DIBATTITI
Sia nel diritto che nelle politiche pubbliche, ma in generale per qualsiasi attività umana complessa e quindi anche per la burocrazia, la Teoria della Complessità e del Caos offre un angolo di lettura del tutto particolare.
Si
deve partire dalla rinuncia di una prevedibilità matematica dei fenomeni
e dei loro risultati, per passare alla prevedibilità dei possibili risultati
i quali dipenderanno nel loro spettro dalle variazioni minime delle condizioni
iniziali, secondo un effetto a farfalla (Poincarè), l’aumentare della
dinamicità ridurrà la prevedibilità dei possibili risultati fino a giungere ad
una inconoscibilità.
Necessitano
pertanto elementi coordinatori nella possibile comprensione dei sistemi
complessi auto-organizzanti, mediante relazioni interne, secondo strutture
frattali e loro attrattori, resta fermo che la comprensione e quindi
la conoscibilità del sistema non è comunque sinonimo di prevedibilità.
Per
determinare una stabilità caotica occorre quindi agire sugli attrattori
caotici, ossia su quei punti in cui emergono comportamenti tipici del
sistema stabilizzanti la sua dinamicità.
In
recenti studi è emersa la funzione primaria dei concetti giuridici generali
quali nodi della rete relativa alla trasmissione delle informazioni normative (Alf
Ross), tanto che Lothar Philipps afferma esplicitamente che tali
“concetti – nodo” non sono liberamente manipolabili dalla giurisprudenza dei
concetti pena la disarticolazione normativa.
Le
reti di associazione relative ai concetti permettono l’interpretazione adattiva
del modello giuridico e la trasmissione dei valori etici nella soluzione dei
problemi quotidiani di relazione sociale.
L’interpretazione
giuridica ha a sua volta una importanza fondamentale nel dare vita al diritto
positivo superando i contrasti con le intuizioni di valore fissate dalla
selezione naturale (Rawls), dobbiamo tuttavia considerare che
l’interprete è anch’esso un portatore di valori culturali ed interessi che
limiteranno inevitabilmente le possibilità di giudizio.
Più
l’interpretazione si allontana dall’aspetto letterale e più deve essere
conforme ai valori dell’ambiente sociale in cui deve essere calata, pena il
rigetto e i problemi di comunicazione per l’impossibile rapporto tra valori
etici espressi dalla norma e i valori sociali del contesto ambientale, ma i
problemi comunicativi aumentano con la complessità del sistema sociale frutto
di un espandersi del benessere economico.
Intervengono
due sistemi neurologici di giudizio che si miscelano fra loro il primo rapido e
inconscio basato sull’intuizione e sui sentimenti, il secondo molto più lento
sulle regole e il ragionamento che permette di riflettere evitando errori di
giudizio (Le Doux-Kahnemann e Frederik).
Da
quanto finora detto si possono definire attrattori caotici sia i
concetti giuridici generali che l’interpretazione fornita da un organo centrale
supremo come la Cassazione o il Consiglio di Stato ma anche le Cancellerie, per
quanto riguarda i rapporti internazionali, il mal funzionamento di tali
organi possono essere individuati non
solo nella lunghezza dei tempi delle decisioni, ma anche nelle onde
interpretative interne che portano all’abbassamento della “soglia del caos”.
Nelle
politiche pubbliche gli attrattori possono individuarsi semplicemente
nelle commissioni operative e in qualsiasi gruppo di vertice per cui passano le
decisioni relative alle distribuzioni di risorse, mentre in elemento
perturbativo possono trasformarsi i vari gruppi di pressione interni ed esterni
e qualsiasi lobby in grado di negoziare
e al limite bloccare la policy.
L’informazione
e la comunicazione sono i collanti della policy attraverso cui gli attrattori
agiscono, pertanto la loro perturbazione aumenta la possibile caoticità del
processo.
Si
evidenzia in tutte le ipotesi considerate la particolare funzione del
linguaggio quale competenza linguistica nel creare e trasferire informazioni e
i relativi valori.
