La carta da una idea
della situazione a fine aprile 2022 come “’operazione” russa in Ucraina
iniziata il 24 febbraio 2022, nella
incredulità generale nell’Occidente ancora avvolto nella nebbia geopolitica in
Europa orientale, non si stia rilevando un successo. L’Ucraina è presentata a
tre colori, il verde l’Ucraina occidentale, il rosa l’ucraina orientale. In
giallo i territorii che la Russia dal 2014 ad oggi ha conquistato
bell’indifferenza occidentale. 1) Repubblica popolare di Luhans , 2) repubblica
popolare di Donec’k, Crimea, annessa senza colpo ferire nel 2014, e la Transnistria,
ove è stanziata dalla caduta della URSS la XIV Armata Sovietica, ora russa. In
Viola i territori che sono stati conquistati e controllati durante
l’”operazione”, con indicate le direttrici di avanzata. Per Putin, che è al
potere dal 31 dicembre 1999 è un semplice passaggio sulla via per ridare alla
Russia un ruolo mondiale. Al suo interno ha trovato l’appoggio del Patriarca
Kirill, capo della chiesa cristiana ortodossa che nutre sentimenti e
considerazioni sull’Occidente veramente curiosi: per il Capo ortodosso
l’Occidente sta deviando o ha già deviato dalle leggi naturali stabilite da Dio
( un altro della lunga serie che parla a nome di Dio) “il tutto banalizzato in una isteria secondo la quale in Occidente ci
sarebbe di fatto un test per provare la propria lealtà al potere, una sorta di
passaggio indispensabile per entrare in un mondo di sola apparente “libertà”,
un mondo “felice” un mondo di consumi eccessivi.”[1]
E in che cosa consisterebbe questo test? La prova è molto semplice ed allo
stesso terrificante: una sfilata del Gay Pride.[2]
Su queste basi, si
continua, Per Kerill Putin è “ un dono di Dio”. “Basta leggere il discorso dai toni apocalittici pronunciato dal
patriarca il 6 marzo 2022 “ Quello che sta accadendo oggi (…)non è solo
questione di politica (…) ma di salvezza dell’uomo, del suo posto alla destra o
alla sinistra di Dio Salvatore, che viene nel mondo come Giudice e autore della
creazione”[3]
In un paese dove il Capo dello Stato è al potere da venti anni, e ci starà fino
al 2036 se non farà un'altra legge che prolunga la permanenza, in cui vige una
legge che chi “dissente” prende 15 anni di galera, si può ascoltare di tutto
dai parti dei Capi Civili e Religiosi. Ma ancora non siamo sotto il loro
potere, anche se notevoli sforzi sono stati fatti da molto leaders occidentali per creare le
situazioni russe e quindi ancora qualche barlume di desiderio possiamo
esprimerlo. IL primo desidero è quello di capire ed essere informati, ma non in
modo diretto, ma di sapere chi sta con chi, chi è pagato per, che cosa si vuole
per la nostra comunità. Tutti voglio il bene del popolo, iniziando da Dio e dai
suoi intermediari, per passare ai leaders politici ed economici. In realtà ci stiamo
sempre più impoverendo sia moralmente che materialmente, senza un futuro, con
la guerra in casa, con la disinformazione costante in un diluvio di notizie, sempre
più soli. Una geopolitica che ci chiama a delle sfide, ma vedendo la cartina
dell’Ucraina occorre ben ponderare il proprio agire, in quanto per anni abbiamo
visto un “fair play” delle democrazie nei confronti di un Putin che nella sua
parobola ventennale è arrivato al tragico errore di ogni dittatore: una guerra
tanto insensata quanto in definitiva criminale e dalla quale rischia di uscirne
stritolato. Ci sono voluti 6 anni di guerra per sconfiggere il Nazismo; ci
sembrava che il mondo avesse appreso la lezione.
[1] Giuseppe
Sacco, Perché Putin non crede più
nell’Occidente, in LIMES, , Il Caso Putin, n.4/ 2022. Pag. 107.
[2]
J.B.Poulle, La guerre sainte de Poutine, Le
Grand Continent, marzo 2022. Cit.
[3] Giuseppe
Sacco, Perché Putin non crede più
nell’Occidente, cit.
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