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sabato 12 aprile 2025

Sergio Benedetto Sabetta Rapporti tra complessità e semiotica nelle dinamiche giuridiche e nelle politiche pubbliche interne e internazionali

 DIBATTITI

         Sia nel diritto che nelle politiche pubbliche, ma in generale per qualsiasi attività umana complessa e quindi anche per la burocrazia, la Teoria della Complessità e del Caos offre un angolo di lettura del tutto particolare.

         Si deve partire dalla rinuncia di una prevedibilità matematica dei fenomeni e dei loro risultati, per passare alla prevedibilità dei possibili risultati i quali dipenderanno nel loro spettro dalle variazioni minime delle condizioni iniziali, secondo un effetto a farfalla (Poincarè), l’aumentare della dinamicità ridurrà la prevedibilità dei possibili risultati fino a giungere ad una inconoscibilità.

         Necessitano pertanto elementi coordinatori nella possibile comprensione dei sistemi complessi auto-organizzanti, mediante relazioni interne, secondo strutture frattali e loro attrattori, resta fermo che la comprensione e quindi la conoscibilità del sistema non è comunque sinonimo di prevedibilità.

         Per determinare una stabilità caotica occorre quindi agire sugli attrattori caotici, ossia su quei punti in cui emergono comportamenti tipici del sistema stabilizzanti la sua dinamicità.

         In recenti studi è emersa la funzione primaria dei concetti giuridici generali quali nodi della rete relativa alla trasmissione delle informazioni normative (Alf Ross), tanto che Lothar Philipps afferma esplicitamente che tali “concetti – nodo” non sono liberamente manipolabili dalla giurisprudenza dei concetti pena la disarticolazione normativa.

         Le reti di associazione relative ai concetti permettono l’interpretazione adattiva del modello giuridico e la trasmissione dei valori etici nella soluzione dei problemi quotidiani di relazione sociale.

         L’interpretazione giuridica ha a sua volta una importanza fondamentale nel dare vita al diritto positivo superando i contrasti con le intuizioni di valore fissate dalla selezione naturale (Rawls), dobbiamo tuttavia considerare che l’interprete è anch’esso un portatore di valori culturali ed interessi che limiteranno inevitabilmente le possibilità di giudizio.

         Più l’interpretazione si allontana dall’aspetto letterale e più deve essere conforme ai valori dell’ambiente sociale in cui deve essere calata, pena il rigetto e i problemi di comunicazione per l’impossibile rapporto tra valori etici espressi dalla norma e i valori sociali del contesto ambientale, ma i problemi comunicativi aumentano con la complessità del sistema sociale frutto di un espandersi del benessere economico.

         Intervengono due sistemi neurologici di giudizio che si miscelano fra loro il primo rapido e inconscio basato sull’intuizione e sui sentimenti, il secondo molto più lento sulle regole e il ragionamento che permette di riflettere evitando errori di giudizio (Le Doux-Kahnemann e Frederik).

         Da quanto finora detto si possono definire attrattori caotici sia i concetti giuridici generali che l’interpretazione fornita da un organo centrale supremo come la Cassazione o il Consiglio di Stato ma anche le Cancellerie, per quanto riguarda i rapporti internazionali, il mal funzionamento di tali organi  possono essere individuati non solo nella lunghezza dei tempi delle decisioni, ma anche nelle onde interpretative interne che portano all’abbassamento della “soglia del caos”.

         Nelle politiche pubbliche gli attrattori possono individuarsi semplicemente nelle commissioni operative e in qualsiasi gruppo di vertice per cui passano le decisioni relative alle distribuzioni di risorse, mentre in elemento perturbativo possono trasformarsi i vari gruppi di pressione interni ed esterni e qualsiasi lobby in  grado di negoziare e al limite bloccare la policy.

         L’informazione e la comunicazione sono i collanti della policy attraverso cui gli attrattori agiscono, pertanto la loro perturbazione aumenta la possibile caoticità del processo.

         Si evidenzia in tutte le ipotesi considerate la particolare funzione del linguaggio quale competenza linguistica nel creare e trasferire informazioni e i relativi valori.

         Le organizzazioni hanno bisogno di un senso per generare identità e obiettivi comuni, creando un ordine prevedibile per le proprie azioni.

         Weick parla della realtà come di una costruzione continua, che acquista forma quando le persone guardano alle situazioni create in modo retrospettivo. La  necessità di una “costruzione del significato” avviene quando tra previsioni o aspettative e gli accadimenti vi siano differenze che mettano in atto il bisogno di generare un significato degli eventi imprevisti, quindi incomprensibili attraverso una lettura retrospettiva, questo viene di fatto a modificare la lettura di tutto il vissuto concatenato agli eventi considerati.

