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venerdì 5 dicembre 2025

CESVAM REPORT 2021 2025 - I precedenti Report 2014 -2018 - 2019 -2021

 ARCHIVIO

I CESVAM REPORT PRECEDENTI

CESVAM REPORT 2014 – 2018

CESVAM REPORT 2019 -2021

 





I CESVAM REPORT PRECEDENTI

CESVAM REPORT 2014 – 2018

CESVAM REPORT 2019 -2021

 


giovedì 4 dicembre 2025

I Carabinieri nella Guerra di Liberazione

 DIBATTITI


Fiesole


Manuel Vignola

Nel quadro degli eccidi in Toscana dal 1943 al 1945 di cui daremo ampio conto nel volume successivo a questo un posto particolare spetta ad un episodio che assume aspetti estremamente significativi: la fucilazione da parte tedesca di tre carabinieri della locale Stazione nell'agosto del 1944. Questo episodio è sintomatico del dramma, un dramma nel dramma, che hanno vissuto i Carabinieri in questo periodo non certo facile della vita sociale e della storia del nostro paese.

 

La situazione generale era di estrema difficoltà da tutti i punti di vista: dal punto di vista dell'ordinamento militare, dal punto di vista della situazione politica, dal punto di vista della situazione personale e dal punto di vista delle relazioni interpersonali.

 

Tutto il portato della tradizione dell’Arma, era una stella polare per ogni Carabiniere, ma riuscire a mantenere la rotta desiderata era di estrema difficoltà per le situazioni contingenti. La prima che andiamo ad analizzare è quella detta dal comportamento della Germania in Italia e del suo esercito all’indomani della firma dell’Armistizio. Senza entrare in merito alla questione armistiziale, a premessa occorre dire che sarebbe stato molto più opportuno per i tedeschi cercare di convincere l’alleato a schierare le otto divisioni che stanziavano inutilizzate al di là delle Alpi, e almeno qualcuna di esse schierarla in Sicilia. Certamente una forte presenza tedesca nell’Isola a fronteggiare uno sbarco alleato sarebbe stata determinate, Se poi si considera che le forze italiane con l’aiuto di poche unità paracadutiste ed aerotrasportate germaniche fatte affluire all’ultimo momento erano a un passo a rigettare le forze sbarcate nella costa meridionale tra Agrigento e Gela e che la Battaglia di Primo Sole dimostra quanto si era vicini ad un passo dalla vittoria. La campagna di Sicilia dimostra che gli alleati, potevano essere respinti con una presenza tedesca superiore. Questa mancanza di visione strategica da parte di Berlino mentre la Gran Bretagna era via via “occupata” da centinaia di migliaia di soldati statunitensi, è all’orine di come poi le poche forze non inviate costringe la Germania ad inviarne un numero di gran lunga maggiore. Il grande desiderio di arrivare ad un negoziato, mai confessato, ma realmente perseguito fin dal 1942, con gli Alleati per arrivare ad una pace favorevole, non si realizzò anche per le considerazioni di cui sopra. Forse anche per questo mancato obiettivo strategico l’atteggiamento della Germania nei confronti dell’Italia è improntato a rancore, disprezzo, ed ogni sorta di giudizio negativo, di cui fecero le spese per primi i loro alleati in Italia, i fascisti.

L’esercito tedesco, ed in generale il popolo tedesco, era animato da furore teutonico contro quello che consideravano un tradimento vero e proprio: l’uscita dalla guerra dell'Italia, un’uscita perpetuata con l’inganno ed il raggiro. Dopo aver più volte, all'indomani della caduta del fascismo il 25 luglio 1943, da parte del governo Badoglio e del vertice politico militare succeduto al a Mussolini ed al Partito Nazionale fascista, affermato la volontà di continuare la guerra a fianco della Germania, in apparente segreto intavolava trattative segrete con gli alleati.

La famosa “calda estate del 1943” aperta dall’incontro di Feltre il 20 luglio 1943, tra Hitler e Mussolini, incontro che dimostra la considerazione che i nazisti avevano per il fascismo italiano e per le esigenze italiane nel luglio del 1943. Praticamente non fu ascoltata nessuna delle richieste che Mussolini avanzò al suo alleato tedesco. Hitler, che a livello personale mostrò sempre una ammirazione per Mussolini, che considerava quasi un suo Maestro, a Feltre non concesse nulla. Mussolini non riuscì nemmeno a profferir parola, ovvero a chiedere lo sganciamento dell’Italia dall’Alleanza da attuarsi in comune di comune accordo.

Il fallimento di Feltre fu la sua condanna. Se Hitler era favorevolmente ben disposto verso Mussolini tutto il vertice nazista era al contrario contro sia esponenti fascisti italiani sia contro L'Italia in genere, I Germania le considerazioni negative e le accuse erano tante, la più importante delle quali era quella che il 25 luglio 43 nessun fascista difese non solo Mussolini caduto in mano ai suoi avversari ma tutto il fascismo sia come voi movimento politico che come regime. Nessuna opposizione armata, nessun combattimento, in pratica una resa senza condizioni. Queste accuse all'indomani della proclamazione della Repubblica Sociale Italiana, divennero le linee guida e la base dei rapporti che si avranno dal settembre del 43 fino al 45 tra i tedeschi e gli italiani. Un rapporto di sudditanza del neofascismo che si ebbe in tutti gli aspetti della vita politica e della conduzione della guerra. In questo contesto il comportamento dei tedeschi nei confronti dei loro alleati fascisti fu sempre altezzoso, di disprezzo, con a base sempre il tornaconto germanico.

Vedremo di seguito i criteri che l’Esercito tedesco adotto in Italia nella conduzione della guerra, all’origine delle violenze e delle stragi che costellano tutto il periodo della loro presenza in Italia.

