarco, e noi come cittadina a sud di quest’ultima città, con Loreto, Castelfidardo, Recanati e dintorni, saremo occupati senza il passaggio della truppa. Certo si prevede che la conquista di Ancona non sia tanto facile, perché molte forze tedesche occupano quella zona sino a Jesi e sicuramente gli Alleati troveranno resistenza. Auguriamoci e preghiamo Dio che dalle nostre parti non passi il furore del combattimento."


Occorre riflettere su quanto queste testimonianze, sia orali che documentali riportate, per metterle in relazione all’Azione del Corpo Italiano di Liberazione. La Repubblica Sociale Italiana, nata da una riunione alla Rocca delle Caminate tenuta da Mussolini e quanti aveva potuto radunare, il 23 settembre 1943, è stata in gran parte accreditata dal fatto che rappresentò un freno e una diga alle esigenze e razzie tedesche. L’Italia non divenne la Polonia o la Cecoslovacchia, e gli Italiani dovrebbero essere memori di questo agli uomini che aderirono ai fedeli della vecchia alleanza nazifascista. In realtà i Tedeschi a tutti i livelli, dall’8 settembre alla fine della guerra si comportarono in Italia come si sono comportati in Polonia  in Cecoslovacchia e nel resto dell’Europa: da feroci invasori. Nessuno li ostacolò: prevalse sempre il loro interesse a scapito dell’Italia e degli Italiani; in pi trattarono i “Repubblichini” come dei “servi infidi”, da cui guardarsi bene. Ne è riprova, se tutto questo non fosse abbastanza chiaro dall’atteggiamento delle gerarchie statuali della Repubblica di Salo crollato il fronte di Cassino, caduta Roma il 4 giugno 1944, ormai era chiaro che gli Alleati sarebbero arrivati prima o poi alla cosiddetta linea gotica: tutto quello che era a meridione di questa linea non era più o non sarebbe stato più sotto controllo tedesco. La decisione fu subitanea: occorreva mettersi in salvo, andare al riparo della linea Gotica. Ed infatti tutti scapparono alla più gran carriera, incuranti di lasciare la popolazione e l’Italia in balia degli eventi, senza alcuna protezione. Dove era l’Esercito della repubblica Sociale Italia del Maresciallo Graziani? Perché non presidiava le posizioni e difendeva dagli invasori Angloamericani le città ed il territorio italiano? Perché non erano lì a disapprovare il comportamento della truppa tedesca a difendere la popolazione inerme? I duri ed i puri fascisti e non, anziché andare a guardare dalla parte “ribellistica” perché non iniziano a rispondere a queste domande. Osimo, in pratica era abbandonata a se stessa. La deligittimazione della Repubblica Sociale Italiana e dei fascisti in generale nasce da qui.
Nelle sue note, Francesca Bonci nota che le truppe alleate combattono nell’ascolano e la notizia era esatta, ma  per Alleate si devono intendere le truppe del Corpo Polacco, che, con uniformi inglesi, avevano assunto il compito di avanzare nelle Marche.

 
Don Carlo Grillantini,  sotto la data del 20-23 giugno 1944, annota che il Comitato di Liberazione Nazionale, che da tempo esercita la sua azione clandestina, radunandosi sempre in posti diversi, in assenza dei Repubblichini, ormai tutti scappati, ma anche di una sorprendente assenza tedesca (è il vuoto tra l’arretramento delle organizzazioni di retrovia e l’arrivo delle truppe di prima linea) ha iniziato a fermare i fascisti più in vista: Il segretario politico del Partito Nazionale Repubblicano, Il Podestà, nome usato dal fascismo per indicare il Sindaco, alcuni graduati della Milizia[4] ( che nel 1944 era stata sciolta dai fascisti repubblichini e sostituita con la Guarda Nazionale Repubblicana o con le Brigate Nere, tutte organizzazioni del Partito) e qualche milite dei più esposti. Don Grillantini ci da notizia che si era costituito anche un Tribunale del Popolo, che non dipendeva dal Comitato di Liberazione Nazionale, che non istituisce processi ne pronuncia condanna, ma a si limita ad ordinare dei fermi di polizia ed ad interrogatori. E vi sono anche reazioni nei confronti di questi esponenti del Fascio visti come la causa primaria della situazione: non si giunge alla guerra civile, alla eliminazione fisica, come si potrebbe prospettare, ma la reazione c’è.
Di contro le violenze, le soprafazioni e le angherie tedesche continuano in modo crescente.
Davanti a tanta violenza tedesca non poteva non esserci la reazione. La popolazione abbandonata a se stessa ha il diritto di prendere le armi e difendersi. E’ la lotta per la libertà, che discende da una situazione di imposizione e violenza dovuta in questo caso da un esercito straniero nella totale assenza di quegli Italiani, alleati ideologici, che lo fiancheggiano. E come ogni lotta, si hanno i Caduti.
Cadono due giovani, Augusto Pallotta, proprio di Osimo, e Alberto Spinosi. Episodio ben noto nella coscienza degli osimani più anziani, e che alle giovani generazioni va ricordato. Francesca Bonci annota nel suo diario questo sacrificio di suoi coetanei e la situazione di quei giorni:

23 giugno 1944. Ieri sera a Padiglione sono stati uccisi dai tedeschi, due giovani Patrioti che avevano tentato d disarmare degli assassini! I giovani sono: uno di Osimo tale Pallotta Augusto e l’altro di Ancona tale Spinosi Alberto. Ciò ha provocato sdegno e preoccupazione in tutta la popolazione specie per il primo molto conosciuto ed apprezzato. Questa mattina la filanda di cardinali al Borgo San Giacomo ha subito la stessa sorte dei molini. Quasi tutto il macchinario è andato distrutto, ma i muri esterni del caseggiato sono rimasti intatti. Mitragliatrici sono state piazzate ai lati della strada affinchè la popolazione non transitasse e tanto meno si fosse opposta! L’agitazione è in tutti!
Farmacie, negozi di generi alimentari, barbiere, caffè, sono chiusi. Pochissima gente è per a strada. Si vedono gruppetti di persone che noi conosciamo per Patrioti, sparsi qua e là che parlano sottovoce e si dileguano al comparire dei tedeschi!
Personalità di Osimo come Preside La Vaccara, dott. Boccanera, sig. Micheli hanno buscato.. a suon di schiaffi. Da stamane non abbiamo il latte. Pazienza! Intanto si vocifera che gli Alleati combattono nei pressi di Macerata. E’ vero che a Castelfidardo ci sono tanti tedeschi. C’è il comando della 271° Divisone. Don Iginio Ciavattini, che per il momento rappresenta la maggiore autorità del Paese, si è recato a piedi a Castelfidardo per parlare con il Generale e pregarlo affinchè Osimo non subisca danni rilevanti di sabotaggio, ma il Generale si è fatto negare. Non sarebbe un tedescaccio!!!!
Stamane sono stati arrestati dai Giovani patrioti, diversi esponenti del vecchi e nuovo fascio. Di nostra conoscenza c’è il dott. Davanti, ing. Chiaraluce, Capitoli, Cialabrini, Pagana, Marcucci Domenico, La Vaccara, notaio Egidi, Fratelli Zoppi della Stazione, Lemmo ed altri.

Ore 18. Si dice che fra poche ore giungeranno i soldati delle SS. Non basta! Stanno scoppiano le mine nella strada a Gambò, proprio sotto casa nostra. I tedeschi fanno saltare questa strada e intanto preparano le buche per mettere l’esplosivo da far scoppiare quando sarà ora. N. 11 forti colpi hanno preparato le biche. Ad ogni colpo la nostra casa trema. Siamo tutti con la testa per aria, specie lo zio che non vuol ritornare a casa.

In merito al vuoto di potere lasciato dalle autorità della Repubblica Sociale Italiana, sostituita dalla’autorità religiosa, l’unica non soppressa dall’Esercito di Occupazione, interessante anche qui la testimonianza di Don Carlo Grillantini è interessante:

“26 Giugno. Mi si presenta, stasera alle 18, il vecchio usciere della Questura, il quale mi consegna una velina  di mezza pagina, dove è scritto a macchina
“Il Comando tedesco di Castelfidardo ha mandato a chiamare il Prefetto, il Preside della provincia, Il Questore, Il Commissario e le autorità militari, per renderli responsabili di quanto possa avvenire. Essi si sono tutti eclissati; pregano l’autorità ecclesiastica di intervenire a bene della città”.

Porto il biglietto a Don Igino, che essendo Vicario capitolare, è l’unica autorità ecclesiastica del luogo e che, sia per questa sua qualifica e responsabilità, sia per il suo carattere attivo e generoso, da più giorni si da da fare per far mettere in libertà gli antifascisti incarcerati dai tedeschi e poi i fascisti incarcerati dai Patrioti. Egli prende il biglietto: facciamo sopra i nostri commenti e poi ci separiamo




[1] Una felice sintesi, a cui si rimanda, degli avvenimenti è stata riporta da Mons. Carlo Grillantini nella sua Storia di Osimo. Cfr. Grillantini C., Storia di Osimo, Osimo. Fondazione “Don Carlo”, 2006, Vol. I, II,  pag. 389 e segg.
[2] Una felice sintesi, a cui si rimanda, degli avvenimenti è stata riporta da Mons. Carlo Grillantini nella sua Storia di Osimo. Cfr. Grillantini C., Storia di Osimo, Osimo. Fondazione “Don Carlo”, 2006, Vol. I, II,  pag. 389 e segg.
[3] Ibidem, pag. 403.
[4] Per Milizia si intende la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, istituita dal fascismo il 1 marzo 1923, come organizzazione politico-militare da fiancheggiare all’Esercito. Fu sciolta dal Governo Badoglio il 27 luglio 1943 ed incorporata nell’esercito. La repubblica Sociale non la ricreò e diede vita ad altre formazioni militari.

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