         Si tratta di creare delle cornici entro cui tracciare delle trame su cui fissare gli eventi dandone un senso la cornice è costituita dai valori, dalle credenze e dalle immagini simboliche originate nel passato, mentre le informazioni sono le esperienze attuali, fra queste e la cornice devono scoprirsi le connessioni che danno un significato alla situazione presente.

         Il risultato, come afferma Weick, è la creazione di una “buona storia” che riunisca retrospettivamente gli eventi passati proiettandoli in una prospettiva.

         Si crea una situazione di consolidamento e ordinamento degli eventi con carattere conservativo più che innovativo, ma l’intervento di eventi esterni al narrante ossia di altre storie modificherà la cornice a seguito della necessità dell’adattamento al contesto ambientale.

         La globalizzazione e l’interagire fra culture e mondi diversi crea una rete elastica di giochi linguistici e di sensi del narrare (Lyotard ), in un continuo integrare  e respingere si che la società che ne risulta è sempre più flessibile ma anche incerta nel narrare i propri valori.

         Si tende pertanto a ridurre questa pluralità alla sola performatività , all’ottimizzazione delle prestazioni di cui tuttavia Lyotard segnala l’eccessivo riduzionismo che può portare all’esplosione interna al sistema delle contraddizioni, non tutto infatti può ridursi alla logica del profitto e dell’efficienza, seppure importanti, pena l’impoverimento della narrazione e lo svuotamento della memoria dell’uomo ossia l’impoverimento psichico, ma anche l’incapacità di comprendere l’altro.

         Greimas nella sua teoria generativa afferma che il senso di un testo non avviene a livello della sua manifestazione espressiva bensì nei modi in cui si genera, attraverso il gioco delle significazioni soggiacenti (Floch ).

         Quindi il piano di manifestazione, dato dalle varie forme di comunicazione, poggia su un piano di immanenza, costituito dalle scelte organizzative che ne realizzano il discorso e la “messa in scena”( Floch).

         Da quanto finora detto emerge la probabilità che sia l’ordinamento giuridico nei suoi vari istituti che le politiche pubbliche acquistano in realtà senso nuovo con letture o narrazioni posteriori  che rileggano gli accadimenti secondo nuove logiche, con fenomeni da leggersi come di adattamento.

         Il controllo in quest’ottica non va tanto e solo a scoprire gli scostamenti e suggerire eventuali modi per evitarli, quanto fornire una rilettura simbolica dell’accaduto creando nuove prospettive narrative e nuovi sensi, in ultima analisi favorisca la nascita di nuove possibilità creative relative agli eventi futuri.

         Tenendo comunque presente che meno il controllo è settorializzato e più la complessità tenderà a prevalere portando a disperdersi in un caos narrativo dalle imprevedibili trame, in ricostruzioni complesse del senso degli eventi, nelle quali la tecnicità matematica cara ai tecnocrati verrà a perdersi progressivamente nelle sfumature e nelle ambiguità delle interazioni, in un frattale narrativo dalle infinite variabili tese alla ricerca di attrattori caotici,  in cui ognuno tenderà a creare un proprio senso allontanandosi inavvertitamente dalla presunta volontà del legislatore o del politico fino a creare nuovi scenari restando i riferimenti iniziali valori storici.

        

 

 

Bibliografia

 

·        N. Antonucci, Cosa sono la complessità e il caos…semplicemente ?, in www.complexLab.com ;

·        F. Atahualpa, Diritto e natura umana: La funzione sociale – adattiva del comportamento normativo, in www.i-lex.it , 3/2005;

·        S. Contesini, La produzione del senso nelle organizzazioni, in www.complexLab.com ;

·        S. Giansante, La teoria della razionalità limitata applicata alla scelte economico-giuridiche nell’ottica delle scienze cognitive, in www.i-lex.it , 1/2004;

·        A. J. Greimas, Del senso, Bompiani, 1974;

·        A. J. Greimas, Del senso II. Narratività, modalità, passioni, Bompiani 1998;

·        J. M. Floch, Semiotica, marketing e comunicazione. Dietro i segni, le strategie, Franco Angeli 1997;

·        Y. Mèny – J. C. Thoenig, Le politiche pubbliche, Il Mulino, 1991 ;

·        J. F. Lyotard, La condizione postmoderna, Feltrinelli, 2001;

·        G. A. Almond – B. G. Powell, Politica comparata. Sistemi, processi e politiche, Il Mulino 1988;

K. Weick, Senso e significato dell’organizzazione, Cortina 1997.  

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