 

I Carabinieri si trovarono quindi ad operare con un elemento tedesco ostile agli italiani a qualunque parte essi appartenessero compresi i neonati fascisti repubblichini 

 

Su piano interno i neonati fascisti repubblichina erano, per loro natura, ostili ai Carabinieri in quanto era nota la loro fedeltà al Corona e a Casa Savoia in particolare; questo era un dato oggettivo frutto della conoscenza e della tradizione che l'Arma aveva in Italia-

 Per chi voleva scardinare le fondamento dello Stato e fondarne uno totalmente nuovo, da Regno a Repubblica, certamente non poteva prendere in considerazione i Carabinieri, come loro alleati

Pertanto i rapporti tra i Carabinieri rimasti nel territorio della Repubblica Sociale Italiana erano improntati a diffidenza e circospezione. Il neofascismo poi, era dominato dagli estremisti del partito, moti emarginati nel ventennio, che adesso trovavano l’occasione di ritornare in auge.

Il segretario generale del Partito Fascista Repubblicano, Pavolini, nel ventennio nella cerca privilegiata del ministro degli Esteri Ciano e di sua moglie Edda Mussolini, si rilevò un acerrimo nemico di Ciano e vide con piacere, anche per assecondare i tedeschi, la sua condanna a morte per tradimento ì. L’estremismo era la connotazione del neofascismo repubblichino.

 

Il processo di Verona, intentato ai cosiddetti “traditori” ne è l’esempio chiaro: fu un unanime processo vendicativo e di rivalsa verso la componente moderata e di regime del fascismo da parte della componente estremista, di cui Mussolini stesso era prigioniero, tanto che non fece nulla per salvare suo genero, Ciano, il padre dei suoi nipoti.

 

In questo contesto di rapporti non si può trascorrere un episodio fondamentale del periodo iniziale della vita della Repubblica Sociale Italiana: la deportazione dei Carabinieri da Roma il 7 ottobre 1943 voluta dal capo delle SS di Roma, Kappler è dai suoi per sgombrare il campo al fine di attuare il grande rastrellamento degli ebrei del 16 ottobre 1943 in cui furono deportati oltre 1000 ebrei romani di cui solo 14 ritornarono.

Con i Carabinieri a Roma questo non sarebbe successo. Infatti l'operazione fu condotta dalla PAI Polizia Africa italiana e da altre componenti la polizia della RSI. I tedeschi, impegnati a fondo sul fronte meridionale, non avevano le truppe per eseguire queste operazioni.

 

Altro episodio significativo che occorre citare è la fucilazione del Vice Brigatiere Salvo d’Acquisto. Assunto oggi a simbolo della situazione di come la popolazione era in balia dell’occupante tedesco, senza nessuna tutela e protezione. Per comportamenti non certo edificanti un gruppo di militari germanici provocarono una situazione in cui uno di loro perse la vita. Il comando tedesco ritenne questo responsabilità della popolazione civile e, pertanto, diede vita ad una rappresaglia rastrellando 22 civili. Accusati di aver provocato la morte del militare tedesco furono condannati a morte.

 

E il canovaccio della maggior parte degli eccidi che si hanno dal settembre 1943 alla fine della guerra: morte di uno o più militari germanici, accuse alla popolazione civile, rappresaglia, rastrellamento, condanna dei rastrellati senza processo, fucilazione

In quel 22 settembre del 1p43 la strage fu evitata per il sacrificio del Vice Brigadiere Salvatore D'Acquisto che si autoaccusò dell’accaduto. Il comando tedesco, pur consapevole della estraneità per evidenti motivi del Vice Brigatiere Salvo d’Acquisto ai fatti lo fucilarono lo stesso.

Salvatore d’Acquisto e la sua fucilazione sono il prototipo del comportamento dell’esercito tedesco, della assenza di qualsiasi presenza a difesa di inermi civili e del ruolo che anche individualmente i Carabinieri scelsero per essere fedeli a sé stessi. 

 

Era iniziata, la “guerra ai civili” da parte di Tedeschi e poi dei Fascisti repubblichini, in cui i Carabinieri, invisi sia agli uni che agli altri, scelsero di stare dalla parte dei “civili”. Il rastrellamento del 7 ottobre a Roma, Salvo D’Acquisto agli albori della guerra di liberazione, sono i prodomi di scelte che portarono poi a Fiesole nell’agosto 1944.

 

 

 

 

mercoledì 3 dicembre 2025

CESVAM REPORT 2021 2025 - lineamenti per il futuro

 ARCHIVIO

 

LINEAMENTI PER IL FUTURO

 

La via indicata:

 “l’aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza”

 


 

Nel Precedente Report 2014 – 2019 E  nel Report 2019 - 21 si scriveva:

Le prospettive che si presentano al CESVAM nel breve e nel medio termine sono incentrate su tre eventi fondamentali: il primo, l’anniversario della traslazione del Milite Ignoto che cade il 4 novembre 2021; il secondo il Congresso Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro, il terzo, che è conseguente al primo, la preparazione per le celebrazioni del centenario della fondazione del Nastro Azzurro, che cade nel 2023.” Il CESVAM ha seguito le linee maestre indicate.

 

Nel quadriennio 2021 – 2025 si è affermata in maniera netta la demarcazione tra le attività di carattere ricreativo-rievocativo-associativo dell’Istituto e le attività di ricerca e studi del CESVAM. In varie sedi si è dibattitto di questo aspetto, che ormai ha assunto una connotazione chiara. I livelli di ambizione nei rispettivi campi sono di qualità diverse e questo ha portato a constatare che tante iniziative CESVAN sono naufragate proprio per non aver capito la sostanziale differenza che esiste  di come di intende la partecipazione all’Istituto. Senza entrare nei particolari, occorre che il CESVAM prenda misure chiare nel momento in cui determinate significative vengono messe in atto. Se il CESVAM vuole sopravvivere deve essere se stesso.

 

Nel 2025  si è adottato il motto “l’aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza” parafrasando  Dante Alighieri. Fermo restando la estrema attenzione nel valutare i soggetti fisici con cui si viene a collaborare, circoscrivendo ogni contatto con gli esponenti che intendono l’Istituto come una associazione non si sa se combattentistica o civile o d’arma, tutte le collaborazione devono essere improntate alla ricerca post universitaria pura, in cui lo sviluppo dei progetti e la cura dell’offerta formativa  dei master sono le linee dominanti. Chi non ha le qualità e le capacità per seguire questa linea non può essere parti attiva del CESVAM. Altro per il futuro non si può indicare, in quanto si constata che la crisi del mondo associativo militare è gravissima, la crisi di adesioni costante e sempre più grave, l’allargarsi di aspetti ideologici di uguale o di segno contrario sempre più diffusi, iniziative di basso livello di contenuti proposte con i nuovi mezzi di divulgazione da chi fa prevalere più la apparenza che la sostanza vivono non di luce propria prende sempre più piede. 