Le
organizzazioni hanno bisogno di un senso per generare identità e obiettivi
comuni, creando un ordine prevedibile per le proprie azioni.
Weick
parla della realtà come di una costruzione continua, che acquista forma quando
le persone guardano alle situazioni create in modo retrospettivo. La necessità di una “costruzione del
significato” avviene quando tra previsioni o aspettative e gli accadimenti vi
siano differenze che mettano in atto il bisogno di generare un significato
degli eventi imprevisti, quindi incomprensibili attraverso una lettura
retrospettiva, questo viene di fatto a modificare la lettura di tutto il
vissuto concatenato agli eventi considerati.
Si
tratta di creare delle cornici entro cui tracciare delle trame su cui fissare
gli eventi dandone un senso la cornice è costituita dai valori, dalle credenze
e dalle immagini simboliche originate nel passato, mentre le informazioni sono
le esperienze attuali, fra queste e la cornice devono scoprirsi le connessioni
che danno un significato alla situazione presente.
Il
risultato, come afferma Weick, è la creazione di una “buona storia” che
riunisca retrospettivamente gli eventi passati proiettandoli in una
prospettiva.
Si
crea una situazione di consolidamento e ordinamento degli eventi con carattere
conservativo più che innovativo, ma l’intervento di eventi esterni al narrante
ossia di altre storie modificherà la cornice a seguito della necessità
dell’adattamento al contesto ambientale.
La
globalizzazione e l’interagire fra culture e mondi diversi crea una rete
elastica di giochi linguistici e di sensi del narrare (Lyotard ), in un
continuo integrare e respingere si che
la società che ne risulta è sempre più flessibile ma anche incerta nel narrare
i propri valori.
Si
tende pertanto a ridurre questa pluralità alla sola performatività ,
all’ottimizzazione delle prestazioni di cui tuttavia Lyotard segnala
l’eccessivo riduzionismo che può portare all’esplosione interna al sistema
delle contraddizioni, non tutto infatti può ridursi alla logica del profitto e
dell’efficienza, seppure importanti, pena l’impoverimento della narrazione e lo
svuotamento della memoria dell’uomo ossia l’impoverimento psichico, ma anche
l’incapacità di comprendere l’altro.
Greimas
nella sua teoria generativa afferma che il senso di un testo non
avviene a livello della sua manifestazione espressiva bensì nei modi in cui si
genera, attraverso il gioco delle significazioni soggiacenti (Floch ).
Quindi
il piano di manifestazione, dato dalle varie forme di comunicazione,
poggia su un piano di immanenza, costituito dalle scelte organizzative
che ne realizzano il discorso e la “messa in scena”( Floch).
Da
quanto finora detto emerge la probabilità che sia l’ordinamento giuridico nei
suoi vari istituti che le politiche pubbliche acquistano in realtà senso nuovo
con letture o narrazioni posteriori che
rileggano gli accadimenti secondo nuove logiche, con fenomeni da leggersi come
di adattamento.
Il
controllo in quest’ottica non va tanto e solo a scoprire gli scostamenti e
suggerire eventuali modi per evitarli, quanto fornire una rilettura simbolica
dell’accaduto creando nuove prospettive narrative e nuovi sensi, in ultima
analisi favorisca la nascita di nuove possibilità creative relative agli eventi
futuri.
Tenendo
comunque presente che meno il controllo è settorializzato e più la complessità
tenderà a prevalere portando a disperdersi in un caos narrativo dalle
imprevedibili trame, in ricostruzioni complesse del senso degli eventi, nelle
quali la tecnicità matematica cara ai tecnocrati verrà a perdersi
progressivamente nelle sfumature e nelle ambiguità delle interazioni, in un frattale
narrativo dalle infinite variabili tese alla ricerca di attrattori
caotici, in cui ognuno tenderà a
creare un proprio senso allontanandosi inavvertitamente dalla presunta volontà
del legislatore o del politico fino a creare nuovi scenari restando i
riferimenti iniziali valori storici.
Bibliografia
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