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martedì 16 ottobre 2018

Rivista Militare. Un approccio alla Storia


DIBATTITI
Riportiamo il seguente articolo 
apparto sul numero  1 del 2016
della Rivista MIlitare

IL RITORNO DELLA STORIA MILITARE
Prime valutazioni sull’insegnamento interdisciplinare della storia militare presso la scuola di applicazione di Torino
di Pietro Todaro*
e Giovanni Cerino Badone**




Gli stupidi dicono che imparano dell’esperienza,
 io preferisco imparare dall’esperienza degli altri. 
Bismark, 1874


Nell’anno accademico 2015-2016 è stato reintrodotto in via sperimentale, per iniziativa dello Stato Maggiore dell’Esercito, l’insegnamento della Storia Militare presso il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. I corsi interessanti sono stati il 194° e 195° Corso di Formazione di Base e il 141° Corso di Stato Maggiore. Il Generale di Divisione Claudio Berto, Comandante dell’Istituto, ha partecipato ad alcune delle attività svolte a favore dei Corsi di Formazione e del Corso di Stato Maggiore, testimoniando con la sua presenza l’importanza fondamentale di tale insegnamento per le scuole di formazione dell’Esercito.
INEDITI APPROCCI DI INSEGNAMENTO
In un precedente articolo pubblicato sulla Rivista Militare (!) era stata segnalata la necessità di una nuova metodologia per l’insegnamento della Storia Militare. IL primo obiettivo da raggiungere era dunque la comprensione della metodologia didattica da impiegare. Due elementi chiave sono stati subito individuati:
·         L’utilizzo di un metodo dialettico di indagine, mirante a un coinvolgimento diretto dell’Ufficiale frequentatore;
·         Un approccio interdisciplinare alla Storia Militare, che rovesciasse il tradizionale approccio storiografico. La materia storica non doveva più essere considerata come l’elemento focale dell’insegnamento, ma uno strumento flessibile in grado di produrre esempi storici pertinenti, detti case studies, per le materie fondanti la formazione militare degli Ufficiali frequentatori.
Il metodo dialettico d’indagine, basato sul dialogo, ci è sembrato l’approccio giusto per questa situazione. Tale metodo, chiamato anche “maieutico”, consente al docente di “tirar fuori” dal discente tutto ciò che ha dentro di se: opinioni, idee, saperi, soluzioni e instaurare una fase dialogico-costruttiva, secondo un approccio critico. Era questo il metodo utilizzato nel IV secolo a.C. da Socrate il quale insegnava ai suoi allievi ciò che inconsapevolmente sapevano perché era già in loro. E’ una tecnica di insegnamento che sollecita i discenti alla ricerca di risposte ai diversi problemi e ad elaborare delle appropriate soluzioni ai vari quesiti. Il vantaggio di tale approccio consiste nella ricerca da parte del discente di una soluzione che, essendo stata elaborata dal frequentatore stesso, resta impressa nella mente molto di più di una soluzione acriticamente appresa dal docente.
Altrettanto innovativo è stato il modulo interdisciplinare, che ha interessato nello specifico gli insegnamenti di Storia Militare, Tattica, Servizio Informazioni Operativo (SIO) e Sociopsicologia per la parte dedicata a Leadership/Mission Command. Il fatto storico selezionato è stato affrontato con un approccio attagliato alle esigenze informative degli Ufficiali frequentanti e in aderenza agli obiettivi dei corsi in atto, e non in maniera prettamente evenemenziale o storiografica, secondo le metodologie attualmente in uso presso le Facoltà di Storia universitarie. Le fonti storiche collezionate in funzione delle singole materie oggetto di sviluppo in aula sono state, successivamente, elaborate da parte di ogni docente e presentate in aula collegialmente.