 

Le prospettive sono quindi a tutto tondo. Le tre fasi “L’aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza” .sono collegate indissolubilmente tra loro. Nessuna vive da sola. “Ne l’aver Inteso”, ne “lo ritener”, entrambe devono divenire “Scienza”.

 

Solo la correlata successione di queste tre fasi è CESVAM. Senza fare scienza, quindi,  il CESVAM non ha ragione d’essere.

 

 

 

 

 

 

 

 


martedì 2 dicembre 2025

Conflittualità ed Etica

 DIBATTITI

 

Frammentazione della coscienza

Sergio Benedetto Sabetta

 

            Dalla fine della Guerra Fredda si sono succeduti una serie continua di conflitti in un apparente periodo di pace che ci fanno porre delle domande.

            Negli esseri viventi vi è una coscienza nascosta quando si percepisce ma non si è consapevoli, in una dissociazione tra percezione e sensazione quale consapevolezza, solo nel momento in cui i due termini si riuniscono si ha la consapevolezza della distinzione tra il mio e l’altrui essere, in altri termini si ha la coscienza esplicita, ovvero una intelligenza cosciente.

            Il riconoscimento reciproco risulta più facile tra simili, ovvero tra coloro che possiedono gli stessi valori in una omogeneità culturale (Hegel), tuttavia la società omogenea può sfociare nell’estremismo di un nazionalismo esasperato di lingua, religione, razza, creando una distopia questo comunque non esclude anche in assenza di una omogeneità totale delle simmetrie locali mediante una associatività.

            Il male può essere naturale o morale, ossia umano, (etica), la tecnologia tuttavia ha fatto sì che molto del male naturale sia diventato umano, ovvero morale, dipendendo da una decisione ossia valutazione cosciente.

            Se in Socrate il male è conseguenza di una mancata conoscenza quale mancata educazione (Paideia), per Hobbes l’umanità è sì intelligente ma anche cattiva, per cui alla Paideia occorre aggiungere la legge (Nomos) intesa non solo in termini repressivi ma anche quale organizzazione di una società migliore, infatti un ulteriore elemento che favorisce la malvagità è la disorganizzazione proveniente dal Caos.

            Elemento portante dell’organizzazione, come della Paideia e del Nomos, è l’informazione che nel dare risposte alle domande supera l’insipienza derivante dall’incertezza, infatti l’ignoranza non è che la mancanza della domanda, pertanto l’insegnamento è quindi abituare a porsi domande, tanto domande giuste che  riflettere sulle eventuali domande mancate.

            Il porsi domande a vicenda diventa in questa ottica un arricchimento nascendo la conoscenza dalla domanda a cui la risposta fornisce il perché, da cui se ne deduce che l’informazione inquinata impedisce il giudizio sulla realtà deviando l’etica, essendo questa basata sull’informazione.

            In una struttura complessa la quantità di energia necessaria al fine dell’elaborazioni dei calcoli per la conoscenza cresce con la complessità (Teoria della complessità), in questo processo punto focale è l’astrazione del modello su cui applicare la domanda quale realtà, ossia trarre la funzione per paragonarla mediante parametri al modello prescelto.

            La risposta dipende dalla domanda per cui si avranno modelli diversi, da qui ne derivano tre rischi:

1)     Domande sbagliate, perdendo di vista l’oggetto della domanda;

2)     Domande irrilevanti ;

3)     Domande parziali.

Dobbiamo altresì considerare che l’intelligenza viene bloccata da una sovra informazione deviata, vi è comunque nell’intelligenza una responsabilità della conoscenza, tuttavia nella modernità l’autorità è performativa, indipendente dalla conoscenza ed è costituita da tre elementi: l’apparenza, la coerenza narrativa e la sicurezza nel manifestarsi al pubblico.

La sicurezza è di per sé magnetica,  si parla per slogan e frasi semplici, nell’attuale età di confusione la sicurezza è l’elemento fondamentale, ma la confusione determina una economia nell’attenzione fondata sulla frammentazione dell’impulso, privo di ragionamento.

Questo favorisce gli elementi che agiscono emotivamente e non con coscienza e cultura, strategicamente, colui che nell’agire senza incertezza sa apparire, quindi attira, rafforza il potere legittimandolo e senza metterlo in discussione, nell’occupare il potere, si mette all’altezza della massa. Afferma Nietzsche che la vita ricompensa il coraggio ma punisce il saggio, infatti essa premia l’azione che casualmente risolve, così che il sistema viene a premiare il coraggio indipendentemente dalla saggezza nel caos.

Se per Platone dobbiamo rivolgerci alle idee per superare le contraddizioni che sono in noi, Cartesio e Kant affermano sull’insegnamento platonico che noi non conosciamo la realtà, ma la semplice sua rappresentazione, pertanto dobbiamo porre domande alla Natura per ottenerne risposte, nasce la scienza moderna di Torricelli, Copernico, Galileo, Newton, da cui l’affermazione di Hegel che quello che è razionale è reale, come simmetricamente quello che è reale è razionale.

A questa rappresentazione della Natura si contrappone Schopenhauer il quale afferma agire la Natura per se stessa, forza irrazionale senza scopo, dove il corpo è bisogno e desiderio, figure della mancanza, ma dai desideri soddisfatti nascono altri desideri fonte di fatica e dolore, quindi si genera nella prospettiva del sé ma in realtà per la potenza della specie, i cui elementi corporei sono aggressività e sessualità ai quali si contrappone la compassione, l’arte e l’ascesi, ponendo l’essere fuori dal tempo e dal desiderio, contro la volontà della Natura.

Freud riconosce a Schopenhauer il merito di avere inventato la psicologia alla quale lui ha solo aggiunto i dati medici, dove nel dovere subentrare l’Io all’Es, in un passaggio dal piacere alla realtà mediante il lavoro, Freud ha trovato le regole per governare l’inconscio.

Nietzsche osserva che per vivere l’essere umano ha bisogno di un senso in contrapposizione alla morte che è l’implosione del senso, Prometeo ha donato la tecnica e quindi l’illusione, quella che Platone definisce la razionalità quale rimedio alla tragicità dove l’idea nel superare l’inganno dei sensi svela la realtà mediante l’astrazione.

In Nietzsche la ragione è un sistema fondato sul principio di non contraddizione, arte della designazione non equivoca, essa deve condurci fuori dall’imprevedibile, la ragione è quindi prevedibilità, ossia la causalità uscendo per tale via dall’angoscia dell’imprevedibile, tanto che anche la mitologia può essere vista come ricerca delle cause.

Abbiamo visto che nella stabilità della prevedibilità si ha la sicurezza e il benessere, fuori dall’incalcolabile, ma in essa si ha anche l’identità frutto della certezza proveniente dalla società, ovvero dal rapporto relazionale, la scienza nata da Cartesio non è che una ulteriore precisazione del calcolabile derivante dal mondo delle idee di Platone al fine di definire la realtà.

La verità per Platone è la corrispondenza tra l’dea e l’oggetto, ad essa si contrappone Nietzsche per il quale è una costruzione al fine di potere vivere nel mondo e come tale una forma di salute,  ossia di vita, tuttavia essa è epocale e non eterna. Ragione e verità non coincidono, la ragione permette la costruzione di una serie di regole per una comunicazione non equivoca, così da permettere una connessione che ci eviti l’imprevedibilità.

L’informazione è costituita dai “dati”, intesi come differenze, dalla “sintassi”, differenze ordinate secondo regole, e “semantica”, significato, essa ha una sua tridimensionalità data dall’essere nel mondo, per qualcosa e su qualcosa, nell’attuale eclissi dell’analogico a favore del digitale si crea una nuova identità della persona che può essere manipolata fino ad una totale sovrapposizione che ne permette una manipolazione completa.

Attualmente alla vecchia I.A. simbolica, fondata su regole deterministiche di cui è possibile calcolare i passaggi, si è sovrapposta la nuova I.A. generativa che lavorando in termini statistici ha alte probabilità di errore con problemi di proprietà intellettuale e raccolta casuale di dati, anche falsi ed errati, tanto che a fronte di un 70% di risposte esatte vi sono circa un 30% di risposte errate, circostanza che tra l’altro ha ridotto notevolmente nell’attuale momento storico l’interesse delle imprese per la nuova I.A. generativa nonostante l’enorme flusso di investimenti (la fine di un’epoca, Franco Bernabè, Università di Trento, Wired Next Fest 2025), dobbiamo tuttavia considerare che l’essere umano ha pulsioni e non istinti come gli animali, quindi ha bisogno di educazione e di istituzioni valide.    


lunedì 1 dicembre 2025

Vita degli ebrei d'Europa. Al MEIS di Ferrara

 NOTIZIE CESVAM



in occasione della mostra "Viaggio in Italia. Alla scoperta del patrimonio culturale ebraico", il MEIS propone nel suo bookshop (via Piangipane 81, Ferrara) la serie di incontri gratuiti Scatti di storia”conferenze dedicate ai grandi maestri della fotografia che con il loro obiettivo hanno raccontato momenti cruciali della storia e i cambiamenti sociali italiani e internazionali.

 

Ci vediamo il 4 dicembre  alle 17.30 con l'appuntamento dedicato a Roman Vishniac, biologo e fotografo russo che immortalò con i suoi scatti unici la vita degli ebrei dell’Europa Orientale prima della Shoah. Tra il 1935 e il 1938, infatti Vishniac venne incaricato dalla sede europea del Jewish Joint Distribution Committee (JDC) di Parigi, la più grande organizzazione umanitaria ebraica al mondo, di fotografare le comunità ebraiche impoverite in tutta l'Europa orientale. Quello che ne emerge è una testimonianza preziosa: i volti di decine di uomini, donne e bambini la cui vita sarà spezzata qualche anno dopo dalla deportazione nazista.

 

A tracciare il profilo di Vishniac sarà Daniela Scala del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea con l’ausilio del documentario “Vishniac”, firmato dalla regista Laura Bialis e con la produzione esecutiva di Nancy Spielberg, sorella di Steven e sua partner in tantissimi film.

 


L'incontro è gratuito. La prenotazione è fortemente consigliata chiamando il numero 342 5476621 (attivo da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00) o scrivendo a eventi.meis@orologionetwork.it.  

 

sabato 29 novembre 2025

Editoriale Mese di Novembre 2025

 


Mese estremamente proattivo questo che si va a concludere. Il primo dato positivo è la edizione del CESVAM Report 2021 2025, in gran parte pubblicato come post su questi QUADERNI  ed in uscita sia su carta che su pdf . Un documento che attesta la attività del CESVAM che deve essere inteso come base per un ulteriore affinamento di tutti gli aspetti CESVAM; cercando di privilegiare la qualità sulla quantità. Occorre soprattutto cercare di essere attenti ad essere coerenti con i principi informatori del nostro Centro, più volte enunciati e descritti.

Altro punto positivo sono le nuove iscrizioni ai Master, con una affluenza ed una qualità degni di nota. Anche qui occorre essere ferrei nel mantenere gli standard adottati fino ad ora. L'Ultima sessione di laurea, a metà novembre, ha confermato la bontà dell'approccio, tanto che tutti i laureati hanno mostrato l'intenzione di collaborare con il CESVAM.

Su questo abbrivio, le opportunità da cogliere sono molteplici. La stragrande maggioranza dei componenti del CESVAM proviene da ambienti lontani dal nostro  ed hanno  conosciuto  nei suoi termini sia l'Istituto che le sue finalità istituzionali, dando vita ad una collaborazione fattiva che in certi casi supera il lustro ed oltre. Su questo approccio vale la pena di insistere.