LEZIONI PER I CORSI DI FORMAZIONE DI BASE

Per quanto riguarda i Corsi di Formazione di base le lezioni di Storia Militare hanno interessato il 194° e 195° Corso. Per ciascun corso, suddiviso in 3 sezioni (fanteria, cavalleria/artiglieria/commissariato, genio/trasmissioni/Tramat), sono state effettuate 3 lezioni frontali, sulla base di un preciso case study. Nella prima lezione è stato effettuato inizialmente l’inquadramento storico del case study selezionato: La Battaglia per il Forte di Eben Emael, combattuta tra il 10 e l’11 maggio 1940. La scelta è stata determinata dalla scala dei combattimenti (2) e dalle dinamiche di Comando che tale episodio ha espresso, perfettamente attagliate alle necessità formative del corso e degli insegnamenti coinvolti. Le lezioni sono state così organizzate nello specifico:
·         1a lezione: il case study selezionato è stato inquadrato storicamente. Nel corso dell’incontro lo stesso fatto storico è stato affrontato secondo 4 diversi approcci analitici: Intelligence, Tattica, Leadership e Mission Command.
·         2a lezione: i frequentatori sono stati ripartiti in piccoli gruppi di lavoro (5-6 elementi) e a ciascun gruppo sono stati proposti dei quesiti relativi alle tematiche trattate nel primo incontro al fine di stimolare la discussione, cioè, detto in maniera esterofila, il critical thinking.
·         3a lezione: sicuramente si è trattato del momento più importante ai fini dell’apprendimento. I gruppi hanno esposto in aula i risultati delle proprie analisi in maniera collegiale, seguiti dai docenti, per facilitare la discussione in aula e sedimentare i concetti fondamentali.
L’obiettivo formativo, che era quello di portate il frequentatore a esporsi e interagire, approfondendo lo studio delle materie militari oggetto del corso e sviluppate nel case study, stimolare il pensiero e la consapevolezza del proprio ruolo di Ufficiali secondo il principio dottrinale del Comando decentralizzato, è stato pienamente raggiunto.

LEZIONI PER I CORSI DI STATO MAGGIORE

Per quel che riguarda il 141° Corso di Stato Maggiore, le attività di Storia Militare si sono articolate in tre lezioni, sempre della durata di due periodi. Le citate lezioni sono state supportate dalle cattedre di Tattica, Organizzazione delle Forze e Comando, Controllo, Comunicazioni e Computer (OFC4), Logistica e SIO (Servizio Informazioni Operativo), approfondendo tematiche di interesse delle materie oggetto di studio del corso attraverso un’analisi tecnico-operativo-tattica dei singoli eventi presi in esame: la Battaglia di Gazala (1942), la Battaglia di El Alamein (1943), e COIN (Controinsorgenza) nei Balcani (1941-1945).
Anche per questi corsi è stato necessario rovesciare l’apporto che la storia Militare può esprimere. Il singolo episodio, battaglia e campagna non sono stati affrontati come l’elemento fondante della lezione, ma come lo spunto dal quale trarre degli elementi di riflessione per un Ufficiale chiamato a ricoprire un ruolo di comando all’interno di uno Stato Maggiore di Brigata. Se pe i Corsi di Base il livello tattico squadra/compagnia/battaglione risultava pertinente, in questo caso la scala degli scontri doveva essere adeguata al livello d’interesse del Corso e dunque elevata a livello Brigata/Divisione. Ogni episodio è stato lo spunto per introdurre elementi di riflessione, confronto e verifica delle proprie conoscenze su ciascuna delle materie oggetto di studio per il Corso di Stato Maggiore. La prima lezione era dedicata alla Battaglia di Gazala: anziché soffermarsi sulle vicende generali della battaglia, si è incentrata un’analisi degli elementi OFC4 all’anno 1943, confrontandoli direttamente co la realtà odierna e valutando gli elementi positivi e negativi degli stessi. Sono stati affrontati allo stesso modo gli aspetti pertinenti la tattica, SIO e la logistica scegliendo all’interno dello scontro gli elementi peculiari degli aspetti storici per il docente di Storia Militare, interfacciandosi con gli altri docenti militari, ha reputato importanti per la preparazione di un Ufficiale di Stato Maggiore. Il tutto è bene ricordarlo, utilizzando un linguaggio, un dizionario e una produzione cartografica pertinente nell’ambito militare.