Ovviamente ci sono le cose di segno contrario. Se ne indica una sola: il Canale YOU TUBE dell'Istituto, attivato nell'ambito del Progetto 2022/3 la Divulgazione. Su oltre 4000 soci del Nastro Azzurro, dei 83 iscritti al Canale, solo la metà  ha la qualifica di socio. Ma è una cosa accettabile, in quanto la dimestichezza con le nuove tecnologie non è una caratteristica delle persone di una certa età.  L'importante che sia aperto e gestito con cadenza settimanale. 

All'orizzonte ci sono le solite nubi: tutte cose note  a cui già si è provveduto con le adeguate contromisure ed i relativi piani alternativi. Chiudo constatando che il motto del CESVAM, "l'aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza".  anche in questo mese è stato messo in pratica. Un grazie a tutti.

(massimo coltrinari)   

venerdì 28 novembre 2025

Copertina Mese di Novembre 2025










QUADERNI ON LINE









Anno LXXXVI, Supplemento on line, XI, 2025, n. 117
(2746)

                                                                               NOVEMBRE 2025

valoremilitare.blogspot.com 
www.cesvam.org 

canale you tube: istituto nastro azzurro - cesvam
 

 

giovedì 27 novembre 2025

Storia delle Ferrovie Eritree ER

 ARCHIVIO


MARIO PIETRANGELI



Il ruolo del Genio Militare, del Genio Ferrovieri degli Alpini e dei Bersaglieri 

La costruzione della linea ferroviaria Massaua-Asmara, la principale ferrovia eritrea, avvenne in diverse fasi:

  • 1887-1911: La costruzione iniziò nel 1887 e si concluse nel 1911 con l'arrivo ad Asmara.

  • 1914-1922: Successivamente, la linea fu prolungata con il tratto Asmara-Biscia.

  • 1994-2003: Dopo un lungo periodo di disuso, la linea è stata in piccola parte riattivata

La Ferrovia Eritrea, in particolare la celebre tratta Massaua ( principale porto eritreo e seconda città Eritrea) -A smara (è la capitale Eritrea nota 1), rappresenta uno dei più straordinari capolavori di ingegneria ferroviaria del mondo, costruita in un ambiente estremamente ostile e con un dislivello notevole. 

La sua realizzazione fu un'impresa epica che vide un contributo fondamentale e determinante da parte dell'esercito italiano, in particolare del Genio Militare e del Genio Ferrovieri ( progettazione e coordinamenti montaggio linea), ma anche di altri reparti come Alpini e Bersaglieri La linea fu realizzata anche con tanta  manovalanza  locale

 Il Ruolo del Genio Ferrovieri 

 Il Genio Ferrovieri fu l'artefice principale di questa opera ciclopica. I loro compiti non si limitavano alla sola posa dei binari, ma abbracciavano l'intera pianificazione e costruzione della linea in un territorio montuoso e impervio. Il ruolo di questa specialità dell'Arma del Genio fu cruciale per: Progettazione e Direzione dei Lavori: Ingegneri e tecnici del Genio progettarono il tracciato, studiando soluzioni ardite per superare il notevole dislivello (da 0 a 2.394 metri s.l.m.) in soli 118 chilometri. 
L'impresa richiese la realizzazione di ben 30 gallerie e 65 ponti e viadotti, tra cui il famoso viadotto di Moncullo, oggi raffigurato sulle banconote eritree. 

 Costruzione e Manutenzione: 

Furono i militari del Genio Ferrovieri insieme agli Alpini, Bersaglieri e a tanti operai locali a occuparsi direttamente della costruzione delle opere infrastrutturali, dalla preparazione della massicciata alla posa delle traversine e delle rotaie, ma anche delle stazioni, delle rimesse e di tutte le strutture connesse. 

 Gestione Logistica: 

Oltre alla costruzione, il Genio si occupava anche della gestione e della manutenzione della linea una volta operativa. La ferrovia aveva un'importanza strategica fondamentale per il trasporto di merci, rifornimenti militari e civili, collegando il porto di Massaua con l'altopiano di Asmara. 
 Il loro lavoro fu un "trionfo dell'ingegneria italiana", dimostrando una competenza tecnica e una dedizione eccezionali, che resero possibile un'impresa altrimenti impensabile. 

 Il Contributo degli Alpini e dei Bersaglieri

 La costruzione della ferrovia non fu un'impresa affrontata unicamente dal Genio Ferrovieri. Sebbene il loro ruolo fosse tecnico e direttivo, la manodopera e il supporto logistico furono assicurati da altri reparti dell'esercito e da lavoratori locali. In questo contesto,  i Bersaglieri e gli Alpini furono direttamente coinvolti nella costruzione come il Genio, il loro ruolo è legato alle esigenze militari che portarono alla realizzazione della linea. 

La ferrovia Massaua-Saati, 

il primo tratto, fu infatti costruita per ragioni puramente militari in seguito alla battaglia di Dogali

. Quanto agli Alpini e Bersaglieri, il loro ruolo si rivelò prezioso, specialmente a partire dagli anni '30, quando  iniziarono ad essere inviati anche nelle colonie africane. 

Soprattutto L'esperienza degli Alpini nella costruzione di opere in alta montagna (strade, teleferiche, fortificazioni) li rendeva ideali per affrontare il difficile territorio eritreo. Non è un caso che la strada che da Massaua sale verso Asmara sia spesso descritta come una "strada alpina" per la sua pendenza e i numerosi tornanti. 

Alpini e Bersaglieri, sebbene non con il ruolo specialistico del Genio, offrirono supporto, protezione e manodopera in un ambiente difficile e, a volte, ostile, contribuendo a garantire il completamento dell'opera.

 In sintesi, la ferrovia Eritrea è un simbolo tangibile della collaborazione e delle capacità ingegneristiche dell'esercito italiano. 

Il Genio Ferrovieri ne fu il cervello e il braccio tecnico, mentre altri corpi, come Alpini e Bersaglieri, diedero un contributo fondamentale alla sua realizzazione in un contesto che richiedeva non solo abilità tecniche, ma anche resistenza, coraggio e adattabilità a un ambiente ostile 

Il presente e il futuro 

Negli anni 2002, 2003 e 2005 lo Stato Maggiore della Difesa - SMD- di Roma dispose di  effettuare dei sopralluoghi tecnici sulla linea Eritrea 🇪🇷 da parte del genio ferrovieri che poi realizzo’  un progetto di ripristino che non fu attuato per l’opposizione del duro regime dittatoriale eritreo 

 Ad oggi, il regime esercita e vigila saldamente il controllo del Paese. Nessuna opposizione è ovviamente autorizzata e nessun movimento di protesta ha mai mostrato di poter nascere. Il popolo eritreo, infatti, si distingue per un'innata disciplina e per l'assoluta obbedienza al regime.



Esiste solo una linea ferroviaria. Quella costruita dagli Italiani




Nota 1: 

Asmara

 è la capitale dell'Eritrea ( 2300 s.l.m), paese del Corno d'Africa. È nota per i suoi edifici coloniali italiani, come la Chiesa della Beata Vergine del Rosario. L'architettura eclettica della città spazia dai cinema di art déco, alla stazione di servizio futuristica Fiat Tagliero a forma di aereo. Il palazzo del grande ex governatore risale al XIX secolo. Nelle vicinanze, il Teatro Asmara, teatro dell'opera ricercato, fu costruito nei primi anni del 1900 con una combinazione di stili differenti.

Massaua 

 È il principale porto dell'Eritrea ed è generalmente considerata come la seconda città per importanza del paese dopo la capitale Asmara

mercoledì 26 novembre 2025

CESVAM REPORT 2021 2025 - IL MOTTO DEL CESVAM COME LINEA PROGRAMMATICA

 ARCHIVIO

Il Motto rappresenta la sintesi delle consistenza e profilo di ogni organizzazione. Nelle sue caratteristiche deve avere quella della sinteticità e del profondo significato.

Il CESVAM ha inteso adottare il seguente motto

“L’aver inteso, senza lo ritener, non fa scienza”

Come noto, il passo è in Dante, Paradiso, V., Versi 41-42, non nelle esatta sequenza come qui presentata ed adottata, che ha assunto una sua valenza ulteriore in quanto citato il passo da Machiavelli, nell’esilio all’Albergaccio, presso San Cascano,  momento chiave e qualificante della vita del grande fiorentino. Sono i momenti della nascita del “Principe”, opera fondamento della Scienza Politica moderna,  che trova il suo annuncio nella ancor più nota “Lettera a Francesco Vettori” del 10 dicembre 1513.

Pessimismo e fortuna, lontananza dalla politica,  l”’ingaglioffamento”  il colloquio con i classici ed  la “ verità effettuale della cosa” sono i passaggi chiave della Lettera all’Ambasciatore ed amico che è può essere adottato anche come programma che vale la pena di seguire.

L’alternanza di “ingaglioffarsi” e di indossare i “panni curiali” sono i cardini di un atteggiamento che dovrebbe permettere ad ogni componente del CESVAM di attuare in modo pratico il motto sopra indicato.

La ricerca, lo studio, l’impegno, non ha alcun senso e tutto in breve verrebbe dimenticato, se non viene fissato nella memoria, nello scritto, nell’elaborato. Facendo questo si fa “scienza” si costruisce e si fa “sapere”, che è la finalità ultima del CESVAM, che è in finale rimane e deve essere sempre un Centro Studi. In questa sequenza, che è il programma adottato si racchiudono i comportamenti di relazione in un affinamento per step successivi che rappresentano le regole di partecipazione al CESVAM.


martedì 25 novembre 2025

Potere ed Etica in epoca contemporanea

 DIBATTITI


Sergio B. Sabetta

 

            Il potere, come è stato definito, non è altro che il “controllo”, questo ancor più in ambiti politico, ma può essere anche definito quale capacità di guidare una “trasformazione”, da tenersi quindi distinto dal potere teologico fondato sulla creazione.

            Nel tempo vi è stata una sua evoluzione, originariamente fino alla rivoluzione francese esso consisteva nel controllo della realtà intesa quale possesso naturale di un bene, prevalentemente terreni, ma già nel XIX secolo con la Rivoluzione Industriale il potere cominciò a consistere nel possesso della tecnologia per la produzione (Marx).

            Un ulteriore passaggio avvenne nel XX secolo dove il centro del potere si trasferì sul possesso, non tanto dei mezzi di produzione quanto dei mezzi di informazione che incidevano sui mezzi di produzione e sui beni, attualmente l’informazione ha trasferito il potere principalmente nel permettere il controllo delle risposte alle domande.

            L’ultimo più recente passaggio è il controllo dell’incertezza, ossia quali domande potere fare e quali negare, attraverso tale griglia controllare la realtà, vi è pertanto il rischio di un oligopolio nascosto ovvero di una ristrettissima e non manifesta oligarchia, essendo venuta meno  la capacità competitiva tra aziende con la suddivisione preventiva del potere tra oligarchi, così che il digitale è sfuggito al controllo sociale della politica.

            La rivoluzione digitale si fonda sull’informazione quale manipolazione dei dati, ossia delle informazioni, questa si fonda anche nel progettare, ossia nello scomporre e ricomporre i dati stessi, ne deriva il rischio analogico della realtà di sparire dietro al digitale, infatti sempre crescenti modelli digitali si pongono in alternativa all’analogico rischiando di semplificare eccessivamente la realtà, perdendo in tal modo una serie di dati con il conseguente blocco dell’insieme in una eccessiva distanza dalla vita del reale.

            Tuttavia il digitale per funzionare deve necessariamente passare attraverso le strutture analogiche (cavi, terre rare, chips), ne consegue che il digitale necessita di una sede materiale e in essa si esercita il controllo politico sulla sovranità digitale, ecco l’utilità dei piccoli Stati isolati nei mari, in un fallimento del mercato in presenza degli oligopoli.

            La potenza ha necessità di affiancare al controllo il mito quale racconto, così da fondare e legittimare la forza (capacità mitopoietica), ma questa deve essere resa collettiva e rinsaldata attraverso la recita collettiva del rito che ricorda il “mito fondativo”, il quale nella contemporaneità si è incarnato nel mito infondato dell’economicismo che può vivere solo se inserito nella potenza altrui.