END STATE E SVILUPPI FUTURI

I risultati ottenuti nel corso di questa prima fase sperimentale sono stati notevoli. La Storia Militare è divenuta l’elemento di collegamento tra le materie militari fondamentali dei Corsi mentre l’approccio interdisciplinare e l’impiego di piccoli gruppi di lavoro ha permesso un’ottima interazione discente-docente. L’Ufficiale frequentatore nono è stato posto come elemento passivo nelle lezioni, ma ne è diventato un attore.
Questa nuova metodologia didattica richiede, per essere attuata nella sua interezza e dimostrarsi efficace in tutte le sue potenzialità, investimenti in termini di tempo e di personale da impiegare. In particolare:
·         per la preparazione del docente, perché dal nulla non può venire nulla. Se la nostra contemporaneità ci obbliga sempre di più a fornire una preparazione eccellente nel mondo delle Scuole civili, ciò risulta particolarmente vero nelle Scuole di Formazione dell’Esercito. Pertanto, il docente militare è una figura da selezionare, formare, con una specifica missione di insegnamento;
·         per la ricerca, lo studio e la preparazione di case study attagliati alle necessità didattiche dei programmi per le lezioni frontali. Ogni case study dovrà essere selezionato e preparato con cura per il corso al quale esso è dedicato, con attenzione alle esigenze formative del momento o del docente che ne richiede uso per le proprie lezioni;
·         per un favorevole rapporto numerico insegnante-allievi al fine di facilitare l’applicazione del principio della maieutica;
·         per lo studio e le attività attraverso la formazione di piccoli gruppi di lavoro;
·         per abituare sin dalle prime settimane dei Corsi di Formazione di Base, il Cadetto e l’Ufficiale a interagire, esporsi, chiedere apertamente, parlare in pubblico, in modo da poter affrontare con sicurezza e proprietà lessicale l’uditorio sia nel corso della sua formazione che delle sue future attività di comando.
Le prove sono appena iniziate. Il percorso tracciato è all’inizio ma l’esperienza appena conclusa ha confermato che il percorso è vincente; l’attenta sistematizzazione della metodologia didattica descritta, la reintroduzione della Storia Militare e l’interdisciplinarietà hanno portato a un successo didattico superiore alle aspettative tra i banchi della Formazione, all’avanguardia per quel che riguarda l’insegnamento della Storia Militare nei vari centri di formazione di altri Eserciti europei.
Richiamando le parole del Generale Douhet (3), fautore del dominio dell’aria e teorico dello spicco del pensiero militare italiano nei primi anni del Novecento: ”la vittoria sorride a coloro che anticipano i cambiamenti”… o ripropongono antiche ma ancora valide tecniche di insegnamento: maieutica compresa!

*Colonnello
**Docente di Storia Moderna presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo “Avogadro”, Capitano della Riserva Selezionata


NOTE

(1) G. Cerino Badone, La Scuola di Marte. Proposte per un insegnamento integrato di Arte Operativa, Tattica e Storia Militare nelle Scuole di Formazione dell’Esercito, in “Rivista Militare”, n.5/2015 Settembre-Ottobre, pp. 62-67
(2) Presero parte ai combattimenti del forte di Edel Emael una compagnia di paracadutisti tedeschi e un battaglione di artiglieria da fortezza belga.
(3) Giulio Douhet (1969-1930), Generale dell’Esercito Italiano e successivamente della nascente Aeronautica, fu tra i primi teorici della guerra aerea. Pubblicò nel 1921 il trattato “Il Dominio dell’Aria”.



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