            La potenza presuppone comunque un’etica, la quale non è che una possibilità di scelta tra forme di essere, ma anche la non scelta è una scelta, la morale risulta pertanto il perché di una scelta.

            Se in Occidente l’etica dalla filosofia antica al Medioevo è fondata sull’io, come ripresa da Kant per il quale il bene è relativo al singolo, in Oriente secondo l’insegnamento confuciano è la collettività che prevale.

            In età contemporanea all’etica della gente o soggetto si affianca l’etica del ricevente ossia dell’oggetto, si passa dai doveri ai diritti ponendo al centro la relazione tra doveri e diritti, tra soggetto e oggetto, fino all’affermazione dei diritti della natura.

            Tuttavia questo di per sé non evita la crisi della democrazia, ridotta a populismo, con la mancanza del Consenso, del venire meno della Cooperazione e della Competizione schiacciata dalla suddivisione del potere tra oligarchi (teoria delle tre C), dove la sovranità separata dalla governance viene surretiziamente riunita nel sovrapporre procedure e diritti.

            Già osservava Heidegger che la tecnica non è che un pensiero calcolante in cui tutto viene ridotto all’utile, all’economicismo, in mancanza di un possibile pensiero alternativo con cui bilanciare la tecnica, da cui il prevalere della tecnica sulla natura dove l’essere umano finisce per esserne incluso diventandone un semplice elemento.

            La verità si riduce all’efficacia, che diventa accumulo nello sfruttamento della natura, dove la tecnica quale elemento più alto della razionalità attraverso il calcolo non soddisfa più il bisogno reale ma lo scambio, così da sostituire la ratio al logos.

            Se nell’economia vi è ancora il riflesso della passione, a un livello superiore la tecnica riduce tutto ad efficienza e calcolo, in un pensiero unico dove l’essere umano sposta la propria identità esclusivamente sul ruolo. 


lunedì 24 novembre 2025

CESVAM REPORT 2021 - 2025 - IV DI COPERTINA DEL PERIODICO NAZIONALE "IL NASTRO AZZURRO"

 ARCHIVIO





NN NUMERO Sì ED UNO NO NELLA IV DI COPERTINA IL PERIODICO NAZIONALE
 "iL NASTRO aZZURRO" RIPORTA LE PUBBLICAZIONI DEL CESVAM

domenica 23 novembre 2025

CESVAM REPORT 2021 2025 - "IL NASTRO AZZURRO" Periodico Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro

 ARCHIVIO

IL PERIODICO

 

IL  NASTRO AZZURRO

Periodico Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro

 fra Combattenti decorati al Valor Militare

 

 

 

“Le precedente Report si scriveva : Il Periodico, che attualmente esce bimestralmente, rappresenta la tradizione dell’Istituto del Nastro Azzurro come pubblicazione ed in quanto tale non è nelle competenze del CESVAM.

Il Periodo è espressione di tutti i soci, nelle loro variegate forme di partecipazione ed è lo specchio ed immagine dell’Istituto. L’Editoriale del Presidente rappresenta il riferimento della politica dell’Istituto ai fini della attuazione dei dettami statutari.

Rappresenta la espressione più genuina dell’associazionismo combattentistico e d’arma che l’Istituto ha come sua componente e, quindi, sotto questo aspetto è rivolto verso il mondo associativo militare in tutte le sue forme.

E’ la vetrina delle attività della presenza sul territorio di tutte le attività che le Federazioni, le Sezioni ed i Gruppi svolgono, manifestando con la loro presenza anche fisica l’attaccamento ai valori patri ed alla tradizione.

L’assoluta sinergia tra le attività del CESVAM ed il Periodico “Il Nastro Azzurro” è uno dei fattori di forza e di successo dell’Istituto. La mancanza assoluta di competizione e tantomeno di rivalità o confronto sono un esempio di armonia tra componenti diverse, di concordia e fraternità di intenti che supera in ogni momento quelle forse dissolventi che variegatamente sono emerse in passato ma che oramai sono state assorbite con atteggiamenti intelligenti e superiori


Il CESVAM vi partecipa con il Direttore protempore inserito in seno al Comitato di Redazione e con quattro pagine di informazioni, che rappresentano uno dei modi di contribuire alle attività dell’Istituto del Nastro Azzurro nel settore associativo combattentistico.

 I contenuti delle pagine sono variegati, con interventi di carattere storico e geopolitico dei componenti del CESVAM, nella misura richiesta dalla Direzione Editoriale, e con interventi sulle attività del CESVAM.

Il CESVAM contribuirà in modo concreto e massiccio affinchè il Periodo “Il Nastro Azzurro” possa continuare questa sua funzione, specialmente in quella supplettiva della edizione del Calendario Associativo, di lunga tradizione e impatto fra i soci di notevole spessore.”

 

 Nel quadriennio 2021 -2025 occorre registrare due importanti novità La prima è diventata stabile da parte del CESVAM la collaborazione al Periodico con la  copertina delle prima 4-6 pagine del Periodico. Le prime due ospitano sempre l’INFOCESVAM nella sua edizione integrale, oltre ad artic0li e note riguardando la attività di editoria e pubblicazione. La seconda riguarda l’alternanza nei numeri pari (2,4,6) della pubblicazione in IV di Copertina del periodo della edizione di una pubblicazione del CESVAM. Questo è iniziato nel 2022 ed ancora oggi continua. Il pratica si è creata una ulteriore possibilità di divulgazione delle attività CESVAM


 


sabato 22 novembre 2025

l'iTALIA NELLA SCENA MONDIALE

 DIBATTITI


Sergio Benedetto Sabetta

 

Premessa

 

In questi anni al volgere del nuovo millennio si è ripetuto in termini similari quello che accadde a cavallo tra i XIX e il XX secolo, a cui ad una fase di euforia seguì la disgregazione violenta degli equilibri politici.

            A fine ‘800 una notevole esaltazione aveva fermato le società industrializzate europee, positivismo e tecnica promettevano una crescita infinita con un coinvolgimento mondiale, l’Europa ne sarebbe stata guida e principale beneficiaria attraverso i suoi immensi imperi coloniali.

            Tuttavia già a partire dai primi anni del ‘900 si aprirono le prime crepe, conflitti che apparivano lontani e limitati quali la guerra del 1905 Russo-Giapponese, le guerre balcaniche, la crisi di Agadir e la guerra Italo-Turca per la Libia, a cui si affiancarono opposti blocchi di potenze europee.

            Una crescente conflittualità prese piede, alla quale seguì l’esaltazione della forza quale strumento diplomatico di coesione e risoluzione dei conflitti.  

            Tutto fino al precipitare nella catastrofe della Grande Guerra, dove la stabile centralità dell’Europa si dissolse insieme a quattro Imperi, con un conseguente vuoto di potere e iniziò ad essere riempito oltre Oceano e la conseguente creazione di una continua instabilità, depressione a cui si affiancò l’abitudine alla violenza quale metodo fino al crollo della 2° Guerra mondiale e al definitivo ridimensionamento dell’Europa.

            Analogamente in questi anni vi è stato un progressivo diffondersi della sfiducia su una inesorabile crescita del benessere e della pace nel mondo a direzione USA, attraverso la sola globalizzazione economica della quale gli USA erano gestori ultimi.

            Una serie di conflitti nel mondo di cui era difficile la soluzione hanno indotto gli USA ad uscirne, indebolendo ulteriormente la fiducia nel modello globale.

            L’impoverimento della stessa classe media americana, oltre alle nuove ideologie californiane in opposizione al precedente modello fondato sull’assimilazione hanno indebolito la coesione della Nazione in termini di potenza, favorendo il ridimensionamento degli USA secondo una nuova teoria di Monroe.

            Questo può pertanto in una nuova più ampia conflittualità ridurre ulteriormente l’Occidente nel suo insieme, favorendo i nuovi centri di potere, Cina e India in primis.

L’Italia nel Mediterraneo

            Cento anni fa, in questi anni, avveniva la riconquista della Libia già sottratta all’impero turco con la guerra del 1911 insieme al Dodecanneso in parte persa per le rivolte delle tribù berbere durante la Grande Guerra, dove lo sforzo principale era diretto contro l’Austria-Ungheria.

            Attualmente vi è un nuovo riprendersi spazi economico-strategici da parte della Turchia, la quale nel volere riaffermare una propria area economico-imperiale di influenza dal Mar Nero al Caucaso, dal Mar Rosso al Mediterraneo interviene nelle aree critiche tanto finanziariamente che materialmente con uomini e mezzi.

            In questo suo dinamismo nel Mediterraneo si è insediata, oltre che nella parte orientale  del Mar Egeo in Siria ed Iraq, anche nei Balcani in particolare nell’Albania al di là dell’Adriatico, per non parlare della Tripolitania a cui recentemente si è aggiunta l’infiltrazione in Cirenaica dove erano già presenti russi ed egiziani.

            Sebbene alleati vi è una competizione economica e di risorse da tenere presente, basti pensare al gas e al petrolio.

            Sorge quindi la necessità di controllare le sponde del Mare Mediterraneo, ossia le vie marittime congiunzione tra gli oceani, si deve considerare che per i mari passano l’85% delle merci mondiali, d’altronde le sponde libiche tagliano il Mediterraneo a metà permettendone il controllo.

            In questo occorre preparare e possedere una forza militare credibile, non tanto per essere usata in conflitto aperto quanto per dare credibilità all’attività diplomatica e alle trattative che ne conseguono circostanza che ha indotto sia la Turchia che la Francia a tendere verso l’assimilazione piuttosto che l’integrazione al fine di rendere omogenea la popolazione in caso di conflitto, secondo una visione di potenza.

            Dobbiamo comunque sempre tenere presente che siamo entro la strategia americana, tanto che il Memorandum del 2019 sottoscritto dall’Italia relativo al piano cinese della Via della Seta ha provocato uno scontro con gli USA, in quest’ambito, in termini più limitati, manteniamo comunque una capacità di manovra tattica nel bacino del Mediterraneo ed entro l’UE,  di cui non dobbiamo mai dimenticare i vari interessi nazionali interni che l’agitano impedendone un’azione efficace unitaria.

            Questo comporta la necessità di pianificare una propria strategia nazionale da mantenere sostanzialmente costante nonostante le vicissitudini politiche interne, il problema è la nostra frammentarietà culturale che tende ad appoggiarsi per gruppi ai vari interessi stranieri al fine di prevalere nei conflitti interni, mentre per l’estero con una visione salvifica si demanda la difesa agli USA e gli interessi economici ad alleanze con i vari potentati.

            Abbiamo osservato che l’UE è un’idea economica più che politica, dove le varie entità spesso confliggono sul piano storico-strategico, anche per le manifeste divisioni tra le varie Europe, Nordica, Baltica, Mediterranea, Orientale e Balcanica.

            Pertanto ad una proiezione sul Mediterraneo in termini economici e difensivi deve affiancarsi una proiezione verso l’Europa al fine della creazione di una propria area di influenza necessaria sia in termini economici che politici nelle continue trattative a Bruxelles.

            Questo necessita di una chiara direzione, come nel caso dei francesi che hanno agito in termini aziendalistici pianificando l’acquisto di importanti aziende italiane, espandendo così, tra l’altro, la base politico-economica nelle trattative entro l’UE, in particolare con la Germania.

            Anche con la Germania vi è un rapporto di influenza essendo la pianura padana strettamente collegata economicamente alla Baviera attraverso il Brennero e l’Austria, circostanza che conduce a spaccare l’Italia all’altezza circa della vecchia Linea Gotica, memoria del 1944/45.

            Tuttavia avere una propria strategia  e la conseguente area di influenza conduce a cambiare la propria pedagogia, impegnandosi in un percorso faticoso e costoso finanziariamente, almeno all’inizio, non gradito da una popolazione anziana e da giovani generazioni prevalentemente disabituati alla fatica di un impegno quotidiano.

            Giovani che peraltro sono nella tecnica e come tali ne diventano elemento molto efficiente, ma anche privati della capacità di una propria analisi , in quanto un “elemento” e come tale affascinati da soluzioni ideologiche semplicistiche provenienti dagli USA.